enrico medi: fede e scienza come ricerca di verità

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Commissione università (Elena Ovidi e Elisabetta Langone)
24 settembre 2014
ENRICO MEDI: FEDE E SCIENZA COME RICERCA DI VERITÀ
 “Fisica e Universo”
Nel primo file audio mostra come non ci sia distinzione tra “cose scientifiche ” e “cose religiose”.
Egli esprime stupore e ammirazione di fronte alle caratteristiche dell’universo: la densità dei
neutroni e dei protoni, la composizione delle particelle, l’immensità delle grandezze del tempo e
dello spazio. Con un profondo sguardo di uomo di scienza e di fede osserva: “l’importante è che di
fronte a queste grandezze uno grandezza rispetti e amore conservi”. Nel contemplare queste realtà
più grandi l’uomo deve imparare a riconoscerle anche se non riesce a spiegarle completamente.
Egli ritrova nei dati scientifici la prova di un’unica causa dell’universo, fuori dal tempo e dallo
spazio, ed essa chiama Dio. Conferma in tal modo il suo pensiero sul rapporto tra scienza e fede,
entrambe rivolte alla Verità, come altrove esprime con chiarezza:
“Se non ci fosse pericolo di essere fraintesi, verrebbe da dire che il cristianesimo è esattamente
scientifico; ma la verità è un altra, è che la scienza per natura sua è cristiana: cioè ricerca della
verità, cioè attenta indagine su quella che è la volontà di Dio che si esprime nell'ordine naturale
(scienza) e nell'ordine soprannaturale (fede e teologia).
Quindi è inconcepibile e assurdo qualsiasi ipotetico contrasto fra fede e scienza, fra vero
progresso scientifico e teologia e morale.”
In questo senso la scienza, per Medi, insegna all’uomo la via per indagare i misteri della Creazione
e in questo senso Fede e Religione sono complementari: “man mano che la ricerca scientifica
procede, la fede ne riceve conforto”
Egli contesta apertamente l’opinione di chi crede che non esista Dio e che dopo la morte non
rimanga nulla, evidenziando l’inaccettabilità e l’insensatezza di una posizione che suscita solo
sgomento e terrore.
Egli prosegue però osservando che l’uomo è più grande delle galassie perché le conosce e le
comprende, e rivolgendo un invito ai giovani:
"... L'uomo è più grande delle stelle. Ecco la nostra immensa dignità immensa grandezza
dell'uomo, della vita umana. Giovani, godete di questo dono che a voi è stato dato e che a noi fu
dato. Non perdete un'ora sola di giovinezza, perché un'ora di giovinezza perduta non ritorna più.
Non la perdete in vani clamori, in vane angosce, in vani timori, in folli pazzie, ma nella saggezza
e nell'amore, nella gioia e nella festa, nel prepararvi con entusiasmo e con speranza. Da una
cosa Iddio vi protegga: dallo scetticismo, dal criticismo e dal cinismo; il giovane sprezzante di
tutte le cose è un vecchio che è risorto dalla tomba. Guai se la giovinezza perde il canto
dell'entusiasmo".
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