IL MODELLO IS-LM IN ECONOMIA 1 APERTA I MERCATI DEI BENI IN ECONOMIA APERTA Economia aperta applicata a mercati dei beni: l’opportunità per i consumatori e le imprese di scegliere tra beni nazionali e beni esteri; mercati delle attività finanziarie: l’opportunità per gli investitori finanziari di scegliere tra attività finanziarie nazionali ed estere; mercati dei fattori: l’opportunità delle imprese di scegliere dove localizzare un’attività produttiva e per i lavoratori di scegliere dove lavorare. L’Unione Europea rappresenta il più grande mercato comune tra Stati sovrani mai esistito, che oggi include 27 paesi. 2 ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI Esportazioni e importazioni nel Regno Unito dal 1960 3 ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI Un altro indice di apertura commerciale è la proporzione di prodotto aggregato composta dai beni commerciabili – beni che competono con i beni esteri sia sul mercato interno sia sui mercati esteri. In Europa quasi tutte le maggiori economie, tra cui Germania, Svizzera, Danimarca ,Finlandia, Norvegia e Svezia, registrano un rapporto esportazioni/PIL pari a circa il 50% Le differenze tra paesi in termini di apertura commerciale dipendono essenzialmente da due fattori: - la distanza tra i mercati; - la dimensione dei paesi stessi: quanto più piccolo è un paese tanto minore sarà il numero di prodotti in cui si specializza. 4 TASSI DI CAMBIO NOMINALI I tassi di cambio nominali tra valute possono essere quotati in due modi: 1) come il prezzo della valuta nazionale in termini di valuta estera; 2) come il prezzo della valuta estera in termini di valuta nazionale. Noi adottiamo la prima definizione: E = tasso di cambio nominale = prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera. 5 FLUTTUAZIONI DEL TASSO DI CAMBIO NOMINALE I movimenti dei tassi di cambio nominali sono denominati in relazione al regime esistente tra due paesi. Regime di cambi flessibili Apprezzamento: E aumenta il prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera = beni esteri più convenienti Deprezzamento: E Diminuisce il prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera = beni esteri più costosi Regime di cambi fissi Rivalutazione: E Svalutazione: E 6 ANDAMENTO DEI TASSI DI CAMBIO Tasso di cambio nominale tra l’euro e il dollaro, 1999-2008. Deprezzamento dell’euro Apprezzamento dell’euro 7 TASSI DI CAMBIO NOMINALI Tasso di cambio nominale tra sterlina britannica ed euro dal 1999. 8 LA SCELTA TRA BENI NAZIONALI E BENI ESTERI In economia aperta gli individui decidono se - risparmiare o comprare - comprare beni nazionali o esteri Variabile cruciale = prezzo dei beni nazionali in termini di beni esteri (prezzo relativo) = tasso di cambio reale . 9 IL NOSTRO POTERE D’ACQUISTO IN TERMINI DI BENI ESTERI Costruzione del tasso di cambio reale tra Italia e Stati Uniti prezzo in euro di un’Alfa (P) = 50.000 €; conversione in dollari (con E = 1,2) = 50,000 € x 1,20 = 60.000 $ (EP). prezzo in dollari di una Cadillac (P*) = 40.000 $; valore di un’Alfa in termini di Cadillac = 60.000$/40.000$ = 1,5 Cadillac. 10 IL TASSO DI CAMBIO REALE Abbiamo semplicemente costruito il tasso di cambio reale tra Italia e Stati Uniti! Passaggi: EP 1, 2 50000($) * 1.5 P 40000($) 11 MOVIMENTI DEL TASSO DI CAMBIO REALE Un aumento del tasso si definisce apprezzamento reale (E↑, P↑ oppure P*↓) Una diminuzione del tasso si definisce deprezzamento reale (E↓, P↓ oppure P* ↑) All’inizio del 2005, il cambio reale era uguale a 1,31, superiore del 15% rispetto al valore di 1,14 registrato nel primo trimestre del 1999. 12 DAI TASSI DI CAMBIO NOMINALI AI TASSI DI CAMBIO REALI Tasso di cambio reale e nominale tra l’Italia e gli Stati Uniti, 1999-2005. 13 IL TASSO DI CAMBIO REALE EFFETTIVO TRA DUE ECONOMIE Ogni economia produce più di due beni… tasso di cambio reale multilaterale (o effettivo): prezzo medio dei beni di una nazione rispetto a quello di tutti i beni dei suoi partner commerciali. Come si misura? Si usano come pesi le quote dei flussi commerciali di questa nazione con gli altri paesi; come prezzi i deflatori del Pil di ciascuna nazione (= prezzi medi di tutti i beni ). Quindi: dalle quote delle esportazioni si calcola il tasso di cambio all’esportazione; dalle quote delle importazioni si calcola il tasso di cambio all’importazione; si calcola la media delle quote di esportazioni e importazioni. 14 TASSO DI CAMBIO REALE E INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON GLI U.S.A. Tasso di cambio reale: Base 1999=10; Import-export in miliardi di euro; valori medi fino ad agosto 2009. Importazioni Tasso di cambio reale 14 13 12 Tasso di cambio reale 11 Esportazioni nette 14 10 13 9 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Esportazioni Tasso di cambio reale 27 25 23 21 19 17 15 13 11 9 12 11 10 9 8 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 15 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 TASSO DI CAMBIO NOMINALE E INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON GLI U.S.A. Tasso di cambio nominale con scala 1/0.1 - Import-export in miliardi di euro; valori medi fino ad agosto 2009. Saldo commerciale Tasso di cambio nominale €/$ 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 16 DAI TASSI DI CAMBIO NOMINALI AI TASSI DI CAMBIO REALI Tasso di cambio reale e nominale tra l’Italia e gli Stati Uniti, 1999-2009. 17 I MERCATI FINANZIARI IN ECONOMIA APERTA Dato che l’acquisto o la vendita di attività finanziarie estere comporta l’acquisto o la vendita di moneta estera o valuta estera, la dimensione delle transazioni sul mercato delle valute è un indicatore dell’importanza delle transazioni finanziarie internazionali. L’apertura dei mercati finanziari comporta: 1. possibilità di diversificazione delle attività finanziare tra domestiche ed estere; 2. possibilità per i paesi di registrare avanzi o disavanzi commerciali. 18 LA BILANCIA DEI PAGAMENTI Le transazioni di un paese con il resto del mondo sono riassunte in una serie di conti chiamati bilancia dei pagamenti: conto corrente - le transazioni sopra la linea registrano tutti i pagamenti da e verso il mondo; conto capitale – le transazioni sotto la linea registrano tutti gli investimenti in attività reali e finanziarie da e verso il mondo (gli investimenti finanziari sono spesso classificati a parte nel conto finanziario) La discrepanza statistica definisce la differenza esistente tra il saldo del conto corrente e il saldo del conto capitale. 19 LA SCELTA TRA ATTIVITÀ FINANZIARIE NAZIONALI ED ESTERE Rendimenti attesi di titoli statunitensi e britannici a un anno: la scelta di un risparmiatore inglese. 20 LA SCELTA TRA ATTIVITÀ FINANZIARIE NAZIONALI ED ESTERE Affinché sia conveniente tenere titoli sia italiani che statunitensi, essi devono avere lo stesso tasso di rendimento atteso, cioè deve valere la seguente condizione di arbitraggio: 1 (1 + i ) ( E )(1 + i ) E * t Riorganizzando: e t t t 1 E (1 + i ) (1 + i ) E * t t t e t 1 Tale equazione è chiamata parità scoperta dei tassi di interesse o parità dei tassi di interesse. 21 LA SCELTA TRA ATTIVITÀ FINANZIARIE NAZIONALI ED ESTERE L’ipotesi che gli investitori finanziari tengano soltanto i titoli con tasso di rendimento atteso più elevato è evidentemente troppo restrittiva per due ragioni: - ignora i costi di transazione; - ignora l’esistenza del rischio. 22 TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CAMBIO Riscriviamo l’equazione come: (1 + i ) (1 + i ) = [1 + ( E E ) / E )] * t t e t 1 t t Una buona approssimazione di questa equazione è data da: E E i i e * t t t 1 t E t Il tasso di interesse nazionale dev’essere uguale al tasso di interesse estero meno il tasso di deprezzamento atteso della moneta estera. * Se E e t 1 E allora it i t t 23 TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CAMBIO Tassi di interesse nominale negli Stati Uniti e nel Regno Unito dal 1970 24 LA CURVA IS IN ECONOMIA APERTA In economia chiusa la domanda di beni nazionali coincideva con la domanda nazionale di beni: Z ≡ (C + I + G) In economia aperta, invece, Z ≡ (C + I + G - IM / ε + X ) ≡ domanda nazionale di beni (C+I+G) - importazioni (domanda nazionale di beni esteri) + esportazioni (domanda estera di beni nazionali). 25 LE DETERMINANTI DI C, I E G Consideriamo la domanda nazionale in termini reali: C I G C (Y T ) I (Y , r ) G ( + ) (+,-) Essa dipende dal reddito reale Y e dal tasso di interesse reale r. 26 LE DETERMINANTI DELLE IMPORTAZIONI Le importazioni di beni esteri sono definite dalla funzione IM IM (Y , ) ( , ) Le importazioni espresse in termini di beni nazionali sono invece date da IM (Y , ε ) / ε Se Y↑ le importazioni aumentano (compro più beni nazionali ma anche più beni esteri). Un apprezzamento del tasso di cambio reale (ε↑) aumenta le importazioni e ne riduce il valore in termini di beni nazionali ( infatti [1/ ε ↓] ) 27 LE DETERMINANTI DELLE ESPORTAZIONI Le esportazioni sono definite dalla seguente funzione: X X (Y * , ) ( , ) Un aumento della produzione estera, Y*, provoca un incremento delle esportazioni. Un aumento del tasso di cambio reale (ε↑) provoca una riduzione delle esportazioni (merci nazionali meno convenienti di quelle estere). 28 ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE NEL 2008 Milioni di euro e andamento rispetto al 2007. 29 IMPRESE ESPORTATRICI ITALIANE Numero di imprese per classe d’impresa. Periodo 1998 – 2007. 30 VALORE DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE PER CLASSE DI IMPRESA Valori in milioni di euro. Periodo 1998 – 2007. 31 DERIVAZIONE DELLA DOMANDA DI BENI NAZIONALI IN ECONOMIA APERTA 1. Consideriamo la domanda nazionale DD = C + I + G. Essa dipende positivamente dalla produzione. 2. Escludiamo le importazioni AA = DD – IM/. La AA dipende positivamente dal reddito, ma l’inclinazione è minore perché (IM/) crescono 32 con Y. DERIVAZIONE DELLA DOMANDA DI BENI NAZIONALI IN ECONOMIA APERTA (2) 3. Aggiungiamo le esportazioni ZZ = AA + X = C + I + G + X IM/ = domanda di beni nazionali Distanza BC = Esportazioni nette NX ZZ – AA = costante = X (non dipende da Y) DD = ZZ si ha il pareggio della bilancia commerciale [NX = 0; Y = YTB (TB per trade balance)] 33 PRODUZIONE DI EQUILIBRIO E BILANCIA DEI PAGAMENTI Il mercato dei beni è in equilibrio quando la produzione interna è uguale alla domanda di beni nazionali, cioè quando: Ovvero Y Z Y C Y T I Y , r G IM Y , / X Y *, Nulla assicura che in equilibrio le esportazioni nette siano nulle (cioè che Y = YTB ): se DD > ZZ → X < IM/ → Disavanzo commerciale se DD < ZZ → X > IM/ → Avanzo commerciale 34 PRODUZIONE DI EQUILIBRIO E BILANCIA DEI PAGAMENTI (2) o Il mercato dei beni è in equilibrio quando la produzione è uguale alla domanda di beni nazionali. o Al livello di equilibrio della produzione, la bilancia commerciale può esibire un avanzo o un disavanzo. 35 UN AUMENTO DELLA DOMANDA INTERNA a) In economia aperta ogni aumento della domanda si riflette in una maggiore spesa sia in beni nazionali sia in beni esteri. b) Il moltiplicatore è ora più piccolo. c) All’aumentare della domanda, gli effetti sulla produzione sono inferiori a quelli in economia chiusa. 36 UN AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA Effetti di una politica fiscale espansiva: ZZ verso l’alto, Y ↑, disavanzo commerciale . Variazione di Y ora inferiore: il moltiplicatore è più piccolo (parte di ∆Y va in beni esteri). 37 UN AUMENTO DELLA DOMANDA ESTERA L’aumento della produzione estera, ΔY*, comporta un aumento diretto delle esportazioni pari a ΔX: per ogni dato livello della produzione, questo aumento delle esportazioni induce un incremento della domanda di beni nazionali pari a ΔX, per cui ZZ si sposta in ZZ’; dato il livello di produzione, all’aumentare delle esportazioni, anche NX si sposta di pari ammontare in NX’. 38 UN AUMENTO DELLA DOMANDA ESTERA (2) Effetti di un incremento ΔY* - Si riflette in un ∆X > 0 che sposta le ZZ ed NX verso l’alto, → Y↑ , avanzo commerciale. - Anche (IM/ε)↑ ma meno di X (Condiz. Di Marshall-Lerner). 39 ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ECONOMIA APERTA a) Attraverso le NX gli “shocks” di un paese si trasmettono a catena ai partners commerciali. b) Meglio evitare disavanzi commerciali perché sono finanziati con ulteriore debito pubblico e quindi maggiori interessi. c) Le fasi di recessione richiedono un coordinamento delle politiche macroeconomiche (ogni aumento salvifico ΔG causerebbe un disavanzo commerciale interno a vantaggio degli altri → i governi adottano un comportamento freeriding → non si esce dalla recessione). 40 ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ECONOMIA APERTA (2) Tuttavia è difficile raggiungere un effettivo e completo coordinamento per due principali ragioni: 1) il coordinamento potrebbe richiedere ad alcuni paesi di intervenire più di altri, e non è detto che essi siano disposti a farlo 2) i paesi hanno un forte incentivo a promettere di aderire al coordinamento, per poi rinnegare la loro promessa. 41 DEPREZZAMENTO, BILANCIA COMMERCIALE E PRODUZIONE Supponiamo che il tasso di cambio reale è dato da: EP P * dove E = tasso di cambio nominale, P = prezzi nazionali, P* = prezzi esteri. Ricordiamo la definizione di esportazioni nette: NX X IM / Sostituendo X e IM con le loro rispettive espressioni: NX X (Y , ) IM (Y , ) / 42 LA CONDIZIONE DI MARSHALL-LERNER Un deprezzamento reale aumenta di sicuro le NX? Se ε↓ la bilancia commerciale è così influenzata: le esportazioni X aumentano; le importazioni IM diminuiscono; tuttavia il prezzo relativo dei beni esteri in termini di beni nazionali, 1/, aumenta, e dunque anche il valore delle importazioni IM /. La condizione di Marshall-Lerner assicura che un deprezzamento reale genera un aumento delle esportazioni nette 43 GLI EFFETTI DI UN DEPREZZAMENTO 1) Il deprezzamento provoca una variazione della domanda, sia estera che interna, a favore dei beni nazionali. 2) Le ZZ ed NX verso l’alto, Y ↑, NX ↑ , per cui IM ↓ , ma meno di quanto X ↑, → avanzo commerciale per la condizione di M-L. 44 COME RIDURRE IL DISAVANZO COMMERCIALE A PARITÀ DI Y? Il governo può attuare un mix di politiche economiche: deprezzamento reale + Politica fiscale restrittiva 45 LA DINAMICA DELLE ESPORTAZIONI NETTE: LA CURVA J Nell’immediato, un deprezzamento può peggiorare il saldo commerciale. Inizialmente Solo il prezzo relativo dei beni cambia, per cui (1/ε)↑ e (X – IM/ε)↓ Successivamente Le quantità X e IM reagiscono (i consumatori percepiscono in ritardo la variazione di 1/ε), quindi X↑, IM ↓ e NX = (X – IM/ε)↑ se la condizione di M-L è soddisfatta. 46 LA CURVA J, GRAFICAMENTE L’evidenza empirica mostra ritardi rilevanti nella risposta della bilancia commerciale a variazioni di ε Alla fine (X - IM/ε)↑ Solo (1/ε↑) Anche X↑ e IM ↓ 47 ESPORTAZIONI ED IMPORTAZIONI COME QUOTE SUL PIL (1998-2008) Italia. Valori concatenati. Anno di riferimento 2000. 48 RAPPORTI EXPORT-PIL NEI PRINCIPALI PAESI Prezzi costanti, medie triennali. 49 RISPARMIO, INVESTIMENTO E DISAVANZO COMMERCIALE 1. Partiamo dalla condizione di equilibrio: Y C I G IM / X 2. Sottraendo (C + T) da entrambi i lati e ricordando che S = Y - C - T, otteniamo: S I G T IM / X 3. Usando la definizione di esportazioni nette e riordinando i termini, otteniamo: NX S (T G ) I 50 RISPARMIO, INVESTIMENTO E DISAVANZO COMMERCIALE (2) Un avanzo commerciale corrisponde a un eccesso di risparmio sull’investimento. Un disavanzo commerciale corrisponde, invece, a un eccesso di investimento sul risparmio. Un aumento dell’investimento deve riflettersi in un aumento del risparmio privato, del risparmio pubblico o in un peggioramento del saldo commerciale. Un aumento del disavanzo di bilancio deve riflettersi in un aumento del risparmio privato, in una riduzione dell’investimento o in un peggioramento del saldo commerciale. 51