22-3-2017 Ipotesi di concorrenza perfetta • Nessun acquirente e nessun venditore singolarmente può determinare (influenzare) il prezzo di mercato • Libertà di ingresso e di uscita (=assenza di costi) • Perfetta informazione • E’ una forma limite di mercato in cui la quota di mercato di ciascuna impresa tende a zero (e quindi il numero delle imprese tende a infinito) Concorrenza perfetta sul mercato del prodotto • Le imprese sono price-tacker ovvero prendono per dato il prezzo che si forma sul mercato – Competizione diretta con un grande numero di imprese quindi la quantità venduta da ogni impresa rappresenta una frazione relativamente piccola della produzione totale del mercato – Omogeneità del prodotti (i prodotti sono perfettamente sostituibili) L’obiettivo dell’impresa (b.p) • • • • π« = πΉπππππ ππππππ − πͺππππ ππππππ π«(πΈ) = πΉπ»(πΈ) − πͺπ½ πΈ − πͺπ π« = π·. πΈ − πͺπ½ πΈ − πͺπ Se si vuole massimizzare il profitto si dovrà produrre Q* tale che • ππ« ππ • π2 π« ππ2 = ππ π ππ = − ππΆπ ππ π 2 π π ππ2 − =0 π 2 πΆπ ππ2 P = CMa ≤0 0≤ π πͺπ΄π (Cma crescente) π πΈ Concorrenza decisioni di offerta dell’impresa nel breve periodo Molte piccole imprese e prodotto standardizzato.. Impresa price-taker • variabile strategica è il volume di produzione che aumenterà fino a quando P>CMa • il volume di produzione che assicura P=CMa garantisce il massimo profitto • quindi la curva di offerta dell’impresa coincide con la curva del CMa al di sopra del punto di chiusura (cessazione attività produttiva) identificato da P = CMeV minimo Offerta di breve periodo di un’impresa price taker prezzo CMa CMeT CMeV La curva di offerta di un’impresa nel breve periodo è la curva CMa al di Qsopra del CMeV 6 Domanda e ricavo marginale per un’impresa concorrenziale FIGURA 8.2 CURVA DI DOMANDA PER UN’IMPRESA CONCORRENZIALE Ogni singola impresa concorrenziale contribuisce solo per una frazione alla produzione complessiva dell’industria, quindi assume il prezzo di mercato del prodotto come dato, scegliendo il proprio livello di produzione sulla base dell’ipotesi che il prezzo non sarà influenzato dalla sua scelta. In (a) la curva di domanda con cui l’impresa si confronta è perfettamente elastica, nonostante la curva di domanda di mercato, in (b), abbia pendenza negativa. Offerta di mercato breve periodo Elasticità dell’offerta • Elasticità – Quando due variabili sono legate da una relazione, l’elasticità misura la variazione percentuale della variabile dipendente prodotta da una variazione percentuale unitaria della variabile indipendente • Elasticità della domanda rispetto al prezzo – Misura la variazione percentuale della quantità domandata causata da una variazione percentuale unitaria del prezzo • Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo – Misura la variazione percentuale della quantità offerta causata da una variazione percentuale unitaria del prezzo Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo misurata nel discreto • Eo,P = (Δ%π π )/(Δ%π) EO , P οQ O οQ O P QO ο½ ο½ οP οP Q P Δ variazione finita Elasticità puntuale dell’offerta rispetto al prezzo (misurata nel continuo) • EO,P = (d%Qπ )/(d%P) “d” variazione infinitesimale dQ O EO , P QO ο½ dP P dQ O P ο½ dP Q Lungo periodo • Si considerano i costi di lungo periodo…. Par.7.2.4 …che dipendono ο dai prezzi dei fattori produttivi ο dalle caratteristiche della funzione di produzione… e dai rendimenti di scala che la caratterizzano L’obiettivo dell’impresa (l.p.) • • • • π« = πΉπππππ ππππππ − πͺππππ ππππππ π« πΈ = πΉπ» πΈ − πͺπ»π³ πΈ π« = π·. πΈ − πͺπ»π³ πΈ Se si vuole massimizzare il profitto si dovrà produrre Q* tale che • ππ« ππ • π2 π« ππ2 = ππ π ππ = − ππΆππ³ ππ π 2 π π ππ2 − =0 π 2 πΆππ³ ππ2 P = CMaL ≤0 0≤ π πͺπ΄πL (Cmaπ³ crescente) π πΈ Possibile andamento del costo totale di lungo periodo Costo Si suppone che il costo totale sia concavo fino ad un certo livello di produzione e poi convesso all’aumentare dell’output CT Q 14 Offerta di lungo periodo di un’impresa price taker prezzo CMaL CMeL Q La curva di offerta di un’impresa nel lungo periodo è la curva del CMaL al di sopra del CMeL 15 7 | 16 7 | 17 Concorrenza: dal breve al lungo periodo Equilibrio di mercato nel BP: dato dall’intersezione delle curve di domanda e di offerta del mercato • nuove imprese entreranno sul mercato se quelle presenti ottengono un profitto positivo la curva di offerta di breve periodo si sposta verso destra il prezzo di equilibrio diminuisce e la quantità scambiata aumenta Equilibrio di mercato di LP: P=CMaL=CMeL minimo ovvero quando non entrano più nuove imprese (fino a che forze esterne sposteranno costi o domanda) Perché interessa la concorrenza perfetta? • Alcuni settori importanti si avvicinano talmente alla concorrenza perfetta che il modello consente di effettuare buone previsioni, perlomeno per certi intervalli di tempo • Esempi – Molti settori dell’agricoltura – Alcuni settori del mercato del lavoro – I grandi mercati di scambi finanziari • Oltre alle applicazioni dirette, la concorrenza perfetta costituisce un valido parametro di riferimento per mercati e settori che non sono esattamente perfettamente concorrenziali • Il modello infine è importante perché definisce molto chiaramente il concetto di efficienza dei mercati Equilibrio di mercato • Il prezzo di equilibrio di un bene è il prezzo in corrispondenza del quale l’offerta di mercato eguaglia la domanda di mercato: la quantità di equilibrio del mercato è la quantità acquistata e venduta a quel prezzo. Cap.8 Il meccanismo di mercato DOMANDA E OFFERTA. Il mercato è in equilibrio al prezzo P0 e alla quantità Q0. Al prezzo più alto P1 si sviluppa un’eccedenza, che fa diminuire il prezzo. Al prezzo più basso P2 si determina una scarsità, che fa aumentare il prezzo. 8 | 23 Esistenza dell’equilibrio di mercato 8 | 24 Il modello della ragnatela (stabilità dell’equilibrio) 8 | 25 Surplus Il surplus misura il beneficio (guadagno) che si trae da uno scambio di mercato e nasce dal fatto di pagare tutte le unità di bene o servizio acquistate ad uno stesso prezzo. E’ la differenza tra il massimo che un compratore è disposto a pagare e il prezzo che effettivamente paga per l’acquisto di un bene. Par. 8.2.1 ….surplus…. • Surplus del consumatore E’ la differenza fra ciò che un consumatore sarebbe disposto a pagare al massimo per ogni unità di bene domandata e ciò che effettivamente paga • Surplus del produttore E’ la differenza tra il prezzo di vendita di un bene e ciò che il produttore sarebbe disposto ad accettare come minimo per vendere una unità del bene Un esempio • La curva di domanda è • Q=5000-10P P 500 200 B A 150 3000 Q 3500 5000 8 | 29 Surplus del(i) produttore(i) • Surplus del produttore • E’ la differenza tra la somma minima (Cma) alla quale un produttore sarebbe disposto a vendere una unità di prodotto e quella che effettivamente ottiene (P) • Surplus dei produttori Surplus del produttore nel breve periodo β Surplus del produttore Somma delle differenze tra il prezzo di mercato di un bene e il costo marginale di ciascuna unità prodotta. FIGURA 8.11 SURPLUS DEL PRODUTTORE PER UN’IMPRESA Il surplus del produttore per un’impresa è misurato dall’area in grigio al di sotto della retta del prezzo di mercato e al di sopra della curva del costo marginale, tra il livello di produzione zero e quello che massimizza il profitto, q*. Surplus del produttore e profitto Surplus del produttore = SP = RT − CV Profitto = π = RT − CV − CF SURPLUS DEI PRODUTTORI PER UN MERCATO Il surplus dei produttori per un mercato è dato dall’area al di sotto della retta del prezzo di mercato e al di sopra della curva di offerta del mercato, tra 0 e il livello di produzione Q*. 8 | 33 • L’allocazione di mercato in concorrenza perfetta è in grado di massimizzare il surplus totale • I consumatori che acquistano il bene sono proprio quelli che attribuiscono al bene un valore superiore o al limite uguale al suo prezzo di mercato, mentre i produttori che vendono sono quelli i cui costi sono inferiori o al limite uguali al prezzo. • Di conseguenza vengono esclusi dal mercato i consumatori che attribuiscono al bene un valore inferiore al prezzo e i produttori i cui costi di produzione sono superiori al prezzo stesso. • L’allocazione di mercato è efficiente 8 | 35 L’ottimo di Pareto par.8.2.3 • Vilfredo Pareto(1848-1923) economista e sociologo • Date due allocazioni A e B, l’allocazione A è socialmente preferibile all’allocazione B se almeno un individuo preferisce A a B e nessun altro preferisce B ad A; • Si ha un’allocazione socialmente ottima (paretiana) se non esiste un’altra allocazione che permetta di aumentare il benessere di almeno un individuo senza ridurre quello di un altro. • Il mercato perfettamente concorrenziale massimizza il surplus totale (sociale) e quindi è economicamente efficiente e il suo equilibrio è un ottimo di Pareto. • Il sistema economico, visto come un insieme di mercati perfettamente concorrenziali, determinerebbe in equilibrio (equilibrio economico generale) una allocazione Pareto efficiente. Un teorema importante Il primo teorema dell’economia del benessere afferma che se i beni da cui dipende il benessere individuale possono essere scambiati in mercati perfettamente concorrenziali e se i mercati sono in equilibrio, allora l’allocazione che ne deriva è un ottimo di Pareto. Se venissero modificate le quantità prodotte e scambiate nella posizione di ottimo paretiano, il benessere di almeno un individuo potrebbe crescere solo se quello di almeno un altro individuo diminuisse. L’equilibrio di mercato si caratterizza perché l’eguaglianza tra domanda e offerta è assicurata unicamente dai prezzi. Il teorema prova perciò che un sistema economico coordinato dai prezzi, senza alcuna forma di interferenza esterna o di cooperazione tra gli agenti, può assicurare l’efficienza. …implicazioni… • Ne deriva che la miglior politica sarebbe quella di lasciar funzionare i mercati senza interferenze, a patto che – siano concorrenziali – il libero mercato non porti a forti disuguaglianze tra i consumatori (preoccupazione per l’equità) – non vi siano fallimenti del mercato… Quando il mercato fallisce Quando una o più condizioni vengono meno il mercato non garantisce l’efficienza - Insufficiente competizione: monopolio (e quello del monopolio naturale) - Beni pubblici (gli individui non hanno interesse a rivelare le proprie valutazioni marginali dei beni) - Esternalità (effetti sull’utilità o i profitti di “terze parti” che il mercato non considera) - Informazione asimmetrica (selezione avversa e rischio morale) Problema: spesso lo Stato interviene anche se non ci sono ovvi fallimenti del mercato –esigenze di finanza pubblica –motivazioni politiche L’intervento pubblico comporta generalmente un’alterazione dei risultati a cui perverrebbe il mercato se lasciato a se stesso Esempi di interventi: –Tasse e sussidi –Politiche di aumento dei prezzi –Tariffe e quote sulle importazioni Tutti questi interventi generano una perdita secca di benessere Ruolo dello Stato nell’economia di mercato (cap.9) • Fallimenti di mercato • Ruolo di redistribuzione (cap.3): – le imposte (cap.9) Tipologie d’imposta • Imposte dirette correlate direttamente alla ricchezza, esistente o nel momento della sua formazione (reddito): – IRPEF imposta sul reddito delle persone fisiche – IRES imposta sul reddito delle società – IRAP imposta regionale sulle attività produttive • Imposte indirette correlate al trasferimento della ricchezza (tipicamente al consumo) – – – – IVA imposta sul valore aggiunto Accise (es. accise sulla benzina) Imposta di bollo Imposte catastali Wikipidia • Per accisa, in Economia Pubblica si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Il termine deriva dall'olandese accijns, che a sua volta deriva dal latino accidere, che significa "cadere sopra". In Italia, nelle voci di spesa (ad esempio nelle bollette) la voce "accisa" viene spesso sostituita con "imposta di consumo" o "imposta di produzione" o "imposta erariale". 9 | 46 •Pc–T = Po, ma Pc>P*e Po<P*: l’importo pagato dai consumatori aumenta, ma quello ricevuto dall’impresa dopo aver pagato l’imposta diminuisce rispetto a P* –Il peso delle imposte è sopportato da tutti coloro che partecipano al mercato –Il fatto che, formalmente, sia un operatore a dover pagare materialmente la tassa non significa che il peso dell’imposta ricada su di lui •L’incidenza di una imposta dipende dalla forma delle curve di domanda e offerta –In generale, più elastica è la domanda (e meno l’offerta), più il peso dell’imposta ricade sull’impresa –Il consumatore sostiene il peso maggiore quando, al contrario, l’offerta è più elastica rispetto alla domanda 9 | 48 …effetti di un’imposta… L’analisi grafica rivela che: –I consumatori e i produttori risultano «danneggiati», mentre il Governo ottiene il gettito fiscale –La società nel complesso ci perde (esiste una perdita secca) Se la società nel complesso ci perde, perché tassare? La tassazione può essere utilizzata per muovere risorse dal settore privato a quello pubblico 9 | 51