pomodoro da mensa

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Pomodoro da mensa
Di Carlo Bazzocchi, Andrea Asirelli e Stefano Tellarini
"Tutti mi vogliono, tutti mi cercano " parafrasando la famosa aria del "Barbiere di Siviglia" possiamo sintetizzare la
diffusione del consumo di questo ortaggio che dalla America meridionale, si è imposto in tutte le cucine del mondo.
È un ortaggio, infatti, apprezzato dal consumatore per:
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odore,
sapore,
dolcezza,
acidità,
nonché l'attuale aspetto (perché non è sempre stato così: una volta era giallo, oppure anche rosa).
La sua duttilità in cucina ne fa un protagonista capace di interpretare molti ruoli diversi.
Le sue caratteristiche nutrizionali sono inoltre:
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proprietà rinfrescanti,
medio valo-re energetico,
elevato contenuto in sostanze antiossidanti,
discreto contenuto di vitamine, provitamine, di zuccheri e di sali minerali,
modesto apporta di proteine e grassi.
Insomma un vero asso pigliatutto, anche se particolari "stili di alimentazione" lo sconsigliano (assieme alle altre
Solanacee)
IL MERCATO AL CONSUMO
Il mercato gradisce perlopiù:
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all'estero: bacche tonde o tondo - allungate lisce, di media pezzatura e di colore rosso uniforme con calice attaccato al frutto;
in Italia: bacche tonde leggermente appiattite, leggermente costolute, di medio-grossa pezzatura e con spalla
marca-ta.
Sono presenti sul mercato (convenzionale e biologico) le seguenti tipologie:
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singolo a frutto voluminoso il peso può raggiungere 500/600 g.
invaiato (da raccogliere all'invaiatura), pezzatura dai 180 ai 200 g.
per raccolta a rosso (a grappolo o singolo), pezzatura dai 120 ai 150 g.
cherry (ciliegia) e datterino, pezzatura dai 10 ai 30 g.
allungato a duplice attitudine (insalataro e da salsa).
IL MERCATO ALLA PRODUZIONE
E' uno degli ortaggi maggiormente col-tivati nel mondo.
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Per rimanere all'area commerciale europea, infatti tutti fanno pomodoro ovunque dall'Egitto alla Germania, ed anche in
Italia è così.
Tuttavia togliendo quelle zone che producono principalmente per il mercato locale possiamo focalizzare
1.
2.
3.
4.
nella zona del Ragusano la prima produzione invernale che incontriamo nel corso della annata,
poi ci spostiamo tra Puglia, Basilicata e Campania per il periodo aprile - giugno,
successivamente per luglio - agosto il mercato si allarga alle zone del centro -nord al pieno campo,
da settembre a novembre andiamo sulle colture ritardate del Centro -Nord con un a discreta produzione in
Romagna e Veneto.
Esprimere corrette valutazioni di superfici e quantità è particolarmente difficile visto che si tratta di una coltura annuale che
può seguire contrazioni ed esplosioni improvvise seguendo l'andamento dei prezzi di mercato, tuttavia, per dare una
dimensione del fenomeno, non pensiamo di andare molto lontano dal vero pensando a 150 ai 180 ha circa, coltivati
attualmente in Italia, considerando anche le superfici in conversione.
Questa coltura però ha ancora notevoli margini di espansione rispetto al convenzionali, con una differenza di prezzi al
consumo ed alla produzione, tra biologico e convenzionale (naturalmente a vantaggio del biologico !), ancora
notevolmente alto .
Pensiamo che comunque questo tipo di contingenza positiva sarà riassorbita in un paio di stagioni, visto che non è una
coltura particolarmente difficile da fare e che anche all'estero, sia in Nord Africa sia all'Est europeo, vi sono diverse realtà
che possono iniziare a farlo, soprattutto visto che parte non indifferente dei fattori di costo è legato alla manodopera.
TAB.1-PREZZI DI LIQUIDAZIONE AGLI AGRICOLTORI DEL POMODORO A GRAPPOLO DA PARTE DI
COOPERATIVE ORTOFRUTTICOLE DELL'AREA ROMAGNOLE (PERIODO 1997-2001; PREZZI ESPRESSI IN LIRE)
ANNO COOP
A
COOP
B
MEDIA
BIOLOGICO
MEDIA
CONVENZ
DIFFER
(%)
1997
1150
/
1150
1000
+ 15
1998
1200
1300
1250
850
+ 47
1999
1500
1550
1525
700
+ 118
2000
1500
1500
1500
500
+ 200
2001
900
1800
1300
500
+ 160
CONFRONTO DI REDDITIVITÀ DEL POMODORO DA MENSA SOTTO TUNNEL MULTIPLO IN COLTURA
CONVENZIONALE E BIOLOGICA
Per dare qualche dato sulla redditività della coltura, relativamente anche a costi di produzione e rese produttive,
esponiamo qui di seguito i dati presentati in una tesi di laurea discussa dal dr. Marco Giovannelli all'Università di Bologna
nel 2001, relativamente a dati rilevati nell'anno 2000.
Dati interessanti sono risultati i seguenti:
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il costo di produzione per ettaro è superiore (anche se non di molto) nel convenzionale;
il costo per chilogrammo prodotto risulta inferiore (740 lire/kg necessarie contro le 1.080 del biologico), con una
differenza di 340 lire per chilogrammo, data la maggior resa del convenzionale (175.000 chilogrammi/ettaro);
l'utile in convenzionale di 10,4 milioni è inferiore a quello ottenuto con la tecnica biologica, dove é di 76,4 milioni di
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●
lire;
il motivo di tale divario è un prezzo di mercato di 1000 lire inferiore nel convenzionale rispetto al prodotto biologico.
ANDAMENTO DEI PREZZI AL CONSUMO
I grafici seguenti illustrano l'andamento dei prezzi di pomodori cherry e a grappolo biologici rilevati da un osservatorio dei
prezzi on line nazionale attivo fino a qualche tempo fa (quello del Comune di Torino). Manca il dato del mese di agosto in
cui l'osservatorio non ha pubblicato. I prezzi, espressi in euro, sono stati rilevati per il 2000-2001.
Si nota l'andamento decisamente buono sino a maggio , finché le produzioni sono solo quelle di serra in ambienti
meridionali, mentre quando alle produzioni di serra cominciano ad aggiungersi produzioni di pieno campo
meridionali ed i mercati del nord cominciano anche a trovare prodotto locale c'è un deciso abbassamento dei
prezzi che ricominciano ad essere elevati solo dopo novembre.
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Tale andamento, pure su cifre decisamente inferiori, perché depurate degli elevati ricarichi della distribuzione, può essere
prevedibile anche per la remunerazione alla produzione.
E quindi è meglio, per chi volesse entrare ora sul mercato alla produzione cercare di evitare, se possibile, questi periodi
produttivi in cui i prezzi presentano picchi negativi.
TECNICHE COLTURALI
Il pomodoro è adattabile a diverse condizioni climatiche e pedologiche, essendo infatti una specie mesoterma che va dai
climi temperato-freddi a quelli subtropicali.
Il pomodoro è una pianta da rinnovo il cui apparato radicale, molto sviluppato, prepara buone condizioni fisiche per la
coltura che segue ed esige rotazioni almeno quadriennali . La consociazione è poco praticata, tuttavia è possibi-le con
fagioli, finocchi, cavoli, veccia (pacciamatura vivente).
TAB.2 - CARATTERISTICHE CONSIGLIATE: TERRENO
tessitura
Di larga adattabilità :franco, franco-sabbiosi, franco-sabbioso-argilloso; siliceo o calcareo argilloso ma
non compatto ;
risultati qualitativi superiori si hanno in terreni tendenzialmente argillosi.
drenaggio
buono (acqua rimossa prontamente dal suolo)
falda
a non meno di 100 cm dal piano di campagna
pH
compreso tra 6 e 6,5
calcare
attivo
< 10%
TAB.3 - CARATTERISTICHE CONSIGLIATE : CLIMA
T 0 minima letale
20C
T 0 minima biologica
10 0 C
T 0 ottimale di accrescimento
18-22 0 C
T 0 minima per vitalità polline
13-15 0 C
T 0 ottimale di allegazione
16-20 0 C
T 0 ottimale nascita semi
25 0 C
T 0 massima biologica
35 0 C.
Clima
predilige quello temperato caldo a fotoperiodo lungo
Illuminazione
almeno 5.000-6.000 lux per l'attività fotosintetica, almeno 10.000 lux per
l'induzione fioraIe
Esposizione
soleggiata e calda, al riparo dai venti
TAB 4 - TIPO DI COLTIVAZIONE
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serra riscaldata
per produzio-ni
forzate
serra fredda o tunnel
pieno campo per
produzioni estive
per pro-duzioni anticipate
pieno campo o serra fredda per
produzioni autunnali
posticipate in zone a clima mite
fuori stagione
trapianto da dicembre in poi
verso la fine del mese di
marzo;
tuttavia il periodo preciso è
in relazione a macro e
microclima
si attua in aprile/
inizio giugno
maggio, quando non
c'è più pericolo di
ritorno del freddo
(ovvero temperature
esterne ed interne)
raccolta
da gen-naio ad
aprile
si raccoglie a partire da fine l'entrata in
maggio e si può continuare produzione avviene
fino in ottobre.
circa 50 giorni dopo
e si raccoglie da
luglio fino in
settembre - ottobre
la raccolta comincia ad inizio
agosto e prosegue fino a inizio
novembre.
TAB. 5 - ROTAZIONE
Successione
favorevole
Precedente favorevole
Precedente sfavorevole
melone
cavolo, grano, sovescio, composite (cicorie, lattughe),
leguminose (eccetto la medica)
cucurbitacee, chenopodiacee,
solanacee,asparagi, prato
TRAPIANTO
Anche le piantine di pomodoro, come tutte le altre ortive risentono dello stress del trapianto.
Per ridurlo al minimo le piantine devono avere le seguenti caratteristiche:
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avere almeno due foglie vere;
diametro dell'ipocotile non inferiore a 3 mm;
essere sane e robuste, alte 15-20 cm;
avere almeno 45-50 giorni di età;
l'ipocotile deve essere violetto: (indice che la pianta non è filata);
avere i primi palchi fiorali già abbozzati,
il contenimento dell'eziolatura.
Il problema si può contenere con:
●
●
●
●
il controllo della fittezza;
la riduzione della temperatura da metà a fine ciclo colturale con ampie escursioni diurne;
l'applicazione di moderati stress idrici;
la fitoregolazione meccanica mediante "spazzolatura": dall'emissione della prima foglia vera con 1 o 2 trattamenti
giornalieri, effettuando da 20 a 40 passaggi con dei film plastici e velocità tali da non danneggiare l'apparato aereo,
si ottiene così una riduzione dell'altezza dal 30 al 50% senza alcun danno alla pianta.
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SESTI D'IMPIANTO
In biologico si preferisce scegliere distanze più elevate di quanto non venga consigliato in convenzionale, per una
maggiore insolazione e ventilazione.
TAB 6 - SESTI D'IMPIANTO
Tipo d'impianto
Distanza (cm) tra
le file
Distanza (cm)
sulla fila
n 0 piante/
ha
a sviluppo indeterminato (più palchi fiorali che fioriscono,
allegano e maturano in successione consentendo una
raccolta molto prolungata)
100-120
40-45
18.50025.000
a sviluppo determinato (un solo gruppo di fiori che si
sviluppano più o meno contemporaneamente e vengono
raccolti in un breve lasso di tempo)
80-100
35-40
25.00035.700
a terra o a piatto
100-120
60-100
8.30016.600
LAVORAZIONI
Alcuni punti da tenere presenti:
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ha bisogno di lavorazione profonda (oltre i 40 - 50 cm) considerando la radice fittonante dato che tanto più grande
è la massa di terreno esplorata dalle radici, tanto minore è la sensibilità a stress ambientali (nutrizionali ed idrici)
che possono comportare, fra l'altro, aborti fiorali, marciumi del frutto, scarsa produzione, ecc., in questo senso in
agricoltura biologica, la lavorazione a due strati (aratura superficiale/erpicatuta + rippatura) è l'ideale per
permettere lo sviluppo del suo abbondante apparato radicale;
tutte le operazioni che possano rendere il terreno permeabile (lavorazioni, sistemazioni idrauliche come fossi e
baulature .) sono le benvenute in quanto diminuiscono i rischi di tutti quelle avversità legate alla umidità del suolo
(come funghi ipogei e nematodi ) cui il pomodoro va soggetto;
si consiglia di preparare il terreno con un certo anticipo (1-2 mesi) rispetto alla messa a dimora delle piante;
il terreno dovrebbe essere leggermente baulato in corri-spondenza delle file della coltura per favorire lo sgrondo
dell'acqua .
Ecco un elenco delle lavorazioni usualmente eseguite in agricoltura biologica:
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lavorazione di preparazione del terreno su terre forti (in biologico si preferisce l'utilizzo ripetuto di erpici alle
arature);
una vangatura, o ripetute frangizollature per interrare la sostanza organica ;
una fresatura (o in alternativa preferite in biologico, ripetute erpicature con estirpatore ove il terreno lo consente)
per affinare il terreno,
per completare il quadro delle lavorazioni, (nel caso di pomodoro non pacciamato,) va effettuata una rincalzatura
due/tre settimane dopo il trapianto quando la pianta è a 25 cm di altezza, interrando inoltre una frazione della
concimazione azotata,
naturalmente (sempre su pomodoro non pacciamato) sarchiature successive rasenti la fila sono possibili nel caso
di scarsa disponibilità idrica e di andamento climatico avverso che oltre ad eliminare le erbe infestanti, hanno il
compito di rompere la crosta ed aerare il terreno.
Il pomodoro a crescita indeterminata in verticale si può non pacciamare (tradizionale incannato) oppure pacciamare
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(arrampicato su filo), dipende dal rapporto vantaggi e svantaggi.
TAB 7 - VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA PACCIAMATURA
Vantaggi
Anticipo della cultura
Svantaggi
Impossibilità di lavorare per interrare
concimi
Pulizia
Impossibilità di lavorare per rincalzare
Contenimento infestanti
Impossibilità di lavorare per rompere
la crosta
Elenchiamo qui di seguito vari tipi di pacciamatura:
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pacciamatura con polietilene nero spessore 0,05 mm; per trapianti ritardati l'ideale è il film a doppio colore bianco
e nero con il bianco rivolto verso l'alto: non scotta la piantina e offre più luce a settembre;
pacciamatura con film a base di amido di mais : ha le stesse caratteristiche di effetto termico del film plastico ma
una durata spesso inferiore, soprattutto nei climi caldi;
pacciamatura in materiale cellulosico : dura di meno (1-2 mesi) rispetto ai precedenti e non ha lo stesso effetto
termico;
pacciamatura in materiale perfettamente biodegradabile come la carta di tipo Hortopaper, ma questa non va
bene per i cicli primaverili in cui l'anticipazione è importante.
CURE COLTURALI
Le cure colturali più importanti specifiche per le cultivar indeterminate di pomodoro sono le seguenti:
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occorre predisporre tutori (pali, canne o fili) ai quali verranno assi-curate le piante che altrimenti non stareb-bero
erette;
quando la pianta ha raggiunto un'altezza di 35-40 cm si procede alla prima legatura del fusto al sostegno ; le
successive legature avverranno gradualmente negli internodi, che la pianta avrà emesso cre-scendo in altezza:
occorre fare attenzione a non pra-ticare una legatura troppo stretta per non causare una strozzatura nel fusto;
sfoltire la vegetazione della pianta togliendo i getti ascellari (scacchiatura), che la stes-sa emette in
continuazione, per consentire una crescita lungo un solo asse;
sopprimere il primo fiore del grappolo (fiorone) nelle varietà del tipo costoluto,
scuotitura : scuotere quotidianamente nel periodo fiorale attraverso vibratura meccanica per aumentare
l'allegagione in coltura protetta; sempre per lo stesso motivo si consiglia l'impiego di insetti pronubi quale
Bombus terrestris che va impiegato utilizzando, a partire dal mese di aprile, 10 arnie a ettaro ; qualora in prossimità
della serra vi siano colture in fiore appetite ai bombi, si consiglia di applicare reti alle aperture onde evitare che i
pronubi escano dalle serre.
eseguire la cimatura della pianta al quarto/sesto palco nelle varietà indeterminate quando si vuole interrompere la
vegetazio-ne in altezza per favorire l'ingrossamento dei frutti e di anticipare e facilitare la raccolta; oppure al 2°- 3°
palco fiorale e per anticipare la produzione e migliorare la qualità delle singole bacche; in questa coso le distan-ze
fra le piante andranno ridotte e di conse-guenza Io densità unitaria risulterà maggiore; tale operazione deve essere
eseguita avendo cura di lasciare una o due foglie al di sopra dell'ultimo palco fiorale;
sulle piante in via di esaurimento può essere praticata la capitozzatura (potatura di ringiovanimento) a cui farà
seguito una forte concimazione ed una abbondante irrigazione; per le pro-prietà di ricaccio insite nel pomodoro, le
piante riprenderanno a vegetare ed a svi-lupparsi andando nuovamente in produzio-ne, se la temperatura e le
condizioni climati-che rimarranno favorevoli;
accorciamento grappoli: soprattutto nelle raccolte tardive nel centro-nord sulle varietà a grappolo e cherry vanno
accorciati i grappoli (tanto più corti quanto più basse sono le temperature) se si vuole garantire una perfetta
maturazione dei grappoli che vanno raccolti a frutto rosso.
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FERTILIZZAZIONE
Il pomodoro è una pianta depauperante a ciclo vegetativo lungo, con elevate esigenze nutritive; è per-tanto necessario
verificare la dotazione del terreno di elemen-ti, che dovranno essere disponibili durante tutte le fasi vegetative a seconda
delle esi-genze del momento.
Una buona fertilizzazione è in relazione allo sviluppo della varietà, al tipo di coltivazione e soprat-tutto alla natura del
terreno.
Prima di fare il piano di concimazione è quindi indispensabile cono-scere, mediante un' analisi , la disponibilità di
sostanze nutritive presenti nel terreno in qualità e quantità.
La coltura ha elevate esigenze di boro, calcio e magnesio e necessito di bromo, ferro, iodio, manganese, rame, zinco,
zolfo ed inoltre richiede notevoli quantitativi di fosforo (che stimola l'accrescimento dell'apparato radicale, favorisce 1
'attività' vegetativa, aumenta la precocità e migliora la qualità del prodotto) e di potassio (che agisce favorevolmente sul
residuo zuccheri-no, sulla colorazione delle bacche e sulla consistenza della polpa).
Tuttavia bisogna tenere presente che ogni p.p.m. di fosforo o potassio in un terreno medio corrisponde a circa 1 unità/
ettaro di quegli elementi disponibile per la coltura e quindi raramente, soprattutto nei terreni argillosi su rotazioni
equilibrate si presenta l'esigenza di specifiche concimazioni con questi elementi.
E' più opportuno concentrare le risorse dell'agricoltore sull' ammendamento organico che (tra i mille altri vantaggi):
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rende anche le disponibilità per mineralizzazione dei nutrienti meglio distribuite nell'arco dell'intero ciclo
produttivo;
minimizza gli svantaggi dell' 'eccesso vegetativo ;
migliora la dinamica dell' acqua nel suolo,
chela gli ioni liberi ed abbassa quindi i rischi di salinità sulla pianta e di microcarenze,
svolge una azione repressiva su fusarium e nematodi.
Una lauta concimazione con stallatico non interrato a fondo è sempre stata tradizionalmente consigliata in dosi di 300 400 qli/ha per delle produzioni medie.
Va tuttavia posta attenzione ai limiti della Direttiva Nitrati a cui fa riferimento il nostro Regolamento , con un limite annuo
per ettaro di 170 unità di azoto.
L'apporto di sostanza organica può avvenire anche tramite sovesci , soprattutto interessanti sono quelli di crucifere che
possono avere azione nematocida e fungistatica .
La concimazione azotato in pre-trapianto va invece notevolmente limitata in quantità, perché induce Io pianta ad un
eccessiva rigoglio,
●
●
allungando il ciclo vegetativo,
ritardando la fioritura e di con-seguenza la fruttificazione e la maturazione.
Tuttavia non va completamente annullata, si consiglia solamente la distribuzione in dosi limitate e scaglionate.
Si può intervenire con prodotti a base di pollina compostata oppure borlande o altri concimi organici azotati a effetto
almeno medio-rapido, per poche unità necessarie ad accompagnare meglio lo stress post trapianto (in generale dalle 15
alle 25 unità/ettaro).
E' opportuno utilizzare i prodotti che costano meno per unità di azoto.
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Tali dosi ridotte possono successivamente essere integrate, ove possibile, da piccole dosi di azoto in forma di
fertirrigazione all'allegagione dei primi palchi, magari utilizzando prodotti liquidi in microdosi (da 0,5 a max 2 unità di
azoto per ettaro a seconda del numero di interventi e della disponibilità per mineralizzazione naturale), a base di sangue,
proteine idrolizzate o altri prodotti a base di
amminoacidi.
Naturalmente solo ed esclusivamente matrici e prodotti commerciali in regola con i dettati del Reg. CE 2092/91 Allegato
IIA.
IRRIGAZIONE
La carenza idrica nel pomodoro agisce negativamente sulla produzione ritardando la maturazione e rendendo i frutti di
scadente qualità.
L'irrigazione ha grosse implicazioni nel contenimento di varie patologie:
●
●
squilibrio idrico provoca il marciume apicale, il cosiddetto "culo nero"
botrite, peronpspora , antracnosi e batteriosi ed un certo altro numero di malattie fungine sono favorite invece da
eccessi di umidità
ed inoltre alcuni famosi colleghi avanzano l'ipotesi che fra i fattori favorenti le virosi vi siano anche le modalità di
irrigazione (troppo intense, a turni troppo lunghi).
Certo la concimazione con stallatico e le sarchiature fanno risparmiare acqua ma comunque l'irrigazione su pomodoro da
mensa per produzioni a livello professionale è sempre necessaria in area mediterranea.
Ove si usa la pacciamatura, naturalmente si parla oggi di microirrigazione a manichetta forata ma dove non si usa
inizialmente si può anche fare localizzata a goccia od in altro modo e poi con la espansione delle radici, a tutta
superficie ( anche se poi vanno tenute sotto controllo le varie avversità favorite dalle bagnature prolungate di parte aerea
e colletto) . .
L'umidità del terreno dovrà essere sempre sotto controllo, evitare assolu-tamente gli squilibri idrici, che sono causa di
fisiopatie e compromettono l'uniformità di pezzatura
La prima eroga-zione va fatta subito dopo il trapianto.
All'inizio le piante si avvantaggiano di modesta disponibilità idriche per l'affondamento delle radici
In seguito la pianta sviluppando richiede quantità sempre maggiori di acqua, rag-giungendo la massima esigenza
quando è carica di frutti.
L'irrigazione cala in quantità, anche se non in frequenza, durante la fioritura per evitare la cascola dei fiori e
nell'imminenza della raccolta, perché i frutti potrebbero crepare e perdere in conserva-bilità.
Segnaliamo, per attenuare (ma non risolvere !) i problemi di marciume apicale, fertirrigazioni notturne con preparati a base
di calcio.
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AVVERSITÀ
TAB.8 - DANNI NON PARASSITARI
Avversità
Caratteristiche del danno
Misure preventive
Colpo di sole
scegliere varietà con fogliame coprente e non
eccedere con l'azoto che aumenta la sensibilità
Marciume
apicale
dovuto a squilibri nutrizionali (soprattutto calcio) e
idrici
Cat face
dovuto a piogge fredde, e conseguenti ristagni, in
fase di ingrossamento
Deformazioni
cattivo sviluppo delle logge seminali
dovute a difetti di fecondazione
Scatolatura :
i frutti, soprattutto gli allungati, sono vuoti al
centro;
evitare gli eccessi di azoto
Carenza di
magnesio
si nota sulle foglie basali
spesso è dovuta ad un eccesso di potassio.
Spaccature
Eccessi idrici, dopo un periodo di secco.
TAB 9 - CONTROLLO MALATTIE
Avversità
Misure preventive
Lotta diretta
Batteriosi
usare seme sano
i sali di rame hanno un effetto di contenimento e i
trattamenti sono con-sigliabili dopo operazio-ni
manuali o meccaniche che possono causare ingenti
feri-te sulle piante
immersione del seme per un certo lasso di
tempo (20 - 40 minuti) in acqua calda (50 55 °c),
ampie rotazioni coltu-rali,
adeguata areazione del-le serre,
adeguate densità d'im-pianto,
impiego di varietà tolle-ranti,
nutrizione azotata equi-librata,
irrigazioni localizzate,
accurato drenaggio.
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Peronospora
sesti d'impianto non troppo fitti,
arieggiare le colture in ambiente protetto
trattamenti al verificarsi di condizioni infettanti:
●
●
temperature intorno ai 15 - 20 C°,
tempi di bagnatura sulle foglie superiori alle 4 6 ore;
la coltura è poco sensibile negli stadi iniziali, quando
si potrebbe trattare con rame diventa più sensibile
quando, di fatto, non si può trattare a causa del
periodo di carenza (20 giorni)
Botrite
parte dai residui stilari,
abbassare l'umidità con adeguata areazione
delle serre,
ampie rotazioni coltura-li,
accurato drenaggio,
adeguate densità d'im-pianto,
irrigazioni localizzate,
nutrizione azotata equi-librata.
Verticillium,
usare varietà resistenti,
Fusarium,
Cladosporium utilizzare piante innestate su "piede"
resistente,
utilizzo di imponenti quantità di compost
secondo la teoria dei "suppressive soils" ,
adeguata areazione delle serre,
adeguate densità d'im-pianto,
impiego di seme sano,
accurato drenaggio,
Virosi
usare varietà resistenti,
impiegare reti antiinsetti
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Oidio
in serra seppure è frequente la presenza di
condizioni di umidità relativa superiore al 70
% tuttavia si toccano frequentemente
condizioni di temperatura superiori ai 35 ° c
che tendono a bloccare almeno
temporaneamente l'infezione.
in alternativa l'utilizzo di irrigazioni dall'alto
per bloccare l'infezione con un velo di acqua
ha già dato risultati positivi su altre colture
protette a rischio erisifacee , ma poi riporta
alto il rischio relativo a tutte quelle avversità
sopra elencate.
L'orientamento attuale è verso l'utilizzo di zolfo
pulverulento (50 kg/ha) per impolverazioni a cadenza
di 10 giorni, integrata magari con l'utilizzo di
permanganato di potassio su attacchi in atto (1-2 kg/
ha) prima di riprendere la linea a base di zolfo.
Sicuramente insoddisfacente la linea basata su
prodotti bagnabili a base di zolfo.
Addirittura qualche agricoltore fa persino i trattamenti
liquidi con zolfo per trattamenti in polvere.
Altre esperienze positive sono state fatte con
bicarbonato di sodio (4-5 kg/ha).
Segnaliamo anche la possibilità dell'utilizzo di un
preparato microbiologico a base di Ampelomyces
quisqualis.
Le muffe ed i marciumi, diverse per il tipo di agenti infettivi, sono accomunate dalle esigenze di umidità e temperature
medio elevate , condizioni queste che si verificano frequentemente in cicli autunnali o molto precoci in primavera.
Generalmente in serra una corretta gestione delle aperture contiene tali patologie, evitando alte temperature in
concomitanza con situazioni di elevata umidità.
La lotta alle virosi non è coronata facilmente dal successo neppure nella pratica della agricoltura chimica;
come per tutte le virosi sono importanti alcune pratiche agronomiche come le rotazioni sufficientemente ampie,
l'estirpazione delle prime piante infette e l'evitare, se possibile, quelle situazioni di stress, soprattutto idrici che sono
favorenti la piena espressione della patologia virotica.
Sono disponibili varietà con tolleranza ai virus tuttavia l'esperienza degli ultimi venti anni ha indicato che questo tipo di
resistenze, spesso a pochi ceppi, sono superate nel giro di pochi (da 2 a 4) anni dall'entrata in commercio dell'ibrido
resistente e quindi non rappresenta una reale alternativa ad una strategia di lotta più articolata, ma solo una integrazione.
TAB 10 - CONTROLLO DEI FITOFAGI
Avversità
Misure preventive
Lotta diretta
Nematodi
varietà resistenti, anche se la resistenza si
riduce di molto con temperature del suolo
superiori ai 27-28 °C,
Azadiractina,
miscela di microorganismi
innesto su piede resistente,
sovesci con piante biocide,
rotazioni
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pomodoro da mensa
Afidi
nutrizione azotata equi-librata,
la presenza di aree mar-ginali ricche di
vegeta-zione spontanea aumen-ta la
popolazione di predatori e parassitoidi.
Nezara
viridula
sverna da adulto ,
ha due generazioni all'anno con una terza
parziale
Aleurodidi
impiego di piantine di pomodoro non
infestate.
In presenza di elevata infestazione, e in assenza di
ausiliari spontanei o introdotti, intervenire con
trattamenti con insetticidi ammessi (Azadiractina
alla comparsa dei primi afidi, piretro, in trattamenti
localizzati sui focolai).
il piretro funziona solo sui primi stadi giovanili, sugli
adulti ha tutt'al più un effetto repellente; provare ad
eliminare i giovani di luglio; però a fine agosto ci
sono i nuovi adulti che girano parecchio (cioè
possono arrivare da appezzamenti vicini) prima di
svernare
Interventi preventivi con azadiractina.
Lavaggi con saponi.
impiego di reti antinset-to.
Utilizzo di piretro in assenza completa di ausiliari.
impiego di trappole cro-motropiche gialle
per il monitoraggio
Impiego dell'ausiliare Encarsia formosa, eseguire 46 lanci di 4-6 pupa-ri/mq a cadenza quindi-cinale nel
periodo pri-maverile e settimanale nel periodo
estivo.
Impiego dell'ausiliare Macrolophus caliginosus,
introdurre con 2-3 lanci, 1-3 individui.
Acariosi
nutrizione azotata equi-librata
Alla comparsa dei primi acari intervenire con
Azadiractina.
impiego di acari preda-tori (Phytoseiolus persimi-lis)
risulta scarsamente efficace a causa della tomentosità delle foglie.
In presenza di una eleva-ta infestazione interveni-re
con olio paraffinico estivo.
Interessanti risultati sono segnalati con prodotti
microbiologici a base di Beauveria bassiana.
Nottue
trattamenti serali utilizzando Bacillus thuringensis
Ripetiamo per l'ennesima volta le pratiche agronomiche indispensabili da osservare in agricoltura biologica per la
prevenzione , che rimane la strada principale, e di cui i trattamenti sono solo un completamento, come tanto bene
sottolinea l'Allegato I del Re.CE 2092/91:
• scegliere per le coltivazioni terreni profondi, sciolti ed asciutti , escludendo i terreni bassi ed esposti a nebbie;
• effettuare una buona sistemazione della rete scolante per evitare ristagni idrici;
• porre molta attenzione alle irrigazioni sempre per lo stesso motivo;
• limitare molto le concimazioni azotate eccessive;
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pomodoro da mensa
• non ripetere la coltivazione del medesimo terreno se non dopo almeno 3 anni (meglio se 4 - 5);
• effettuare periodicamente sovesci rinettanti ;
• adoperare varietà poco sensibili alle malattie;
• allontanare e bruciare immediatamente appena compare la malattia le foglie o le piante colpite e diradare i seminati e
le piantagioni;
• nelle lavorazioni e pratiche agronomiche evitare di passare dalle zone ove sono presenti piante ammalate a quelle
ove sono presenti piante sane ;
• evitare piantagioni troppo fitte , adottando sesti d'impianto più radi;
• effettuare una buona areazione delle serre.
SCELTA VARIETALE
La specie presenta un polimorfismo molto accentuato; esi-stono numerose varietà, che si differenziano tra loro per:
- il ciclo vegetativo (precoce, tardivo)
- lo sviluppo vegetativo o taglia della pianta (determinata, indeterminata) con internodi lunghi o corti
- la copertura fogliare (scarsa, buona)
- la forma della foglia (tipica del pomodoro oppure simile alla patata)
- la disposizione dei frutti (a grappolo semplice o multiplo
- la dimensione del frutto (piccolo, grosso) con o privo di cicatrice stilare
- la superficie della bacca (liscia, costoluta)
- il colore delle bacche (rosso, carminio, giallo-bianco) uniforme con collettatura più o meno evidente
- la consistenza della bacca e l'idoneità ai lunghi trasporti
- la resistenza o la predisposizione allo spacco nell'attaccatura colletto
- la resistenza o la tolleranza ad alcune malattie
- l'idoneità alla coltura forzata o da pieno campo.
Oltre a caratteristiche agronomiche e merceologiche quali resa elevata e stabile, buona qualità intrinseca dei frutti ecc.,
un'attenzione particolare va data a rusticità, tolleranza o resistenza alle fitopatie.
Particolarmente importante è la rusticità, ovvero la capacità di dare produzioni stabili nelle varie annate con una
bassissima perdita di prodotto per scarto non commerciabile.
Interessante è comunque una certa vigoria , che in convenzionale può costituire un problema , ma che nelle condizioni
spesso poco "spinte" della coltura biologica, può rappresentare una qualità positiva.
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pomodoro da mensa
Naturalmente anche per il pomodoro come per tutte le produzioni biologiche occorre materiale riproduttivo, semi e
piantine, certificate da agricoltura biologica.
E' già presente una certa quantità di questo materiale
ma sempre troppo poche per costituire una gamma completa.
Qui di seguito ripresentiamo alcune vecchie varietà diffusesi ed affermatisi in passato per la loro bontà o rusticità.
Non tutte sono ancora valide in tutti gli ambienti ed in tutte le condizioni di mercato.
Tuttavia credo che almeno all'inizio , quando si intraprende la coltivazione del pomodoro in coltura biologica , sia
necessario provarle nelle varie condizioni prima di scartarle del tutto. Ed in ogni caso, su patologie del suolo , c'è sempre
la possibilità di provare l' innesto di queste varietà più "tradizionali" su piede resistente.
Qui di seguito vengono presentate alcune varietà più o meno "antiche" nelle disponibilità di alcune ditte che da tempo
hanno investito nel settore delle sementi biologiche.
TAB.11 - ALCUNE VARIETA' TRADIZIONALI DI CUI E' DISPONIBILE SEME BIOLOGICO PRESSO ALCUNE AZIENDE
ITALIANE
Varietà
Caratteristiche
Dotto Mortegliano
(Ud)
TecnocoopPiombino (Li)
Sativa Cesena (Fc)
Early Pak 7
Frutto mediogrosso, semi piatto costoluto da
raccolta invaiata
*
*
Pantano
romanesco
Medio grosso un poco costoluto, spalla verde
S.Marzano
nano p4
Tipo S.Marzano da raccolta al suolo,
determinato, precoce
*
Principe
Borghese
Ciliegino di grosse dimensioni, indeterminato
*
Cuor di Bue
Frutto molto grosso, cuoriforme , rosso,
molta polpa, poca tenuta
*
A pera
indeterminato
Pezzatura piccola
Marmande
Un poco appiattiti costoluti, di buona qualità
organolettica
*
Ciliegino
Precoce e molto serbevole
*
Da appendere
nano
Adatto alla conservazione a grappolo intero
Corbarino
Piccolo frutto periforme, molto serbevole
*
*
*
*
*
Altra varietà estremamente interessante, purtroppo poco disponibile sul mercato, è il Canestrino toscano , si dice, simile
al periforme abruzzese, per la quale occorre chiedere informazioni all'ARSIA Toscana.
Ove le richieste commerciali o le condizioni agronomiche di campo, per presenza di virosi, funghi del suolo o nematodi,
rendessero necessarie varietà più moderne elenchiamo qui di seguito alcune varietà e alcune caratteristiche e resistenze
che potrebbero tornare utili in un contesto di agricoltura biologica.
Riteniamo particolarmente importanti le resistenze ai nematodi e al TMV.
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pomodoro da mensa
TAB.12 - ALCUNE VARIETA' "MODERNE" DOTATE DI RESISTENZE INTERESSANTI PER IL SETTORE DEL
BIOLOGICO
Da provare sono anche i seguenti:
PS 1869659 (Peto) da raccolta a rosso, (80-120 g), resistente a TSWV e TYLCV,
RS 6871 (R. Sluis) tondo insalataro (180-200 g) resistente a ToMV, TSWV V, F2, N,
Rovente (De Ruiter) tondo, da grappolo raccolto a completa maturazione (100-130 g). Resistente a TMV, TSWV, V, F 1
e 2, F. radicis,
Avenue (Peotec), rossa/invaiata, tipo S. Marzano, molto resistente al marciume apicale.
Per problemi commerciali e tecnici, è probabile che almeno alcune tra quelle menzionate saranno considerate "superate"
nel giro di pochi anni.
Tutte le varietà allungate sono tendenzialmente più sensibili al marciume apicale rispetto ai tondi, per cui si consigliano
solo ed esclusivamente in quelle condizioni ove per piovosità, irrigazione, terreno e copertura , si è assolutamente certi di
poter annullare le situazioni di squilibrio idrico .
Tutte le varietà presentate sono solo ed esclusivamente un assaggio: molto c'è di interessante che può essere adatto al
biologico e che non conosciamo.
Inoltre la maggior parte dei dati vengono da rilievi eseguiti nel Nord est della nostra penisola e quindi per il meridione
possono non essere le ideali.
Di questo ci scusiamo con i lettori, auspicando al contempo un aumento delle prove di confronto varietale finalizzate alla
agricoltura biologica.
RACCOLTA
La raccolta è manuale, scalare; si effettua ogni 3/5 giorni e può protrarsi per 2/3 mesi.
A seconda dal tipo di cultivar e di destinazione commerciale i frutti vengono raccolti:
●
●
rossi quando oltre il 90% della superficie è rossa;
invaiati , cioè quando iniziano il viraggio nella parte bassa, quando meno del 30% della superficie appare rosa .
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pomodoro da mensa
Le bacche vanno manipolate con cura perché si ammaccano facilmente.
Nei climi settentrionali i pomodorini " ciliegia" difficilmente riescono a maturare contemporaneamente sul grappolo:
verranno spesso raccolti, soprattutto nei cicli autunnali, a frutto singolo e venduti in vaschette da ½ kg.
CONSERVAZIONE
la temperatura ottimale per la conservazione dei frutti varia col grado di maturazione degli stessi:
●
●
quelli verdi si conservano per 3 settimane a 9/10 0 C,
quelli rossi per due settimane a 2/3 0 C.
BIBLIOGRAFIA
Il pomodoro da mensa in coltura protetta in coltivazione biologica
Osservatorio Agroambientale - Centro Documentazione Agricoltura sostenibile, via Calcinaro, 1920 - 47023 Cesena anno 1999
Tel. 0547. 380754 - Fax 0547. 639252 - E-mail: [email protected]
Sito: http://www.agraria.it/osservatorio
Il pomodoro in coltura biologica , L'Informatore agrario, 24, 2000.
Il pomodoro da mensa in coltura protetta in coltivazione biologica
Veneto Agricoltura Settore Divulgazione Tecnica e Formazione ProfessionaleCorte Benedettina - via Roma,34 - 35020
Legnaro (Pd) - anno 2001
Tel. 049/8293920 - Fax 049/8293909 - E.mail: [email protected] Sito: http://www.
venetoagricoltura.org
Tesi Di Laurea discussa da Marco Giovanelli presso la Facoltà Di Agraria della Università Degli Studi Di Bologna
"Costi e redditività in orticoltura biologica" - Relatore: Prof. Claudio Malagoli - Anno Accademico 1999-2000
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano vivamente i bravissimi colleghi: dr. Costantino Cattivello, dr. Leonardo Piervitali, p.a. Romano Grilli, p.a.
Romano Ronchi, dr. Pier Paolo Casotti
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