Relazione sul convegno di Trento sulla dislessia Il 6 e 7 maggio 2011 si è svolto il 1° convegno sui DSA presso il centro studi Erickson di Trento dal titolo: Dislessia. Dall’individuazione precoce alle strategie d’intervento. I principali esperti italiani in questo settore, come il prof. Savelli e il prof. Ghidoni, si sono confrontati su questa problematica che colpisce circa il 4-5 per cento della popolazione scolastica e che necessita ancora di approfondimenti in campo genetico e neuro - fisiologico. Con la legge dell’ 8 ottobre 2010 n° 170 la scuola ha il difficile compito di riconoscere e affrontare il problema, poiché il bambino affetto da DSA potrà, se non viene individuato per tempo, compromettere seriamente il suo futuro sviluppo psicologico. Un punto particolarmente condiviso dai relatori è quello secondo il quale i disturbi specifici di apprendimento si manifestano in forma diversa da un soggetto all’altro e per questo i trattamenti devono essere individualizzati, preventivo- riabilitativi e compensativi. In modo particolare attraverso la logopedia e la psicoterapia si può intervenire su più variabili: sugli aspetti emotivi, sulla didattica,( lettura, scrittura, ecc.), sul gruppo – classe e sulla famiglia. Infatti, secondo quanto è emerso, è importante coinvolgere non solo l’alunno con DSA ma anche i genitori, ritenuti soggetti più che mai attivi del processo di apprendimento dei figli; per cui è importante scegliere insieme a loro la migliore strategia da utilizzare, specie se ci troviamo di fronte alunni della scuola secondaria di secondo grado, ed individuare gli strumenti compensativi più idonei. Tutto ciò significa creare un clima sereno e positivo sia perché tale disturbo sia accettato, sia per migliorare il livello di autostima, spesso in questi alunni compromesso. Compensare, però, non significa solo utilizzare una calcolatrice o un computer, poiché specie quest’ultimo, può essere considerato uno strumento che sottolinea la diversità. E’ opportuno, a tal proposito, che l’alunno sappia scrivere sulla tastiera utilizzando le dieci dita altrimenti questo strumento sembrerà appesantire il suo lavoro e non facilitarlo. Quindi sarà necessario organizzare programmi di addestramento, anche pomeridiani, con docenti di trattamento testi anche per il corretto utilizzo di software per la letto-scrittura e di libri digitali. Nel work-shop al quale abbiamo partecipato sono state presentate le esperienze positive del Veneto e dell’Emilia Romagna, regioni sensibili a tale problematica, che hanno sostenuto economicamente le scuole anche nell’acquisto dei materiali. In tale occasione è stato presentato il software da noi acquistato che deve, essere inteso come un semplice strumento nel processo di compensazione dell’alunno con DSA nel quale, si è più volte ribadito, il protagonista è l’alunno, il gruppo-classe, la famiglia. Il convegno a nostro avviso è stato illuminante per l’individuazione di quelle strategie che possono concorrere ad agevolare l’apprendimento dei dislessici limitati, finora fortemente, sia dal punto di vista cognitivo che psicologico. Lucia D’Ambrosio