Periodico di analisi e previsione Congiuntura ref. Previsioni 2015 -2017 Comunicato Stampa 29 gennaio 2016 Cina, valute, borse, petrolio, 2016 Il 2015, con la caduta del prezzo del petrolio e l’annuncio del Quantitative easing, era stato salutato come un anno caratterizzato da condizioni di contesto particolarmente favorevoli per le economie dell’eurozona. Il 2016, pur avendo avuto inizio con una contrazione ulteriore delle quotazioni del greggio e un rafforzamento della strategia della Bce, parte con ben altri auspici. L’entità dei ribassi del prezzo del petrolio riflette una combinazione eccezionale, rappresentata dalla contrazione della domanda, a fronte di una scarsa reazione dell’offerta ai prezzi più bassi. Quest’ultimo è il fattore determinante, e in una certa misura legato a decisioni, reversibili, dell’Arabia saudita e delle compagnie americane. A prima vista le tensioni delle borse originano dalle difficoltà dei paesi asiatici, Cina in particolare, e dal contestuale avvio della fase di normalizzazione delle politica monetaria Usa, anche se la reazione dei mercati degli ultimi giorni è stata talmente violenta da ridimensionare drasticamente l’entità dei rialzi dei tassi Usa prevedibili nei prossimi mesi. L’impressione è che, se nel 2015 gli effetti delle difficoltà dei paesi emergenti si sono propagati al resto dell’economia mondiale principalmente attraverso gli scambi commerciali, iniziano adesso ad acquisire un rilievo crescente, nella trasmissione della crisi, anche i canali di carattere finanziario. Un aumento generalizzato del premio al rischio richiesto dagli investitori ridimensiona soprattutto le prospettive per gli investimenti. D’altra parte, il ciclo delle economie avanzate beneficia in questa fase della correzione del prezzo del greggio, che redistribuisce potere d’acquisto a svantaggio dei paesi produttori. L’effetto positivo sui consumi sostiene quindi la domanda interna, compensando l’impatto sulla crescita della probabile decelerazione delle esportazioni. Il saldo netto dei diversi fattori menzionati sulla crescita delle economie avanzate appare nel complesso ancora negativo, ma non in misura drammatica. Le tendenze per l’anno appena iniziato potrebbero ripercorrere il percorso osservato nel 2015. La dimensione delle variabili in gioco è però suscettibile di cambiamenti anche marcati: l’entità definitiva della correzione dei mercati www.refricerche.it Comunicato Stampa azionari nel corso della prima parte di quest’anno, quella del deprezzamento del cambio da parte della Cina, la dimensione della correzione del prezzo del petrolio a regime, sono tutte incognite aperte che potranno condizionare gli sviluppi nel corso dell’anno in maniera anche significativa. L’andamento di queste variabili porterà quindi a rivedere le stime sulla crescita dell’anno in corso anche in misura rilevante. Lo scenario si complica anche per la Bce. L’azione del Qe fonda la trasmissione della politica monetaria sugli effetti positivi che questa esercita proprio sui mercati finanziari. Se questo effetto si attenua, come nella situazione attuale, e in presenza di tassi d’inflazione prossimi a zero, anche l’impatto della politica monetaria viene ridimensionato. E’ prevedibile che l’inflazione dell’area euro resterà distante dagli obiettivi della Bce sia quest’anno che il prossimo. Dato il contesto descritto, anche per l’economia italiana le nostre previsioni non potevano che subire una correzione al ribasso. La crescita quest’anno si posizionerà secondo le nostre stime vicino all’1 per cento. La crescita è sostenuta soprattuto dai consumi, nell’ipotesi che l’aumento del reddito si traduca in buona misura in maggiore domanda. Un aumento del tasso di risparmio nel biennio di previsione sembra comunque plausibile. Condizione perché la ripresa si protragga è che la politica di bilancio si mantenga neutrale. I rischi sono soprattutto sul 2017, anno che sulla base degli obiettivi ufficiali dovrebbe registrare una contrazione del deficit significativa. L’ipotesi che regge lo scenario è che in Italia, come nella maggior parte dei paesi dell’area euro, la fase di consolidamento dei conti pubblici si sia arrestata, consentendo una politica di bilancio neutrale. Se l’economia decelererà è probabile che vi siano almeno gli spazi per lasciare operare gli stabilizzatori automatici del ciclo. Il policy mix appare quindi adeguato a scongiurare i rischi di un peggioramento del quadro congiunturale, ma restiamo senza molti margini per affrontare uno scenario internazionale che dovesse volgere al peggio. Previsioni in sintesi Il 2016 ha avuto inizio all’insegna del rallentamento dell’economia cinese, della caduta delle borse e dell’ulteriore contrazione del prezzo del petrolio. La Cina ha iniziato a deprezzare il tasso di cambio. Le prospettive di crescita delle economie emergenti si stanno ridimensionando. I paesi produttori di commodities subiscono le conseguenze più pesanti di questo scenario. Le tensioni sui mercati sono in parte riconducibili ai timori legati all’avvio della fase di normalizzazione della politica monetaria americana. La reazione delle borse mondiali, il rafforzamento del dollaro, e la decelerazione della domanda internazionale, suggeriscono che la Fed seguirà un approccio molto graduale. 2 Comunicato Stampa L’eurozona risente del mutamento del quadro internazionale. La Bce rafforzerà il Quantitative easing per contrastare le tensioni sui mercati. La crescita dell’export sarà modesta, mentre l’economia verrà trainata dalla spesa delle famiglie, il cui potere d’acquisto beneficia della caduta dei prezzi della materie prime. In Italia il 2016 si annuncia in linea con le tendenze affermatesi lo scorso anno. Il ciclo resta legato alla spesa dei consumatori, ma il rallentamento della domanda internazionale e le turbolenze dei mercati d’inizio anno frenano i ritmi della ripresa. La crescita nel 2016 resterà intorno all’1 per cento, l’inflazione sarà solo marginalmente positiva. Sul 2017 pesano le incertezze legate alla definizione del percorso della politica di bilancio. QUADRO DI SINTESI Variazioni percentuali salvo diversa indicazione 2014 -0.4 2.7 2015 0.8 5.2 Previsioni 2016 1.0 3.6 2017 1.3 2.9 Domanda finale nazionale Consumi finali nazionali - spesa delle famiglie residenti - spesa della PA e ISP Investimenti fissi lordi - macchine, mezzi trasporto - costruzioni Scorte (contributo) Domanda nazionale totale Esportazioni -0.5 0.1 0.4 -0.7 -3.5 -1.9 -5.0 0.0 -0.5 2.8 0.7 0.6 1.0 -0.5 1.3 2.8 -0.1 0.3 1.0 3.9 1.2 1.0 1.2 0.4 2.2 2.9 1.6 0.1 1.3 2.4 1.2 0.9 1.5 -0.9 3.0 4.2 1.8 0.2 1.4 2.1 Prezzi al consumo (1) Deflatore del Pil Tasso di disoccupazione Unità di lavoro totali 0.2 0.8 12.7 0.2 0.1 0.7 12.0 0.6 0.5 0.9 11.6 0.2 0.9 0.8 11.3 0.3 1.9 -3.0 4.7 1.6 51.2 48.2 43.5 132.3 2.0 -2.7 4.2 1.5 50.9 48.2 43.6 132.9 2.3 -2.7 4.0 1.3 50.1 47.4 42.7 132.6 2.1 -2.5 3.7 1.2 49.0 46.5 41.9 131.8 Prodotto interno lordo Importazioni Dati in % del Pil Saldo partite correnti Indebitamento netto Interessi passivi Avanzo primario Spesa pubblica Entrate pubbliche Pressione fiscale Debito P.A. (1) Indice intera collettività nazionale 3