Gastroenterologia www.salutare.info La malattia celiaca: segni e sintomi Si sviluppa, negli individui geneticamente predisposti, a seguito dell’assunzione del glutine. a cura del dr. Luigi Pasquale e della dr.ssa Elena Di Girolamo U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ASL AV1 Ariano Irpino La malattia celiaca (MC) è una enteropatia cronica caratterizzata da un malassorbimento di nutrienti a livello dell’intestino tenue. Si sviluppa, negli individui geneticamente predisposti, a seguito dell’assunzione del glutine, la componente proteica della farina di frumento, segale, orzo. L’espressione clinica della malattia può essere variabile; nella sua forma classica i pazienti presentano chiara sindrome da malassorbimento ma esistono le forme paucisintomatiche ed asintomatiche caratterizzate rispettivamente da sintomi minori/transitori/extraintestinali o assenza completa di sintomatologia. Per quanto oggi tanti pazienti si presentino con una malattia conclamata, molti accusano pochi o assenza di sintomi alla diagnosi. La presentazione classica della malattia celiaca nell’infanzia è quella di una diarrea, steatorrea (feci untuose, schiumose, fetide) con o senza vomito e dolore addominale; la comparsa può avvenire in 12 www.salutare.info qualsiasi momento dopo lo svezzamento, quando i cereali vengono introdotti nella dieta. Il bambino presenta difficoltà di crescita, è apatico, irritabile, con muscolatura compromessa, ipotonia e distensione addominale. La diagnosi diventa più complicata quando i suddetti sintomi gastrointestinali sono più blandi. La malattia va comunque sospettata in caso di ritardo di crescita o in caso di evidenza bioumorale di anemia che, soprattutto negli adolescenti, costituisce un modo comune di presentazione. Nell’adulto, diarrea, steatorrea e calo ponderale, rappresentano la modalità di presentazione classica della MC; distensione e dolore addominale, nausea, vomito, anoressia (1/3 dei casi), astenia possono essere più o meno presenti. Sebbene sia frequente il calo ponderale va tuttavia tenuto presente che il sospetto di celiachia non può essere escluso dalla presenza di un peso normale o addirittura da una condizione di obesità. Molti pazienti affetti da celiachia presentano segni e sintomi non direttamente riferibili al tratto gastrointestinale (extraintestinali); tali sintomi, derivanti dal malassorbimento di nutrienti, possono coinvolgere virtualmente tutti gli organi. Il dolore osseo (simil-reumatico), crampi e crisi tetaniche (da squilibri elettrolitici conseguenti alla diarrea profusa), edemi periferici (conseguenti alla ipoprotidemia), disturbi neurologici e psicologici (estremità deboli, tremori, parestesie con distribuzione a calza e a guanto, raramente atrofia cerebrale, demenza presenile, depressione) possono talvolta essere più fastidiosi per il paziente dei sintomi gastrointestinali. In entrambi i sessi possono essere presenti disordini dell’apparato riproduttivo (menarca tardivo, amenorrea, menopausa precoce, infertilità, frequenti aborti spontanei nelle donne; impotenza, diminuita attività sessuale, alterazioni spermatiche nell’uomo). Anemia sideropenica, osteopenia ed osteoporosi si riscontrano frequentemente nei pazienti non trattati . I reperti obiettivi variano considerevolmente. A parte la statura più bassa, il pallore correlato all’anemia, l’emaciazione con segni di perdita di peso, l’ipotonia muscolare, l’ipotensione, è sempre utile un accurato esame della cute per evidenziare eventualmente secchezza cutanea, iperpigmentazione nei casi più gravi o ancora affezioni dermatologiche frequentemente associate alla malattia quali eczema, lichen planus, psoriasi. L’esame della mucosa orale può svelare una stomatite aftosa e/o ipoplasia dello smalto dei denti, spesso di notevole importanza diagnostica. In associazione alla celiachia sono inoltre state descritte molte condizioni quali la dermatite erpetiforme (malattia eritemato-vescicolosa della cute), epatopatie e tiroiditi autoimmuni, diabete mellito. Nei soggetti con celiachia non trattata si può riscontrare una serie di alterazioni ematologiche (bassi livelli ematici di emoglobina, albumina, calcio, potassio, magnesio, ferro, acido folico, vit D). Indagini sierologiche, tese ad evidenziare la presenza di anticorpi IgA antiendomisio e di anticorpi antitransglutaminasi tissutale, e l’ecografia intestinale rappresentano strumenti ottimi per lo screening della MC, ma sebbene siano un valido supporto diagnostico, non possono sostituirsi alla biopsia intestinale (in seconda porzione duodenale) che è essenziale per la diagnosi di malattia. La dieta senza glutine rappresenta la terapia per questa patologia. Una diagnosi precoce ed una scrupolosa dieta aglutinata possono permettere la regressione dei segni e sintomi precedentemente esposti ed evitare la comparsa di complicanze, rare, ma comunque temibili, quali il linfoma intestinale, l’iposplenismo, la digiunoileite ulcerativa, la sprue collagenosica, che possono far seguito ad una dieta non rigorosa e/o ad una diagnosi tardiva di malattia.