[LA TERRA CHE ABITIAMO] DI GABRIELE SALARI IN COLLABORAZIONE CON PULIAMO LA CHIMICA Il Parlamento europeo vara una proposta di legge per sostituire le sostanze pericolose con alternative sicure Uno dei più importanti impegni del Parlamento europeo riguarda il voto su una proposta di legge molto importante per tutti i consumatori anche se il tema appassiona poco i giornali. Si tratta della nuova politica chimica europea che dovrebbe prevedere la sostituzione di tutte le sostanze chimiche pericolose con alternative più sicure. Circa 100.000 differenti composti chimici sono in commercio e circa 1.500 nuovi composti vengono introdotti ogni anno. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, però, sono circa 30.000 i principi per i quali non LAVORATORI SANI 씰 L’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro evidenzia che il 21% dei lavoratori in Europa, pari a 32 milioni, è esposto a sostanze cancerogene. Il 22% respira fumi e vapori tossici durante il lavoro mentre il 16% viene a contatto con sostanze pericolose per un quarto dell’orario di lavoro. Per molte, troppe persone andare al lavoro significa rischiare di contrarre malattie della pelle o delle vie respiratorie o addirittura tumori e malattie neurologiche. Se l’Unione europea riuscirà a produrre una normativa che rafforzi una chimica più pulita ne trarremo vantaggio tutti, ma soprattutto chi è esposto alle sostanze tossiche per ragioni professionali. 148 NOVEMBRE 2005 CLUB3 sono chiari i possibili effetti sulla salute, soprattutto a lungo termine. Sempre a detta dell’Oms, l’esposizione alle sostanze chimiche sul lavoro ha provocato in tutto il mondo oltre 2.600.000 nuovi casi di malattie croniche delle vie respiratorie, della pelle, tumori e malattie neurologiche, mentre un terzo delle malattie che colpiscono i bambini sarebbero da ricondurre all’esposizione a sostanze inquinanti. Per la rapida approvazione di questa nuova normativa, detta “Reach” (Registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche) si sono UN CORDONE PERICOLOSO 씰 Nel sangue delle donne incinte e nei cordoni ombelicali sono presenti sostanze chimiche pericolose provenienti da oggetti che usiamo tutti i giorni. Attraverso il cordone ombelicale questi veleni raggiungono il feto che viene contaminato. Alcuni di questi composti causano problemi nello sviluppo degli animali e possono essere pericolosi anche per l’uomo. È quanto emerge da uno studio commissionato da Greenpeace e Wwf. Sono stati esaminati otto gruppi di sostanze chimiche in campioni di sangue di 42 madri e 27 cordoni ombelicali di volontarie dell’University Hospital di Groningen (Olanda). «I bambini – sostiene Vittoria Polidori, responsabile schierate, per la prima volta insieme, associazioni ambientaliste, di tutela dei consumatori e della salute, sindacati. È urgente, secondo Greenpeace, introdurre un approccio preventivo ai danni alla salute provocati dalle sostanze chimiche che, utilizzate per la produzione di un gran numero di merci di largo consumo, fanno parte integrante della nostra vita quotidiana. Si trovano nei cosmetici, negli apparecchi elettronici, nel mobilio, nei giocattoli, nei rivestimenti. Sia durante i processi produttivi che durante il loro uso e smaltimento come rifiuti, contaminano l’acqua, l’aria, il suolo, ed entrano nella catena alimentare fino a giungere all’uomo. Alcune di queste si accumulano nell’ambiente e non si decompongono nemmeno dopo moltissimi anni. Sony, H&M, Nokia, Ikea e altre aziende si sono impegnate a eliminare dai propri prodotti le sostanze chimiche tossiche. Si va dai muschi artificiali impiegati nei profumi a composti a base di fluoro usati per impermeabilizzare i vestiti e per le superfici antiaderenti, come il teflon. In questo momento spetta al legislatore fare la sua parte ed evitare il rischio di svuotare “Reach” degli stessi principi su cui si fonda. Le lobby industriali stanno cercando di eliminare il principio “nessun dato, nessun mercato”, ovvero le sostanze senza una documentazione sufficiente sulla loro sicurezza continueranno a essere prodotte. Questo è davvero un passo indietro che non dobbiamo permettere: se, come sostengono le industrie, i composti chimici sono tenuti sotto controllo, com’è possibile che siano pre왎 senti in bambini non ancora nati? campagna inquinamento di Greenpeace – si nutrono attraverso il cordone ombelicale e sono esposti alle sostanze tossiche di prodotti come plastiche di vinile, prodotti per la pulizia, profumi e oggetti elettronici. Alcuni veleni sono presenti nel nostro sangue addirittura, quando ancora non si è venuti alla luce. I governi devono obbligare le industrie a sostituire questicontaminanti». Per una visita alla casa virtuale di Greenpeace, dove trovare i composti pericolosi: www.greenpeace.it/inquinamento/casadeiveleni