Molecole di Adesione Dott.ssa Erminia La Camera L’adesione e la migrazione dei leucociti sono regolate dal legame di molecole di adesione complementari presenti sui leucociti e sulle superfici endoteliali. I mediatori chimici chemioattrattori ed alcune citochine, influiscono su questi processi modulando l’espressione di superficie e l’avidità di queste molecole di adesione. I recettori di adesione coinvolti appartengono a quattro famiglie molecolari: Le Selectine La Super Famiglia delle Immunoglobuline Le Integrine Le Glicoproteine mucina-simile SELECTINE Le selectine sono una famiglia composta da tre proteine correlate tra loro, che differiscono nella distribuzione cellulare, ma agiscono tutte nell’adesione dei leucociti alle cellule endoteliali. Tutte sono glicoproteine transmembranarie a catena singola con la porzione N-terminale legata a proteine che legano i carboidrati, note come lectine di tipo C. Il legame delle selectine ai loro ligandi è calcio-dipendente, ha un’alta velocità di attacco, ma anche una elevata velocità di scissione ed è a bassa affinità; questa proprietà consente alle selectine di mediare l’iniziale adesione e il conseguente rotolamento dei leucociti sull’endotelio in presenza del flusso ematico. La L-selectina o CD62L è localizzata all’apice dei microvilli dei leucociti, il che facilita la sua interazione con il ligando sull’endotelio. Può servire come un recettore che indirizza i linfociti ad entrare nei linfonodi legandosi alle venule endoteliale alte. Essa agisce anche legando i neutrofili alle cellule endoteliali attivate dalle citochine nelle sedi di infiammazione. Tre ligandi delle cellule endoteliali possono legare la L-selectina: Molecola di adesione cellulare contenente glicano 1 Molecola di adesione cellulare mucosa-addressina 1 CD34, un proteoglicano espresso sulle cellule endoteliali Tutti questi ligandi sono modificati per mezzo dell’aggiunta di specifici carboidrati che sono in realtà i residui riconosciuti dalla selectina. La E-selectina o CD62E, definita in precedenza come molecola di adesione leucocitaria-endoteliale 1, è espressa soltanto nelle cellule endoteliali attivate dalle citochine. Riconosce gruppi carboidrati sialilati complessi, correlati alla famiglia delle Lewis X o Lewis A, un gruppo di molecole presente su varie proteine che si trovano sulla superficie di granulociti, monociti, cellule T effettrici e cellule della memoria attivate. L’espressione delle E-selectine nelle cellule endoteliali è una caratteristica dell’infiammazione acuta mediata da citochine e gli anticorpi anti E-selectina possono bloccare l’accumulo dei leucociti in vivo. La P-selectina è stata identificata per la prima volta nei granuli secreti dalle piastrine, ma poi anche nei granuli di secrezione delle cellule endoteliali chiamati corpi di Weibel-Palade. Quando le cellule endoteliali o le piastrine sono stimolate, la P-selectina trasloca entro pochi minuti sulla superfici cellulare. Una volta raggiunta tale sede, la P-selectina media il legame con i neutrofili, i linfociti T ed i monociti. I ligandi formati da carboidrati complessi riconosciuti dalla P-selectina sono simili a quelli per la E-selectina. INTEGRINE La superfamiglia delle integrine è costituita da 30 proteine strutturalmente omologhe, che promuovono le interazione tra cellule o tra cellula e matrice. Il nome deriva dall’ipotesi che esse coordinano (cioè “integrino”) i segnali trasmessi dai ligandi extracellulari con mobilità citoscheletro-dipendente, cambiamenti di forma e risposte fagocitarie. Tutte sono proteine di superficie cellulare eterodimeriche composte da due catene polipeptidiche associate in modo non covalente α e β. I domini extracellulari delle due catene legano vari ligandi, che comprendono glicoproteine della matrice extracellulare, componenti attivate del complemento e proteine della superficie di altre cellule. I domini citoplasmatici interagiscono con componenti citoscheletriche (comprese la vinculina, la talina, l’actina, l’α-actina e la tropomiosina). Le integrine contenenti la catena β1 sono dette anche molecole VLA (Very Late Activation) cioè molecole di attivazione tardiva, sono ampiamente espresse sui leucociti e su altre cellule e mediano l’attacco delle cellule alle matrici extracellulari. La VLA-4 (α4β1) è espressa soltanto sui leucociti e può mediare l’attacco di queste cellule all’endotelio interagendo con la molecola di adesione cellulare vascolare 1 (VCAM1). La VLA-4 è una delle principali proteine di superficie che mediano l’indirizzamento dei linfociti verso l’endotelio nelle sedi periferiche dell’infiammazione. Le integrine che contengono la catena β2 sono anche dette CD11a-cCD18, o famiglia degli antigeni associati alla funzione leucocitaria 1; CD11a-c si riferisce alle diverse catene α e CD18 si riferisce alla subunità comune β2. La CD11a-cCD18 svolge un ruolo importante nell’adesione dei linfociti e degli altri leucociti alle altre cellule, come le cellule presentanti l’antigene e le cellule dell’endotelio vascolare. Altri membri della famiglia comprendono CD11bCD18 e CD11cCD18, che mediano l’attacco dei leucociti alle cellule endoteliali e la successiva fuoriuscita dai vasi. Le altre integrine sono espresse su piastrine e altri tipi cellulari e si legano alle proteine della matrice extracellulare e alle proteine coinvolte nella coagulazione. IMMUNOGLOBULINE La famiglia delle immunoglobuline comprende due molecole di adesione endoteliale: ICAM-1 VCAM-1 Entrambe fungono da ligandi per le integrine che si trovano sui leucociti. GLICOPROTEINE MUCINA-SIMILI Le glicoproteine mucina-simili, come l’eparansolfato, fungono da ligandi per la molecola di adesione leucocitaria chiamata CD44 e sono presenti nella matrice extracellulare e sulle superfici cellulari. MEDIATORI CHIMICI DELL’INFIAMMAZIONE I mediatori di origine cellulare sono sequestrati nei granuli intracellulari che devono essere secreti (istamina) o sintetizzati ex novo in risposta ad uno stimolo (prostaglandine e citochine) MEDIATORI CHIMICI DELL’INFIAMMAZIONE I mediatori di origine plasmatica (es. proteine del complemento, chinine) sono presenti nel plasma in forma di precursori che devono essere attivati, da tagli proteolitici, per acquisire le loro proprietà biologiche. La produzione dei mediatori attivi è scatenata da prodotti microbici o da proteine dell’ospite (es. C3a, C5c, fattori della coagulazione e chinine) che sono attivati a loro volta da microbi o tessuti danneggiati. I Mediatori esercitano il loro effetto biologico inizialmente legandosi a particolari recettori posti sulla cellula bersaglio. Un mediatore può stimolare il rilascio di altri mediatori da parte delle stesse cellule bersaglio. I mediatori possono agire su uno o pochi tipi di cellule bersaglio o possono avere effetti diversi su differenti tipi cellulari. Sono altamente specifici, hanno vita breve e sono potenzialmente dannosi. AMINE VASOATTIVE ISTAMINA • Rilasciata dai granuli dei mastociti in risposta a lesioni fisiche (freddo o traumi), a reazioni immunitarie che interessano i mastociti, alle anafilotossine (frammenti del complemento), a proteine di derivazione leucocitaria, a neuropeptidi e a citochine • Causa la dilatazione delle arteriole, la contrazione della muscolatura liscia e l’aumento della permeabilità vascolare • Ha un effetto diretto sulle cellule endoteliali dei capillari venosi che si contraggono liberando degli spazi tra le cellule adiacenti • È un leggero chemioattrattore per gli eosinofili SEROTONINA • Rilasciata dalle piastrine in seguito all’ attivazione dell’aggregazione piastrinica e dal fattore attivante delle piastrine (PAF) che deriva dai mastociti durante le reazioni mediate dalle IgE. PROTEINE PLASMATICHE Proteine del sistema del complemento Le proteine del complemento sono 9, sono presenti nel plasma in forma inattiva e sono numerate da C1 a C9. L’attivazione della cascata del complemento può essere divisa in fasi precoci e fasi tardive. Nelle fasi precoci, tre vie diverse portano alla scissione del C3. Via classica: C1-Ag-Ac Via alternativa: stimolata da molecole di superficie dei microbi ma non è presente Ac Via della lectina: C1 viene attivato dal legame tra lectina e i carboidrati presenti sui microbi C3 C3 convertasi C3a C3b C5 convertasi C5a Si lega alla molecola che ha scatenato l’attivazione C5b Nelle fasi tardive, le tre vie convergono ed il prodotto di degradazione del C3, C3b, attiva una serie di altre componenti del complemento. Fenomeni vascolari: C3a e C5a stimolano i mastociti a rilasciare istamina facendo aumentare la permeabilità vasale e inducendo vasodilatazione. C5a nei neutrofili e nei monociti attiva la via lipossigenasica del metabolismo dell’acido arachidonico provocando un ulteriore rilascio di mediatori dell’infiammazione Fenomeni di adesione, chemiotassi e attivazione: C5a è un potente agente chemiotattico per neutrofili, monociti, eosinofili e basofili Fagocitosi: C3b si comporta da opsonina e favorisce la fagocitosi da parte dei neutrofili e macrofagi PROTEINE PLASMATICHE Sistema delle chinine L’attivazione del sistema delle chinine porta al rilascio del peptide vasoattivo bradichinina che aumenta la permeabilità vasale, causa vasodilatazione, contrazione del muscolo liscio e dolore nella cute quando iniettata. L’azione è di breve durata perchè viene inattivata dall’enzima chininasi e quella residua viene inattivata dall’enzima angiotensina-convertasi. PROTEINE PLASMATICHE Sistema della coagulazione Il sistema della coagulazione è diviso in due vie convergenti che culminano nell’attivazione della trombina e nella formazione di fibrina. La proteasi trombina fa da collegamento tra il sistema della coagulazione e l’infiammazione, sia perchè è la principale proteasi della coagulazione sia perché si lega ai recettori attivati dalla proteasi. Questo determina il reclutamento dei leucociti mobilizzando P-selectina, producendo chemochine ed esprimendo molecole di adesione. Il fattore XII oltre ad indurre la coagulazione, può attivare il sistema fibrinolitico che controbilancia la coagulazione degradando la fibrina e solubilizzando il coagulo fibrinoso. L’attivatore del plasminogeno scinde il plasminogeno in plasmina, una proteina multifunzionale, che lisa i coaguli di fibrina, cliva il C3 producendo i frammenti di C3 e scinde la fibrina per formare i prodotti della scissione della fibrina che inducono permeabilità vasale. CONCLUSIONI I mediatori più importanti in vivo sono: bradichinina, C3a e C5a (per l’aumento della permeabilità vasale), C5a (per la chemiotassi) e la trombina (che ha effetti sulle cellule endoteliali) Il C3a e il C5a possono essere prodotti da: reazioni immunitarie che coinvolgono anticorpi e complemento (via classica); attivazione della via alternativa o della via della lectina in assenza di anticorpi; agenti esterni come la callicreina, plasmina o serino-proteasi Il fattore di Hageman attivato (XIIa) dà inizio a quattro sistemi coinvolti nella risposta infiammatoria: il sistema delle chinine, che produce chinine vasoattive; il sistema della coagulazione, che produce trombina, fibrinopeptidi e fattore X il sistema fibrinolitico, che produce plasmina e degrada fibrina; il sistema del complemento, che produca anafilotossine. La callicreina può, tramite un meccanismo a feedback, attivare il fattore di Hageman e amplificare massivamente gli effetti innescati dallo stimolo iniziale. METABOLITI DELL’ACIDO ARACHIDONICO L’ acido arachidonico è un acido grasso polinsaturo a 20 atomi di carbonio che deriva da fonti alimentari o dalla conversione di un acido grasso essenziale, l’acido linoleico. L’acido arachidonico non si trova libero nelle cellule, ma è esterificato nei fosfolipidi di membrana, dai quali viene rilasciato sotto l’azione di stimoli meccanici, fisici, chimici o da altri mediatori. I metaboliti dell’acido arachidonico, detti anche eicosanoidi, sono sintetizzati da due classi di enzimi: ciclossigenasi e lipossigenasi; una volta formati si legano ai recettori accoppiati alle proteine G presenti su molti tipi cellulari e possono mediare ogni fase dell’infiammazione, si possono trovare negli essudati infiammatori e la loro sintesi è aumentata in sede di infiammazione. Via della ciclossigenasi: mediata da due enzimi (COX-1 e COX-2) porta alla formazione di prostaglandine Via della lipossigenasi: mediata da tre enzimi (il predominante è 5-LO) porta alla formazione di leucotrieni FATTORE ATTIVANTE LE PIASTINE (PAF) Il PAF è un acetil-gliceril-etere-fosforilcolina, un fosfolipide con una tipica impalcatura di glicerolo, un acido grasso a catena lunga in posizione A, una insolita catena corta in posizione B e un radicale di fosfatidilcolina. E’ prodotto da basofili, piastrine, macrofagi e cellule endoteliali e media il suo effetto tramite un recettore associato alla proteina G. PAF Vasodilatazione Vasocostrizione Aumenta la permeabilità vasale Broncocostrizione CITOCHINE TNF e IL-1 TNF-α Prodotto da numerose cellule (monociti e linfociti T) come precursore Attiva i macrofagi: induce fagocitosi, produzione di NO Attiva le cellule endoteliali: aumenta la permeabilità ed induce espressione di molecole di adesione Induce espressione ed attivazione di cicloossigenasi e lipossigenasi IL-1 Prodotta da monociti/macrofagi, cellule epiteliali, cellule B, fibroblasti Viene espressa come precursore, agisce insieme al TNF Induce espressione di molecole di adesione (E-selectina, ICAM-1) Attiva i leucociti polimorfonucleati Stimola la produzione di altre citochine (IL-2, IL-3, IL-4, IFNγ, TGFβ) Aumenta la temperatura corporea Stimola la proliferazione dei fibroblasti e l’angiogenesi Effetti sistemici delle citochine Le citochine agiscono su tessuti distanti per migliorare la risposta immunitaria Fegato Proteine della fase acuta (Proteine Creattive) Attivazione del Complemento, Opsonizzazione Midollo Osseo Epitelio Mobilizzazione dei Neutrofili Fagocitosi Ipotalamo Grasso, muscoli Cellule Dendritiche Aumento della Temperatura corporea Mobilizzazione di proteine ed energia per favorire l’incremeto della temperatura TNF- stimola la migrazione ai linfonodi e la maturazione Riduzione replicazione batterica e virale. Aumentata elaborazione dell’antigene. Incremento risposta immunitaria specifica Inizio risposta immunitaria specifica CHEMOCHINE Sono una famiglia di circa 40 proteine con funzione chemiotattica per monociti, linfociti, granulociti neutrofili ed eosinofili. Vengono classificate in quattro gruppi in base alla disposizione dei residui di Cys nelle proteine mature: Chemochine C-X-C (α chemochine): IL-8 secreta dai macrofagi attivati e dalle cellule endoteliali attiva i neutrofili e induce la loro chemiotassi Chemochine C-C (β chemochine): proteina chemiotattica per i monociti (MCP-1) e proteina infiammatoria dei macrofagi (MIP-1α) che attraggono monociti, basofili, linfociti ma non neutrofili Chemochine C (γ chemochine): mancano di due residui di Cys e sono specifiche per i linfociti Chemochine CX3C: unico elemento del gruppo è la fractalchina che esiste in due forme, una legata alla superficie cellulare che favorisce l’adesione di monociti e linfociti T; e una solubile con effetto chemiotattico di attrazione per le stesse cellule. OSSIDO NITRICO L’Ossido Nitrico (NO) è un gas solubile prodotto dalle cellule endoteliali e dai macrofagi. Viene sintetizzato dall’enzima ossido nitrico sintetasi (NOS) a partire dalla L-arginina. Esistono tre tipi di NOS: eNOS e nNOS espressi costitutivamente a bassi livelli e attivati da un aumento delle [Ca2+]; iNOS indotto quando i macrofagi sono attivati da citochine (TNF o INF-γ) o da altri agenti. NO è un potente vasodilatatore, riduce l’aggregazione e l’adesione, funge da regolatore endogeno del reclutamento dei leucociti. RADICALI LIBERI DELL’OSSIGENO macrofago LPS IFN iNOS L-a rgi nin a NO NO + O2● ONOO- + H+ Anione perossinitrito ONOOH ●OH + NO2 ● Stimolano la produzione di citochine, chemochine e molecole di adesione endoteliale dei leucociti, amplificando la cascata che evoca la risposta infiammatoria Radicali liberi provocano danno alle cellule endoteliali con conseguente aumento della permeabilità vascolare inattivano gli inibitori della proteasi possono essere dannosi per altre cellule COSTITUENTI LISOSOMIALI DEI LEUCOCITI Sono presenti nei neutrofili e nei monociti. Nei neutrofili ne esistono due tipi: • Granuli azzurrofili che contengono fattori battericidi (lisozima), idrolasi, proteasi e mieolperossidasi • Granuli specifici che contegono lisozima, collagenasi, gelatinasi, istaminasi e fosfatasi alcalina. Entrambi possono svuotarsi nei vacuoli di fagocitosi che avvolgono il materiale inglobato, oppure il contenuto può essere riversato nello spazio extracellulare. Gli enzimi presenti nei granuli svolgono varie funzioni: • le proteasi acide degradano i batteri e i detriti all’interno dei fagolisosomi • le proteasi neutre degradano varie componenti extracellulari (collagene, fibrina, elastina) e scindono anche il C3 e C5 liberando le anafilotossine. Poiché queste proteasi sono molto nocive, nel siero e nei liquidi dei tessuti sono presenti delle proteine che ne inibiscono l’attività, la più importante è l’ α- antitripsina. NEUROPEPTIDI Sostanza P e Neurochinina A sono prodotte nel sistema nervoso centrale e periferico, in particolare la sostanza P è presente nelle fibre nervose del polmone e del tratto gastrointestinale. Hanno molte funzioni biologiche: Aumentano la permeabilità vascolare Regolano la pressione sanguigna Trasmettono segnali dolorosi Stimolano la secrezione delle cellule endocrine ESITI DELL’INFIAMMAZIONE ACUTA L’infiammazione acuta può presentare tre esiti: Risoluzione completa: Avviene quando il danno è lieve e di breve durata, le cellule possono rigenerarsi, i mediatori chimici vengono inattivati, la permeabilità vascolare rientra nella norma, i neutrofili muoiono, i leucociti, le proteine e gli agenti estranei vengono rimossi. Guarigione tramite fibrosi: Avviene quando il danno è lieve e di lunga durata, le cellule non sono in grado di rigenerarsi o vi sia un abbondante essudato ricco di fibrina. Infiammazione Cronica: L’infiammazione non si risolve a causa della persistenza dell’agente lesivo o a causa di qualche interferenza con il normale processo di guarigione.