IL BAMBINO E L’ADOLESCENTE CON DEPRESSIONE Prof. Edvige Veneselli U.O. e Cattedra di Neuropsichiatria Infantile Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica Sezione di Neuroscienze dello Sviluppo Università di Genova IRCCS G. Gaslini LA DEPRESSIONE NEL BAMBINO E NELL’ADOLESCENTE PROBLEMI - Identificazione vs sottostima - Disturbi in aumento (> f.lievi; > esordio precoce) con significativa compromissione del funzionamento adattivo, sociale e cognitivo per > riconoscimento e > slatentizzazione di condizioni di vulnerabilità in relazione a mutate condizioni di vita. - Disturbi cronici, ricorrenti, ad alto rischio di evoluzioni in gravi psicopatologie ed exitus. - Non chiari i rapporti con la depressione DSM-IV-TR:DDM IN ETA’ EVOLUTIVA Criteri: MODIFICATI 1) Umore depresso o irritabile per la maggior parte del giorno, per più giorni, da dati soggettivi o osservati da altri 2) Marcata riduzione di interesse o piacere in tutte o la maggior parte delle attività per la maggior parte del giorno, per più giorni NUOVO 1) Persistente impegno in attività o giochi con tematiche di morte o suicidio • APPROCCIO CATEGORIALE per gruppi di segni e sintomi • APPROCCIO DIMENSIONALE per vissuto esperienziale, sentimenti CONTINUUM tra normalità e patologia, con rischio di evidenza solo per forme gravi LA DEPRESSIONE NEL BAMBINO E NELL’ADOLESCENTE Incidenza 0,3-1 % in età prescolare M=F OMS 2004 0,4-2,5 % in età scolare M=F 7-8,3% in adolescenza M : F = 1:2 aumento per attuali condizioni di vita maggiormente slatentizzanti Depressione endogena reattiva (prevalente in età pediatrica) manifesta (dopo i 7-8 anni) mascherata (da altri sintomi) Dipendenza da situazioni sovente ben identificabili In adolescenza contesti più simili all’adulto FATTORI PATOGENETICI • • • • Rischio di depressione 6 volte maggiore della norma per un genitore depresso ancora maggiore per entrambi i genitori depressi Specificità di rischio depressione nel genitore e depressione nel figlio, a fronte di problematiche eterogenee nei figli di soggetti con disturbi affettivi in genere Fattori genetici ruolo definito e biologicamente determinato, a cui si associano fattori correlati, su basi ”ambientali” Genitore depresso trasmette il trait genetico ha relazionalità affettiva disturbata, che condiziona lo sviluppo emozionale e il processo di attaccamento del figlio può ricorre a modalità educative abnormi ha limiti fisici e psichici all’accudimento del suo piccolo NEUROBIOLOGIA Genetica geni di suscettibilità Neurochimica - Network aminergico - > cortisolo Neurofisiologia -40 90%di sonno: continuità (>L, risvegli), < nREM, >REM, precedenti e persistenti Neuroimaging - <SG corteccia preF, amigdala; discordanze su ippocampo • alt. flusso e metabolismo: > amigdala, > a. orbitale, < a. dorsale • e cigolo ant. Temperamento individuale • • -b. “difficili”, con emozionalità negativa e scarso controllo degli affetti - stile cognitivo con rielaborazione atipica/depressiva delle esperienze, basso peso neonatale in F ; malattie croniche DEPRESSIONE IN ETA’ EVOLUTIVA Fattori protettivi Famiglie affettive, supportanti e coese Fattori di rischio - Famiglie poco coese, conflittuali, ambivalenti, ipercontrollanti strutturanti negativamente l’autostima del figlio, poco autonomizzanti e di scarso supporto emozionale - Scuola: difficoltà prestazionali e relazionali (insegnanti e coetanei) - Eventi di vita stressanti Esperienze personali e familiari di danno, malattia, perdita, lutto insuccesso personale, vittime di bullismo con vario “peso” individuale nel condizionare il mantenimento dei disturbi e condurre alla cronicizzazione, per ridotta proporzionalità tra gravità obiettiva e significatività per il soggetto Ist. G. Gaslini PSICOPATOLOGIA DEL BAMBINO In età evolutiva sentimento di sé e autostima dipendono da interazione con i genitori e adulti di riferimento esposizione ad eventi stressanti e/o negativi Relazionalità con i coetanei e competenze sociali acquisite nel bambino depresso si sviluppano regolarmente ma sono limitate e coartate Le dinamiche adolescenziali, correlate al processo di separazione e di individuazione di sé dalla famiglia ed alla conquista di una identità indipendente, possono innestare una sintomatologia depressiva Ist. G. Gaslini ATTACCAMENTO NEL BAMBINO • • La relazione di attaccamento inizia a strutturarsi al 9^mese ed è la base di attaccamenti “multipli” successivi Le caratteristiche dell’attaccamento primario tendono a rimanere stabili nel tempo, in quanto si creano i modelli mentali delle figure affettive e di sé, prototipo per le relazioni successive (MODELLI OPERATIVI INTERNI). • ATTACCAMENTO INSICURO FIGURA DI ATTACCAMENTO non disponibile, rifiutante SE’ senso di non essere degno di amore, scarsa capacità di esprimere le emozioni in modo adeguato • L’attaccamento insicuro costituisce un fattore di rischio associato a: - Maggior grado di depressione - Ansia, ostilità - Malattia psicosomatica - Minore resilienza dell’Io (Fonagy, 2001) DEPRESSIONE: FATTORI ASSOCIATI ALL’ESORDIO O ALL’EVOLUZIONE INTERAZIONE TRA FATTORI BIOLOGICI ED AMBIENTALI Vulnerabilità temperamentale ed eventi avversi Modificazione della espressività genica Modificazione di struttura e funzione di alcuni circuiti neuronali (REGOLAZIONE GENICA) SENTIMENTI E SINTOMI DEPRESSIVI Disturbi dell’umore Bambini: sintomi di ansia (fobie, ansia di separazione) disturbi somatici, allucinazioni uditive, problemi comportamentali (irritabilità, collera) > sensazioni verbalizzate per immaturità cognitiva, pochi deliri e tentativi di suicidio, ma condotte autolesionistiche (equivalenti minori) con propensione a incidenti ripetuti, comportamenti a rischio, frequenti anche prima della preadolescenza Adolescenti: disturbi del sonno e dell’appetito, deliri, ideazioni e tentativi suicidari, compromissione funzionale rispetto agli adulti, > problemi comportamentali e < sintomi neurovegetativi Ist. G. Gaslini FATTORI PATOGENETICI • • • • Rischio di depressione 6 volte maggiore della norma per un genitore depresso ancora maggiore per entrambi i genitori depressi Specificità di rischio depressione nel genitore e depressione nel figlio, a fronte di problematiche eterogenee nei figli di soggetti con disturbi affettivi in genere Fattori genetici ruolo definito e biologicamente determinato, a cui si associano fattori correlati, su basi ”ambientali” Genitore depresso trasmette il trait genetico ha relazionalità affettiva disturbata, che condiziona lo sviluppo emozionale e il processo di attaccamento del figlio può ricorre a modalità educative abnormi ha limiti fisici e psichici all’accudimento del suo piccolo Inventari clinici dei comportamenti patologici CBCL Child Behavior Checklist (Achenbach 1991) (4-18 anni) Questionario per i genitori, composto di 118 item che indagano specifici problemi comportamentali ed emotivi 2 item a risposta aperta in cui i genitori possono riportare ulteriori problemi del figlio. 20 domande riguardanti le attività, le relazioni sociali e il rendimento scolastico del bambino. I punteggi finali danno due profili diversi per ciascun bambino: a) relativo alle competenze (socializzazione, attività e scuola), b) relativo ad eventuali aree problematiche (ansia, depressione, aggressività, problemi attentivi, comportamenti devianti, problemi mentali, problemi fisici, ritiro sociale). Il profilo permette di visualizzare in modo unitario i punteggi ottenuti per ogni scala, dando una visione ampia delle problematiche del bambino/adolescente e una valutazione quantitativa della gravità di ogni problema presente. Rating Scales per Depressione e Ansia (I) CDS Children'S Depression Scale (Lang e Tischer 1984) (9-16 anni) Valuta gli aspetti del fenomeno pre-depressivo e depressivo in età infantile e preadolescenziale. • Esiste una forma per il bambino, una forma per i genitori ed una per gli insegnanti. • Contiene 66 item (48 “depressivi” e 18 “positivi”), che indagano: risposte affettive, problemi sociali, autostima, paura di malattia e di morte, senso di colpa. La scala positiva ha una sola sottoscala, il “piacere” (inteso come capacità di scherzare e provare soddisfazione). • L’interpretazione dei risultati converge in due sfere fondamentali che riguardano l’eventuale senso di inadeguatezza del bambino o adolescente nei confronti dell’ambiente esterno e/o il disagio nell’ambiente familiare che induce sensi di colpa. Rating Scales per Depressione e Ansia (II) CDI Children Depression Inventory (Kovacs, 1977) (8-17 anni) Questionario di autovalutazione, indaga diversi sintomi: disturbi dell’umore, capacità di provare piacere, funzioni vegetative, stima di sé, disturbo del comportamento sociale. • il soggetto deve rispondere sulla base delle idee e dei sentimenti avuti nelle ultime 2 settimane. Questionario Scala d’ansia per l’Età Evolutiva (Busnelli 1974) (7-15anni) 45 item relativi a situazioni ansiogene o comportanti una sollecitazione emozionale attinente alla scuola, all’ansia ambientale o extrascolastica, più una “scala di menzogna” come indice generale dell’attendibilità delle risposte date dal soggetto • L’ansia viene valutata come una variabile della personalità significativa in quanto pervasiva per i suoi rapporti con la conflittualità e per il suo carattere di fattore motivante. DISTURBI DEPRESSIVI IN ETA’ EVOLUTIVA DECORSO CLINICO DDM DD EVOLUZIONE A LUNGO TERMINE - durata media di un episodio depressivo: 7-9 mesi - remissione: 90% entro 1 - 2 anni guarigione: 75% entro 1 anno, 90% entro 2 anni riacutizzazione: 40 – 60% recidive: 20-60% entro 1-2 anni, 70% entro 5anni 50% in età adulta - durata media 4 anni - abuso di sostanze - disturbo bipolare - disturbi di personalità - malattie fisiche - rischio suicidario - rischio dissociale PROGNOSI influenzata da: - età di esordio - contesto familiare e socio-ambientale - gravità clinica - familiarità per disturbi depressivi e altre psicopatologie -comorbidità - eventi vitali - depressione psicotica RISCHIO SUICIDARIO • 12% della mortalità in adolescenza raddoppiato negli ultimi 20 anni • seconda causa di morte tra 14 e 25 anni Italia: > > Nord 48,3/1000000 ( ISTAT 1994 ) FATTORI DI RISCHIO SUICIDARIO - tentativi precedenti disturbo bipolare depressione psicotica disturbo di personalità dipendenza da sostanze comorbilità con disturbi della condotta - disadattamento/calo scolastico familiarità famiglie violente, impulsive, abuso fam. reazioni patologiche eventi di vita negativi SUICIDIO E TENTATIVO DI SUICIDIO RARO SOTTO I 10 ANNI SUICIDIO MASCHI:FEMMINE = 2 : 1 SOVENTE “ ACTING OUT ” REAZIONE IMPULSIVA AD UNA ESPERIENZA CONTINGENTE A CARATTERE FRUSTRATIVO O DEPRESSIVO FUGA DA UNA SITUAZIONE VISSUTA COME INTOLLERABILE SOGGETTI CON FRAGILITA’ DI STRUTTURA E/O ANTECEDENTI FAMILIARI DI DISSOCIAZIONE O DI ABBANDONO PERCHE’ NON ACCADA: PREVENZIONE IN ETÀ EVOLUTIVA O SCOLARE DIAGNOSI DEL PROFILO DI RISCHIO Indicatori da valutare - Familiarità per altri disturbi psicopatologici - Pregressi episodi di disturbi dell’umore - Sentimenti depressivi (bassa autostima, sensazione di scarsa autoeffcienza, inadeguatezza, pessimismo, perdita di speranza etc.) - Bullismo - Disadattamento scolastico - Altri eventi di vita negativi (conflitti familiari, abuso fisico o sessuale o emotivo) - Deprivazione socio-ambientale (isolamento sociale, condizione di immigrazione, istituzionalizzazione, estrema povertà..) - Comorbilità (difficoltà di apprendimento, abuso di alcool o sostanze..) - Malattie croniche ATTIVITA’ SPORTIVA IN ETA’ EVOLUTIVA • alto valore educativo e formativo • benefici su crescita fisica e globale (resp., cardiovasc., motr.) • acquisizione di capacità di controllo e di adeguamento alle regole • presa di coscienza delle proprie capacità • saper accettare esiti non positivi • migliora l’autostima e la sicurezza di sé • sviluppa competenze e attitudini a collaborazione • favorisce la socializzazione e l’integrazione • contrasta la vita sedentaria e l’iperprotezione dei familiari Per il disabile - terapia complementare integrativa I DISTURBI DEPRESSIVI IN ETA’ EVOLUTIVA LINEE GUIDA DIAGNOSTICHE -TERAPEUTICHE – GESTIONALI 2007 RACCOMANDAZIONI PER PAZIENTI, FAMIGLIE INSEGNANTI TIPI DI INTERVENTO NON FARMACOLOGICO I INTERVENTO PSICOEDUCATIVO Alleanza terapeutica con bambino e famiglia PREVENZIONE PSICOSOCIALE Interventi sui soggetti a rischio a) b) c) d) Sintomi sub-clinici Pregressi episodi Familiarità depressiva Esperienze vitali negative 1) Interventi individuali / di gruppo 2) Interventi familiari 3) Interventi psicosociali TIPI DI INTERVENTO NON FARMACOLOGICO I PSICOTERAPIE • Interventi individuali, di gruppo, familiari • Diversi orientamenti in rapporto a scelte personali piuttosto che a caratteristiche cliniche o personologiche del soggetto • Efficacia nel 40-65% dei soggetti trattati • Necessità di porsi dei limiti temporali per la valutazione di efficacia • Ruolo nella prevenzione di ricadute? Predittori negativi di efficacia: - gravità - comorbilità - sintomi psicotici -rischio suicidario - cronicità o elevata ricorrenza - svantaggio psicosociale TRATTAMENTO INTEGRATO Secondo Comprehensive Assessment • aspetti biologici presa in carico • aspetti psicologici • aspetti sociali • aspetti familiari famiglia scuola bambino ambiente fattori rischio fattori protettivi Ist. G. Gaslini Il nuovo ospedale e il processo di cambiamento, l’esperienza dell’Istituto G. Gaslini L’evoluzione dell’organizzazione sanitaria pediatrica ha le sue basi in una serie di modifiche: Variazione della condizione del bambino nella famiglia e nella società Nelle famiglie italiane i figli generalmente sono pochi ed oggetto di grande investimento affettivo ed economico, conseguenti di elevate aspettative assistenziali sanitarie Nel nuovo ospedale, accanto alla centralità del bambino, viene posto in primo piano il ruolo della famiglia,con una sua partecipazione attiva e con il diritto ad una comunicazione efficace con essa. Bambino e famiglia sono anche oggetto di particolare attenzione rispetto al consenso in età pediatrica. Si è assistito quindi ad un notevole cambiamento dell’Ospedale E’ divenuta costante la vicinanza della madre e sovente di altri familiari in genere, anche dei fratelli/sorelle di minore età, con efficace protezione del piccolo ricoverato, nel rispetto delle sue esigenze di ordine affettivo-relazionale. L’Ospedale viene inteso come ambiente di una parte più o meno protratta della vita del bambino e quindi come ambiente connotato dalla presenza dei famigliari, della scuola, di attività ludico-creative. Nuovo Ospedale e Scuola • Ricoveri più brevi • Day Hospital • Multietnicità La Scuola E’ ormai diffusa in tutta Italia la Scuola in ospedale, iniziata nell’Istituto G.Gaslini nel 1976 ed attualmente estesa alle fasce Materna, Elementare e Media, estendibile su richiesta alla Superiore La scuola in ospedale ha il rilevante significato di mantenere i ritmi contenuti della vita “normale” del bambino Lavoro scolastico in Ospedale • • • • • Si inserisce nelle condotte di accoglienza Stimola l’attività e la stabilità emozionale Fattore di “normalità” Promuove l’educazione alla salute Continuità con la scuola di appartenenza Prosecuzione del percorso di crescita globale, conoscitiva ed affettivo-emozionale Il lavoro degli insegnanti richiede competenze, fantasia e dedizione In ospedale soventecostituisceun’efficace co-terapia E’ oggetto di attenzione anche creare un’atmosfera diversa ovvero un ambiente di affetti e di amicizie, dove anche i genitori trovano solidarietà e comprensione Tecnologie didattiche in Ospedale • Software dedicati ai bambini, di alta qualità tecnologica e psicopedagogica • Attività molto gradite dai bambini Iniziative di ordine ludico ed educativo Nel nostro Istituto, accanto al Progetto Gaslini ed alla Biblioteca per i piccoli, operano i clown “Dottor Sogni”, della Fondazione Theodora. Per inciso, con l’apporto di alcuni di noi, essa ha realizzato due Corsi di formazione “Dottor Sogni” per allievi provenienti da varie parti d’Italia. La Gaslini Band Band, costituita da un gruppo di dipendenti e di altri esterni, anima le giornate di degenza con spettacoli e feste; ha inoltre organizzato un giornalino fatto da alcuni ricoverati per i ricoverati ( sovente in integrazione con le attività scolastiche). L’Ufficio Relazioni con il Pubblico redige inoltre il calendario di numerose iniziative che via via si succedono per allietare la vita in ospedale: soprattutto è il mondo dello sport e dello spettacolo che vivacizza le giornate di ricovero con visite nelle Corsie ed incontri in Aula. Trattamento Integrato In ambito della Neuropsichiatria Infantile in particolare, abbiamo sviluppato alcune terapie complementari, con laboratori di Musicoterapia, Danzaterapia, Arteterapia, teatro, resi possibili dal personale scolastico ed altri occasionali operatori esperti, con il supporto di finanziamenti esterni. Inseriti in un programma di Trattamento integrato e pertanto idealizzati e realizzati con la supervisione di una psicoterapeuta, hanno dimostrato una significativa efficacia nel ridurre l’intensità dei disturbi psicopatologici e e nel facilitare l’adesione agli interventi psicoterapeutici individuali. PERCHE’ NON ACCADA … Impegno da parte di: FAMIGLIA SCUOLA OSPEDALE ….. E LA SOCIETA’ ?