Comunicazione del CIMeC COMUNICATO STAMPA COMUNICATO SOTTOPOSTO AD EMBARGO FINO alle ore 18.00 di mercoledì 12 agosto (non divulgare prima delle 6pm di mercoledì 12 agosto) Organizzazione nel cervello della conoscenza degli oggetti e esperienza sensoriale: un nuovo paradigma La ricerca, pubblicata sulla rivista Neuron e condotta da ricercatori del CIMeC e di Harvard, mostra che le stesse aree cerebrali preposte all’elaborazione degli stimoli visivi nei vedenti si attivano anche nei non vedenti Un nuovo studio condotto da ricercatori del Centro Mente/Cervello (CIMeC) dell’Università degli Studi di Trento e dell’Università di Harvard ha dimostrato una somiglianza sorprendente tra il funzionamento dei circuiti neurali preposti all’elaborazione visiva nei soggetti vedenti e in quelli ciechi dalla nascita. Nello studio, pubblicato il 13 agosto sulla rivista scientifica Neuron, è stata analizzata l’attivazione neuronale di alcune aree dei lobi occipitale e temporale, aree preposte al riconoscimento visivo degli oggetti, in soggetti adulti vedenti e non vedenti utilizzando la risonanza magnetica funzionale. Che la percezione visiva sia cruciale per la nostra capacità di conoscere e comprendere il mondo esterno e nel determinare il modo in cui tale conoscenza è organizzata nel cervello sembra intuitivo. Secondo le neuroscienze, inoltre, l’esperienza sensoriale ha una profonda influenza sul modo in cui viene rappresentata la conoscenza visiva in quelle aree del cervello preposte all’elaborazione dell’informazione proveniente dalla vista. In contrapposizione con l’intuizione comune e con teorie scientifiche ampiamente sostenute, lo studio pubblicato su Neuron mostra che gli aspetti di base dell’organizzazione del cervello sono gli stessi sia negli individui ciechi che nei vedenti. Questi risultati spingono ad una revisione di quelle teorie scientifiche, largamente sostenute, sui principi che governano l’organizzazione cerebrale e daranno il via ad un ampio dibattito nella comunità dei neuroscienziati. Ricerche condotte su individui ciechi avevano già mostrato l’attivazione delle aree occipito-temporali in concomitanza con l’esplorazione tattile degli oggetti o l’ascolto di suoni associati a certe figure. Se stimoli provenienti da diversi domini di conoscenza attivassero parti diverse di queste aree non era però ancora chiaro. Infatti, obiettivo della ricerca era proprio scoprire se le risposte neurali di tali aree cerebrali occipito-temporali, specializzate per oggetti non viventi e viventi, osservate nei vedenti fossero presenti anche negli adulti ciechi dalla nascita. I ricercatori hanno ideato un esperimento nel quale ai soggetti veniva chiesto di esprimere giudizi su oggetti solo nominati, oggetti comuni e ad animali (come un tavolo, un martello, un cane). In questo modo, usando la risonanza magnetica, è stato possibile analizzare l’attività cerebrale degli individui sia vedenti sia non Per maggiori informazioni, contattare: Nicla Panciera CIMeC – Corso Bettini 31 – 38068 Rovereto [email protected] 0464 808616 – 346 4737933 vedenti nell’atto di compiere uno stesso identico compito. Come controllo finale, i ricercatori hanno registrato l’attività cerebrale di un grande numero di individui vedenti nel più semplice atto di vedere delle immagini di oggetti. In modo sorprendente, di fronte a stimoli di oggetti e di esseri viventi, gli schemi di attivazione cerebrale erano molto simili in tutti i partecipanti (vedenti e ciechi dalla nascita). Bradford Z. Mahon, primo autore dello studio, ha osservato che “questi dati, ottenuti con le tecniche di neuroimmagine, ci forniscono una prima prova che l’esperienza visiva non è necessaria per lo sviluppo nel cervello umano di certi aspetti dell’organizzazione della conoscenza degli oggetti”. “I risultati di questo studio – ha affermato Alfonso Caramazza, autore senior dell’articolo, direttore del Centro Mente/Cervello dell’Università degli Studi di Trento e del Cognitive Neuropsychology Laboratory di Harvard – convergono con una lunga linea di ricerca sui pazienti con danni cerebrali e indicano che il cervello umano è parzialmente organizzato intorno ad alcune categorie di oggetti conosciuti, ben definite e rilevanti dal punto di vista evolutivo, e che questa organizzazione è relativamente indipendente dall’esperienza sensoriale”. Una delle possibilità più interessanti suggerite da questa ricerca è che l’organizzazione funzionale del cervello umano possa essere fortemente vincolata da fattori innati. Nell’articolo gli autori discutono una teoria secondo la quale parti importanti del cervello umano sono strutturate in modo innato attorno a pochi domini di conoscenza che sono stati critici nella storia evolutiva dell’uomo, come ad esempio animali, conspecifici e forse strumenti. Contatti: Dr. Bradford Z. Mahon [email protected] Centro Mente/Cervello (CIMeC) Università di Trento, Rovereto Palazzo Fedrigotti – Corso Bettini 31 I-38068 – Rovereto, Italia Prof. Alfonso Caramazza [email protected] Centro Mente/Cervello (CIMeC) Università di Trento, Rovereto Palazzo Fedrigotti – Corso Bettini 31 I-38068 – Rovereto, Italia Category-specific organization in the human brain does not require visual experience Bradford Z. Mahon 1,2, Stefano Anzellotti 1,2, Jens Schwarzbach 1,3, Massimiliano Zampini 1,3, and Alfonso Caramazza 1,2 1Centro Mente/Cervello (CIMeC), Università di Trento, Italia 2Department of Psychology, Harvard University, USA 3Dipartimento di Scienze della Cognizione e della Formazione, Università di Trento, Italia Per maggiori informazioni, contattare: Nicla Panciera CIMeC – Corso Bettini 31 – 38068 Rovereto [email protected] 0464 808616 – 346 4737933