Cisti ovariche

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Cisti ovariche
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Le cisti ovariche sono una patologia molto comune, specie nell'età fertile della donna, e sono
strettamente connesse alla struttura e alla funzionalità delle ovaie. Sulla superficie delle ovaie
sono presenti normalmente i follicoli, corpi sferici che contengono in fase di maturazione la
cellula uovo e sono collocati nella sezione corticale dell'ovaio. Alla nascita, ogni individuo di
sesso femminile è provvisto di più di 400.000 follicoli ovarici, dei quali solo 400 giungono a
maturazione nel corso della sua vita feconda. Nel periodo fertile, durante la fase di ovulazione,
uno dei follicoli sulla superficie dell'ovaio cresce più degli altri, passando da un diametro di
pochi mm a più di 2 cm. Quando l'uovo è maturo, il follicolo si rompe, liberandolo. Il follicolo
può quindi essere riassorbito oppure assumere un aspetto di ciste, dotata di una membrana
ripiena di liquido. Le cisti legate all'ovulazione sono spesso dette cisti funzionali e si risolvono
spontaneamente nel giro di poche settimane. L'esame ecografico, ripetuto a distanza nei vari
periodi del ciclo, può rilevare la natura strutturale (la capsula ripiena di liquido) e funzionale
della ciste. Le cisti funzionali non necessitano rimozione chirurgica e, se non si risolvono
spontaneamente, la terapia si basa sull'assunzione della pillola anticoncezionale, la cui azione
interrompe la funzione di ovulazione favorendo il riassorbimento della ciste.
Esistono però altri tipi di patologie, spesso identificati in modo improprio con il termine
generico di cisti ovariche, che si differenziano per effetti e terapie di cura. La ciste dermoide è
un esempio di teratoma, ovvero di una neoformazione di cellule, derivate dall'embrione, in
grado ancora di cresce e differenziarsi. La ciste dermoide può contenere al suo interno
frammenti di pelle, ossa, denti o capelli e, pur essendo una formazione benigna, deve essere
necessariamente asportata chirurgicamente. L'intervento può avvenire in laparoscopia: tramite
un'incisione a livello dell'ombelico si introduce un laparoscopio, sistema ottico in grado di
trasportare mediante il segnale video l'immagine dell'interno della cavità pelvica,
precedentemente distesa con l'iniezione di un gas. Altri piccoli tagli consentono l'introduzione
degli strumenti chirurgici con i quali si procede alla rimozione o all'aspirazione della ciste. In
particolari condizioni (ciste troppo grande, obesità della paziente, natura maligna della
formazione) l'intervento per via laparoscopica non è possibile e si pratica la laparotomia, con
una profonda incisione dell'addome, con una tecnica simile al parto cesareo.
Questi tipi di cisti non vanno confusi con la policistosi ovarica, che indica invece una patologia
più complessa, caratterizzata, oltre che dalla mancanza di ovulazione e da un aumento delle
dimensioni delle ovaie, anche da un alterato quadro ormonale che induce fenomeni di
virilizzazione, come l'irsutismo (ovvero eccessiva crescita anomala di peluria), l'alopecia
(caduta di capelli), l'abbassamento del tono di voce, l'obesità, tipica dell'organismo maschile
(accumulo di grasso sull'addome). Le cause della policistosi ovarica (o ovaio micropolicistico)
non sono ancora state identificate, ma sembra che siano da ricercare in un'errata interazione
tra ovaie, ipofisi e ipotalamo. La cura prevede la somministrazione di anticoncezionali e
antiandrogeni. Alcuni studi hanno dimostrato che la policistosi ovarica predispone
all'insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete di tipo II.
Infine occorre ricordare che in caso di diagnosi dubbia di cisti ovariche è bene investigare sulla
possibile natura maligna della formazione, escludendo la presenza di una carcinoma ovarico,
che invece è una grave forma di neoplasia ed è la prima causa di mortalità per tumore
ginecologico tra le donne. In questo caso è fondamentale la tempestività dell'intervento e la
successiva terapia oncologia (chemioterapia).
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