Economia Politica Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3°ed., 2004, Zanichelli Cap 15 Il monopolio Inquadramento generale In questa sezione prenderemo in esame il funzionamento di un mercato di monopolio, nel quale opera una sola impresa. Dopo avere esaminato da quali fattori dipende l’esistenza dei monopoli, studieremo il comportamento del monopolista che decide la quantità da offrire nel mercato per massimizzare i propri profitti. Vedremo poi la riduzione del benessere della collettività causata dalla presenza del monopolio e le conseguenti politiche pubbliche che cercano di risolvere questo problema. Obiettivi di apprendimento •capire perché in alcuni mercati opera solo un’impresa •esaminare come il monopolista determina la quantità e il prezzo per i consumatori •esaminare come la presenza di monopolio influenza il benessere della collettività •considerare come le politiche pubbliche cercano di risolvere il problema del monopolio •esaminare la discriminazione di prezzo Il mercato di monopolio Un’impresa è considerata un monopolio se è la sola venditrice del suo prodotto che quindi non ha sostituti. In questo caso il prezzo è deciso dal monopolista in base ai costi ed alla domanda che ha di fronte (il monopolista è price maker) Cause del monopolio: esistono barriere all’entrata nel settore che proteggono la posizione dell’unica impresa esistente •Proprietà delle risorse chiave (risorse naturali, diamanti, fonti d’acqua) •Diritto esclusivo di produzione concesso dallo Stato (monopoli legali, brevetti, copyright) •I costi di produzione rendono un singolo produttore più efficiente di una molteplicità di produttori (monopolio naturale) Economie di scala come causa del monopolio naturale. Costi Costi medi totali 0 Quantità All’aumentare della scala di produzione, i Costi medi totali continuano a ridursi. E’ più efficiente per la collettività avere una sola grande impresa che serve tutto il mercato. Concorrenza Molti produttori Curva di domanda orizzontale Prende il prezzo di mercato Può vendere qualunque quantità al prezzo di mercato (a) P Curva di domanda impresa concorrenziale Monopolio Un solo produttore Fronteggia una curva di domanda inclinata negativamente (la curva di mercato) Può stabilire il prezzo Per incrementare la quantità di prodotto venduta deve ridurre il prezzo (b) Curva domanda monopolio P Il monopolista può scegliere il punto della curva di domanda in cui collocarsi, ma non può collocarsi al di fuori. Domanda Domanda 0 Q 0 Q Il ricavo di un monopolista Nel caso del monopolio, il Ricavo Totale e il Ricavo marginale hanno un andamento diverso, rispetto a quanto abbiamo visto prima nel caso della concorrenza perfetta. Il Ricavo marginale è sempre inferiore al Prezzo. Il monopolista fronteggia una curva di domanda inclinata negativamente, e quindi per vendere una quantità in più deve vendere ad un prezzo più basso non solo l’ultima unità del bene, ma anche tutte quelle precedenti. Quando il monopolista aumenta la Q subisce due effetti sul RT: aumenta Q ma diminuisce P. Quindi il RT aumenta se l’effetto su P è minore di quello su Q. P 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 –1 –2 –3 –4 Q P RT RMe 0 11 0 - 1 10 10 10 2 9 18 9 3 8 24 8 4 7 28 7 5 6 30 6 6 5 30 5 7 4 28 4 8 3 24 3 2 3 4 10 8 6 4 2 0 -2 -4 Domanda (ricavo medio = P) Ricavo marginale 1 RMa 5 6 7 8 Q La curva del ricavo marginale, ha la stessa intercetta della curva del prezzo (domanda), ha una inclinazione doppia, diventa negativa quando il RT inizia a diminuire. Copyright © 2004 South-Western La massimizzazione del profitto L’obiettivo del monopolista è sempre la massimizzazione del profitto: max Π = RT - CT anche in questo caso la condizione di massimizzazione richiede che venga prodotta la quantità per la quale il costo dell’ultima unità è uguale al ricavo dell’ultima unita: CMa = RMa Trovata la quantità, si determina sulla curva di domanda il prezzo al quale i consumatori saranno disposti ad acquistare questa quantità. Costi, Ricavi 2. . . . e la curva di domanda identifica il prezzo relativo a questa quantità.. 1. L’intersezione tra costo marginale e ricavo marginale determina la quantità che rende massimi i profitti . . . B Prezzo monopolio CMeT A Domanda Costo marginale Ricavo marginale 0 Q A sinistra di QMAX CMa < RMa conviene aumentare la Q QMAX Q A destra di QMAX CMa > RMa conviene diminuire la Q Q Π = RT – CT moltiplicando e dividendo per Q: Π = [(RT/Q) – (CT/Q)]• Q = = (RMe-CMeT) • Q = = (P-CMeT) • Q = Profitti di monopolio C, R area EBCD CMa E Prezzo monopolio B Profitti monopolio Costo medio totale D CMeT C Domanda Ricavo marginale 0 QMAX Q I costi del monopolio in termini di benessere Contrariamente a quanto avviene per l’impresa concorrenziale, il monopolista pratica un prezzo che è sempre superiore al costo marginale. Rispetto al mercato concorrenziale, la quantità è più bassa ed il prezzo più alto. Questo crea una perdita per il consumatore ed un guadagno per il monopolista. Per la quantità di monopolio la disponibilità a pagare dei consumatori (prezzo del bene) è superiore al costo necessario per produrre il bene stesso (CMa). Si determina una riduzione del benessere per la collettività (perdita secca) rispetto all’equilibrio efficiente di concorrenza perfetta. P E Condizione di equilibrio A Concorrenza: CMa = P (PC, QC) PM Monopolio: B CMa = RMa (PM, QM) C PC CMa RMa QM D QC Concorrenza Monopolio Q Rendita consumatore A+B+C A Rendita produttore nessuna B Perdita secca nessuna C Monopoli e Politica Economica Interventi per controllare i monopoli e quindi ridurre la perdita secca: •stimolare la concorrenza nei settori monopolistici (politiche antitrust) •trasformare alcuni monopoli privati in imprese a proprietà pubblica regolamentare il prezzo praticato delle imprese monopolistiche Le ultime due politiche si applicano in genere quando esiste un monopolio naturale, ossia i costi fissi sono talmente elevati rispetto ai costi marginali, che il costo medio totale tende sempre a decrescere e quindi rende più efficiente l’esistenza sul mercato di una sola impresa. Vediamo in dettaglio il caso in cui l’autorità pubblica decida di regolamentare i prezzi praticati dal monopolista (ad esempio nella fornitura di servizi pubblici quali acqua, gas, elettricità) Se l’autorità pubblica, per massimizzare il benessere sociale, imponesse al monopolista: P = CMa si avrebbe P < CMeT e quindi l’impresa subirebbe delle perdite che potrebbero essere coperte dalla fiscalità generale. In pratica si tende a fissare P = CMeT, impedendo al monopolista di avere extra profitti e accettando una ridotta perdita secca. P Eq con prezzo regolamentato e zero profitti perdite Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Eq concorrenza, con perdite Q La discriminazione di prezzo La discriminazione di prezzo è quella pratica economica per la quale un produttore vende lo stesso bene a prezzi diversi a consumatori diversi. La discriminazione è possibile solo se l’impresa riesce a separare i consumatori in base alla loro disponibilità a pagare (separazione geografica, età, sesso, professione). Esempio numerico di discriminazione 2 categorie di compratori 100 persone disposte a pagare € 30. 400 persone disposte a pagare € 5 RT = € 3.000 RT = € 2.500 (400 x 5 + 100 x 5) Supponiamo un costo costante pari a € 2.000 (rimborso autore) Il monopolista massimizza il profitto (€ 1.000) fissando un prezzo di € 30 Si genera una Perdita secca € 2.000 (le 400 persone disposte a pagare €5) Se le due categorie di persone fossero 2 mercati separati e si potesse attuare la discriminazione di prezzo il RT = € 5.000, Profitti = € 3.000; non ci sarebbe perdita secca. Il benessere collettivo sarebbe maggiore (anche se tutto a favore del monopolista che discrimina) Esempi di discriminazione Biglietti del cinema: (giovani e anziani, giorni della settimana, si sfrutta la condizione di monopolio locale) Biglietti aerei: (separare chi viaggia per lavoro da chi lo fa per turismo dato che hanno diverse elasticità della domanda; giorni della settimana, permanenza weekend) Buoni sconto: (chi ha tempo e poco reddito raccoglie i buoni sconto, chi ha un alto reddito non perde tempo per farlo) Sconti quantità: (spesso la disponibilità a pagare per una unità aggiuntiva decresce al crescere della quantità) La discriminazione di prezzo e benessere Nel caso in cui il monopolista fosse in grado di discriminare perfettamente il prezzo tra i consumatori, riuscirebbe ad appropriarsi di tutto il surplus, la rendita del consumatore sarebbe nulla e si eliminerebbe la perdita secca. (a) Monopolista con prezzo unico P Surplus consumatore P monopolio Perdita secca Profitto CMa RMa 0 D Q Q venduta (b) Monopolista con perfetta discriminazione di prezzo P Profitto CMa D 0 Q venduta Q