Macro 2014-15 06 eco aperta

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Università degli Studi di
Torino
Dipartimento di
Management
Anno accademico
2014/2015
Macroeconomia
(9 CFU)
Notizie pratiche
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Orari:
• lunedì 14.00-17.00 (3-4 ore accademiche)
• venerdì 14.00-17.00 (3-4 ore accademiche)
– Vedere sempre su Campusnet e/o Moodle le lezioni della
settimana e le variazioni in itinere
– Modalità delle lezioni
Frequenza non obbligatoria
Libri di testo (a scelta):
1. Blanchard-Amighini-Giavazzi (2014), Macroeconomia, Il
Mulino.
2. Ciravegna (2010), Analisi e politica macroeconomica, Utet
Libreria.
Programma: sul sito del corso
Esame: scritto
Contatti: [email protected]
Ricevimento: dopo lezione o su appuntamento
Esercitazioni: ad ogni lezione
Cap. 6. Il modello IS-LM in
economia aperta
1. I mercati dei beni in
economia aperta
Economia aperta applicata a
– mercati dei beni: l’opportunità per i consumatori
e le imprese di scegliere tra beni nazionali e beni
esteri;
– mercati delle attività finanziarie: l’opportunità
per gli investitori finanziari di scegliere tra attività
finanziarie nazionali ed estere;
– mercati dei fattori: l’opportunità delle imprese di
scegliere dove localizzare un’attività produttiva e
per i lavoratori di scegliere dove lavorare.
L’Unione Europea, che oggi include 27 paesi,
rappresenta il più grande mercato comune tra Stati
sovrani mai esistito.
4
La globalizzazione: una storia non nuova
Le tre ondate della globalizzazione
Fonte: Banca Mondiale (2002)
5
Esportazioni ed importazioni in rapporto al
Prodotto Interno Lordo: USA, 1960-2008
1-6
USA,1960-2008
• Col passare del tempo, l’economia statunitense è
diventata sempre più aperta: oggi gli Stati Uniti
commerciano con il resto del mondo in misura doppia
(in rapporto al Pil) di quanto non facessero
quarant’anni fa.
• Le importazioni e le esportazioni, pur seguendo
approssimativamente lo stesso trend, hanno
manifestato una tendenza divergente: dalla metà
degli anni Novanta, gli Stati Uniti registrano un forte
disavanzo commerciale.
7
Esportazioni ed importazioni in rapporto al
Prodotto Interno Lordo: UK, 1960-2008
Fig. 6.1. Esportazioni e importazioni nel Regno Unito dal 1960
8
Grado d’apertura dal 1970 al 2010
1-9
Tasso di crescita del PIL e del Commercio Mondiale
10
Il commercio internazionale (2010)
11
• Un altro indice di apertura commerciale è la
proporzione di prodotto aggregato composta dai beni
commerciabili – beni che competono con i beni
esteri sia sul mercato interno sia sui mercati esteri.
• In Europa quasi tutte le maggiori economie, tra cui
Germania, Svizzera, Danimarca ,Finlandia, Norvegia e
Svezia, registrano un rapporto esportazioni/PIL pari a
circa il 50%.
• Le differenze tra paesi in termini di apertura
commerciale dipendono essenzialmente da due
fattori:
- la distanza tra i mercati;
- la dimensione dei paesi stessi: quanto più piccolo
è un paese tanto minore sarà il numero di prodotti in
cui si specializza.
14
La scelta tra beni nazionali e beni esteri
• Quando i mercati sono aperti, i consumatori
devono scegliere se comprare beni nazionali o
beni esteri.
• La variabile cruciale è data dal prezzo dei beni
nazionali in termini di beni esteri. Questo
prezzo relativo è noto come tasso di cambio
reale.
15
Tassi di cambio nominali
I tassi di cambio nominali tra valute possono essere
quotati in due modi:
1)come il prezzo della valuta nazionale in termini di
a
valuta estera, ossia:
a$ a  $  b  $ 
E=
=  =  
b€ b  €  1  € 
2)come il prezzo della valuta estera in termini di valuta
nazionale.
b
b€ b  €  a  € 
=  =  
E=
a$ a  $  1  $ 
In quanto segue, si adotta la prima definizione: il tasso
di cambio nominale è dato dal prezzo della moneta
nazionale in termini di moneta estera, e lo
indicheremo con la lettera E.
16
Tassi di cambio nominali
• Un apprezzamento della moneta nazionale è un
aumento del prezzo della moneta nazionale in
termini di moneta estera, quindi un aumento del
tasso di cambio: ci vogliono più $ per comprare 1€.
• Un deprezzamento della moneta nazionale è una
riduzione del prezzo della moneta nazionale in
termini di moneta estera, quindi corrisponde a una
diminuzione del tasso di cambio: ci vogliono meno $
per comprare 1€.
17
Tasso di cambio nominale (se la £ è moneta
nazionale: ossia, quanti € per 1£) tra
sterlina britannica ed euro dal 1999
18
Dai tassi di cambio nominali ai tassi
di cambio reali
19
Il tasso di cambio reale
Il tasso di cambio reale misura la quantità di beni esteri
devono essere impiegati per comprare un bene
nazionale. Se, per esempio, si misura il tasso di
cambio tra automobili, diventa:
a
a  auto US  b  auto US 
ε = 
= 

b  auto EU  1  auto EU 
20
Il tasso di cambio reale
Il tasso di cambio reale è calcolato, quindi, moltiplicando
il prezzo nazionale per il tasso di cambio nominale e
dividendo per il livello dei prezzi esteri:
€
$ 

E  ⋅ P
 EP auto US
€   auto EU 



ε =
=


$
P  auto EU 


P

 auto US 
*
*
Un aumento del tasso di cambio reale si definisce
apprezzamento reale
Una diminuzione del tasso di cambio reale si definisce
deprezzamento reale
21
Esempio
Come possiamo costruire il tasso di cambio reale tra un
paese dell’area euro e il Regno Unito (se lo UK è il
paese home)?
1)Consideriamo il prezzo in euro di una Mercedes e
convertiamolo in sterline. Se il prezzo è di 50.000 € e
se una sterlina vale 1,23, allora il prezzo di una
Mercedes in sterline è di 50,000 € / 1,23 = 40.650
sterline.
2)Calcoliamo il rapporto tra il prezzo di una Jaguar
(bene inglese) e il prezzo di una Mercedes (bene
europeo), entrambi in sterline: se una Jaguar costa
30.000 sterline, il prezzo di una Jaguar in termini di
Mercedes è 30.000 /40.650=0,738. In altre parole, il
prezzo di una Mercedes in Europa è di circa il 30% più
alto di una Jaguar nel Regno Unito.
22
Tasso di cambio reale e nominale tra l’Italia e gli
Stati Uniti, 1999-2005
23
Dai tassi di cambio bilaterali ai tassi di
cambio multilaterali
Il tasso di cambio reale multilaterale è il prezzo medio
dei beni di una nazione rispetto a quello di tutti i suoi
partner commerciali.
Per misurare il tasso di cambio reale multilaterale è
necessario usare come pesi le quote dei flussi
commerciali di questa nazione con gli altri paesi:
– dalle quote delle esportazioni si calcola il tasso di
cambio all’esportazione;
– dalle quote delle importazioni si calcola il tasso di
cambio all’importazione;
– si calcola la media delle quote di esportazioni e
importazioni.
24
2. I mercati finanziari in
economia aperta
Dato che l’acquisto o la vendita di attività finanziarie
estere comporta l’acquisto o la vendita di valuta
estera, la dimensione delle transazioni sul mercato delle
valute è un indicatore dell’importanza delle transazioni
finanziarie internazionali.
L’apertura dei mercati finanziari comporta:
1.possibilità di diversificazione delle attività finanziare
tra domestiche ed estere;
2.possibilità per i paesi di registrare avanzi o disavanzi
commerciali.
25
La bilancia dei pagamenti
Le transazioni di un paese con il resto del mondo sono
riassunte in una serie di conti chiamati bilancia dei
pagamenti:
conto corrente - le transazioni sopra la linea
registrano tutti i pagamenti da e verso il resto del
mondo;
conto capitale – le transazioni sotto la linea
registrano tutti gli investimenti in attività finanziarie
da e verso il resto del mondo.
La discrepanza statistica definisce la differenza
esistente tra il saldo del conto corrente e il saldo del
conto capitale.
26
Più in dettaglio: la bilancia dei pagamenti è divisa in
sezioni, individuate dalla natura delle operazioni
registrate.
• partite correnti: registrano i movimenti di merci
e servizi, i pagamenti di redditi (da lavoro e da
capitale) ai non residenti, e i trasferimenti
unilaterali correnti;
• conto capitale: registrano le operazioni relative
a immobilizzazioni immateriali (brevetti,
royalties) e i trasferimenti in conto capitale;
• conto finanziario: registra i movimenti
(importazioni e esportazioni, cioè afflussi e
deflussi) di capitali
• errori e omissioni.
• Nota: il conto capitale non riporta i movimenti di capitali (li
riporta il conto finanziario).
Esempio 1: se un italiano compra un bond statunitense, viene esportato
un capitale italiano negli Usa (segno meno nel conto finanziario), ma il
pagamento di interessi costituisce una remunerazione del capitale
italiano, e quindi un reddito da capitale attivo nelle partite correnti.
Esempio 2: se un tedesco compra un'azienda italiana, viene importato un
capitale tedesco in Italia (segno più nel conto finanziario), ma i profitti
e dividendi che vengono rimpatriati in Germania costituiscono una
remunerazione del capitale tedesco, e quindi un reddito da capitale
passivo nelle partite correnti (soldi che escono).
Nell’esempio 2, i redditi che escono dal paese sono redditi prodotti nel
paese (e quindi rientrano nel prodotto interno lordo), ma guadagnati
da non residenti (e quindi non rientrano nel prodotto nazionale lordo).
Ne consegue che, se un paese è fortemente indebitato con l'estero,
normalmente il suo prodotto nazionale sarà inferiore al suo prodotto
interno, perché una parte dei redditi prodotti nel paese andrà a
remunerare i capitali prestati dai non residenti agli operatori economici
residenti.
Infatti: PNL = PIL + RNE
e, quindi, se RNE (redditi netti dall'estero) è pesantemente negativo,
allora PNL (prodotto nazionale lordo) sarà inferiore a PIL (prodotto
interno lordo). Esempio:
90 = 100 - 10
La scelta tra attività finanziarie nazionali ed
estere: Rendimenti attesi di titoli
statunitensi e britannici a un anno
31
La scelta tra attività finanziarie nazionali
ed estere
Affinché sia conveniente detenere titoli sia italiani che
statunitensi, essi devono avere lo stesso tasso di
rendimento atteso, cioè deve valere la seguente
condizione di arbitraggio:
Et
(1 + it ) = (1 + i ) e
Et +1
*
t
Tale equazione è chiamata parità scoperta dei tassi
di interesse.
32
L’ipotesi che gli investitori finanziari tengano
soltanto i titoli con tasso di rendimento atteso più
elevato è evidentemente troppo restrittiva per due
ragioni:
- ignora i costi di transazione;
- ignora l’esistenza del rischio.
33
Tassi di interesse e tassi di cambio
Riscriviamo l’equazione come:
(1 + i )
(1 + i ) =
[1 + ( E − E ) / E )]
*
t
t
e
t +1
t
t
Una buona approssimazione di questa equazione è data
da:
e
−E
E
i ≈i −
*
t
t
t +1
t
E
t
Il tasso di interesse nazionale dev’essere uguale al tasso
di interesse estero meno il tasso di deprezzamento
atteso della moneta estera.
Se
allora
e
E =E
t +1
34
t
i = i
t
*
t
Tassi di interesse nominale negli Stati Uniti e
nel Regno Unito dal 1970
35
3. La curva IS in economia
aperta
In una economia aperta, la domanda di beni
nazionali è data da:
Z = C + I +G −
IM
ε
+X
La somma dei primi tre termini (consumo (C),
investimento (I) e spesa pubblica (G)) costituisce la
domanda nazionale di beni. Dato che ora l’economia
è aperta, è necessario
sottrarre le importazioni
aggiungere le esportazioni
36
Le determinanti di C, I e G
La domanda nazionale di beni continua a essere
funzione del reddito, della tassazione e del tasso di
interesse
C + I + G = C (Y − T )+ I (Y , i ) + G
+
+ −
Il tasso di cambio reale non influenza la componente
nazionale della domanda.
37
Le determinanti delle importazioni
Un aumento del reddito nazionale Y provoca un
aumento delle importazioni: se l’economia è più
ricca, aumenterà la domanda di beni esteri.
Le importazioni dipendono anche positivamente dal
tasso di cambio reale che, se si apprezza, rende più
convenienti i beni esteri
IM = IM (Y , ε )
+
38
+
Le determinanti delle esportazioni
Un aumento della produzione estera (Y*) provoca un
incremento delle esportazioni: se l’economia estera è
più ricca, domanderà un maggior ammontare di beni
nazionali.
Un aumento del tasso di cambio reale provoca una
riduzione delle esportazioni, perché i beni nazionali
diventano meno convenienti
*
X = X (Y , ε )
+
39
−
Uniamo tutte le determinanti della domanda
di beni nazionali
40
Uniamo tutte le determinanti della domanda di
beni nazionali
L’equilibrio nel mercato dei beni è dato dalla seguente
equazione:
Y = C (Y − T ) + I (Y , r ) + G − IM (Y , ε ) / ε + X (Y , ε )
*
( + )
( + ,− )
( + ,+ )
( + ,− )
Definiamo le esportazioni nette come:
NX (Y , Y , ε ) ≡ X (Y , ε ) − IM (Y , ε ) / ε
*
*
E la condizione di equilibrio diventa:
Y = C (Y − T ) + I (Y , r ) + G + NX (Y , Y , ε )
*
( + )
41
( + ,− )
(− + − )
Uniamo tutte le determinanti della domanda di
beni nazionali
Un aumento del tasso di interesse genera una riduzione
della spesa per investimenti, e quindi una riduzione
della domanda di beni nazionali. Attraverso il
moltiplicatore, questo conduce a una diminuzione
della produzione.
Un aumento del tasso di cambio reale provoca uno
spostamento della domanda a favore dei beni esteri e
quindi un calo delle esportazioni nette. La riduzione
delle esportazioni nette fa diminuire la domanda e la
produzione attraverso il moltiplicatore.
42
Uniamo tutte le determinanti della domanda di
beni nazionali
Introduciamo due semplificazioni:
• il livello dei prezzi nazionali ed estero è esogeno:
ciò implica che il tasso di cambio nominale e
reale si muovono assieme
P = P* → E = ε
• assenza di inflazione, effettiva e attesa, in
quanto i livelli dei prezzi sono dati
πe =0→r =i
Con queste semplificazioni, possiamo scrivere:
Y = C (Y − T ) + I (Y , i ) + G + NX (Y , Y , E )
*
( + )
43
( + ,− )
(− + − )
4. L’equilibrio dei mercati
finanziari
La condizione di uguaglianza tra domanda e offerta
di moneta è espressa come:
M
= YL(i )
P
Passando da un contesto di economia chiusa a un
contesto di economia aperta, non si modifica la
relazione di equilibrio sul mercato della moneta.
44
La scelta tra titoli nazionali e titoli
esteri
Affinché in equilibrio siano detenuti dal pubblico sia i
titoli nazionali sia i titoli esteri, essi devono avere lo
stesso tasso di rendimento, quindi deve essere
soddisfatta la seguente condizione di arbitraggio:
Et
(1 + it ) = (1 + i ) e
Et +1
*
t
Moltiplicando entrambi i lati per Eet+1 e riorganizzando
i termini si ottiene:
(1 + it ) e
Et =
Et +1
*
(1 + it )
45
Ergo:
(1 + it ) e
Et =
Et +1
*
(1 + it )
Il tasso di cambio corrente dipende dal tasso di
interesse nominale, dal tasso di interesse estero e dal
tasso di cambio atteso:
• un aumento del tasso di interesse interno provoca un
aumento del tasso di cambio;
• un aumento del tasso di interesse estero provoca una
riduzione del tasso di cambio;
• un aumento del tasso di cambio atteso porta a un
aumento del tasso di cambio corrente.
46
La relazione tra il tasso di interesse e il tasso di cambio descritta dalla parità dei tassi di
interesse.
Un maggior tasso di interesse comporta un maggior tasso di cambio, cioè un apprezzamento.
47
La scelta tra titoli nazionali e titoli esteri
Ipotesi fondamentale: quando il tasso di interesse
cambia, il tasso di cambio atteso resta invariato.
Questo implica che un apprezzamento oggi porta a un
deprezzamento atteso in futuro, poiché ci si aspetta
che il tasso di cambio torni allo stesso valore.
La relazione tra tasso di interesse e tasso di cambio è
chiamata la parità dei tassi di interesse.
Quando il tasso di interesse interno è uguale al tasso
di interesse estero, il tasso di cambio corrente è
uguale al tasso di cambio futuro atteso.
48
5. Un’analisi congiunta dei mercati reali e
finanziari
L’equilibrio nel mercato dei beni richiede che la
produzione dipenda anche dal tasso di interesse e
dal tasso di cambio:
Y = C (Y − T ) + I (Y , i ) + G + NX (Y , Y , E )
*
Il tasso di interesse è determinato dall’eguaglianza
fra la domanda e l’offerta di moneta:
M
= YL(i )
P
E la parità dei tassi di interesse fa sì che esista una
relazione positiva tra tasso di interesse e tasso di
cambio:
1+ i
E=
E
1+ i
*
49
e
Un’analisi congiunta dei mercati reali e finanziari
Considerando la relazione tra tasso di interesse e tasso
di cambio, si ottiene:
IS:
1+ i e 

Y = C (Y − T ) + I (Y , i ) + G + NX Y , Y *,
E 
1+ i * 

LM:
M
= YL(i )
P
50
Un aumento del tasso di interesse ha due effetti:
1)Un aumento del tasso di interesse provoca una
diminuzione dell’investimento e quindi della domanda
di beni nazionali; quest’effetto è presente anche in
economia chiusa.
2)Un aumento del tasso di interesse interno genera un
apprezzamento del cambio, che a sua volta provoca
una diminuzione delle esportazioni nette e quindi una
riduzione
della
domanda
di
beni
nazionali.
Quest’effetto è presente solo in economia aperta.
51
Il modello IS-LM in economia aperta
52
Un’analisi congiunta dei mercati reali e finanziari
• La curva IS è inclinata negativamente: un aumento
del tasso di interesse porta direttamente (attraverso
gli investimenti) o indirettamente (attraverso il tasso
di cambio) a una riduzione della domanda e a un calo
della produzione.
• La curva LM è inclinata positivamente: un aumento
del reddito fa aumentare la domanda di moneta, e ciò
provoca un aumento del tasso di interesse di
equilibrio.
53
Cap. 19. La politica economica
in economia aperta
1. Un aumento della domanda interna
Gli effetti di un aumento
della spesa pubblica.
Un aumento della spesa
pubblica provoca un
aumento della produzione e
del disavanzo commerciale.
55
2. Un aumento della domanda estera
L’aumento della produzione estera, ΔY*, comporta un
effetto diretto dato dall’incremento di un certo
ammontare delle esportazioni pari a ΔX:
• per ogni dato livello della produzione, questo aumento
delle esportazioni induce un incremento della domanda
di beni nazionali pari a ΔX, per cui ZZ si sposta in ZZ’;
• dato il livello di produzione, all’aumentare delle
esportazioni anche NX si sposta di pari ammontare in
NX’.
56
Gli effetti di un
aumento della
domanda estera.
Un aumento della
domanda estera
provoca un aumento
della produzione e un
avanzo commerciale.
57
3. Un riesame della politica fiscale
• Un aumento della domanda nazionale provoca un
incremento della produzione, ma anche un
peggioramento del saldo commerciale.
• Un aumento della domanda estera provoca un
incremento della produzione nazionale e un
miglioramento del saldo commerciale.
58
Moltiplicatori fiscali in economia aperta:
Home:
Y =C + I +G−
Foreign: Y * = C * + I * + G * −
IM
ε
IM *
ε
e
X = IM = m Y
+ X* e
X * = IM = mY
+X
*
Si vuole vedere l’impatto della politica fiscale quando i paesi
intrattengono rapporti commerciali fitti.
*
*
Sostituendo per Home, si ha: Y = C + I + G − mY + m*Y *
ε
da cui si ha
e si deriva che
Y = c0 + c1Y + I + G −
mY
ε
m

Y = ( c0 + I + G ) +  c1 −  Y + m*Y *
ε

ossia
Y=
+ m*Y *
1
1 − c1 +
c
(
m
*
*
+
I
+
G
+
m
Y
)
0
ε
Moltiplicatore per Home:
1. Il moltiplicatore è più basso che in economia chiusa
2. I paesi con propensioni alle importazioni (m) più alte hanno
più bassi moltiplicatori fiscali
∂Y
1
1
=
<
∂G 1 − c + m 1 − c1
1
ε
Moltiplicatore per Foreign:
L’aumento di reddito nazionale derivante da
un’espansione fiscale estera è maggiore quanto più:
1.m* (propensione estera) è elevata;
2.m (propensione interna) è bassa.
∂Y
∂G
*
=
m*
1 − c1 +
m
ε
I governi discutono spesso di coordinare le politiche
economiche, anche se tale coordinamento è difficile da
raggiungere per diverse ragioni:
• il coordinamento potrebbe richiedere ad alcuni paesi di
intervenire più di altri, e non è detto che essi siano
disposti a farlo;
• i paesi hanno un forte incentivo a promettere di
aderire al coordinamento, ma potrebbero poi rinnegare
la loro promessa.
62
4. Deprezzamento, bilancia commerciale e
produzione
Supponiamo che il tasso di cambio reale sia dato da:
EP
ε≡
P
*
Il tasso di cambio reale è uguale al tasso di cambio
nominale moltiplicato per il livello dei prezzi interni,
diviso per il livello dei prezzi esteri.
63
Deprezzamento e bilancia commerciale:
la condizione di Marshall-Lerner
Ricordiamo che la definizione di esportazioni nette è:
NX ≡ X − IM / ε
Sostituendo X e IM con le loro rispettive espressioni,
otteniamo:
NX = X (Y , ε )− IM (Y , ε )/ ε
∗
+ ;−
+ ;+
64
Calcolando la derivata rispetto al tasso di cambio reale:
dIM
ε − IM ⋅1 dX
dNX
dX dε
 dIM 1  IM
=
−
=
− −
+ 2
2

dε
dε
ε
dε  dε ε  ε
e ricordando che
si giunge a:
NX=X-
IM
ε
0→ X=
IM
ε
dNX
dε dX dIM
=
+
−
X
ε
X
IM
e, nel caso di un deprezzamento reale, si ha:
dNX
dε dX  dIM 
>0
dε < 0 →
=
+
+ −
ε
X
X  IM 


(+)
(−)
−
+
−
(+)
Una riduzione di ε influenza la bilancia commerciale
attraverso tre canali:
• le esportazioni X aumentano;
• le importazioni IM diminuiscono;
• il prezzo relativo dei beni esteri in termini di beni
nazionali, 1/ε, aumenta. Questo tende ad aumentare il
valore delle importazioni.
La condizione in base alla quale un deprezzamento
reale genera un aumento delle esportazioni nette è
nota come condizione di Marshall-Lerner.
Il deprezzamento provoca una variazione della domanda, sia
estera che interna, a favore dei beni nazionali. Questo
genera a sua volta un aumento della produzione interna e un
66
miglioramento della bilancia commerciale.
5. La combinazione di politiche fiscali e di
cambio
Come ridurre il disavanzo
commerciale senza variare
la produzione.
Per ridurre il disavanzo
commerciale senza variare la
produzione, il governo deve
operare un deprezzamento e
ridurre la spesa pubblica.
67
La combinazione di politiche fiscali e di
cambio
Consideriamo il caso di bassa produzione e disavanzo: un
deprezzamento del cambio ha effetti positivi sia sulla bilancia
commerciale che sulla produzione. Dato che non sappiamo se il
deprezzamento è sufficiente a riportare la produzione al livello
naturale, non possiamo dire se è necesario un aumento o una
riduzione della spesa pubblica.
68
6. Uno sguardo alla dinamica: la curva J
È possibile che un deprezzamento causi un peggioramento
iniziale della bilancia commerciale: di solito, in seguito a
una riduzione di ε, né X né IM si aggiustano
immediatamente in misura significativa, generando così
una riduzione del valore delle esportazioni nette,
X-IM/ε.
Successivamente, gli effetti di una variazione dei prezzi
relativi, sia delle esportazioni sia delle importazioni, si
rafforzano. Le esportazioni aumentano e le importazioni
diminuiscono.
Se la condizione di Marshall-Lerner alla fine è soddisfatta,
la variazione delle esportazioni e delle importazioni diventa
più forte dell’effetto negativo69sui prezzi di IM, e l’effetto
finale sarà un miglioramento di NX.
La curva J.
70
Il tasso di cambio reale e il rapporto tra esportazioni nette e Pil, Stati Uniti, 1980-1990.
71
Dal punto di vista della bilancia commerciale, espressa
in rapporto al Pil, due sono i fatti evidenti:
• le variazioni del tasso di cambio reale si sono
effettivamente riflesse in movimenti paralleli delle
esportazioni nette;
• tuttavia si osservano ritardi non irrilevanti nella
risposta della bilancia commerciale a variazioni del tasso
di cambio reale.
72
7. Gli effetti della politica fiscale in
economia aperta
Che cosa accade alle varie componenti della domanda in seguito a
una politica fiscale espansiva?
• Il consumo e la spesa pubblica aumentano, il primo a causa
dell’incremento del reddito e la seconda per ipotesi.
• Ciò che accade all’investimento è ambiguo. Da un lato la
produzione
aumenta,
inducendo
un
incremento
dell’investimento. Dall’altro, il tasso di interesse aumenta,
riducendo la spesa per investimenti.
• Le esportazioni nette dipendono negativamente dalla produzione
nazionale e dal tasso di cambio. Le esportazioni nette
diminuiscono sia per effetto dell’apprezzamento sia a causa
dell’aumento della produzione.
73
Gli effetti di un aumento della spesa pubblica.
Un aumento della spesa pubblica provoca un aumento della produzione, un incremento del tasso di interesse
e un apprezzamento del tasso di cambio.
74
8. Gli effetti della politica monetaria in
economia aperta
Una stretta monetaria fa aumentare il tasso di
interesse,
rendendo
i
titoli
nazionali
relativamente più convenienti e provocando un
apprezzamento del cambio, per la parità dei
tassi di interesse.
Domanda e produzione si riducono sia per effetto
dell’apprezzamento sia a causa del maggior
tasso di interesse.
75
Gli effetti di una stretta monetaria.
Una stretta monetaria provoca una riduzione della produzione, un incremento del tasso di
interesse e un apprezzamento del tasso di cambio.
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