MALATTIA CELIACA
La malattia celiaca è una condizione infiammatoria della mucosa del
piccolo intestino che regredisce in seguito all’eliminazione dalla dieta
di alimenti contenenti glutine.
Il disturbo primario del morbo celiaco è l’intolleranza al glutine, ad
una componente proteica, gliadina, presente nel grano, orzo e segale.
In Europa la sua prevalenza nella popolazione generale è stimata
meno dell’ 1% con maggior incidenza nel sesso femminile.
MALATTIA CELIACA
PATOGENESI: implica fattori genetici, ambientali ed immunologici.
• Fattore genetico: la malattia celiaca si manifesta in persone
geneticamente suscettibili, che possiedono il complesso maggiore
di istocompatibilità di classe II HLA-DQ2 o HLA-DQ8.
• Fattore ambientale: l’esposizione dell’intestino al glutine.
• Fattore immunitario: le proteine dei cereali, incompletamente digerite
dal pancreas in piccoli peptidi o singoli aminoacidi, determinano
l’attivazione di T linfociti associati alla mucosa intestinale.
MALATTIA CELIACA
PATOGENESI
Specifici peptidi immunogenici derivanti da proteine del glutine,
penetrano nella lamina propria della mucosa intestinale e vengono
deamidati dalla transglutaminasi 2 (TG2) aumentano il potenziale
immunogenico e vengono presentati, legati alle molecole HLA-DQ2 o
HLA-DQ8, dalle cellule dendritiche, macrofagi, linfociti B ai linfociti T.
Citochine attivate dai linfociti T promuovono la liberazione di metallo
proteinasi che causano i danni cellulari, il rimodellamento tissutale ed
attivano linfociti B che producono anticorpi anti transglutaminasi 2 .
La malattia celiaca ha una patogenesi complessa che risulta da
interelazioni tra vari fattori genetici, ambientali ed immunologici.
MALATTIA CELIACA
MANIFESTAZIONI CLINICHE
Presentazione clinica variabile, da casi asintomatici a malnutrizione
grave; insorgenza, dall’infanzia all’età adulta.
Sintomi comuni sono: diarrea cronica, dolori e distensione addominale,
perdita di peso, osteoporosi, anemia, debolezza.
La sintomatologia regredisce in seguito all’eliminazione nella dieta
di alimenti contenenti glutine.
Pazienti asintomatici vengono diagnosticati attraverso screening
sierologici, o mediante endoscopia con biopsia.
MALATTIA CELIACA
Algoritmo per valutare di pazienti con sospetto di malattia celiaca
1 Sospetto di malattia celiaca
2 Tests sierologici: anticorpi IgA anti-transglutaminasi 2
positivi: alta probabilità
negativi: bassa probabilità
3 Biopsia duodenale
4 Diagnosi provvisoria di malattia celiaca
5 Dieta priva di glutine: miglioramento clinico o istologico
6 Diagnosi definitiva di malattia celiaca
MALATTIA CELIACA
ENDOSCOPIA
Sono stati descritti molteplici segni endoscopici di malattia celiaca:
aspetto dentellato delle pliche, riduzione o assenza delle pliche,
visibile vascolarità ed aspetto granulare della mucosa.
I quadri endoscopici non sono specifici né sensitivi.
Nel sospetto di malattia celiaca devono essere effettuate biopsie.
Le biopsie vanno effettuate nella II e III porzione duodenale.
Le biopsie debbono essere multiple perché le lesioni sono discontinue.
MALATTIA CELIACA
BIOPSIA con ISTOLOGIA sono il gold standard per la diagnosi.
L’identificazione dello spettro dei cambiamenti istologici nella malattia
celiaca sono stati classificati da Marsh nel 1992 come:
lesione di tipo 1 o infiltrativa: normale architettura dei villi con
aumento dei linfociti intraepiteliali “ linfocitosi” più di 40 linfociti
per 100 enterociti; non è specifica di malattia celiaca.
lesione di tipo 2 o iperplastica: normale architettura dei villi con
aumento dei linfociti intraepiteliali, iperplasia delle cripte .
lesione di tipo 3 o distruttiva: atrofia dei villi associata ad iperplasia
delle cripte ghiandolari, enterociti di superficie di altezza ridotta, con
brush-border irregolare e vacuoli citoplasmatici, aumento del numero
di linfociti intraepiteliali.
MALATTIA CELIACA
Classificazione di MARSH modificata da OBERHUBER 1999
Marsh I lesione caratterizzata da linfocitosi intraepiteliale,
non è specifica di malattia celiaca.
Marsh II lesione determinata da linfocitosi intraepiteliale associata
ad ipertrofia delle cripte.
Marsh III implica riduzione dell’atezza dei villi da lieve a grave.
La lesione di tipo 3 viene pertanto suddivisa in:
3a villi con lieve atrofia e incremento dei linfociti intraepiteliali.
3b atrofia dei villi di grado moderato aumento dei linfociti intraepiteliali
3c atrofia totale dei villi e incremento dei linfociti intraepiteliali.
MALATTIA CELIACA
Classificazione di MARSH modificata da OBERHUBER 1999
IEL
Tipo 1
Tipo 2
Tipo 3 a
Tipo 3 b
+ 40
+ 40
+40
+ 40
Cripte
normali
ipertrofico ipertrofico
Villi
.
normali
normali
IEL linfociti intraepiteliali
ipertrofico
Tipo 3 c
+ 40
ipertrofico
atrofia lieve atrofia moderata
assenti
Esame Istologico n° 2652.06
F a. 40
Frammenti di mucosa duodenale caratterizzata da atrofia totale dei villi,
iperplasia delle cripte ghiandolari, enterociti di superficie di altezza
ridotta con orletto a spazzola irregolare e vacuoli citoplasmatici,
incremento dei linfociti intraepiteliali, marcato aumento della quota
linfoplasmacellulare della lamina propria con presenza di un modesto
numero di granulociti neutrofili.
DIAGNOSI
Il reperto istologico depone per la diagnosi di malattia celiaca con lesioni
di tipo III C secondo Marsh.
Si fa presente che la diagnosi conclusiva richiede una correlazione con i
dati clinici ed anticorpali a dieta libera, in risposta alla dieta priva di
glutine ed infine eventualmente dopo challenge con glutine.
Prof. P. L. Mingazzini
MALATTIA CELIACA
La malattia celiaca presenta un significativo rischio di cancro
del tratto gastroenterico, specificamente di linfoma non
Hodgkin di tipo T, localizzato nel digiuno.
L’associazione al cancro in pazienti anziani, è parzialmente
responsabile della aumentata mortalità nella malattia celiaca.