Rev. 04.05.2012 COLENORM PLUS E CONCORRENTI COLENORMPLUS Integratore alimentare a base di Riso rosso fermentato, Resveratrolo e Policosanoli ad azione antiossidante con Cromo, indicato per favorire il corretto metabolismo del colesterolo. Confezione: 30 compresse Prezzo al pubblico: 25 € Dosaggio: 1 cpr/die Costo terapia giornaliera: 83 centesimi Apporto degli ingredienti nutrizionali Resveratrolo Policosanoli Octacosanolo Riso rosso fermentato Monacolina K Cromo picolinato Per dose (1 cpr) 20 mg 20 mg 12 mg 200 mg 3 mg 50 mcg %RDA 125 ARMOLIPID INDICAZIONI: i nutrienti di armolipid esercitano effetti favorenti il controllo del colesterolo plasmatico ad integrazione di una dieta globalmente adeguata a tal fine. CONFEZIONE: 30 CPR e 20 CPR PREZZO: 21 EURO - 15 EURO - costo terapia giornaliera: 0.70€/0.75€ DOSAGGIO: 1 CPR/DIE INFORMAZIONI NUTRIZIONALI POLICOSANOLI Riso rosso fermentato titolato al 1.5% in MONACOLINA ACIDO FOLICO COENZIMA Q10 MICROALGHE e.s titolate a 2.5% in ASTAXANTINA 1 COMPRESSA 10 mg 3 mg 200 mcg 2 mg 0.5 mg VANTAGGI DI COLENORM PLUS RISPETTO A ARMOLIPID 1. Colenorm plus contiene 20 mg di Resveratrolo un potente antiossidante per il quale è stato dimostrato che: contrasta i primi stadi della formazione della placca aterosclerotica e pertanto gli vengono attribuite proprietà cardio protettive. Favorisce la produzione di ossido nitrico che rilassa e dilata le arterie Previene l’aggregazione piastrinica rallenta le malattie tumorali possiede attività antivirale 1 Rev. 04.05.2012 inibisce il deposito di colesterolo e trigliceridi è considerato un fitoestrogeno anti-aging antinfiammatorio neuro protettore infine il resveratrolo è una molecola che viene ben assorbita, rapidamente metabolizzata (i suoi metaboliti vengono poi eliminati con le urine) e per la quale non è stata riscontrata alcuna tossicità. 2. il quantitativo di policosanoli è doppio in colenormplus quindi avrò una maggiore azione sulla riduzione della sintesi del colesterolo (per carenza dell’enzima HMGCOA reduttasi) 3. in colenorm plus è presente il cromo picolinato per il quale è stato dimostrato che la carenza provoca: aumento dei livelli plasmatici di colesterolo e di trigliceridi aumento di incidenza di placche aterosclerotiche nell’aorta lesioni corneali diminuzione della fertilità il cromo inoltre: diminuisce il glucosio ematico diminuisce l’insulino resistenza diminuisce la quantità dei grassi nel sangue (lipidi) indirettamente ha quindi una influenza su: riduzione del colesterolo plasmatico contrasta la sindrome metabolica riduce il rischio di patologie cardiovascolari In armolipid è presente come antiossidante l’Astaxantina e il coenzima Q10 che è un catalizzatore per le reazioni energetiche. “SVANTAGGI” DI COLENORM PLUS RISPETTO A ARMOLIPID Il medico potrebbe dire che in Armolipid è presente anche l’acido folico… a che scopo aggiungere l’acido folico in un prodotto ipocolesterolemizzante? È stato messo per ridurre/controllare l’omocisteina plasmatica! Ricordiamo al medico che l’omocisteina plasmatica non si controlla solo con l’acido folico ma anche con la vitamina B12 B6 B2 e che quindi in questo caso conviene dare al paziente il NORMOCIS400! COLENORM PLUS è più caro, 0.88 €. Colenorm-20 invece è meno caro, 0.55 €. ARMOLIPID PLUS INDICAZIONI: i nutrienti di armolipid plus esercitano effetti favorenti il controllo del colesterolo e dei trigliceridi plasmatici ad integrazione di una dieta globalmente adeguata a tal fine. CONFEZIONE: 20 CPR PREZZO: 21,50 EURO - costo terapia giornaliera 1.075 € DOSAGGIO: 1 CPR/DIE INFORMAZIONI NUTRIZIONALI Berberis aristata estratto secco titolato al 85% in berberina Riso rosso fermentato titolato al 1.5% in MONACOLINA K MICROALGHE e.s titolate a 2.5% in ASTAXANTINA 2 1 COMPRESSA 588 mg 500 mg 200 mg 3mg 20 mg 0.5 mg Rev. 04.05.2012 Saccharum officina rum estratto secco titolato in POLICOSANOLO ACIDO FOLICO COENZIMA Q10 11.2 mg 10 mg 200 mcg 2 mg VANTAGGI/”SVANTAGGI” DI COLENORM PLUS RISPETTO A ARMOLIPID PLUS Vale quanto detto sopra per Armolipid ma c’è un vantaggio in più, colenormplus è meno caro di Armolipid plus…IL 23 % IN MENO! Il medico potrebbe obiettare dicendo che Armolipid plus è più efficace perché contiene in più la berberina. La berberina infatti stimola l’espressione dei recettori LDL aumentando i livelli di RNA messaggero. La maggiore disponibilità di questi recettori determina un maggiore uptake epatico del colesterolo plasmatico e quindi di conseguenza una sua riduzione. Inoltre la berberina inibisce la biosintesi dei trigliceridi. Anche colenorm plus agisce sulla riduzione dei trigliceridi grazie al resveratrolo, al cromo plicolinato e ai policosanoli e la sua efficacia nella riduzione del colesterolo plasmatico sta nell’avere un maggior quantitativo di policosanoli in più rispetto a armolipid plus (quindi può compensare l’attività di aggiunta di un altro ingrediente). ARMOLIPID PREV INDICAZIONI: i nutrienti di armolipidprev esercitano effetti favorenti il controllo del colesterolo e dei trigliceridi plasmatici ad integrazione di una dieta globalmente adeguata a tal fine. Armolipid prev aiuta l’eliminazione dei liquidi in eccesso e contribuisce a mantenere nella norma la pressione arteriosa. CONFEZIONE: 20 CPR PREZZO: 23 EURO – costo terapia giornaliera: 1.15€ DOSAGGIO: 1 CPR/DIE INFORMAZIONI NUTRIZIONALI Berberis aristata estratto secco titolato al 85% in berberina Orthosiphon stamineus estratto secco titolato 0.2% SINENSETINA Riso rosso fermentato titolato al 5% in Monacolina k Saccharum officinarum estratto secco titolato in POLICOSANOLO ACIDO FOLICO COENZIMA Q10 1 COMPRESSA 588 mg 500 mg 300 mg 0.6 60 mg 3mg 11.2 mg 10 mg 200 mcg 15 mg VANTAGGI/”SVANTAGGI” DI COLENORM PLUS RISPETTO A ARMOLIPID PREV Vale quanto detto sopra per Armolipid e armolipid plus con anche sempre il vantaggio in più che colenormplus è meno caro. In Armolipid prev è presente in più l’Orthosiphon stamineus che ha una azione favorente l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Favorisce l’eliminazione di acqua, scorie azotate e acido urico attraverso le urine. 3 Rev. 04.05.2012 COLESTAT - DIFASS Confezione da 30 capsule prezzo 18.50 – costo terapia giornaliera: 0.61 DOSAGGIO: 1 CPS/DIE ingredienti Niacina (VITPP) Acido folico Vitamina E Vitamina B6 Vitamina B12 Monascus purpureus titolato al 1.5% in mevinolina Alcoli alifatici lineari titolati all’60% in octacosanolo Camelia sinensis titolata al 40% in polifenoli Per capsula 27 mg 300 mcg 20 mg 2 mg 1 mg 200 mg 10 mg 144 mg VANTAGGI/”SVANTAGGI” DI COLENORM PLUS Colestat contiene vitamine per il controllo dell’omocisteina ma di dosaggio nettamente inferiore rispetto a Normocis400 Per l’azione ipocolesterolemizzante contiene il riso rosso fermentato titolato mevinolina che è simile alle levostatina (3 mg) ma un quantitativo inferiore di octacosanolo (solo 6 mg). Come azione antiossidante contiene il tè verde ma sotto dosato. COLESTAT è più caro di colenorm-20; meno caro di colenorm plus ANTILIP – BRACCO Integratore alimentare a base di poliglucosammina, fitosteroli e monacolina K Poliglucosamina (fibra alimentare) Glucosamina Brassica campestris Pari a fitosteroli Monascus purpureus Pari a monakolina K Vitamina C (acido ascorbico) Per 100 g 29,335 g Inferiore a 10 ppm 25.468 g 24.194 g 24.194 g 0.363 g 1.935 g Per dose (1cpr) 182 mg Inferiore a 10 ppm 157.9 mg 150 mg 150 mg 2.25 mg 12 mg %RDA/dose 15% Confezione da 20 - prezzo 20€ - costo terapia giornaliera: 1 € Proprietà: favorisce il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue nell’ambito di una dieta adeguata Modalità d’uso: 1 cpr/die mezz’ora prima del pasto serale. È consigliabile dopo l’assunzione bere molti liquidi, per facilitare la progressione della fibra nel tratto gastrointestinale VANTAGGI/”SVANTAGGI” DI COLENORM PLUS contiene un quantitativo inferiore a colenorm di monakolina k; come antiossidante contiene la vitamina C ma a basso dosaggio. È più caro di colenorm plus Contiene: la poliglucosamina che è una fibra naturale, che si ricava dal guscio dei crostacei marini, dotata di particolari caratteristiche che le consentono di legare a sé i lipidi con i quali 4 Rev. 04.05.2012 entra in contatto quindi anche il colesterolo; I fitosteroli che sono composti naturali presenti negli oli vegetali, nei cereali, nella frutta e nella verdura. I fitosteroli interessano i nutrizionisti perché hanno delle notevoli analogie strutturali con il colesterolo, al punto da poterlo sostituire, con un effetto competitivo, a livello dei recettori intestinali o nelle micelle che permettono l’assorbimento dei grassi nell’intestino. Per la riduzione del colesterolo gli studi scientifici consigliano però l’assunzione di 2g/die per abbassare del 10% il livello di LDL quindi nel prodotto sono sotto dosati. TOKABER – POLIFARMA Integratore alimentare per favorire il metabolismo del colesterolo, trigliceridi e carboidrati. Controlla i lipidi plasmatici, favorisce la riduzione del glucosio ematico, azione antiossidante a livello endoteliale Dose per 2 cpr 180 mg 1300 mg 100 mg Polverizzato di foglie di Olea Europea L. Essicato di succo di Bergamotto Vitamina C (acido ascorbico) %RDA 125 Confezione da 30 cpr da 1 gr – prezzo: 20 € - costo terapia giornaliera: 1,33€ Modalità d’uso: 2 cpr/die 10-20 minuti prima dei pasti principali VANTAGGI/”SVANTAGGI” DI COLENORM PLUS Più caro di colenorm plus. Non contiene la monacolina K! Il bergamotto favorisce il controllo di colesterolo e trigliceridi. Ha una attività antiossidante. Il ministerò però non gli attribuisce claim salutistici quindi probabilmente queste attività devono essere ancora dimostrate. L’ulivo ha un’azione sul metabolismo di lipidi e carboidrati, normalizza la circolazione ematica, ha attività antiossidante. COLESTERASE – WP srl –healtcare products Integratore alimentare, a base di RISO ROSSO FERMENTATO, POLICOSANOLI e VITAMINA E. DOSAGGIO: 1 CPS/DIE Confezione da 30 capsule prezzo 16.50 – costo terapia giornaliera: 0.55€ Stesso prezzo di di colenorm-20; meno caro di colenorm plus REDULIP – For Farma Per favorire il fisiologico controllo ematico del colesterolo e trigliceridi ad integrazione di una dieta globalmente adeguata. Integratore alimentare ad azione antiossidante a base di: ingredienti Per capsula 200 mg 200 mcg 3 mg 2 mg 1 mg 400 mg 10 mg 200 mcg Riso Rosso fermentato Acido folico Estratto di carciofo Vitamina B6 Vitamina B12 Resveratrolo Coenzima Q10 cromo 5 Rev. 04.05.2012 ESTRATTO DI CARCIOFO: Sostanza naturale che agisce come epatoprotettore, regolatore della funzionalità epatica e quindi contribuisce al fisiologico mantenimento dei livelli di colesterolo. ACIDO FOLICO, VITAMINA B12 E B6: Vitamine che, in associazione, controllano il livello di omocisteina, il cui accumulo rappresenta un importante fattore di rischio nelle patologie cardiovascolari. COENZIMA Q10: L’adeguato apporto (mg10) di Coenzima Q10 contenuto nel Redulip, consente di sopperire alla carenza di tale sostanza, indispensabile per gli scambi energetici a livello cellulare, che si manifesta in presenza di disturbi cardiovascolari e in caso di assunzione di prodotti ipolipidemizzanti. DOSAGGIO: una compressa al giorno Confezione da 30 cpr prezzo 25 € BERBEROL – PHARMAEXTRACTA Consigliato in caso di ipercolesterolemia, diabete, sindrome metabolica ingredienti Berberina Silimarina Per compressa 500 mg 105 mg La berberina stimola l’espressione dei recettori LDL aumentando i livelli di RNA messaggero. La maggiore disponibilità di questi recettori determina un maggiore uptake epatico del colesterolo plasmatico e quindi di conseguenza una sua riduzione. Inoltre la berberina inibisce la biosintesi dei trigliceridi e ha proprietà ipoglicemizzanti. La silimarina serve per aumentare la biodisponibilità della berberina Non contenendo molecole statino simili può essere utilizzato come coadiuvante alla terapia con statine. DOSAGGIO: 2 compresse al giorno Confezione da 30 cpr prezzo 15€ 6 Rev. 04.05.2012 SCHEMA RIASSUNTIVO COLENORMPLUS/CONCORRENTI (DOSAGGI PER UNA COMPRESSA/CAPSULA DIE) Apporto degli ingredienti nutrizionali COLENORM ARMOLIPID ARMOLIPID ARMOLIPID PLUS PLUS PREV Resveratrolo 20 mg Policosanoli titolati in 20 mg***** Octacosanolo Monacolina K Cromo picolinato 3 mg ANTILIP 10 mg**** 10 mg**** 10 mg**** 10 mg****** 200 mg* 200 mg* 60 mg** 3 mg 3 mg 3mg 200 mg*** 150 mg 200 mg 2,5 mg 50 mcg 200 mcg acido folico 200 mcg 200 mcg 200 mcg coenzima Q10 2 mg 2 mg 15 mg microalghe e.s titolate a 2.5% 20 mg 20 mg 0.5 mg 0.5 mg in astaxantina REDULIP Berberis aristata estratto secco titolato al 85% in berberina 588 mg 588 mg 500 mg 500 mg Orthosiphon stamineus estratto secco titolato 0.2% in 300 mg sinensetina 0,6 mg 300 mcg 200 mcg 10 mg 1000 mg Niacina (VITPP) 27 mg Vitamina E 20 mg Vitamina B6 2 mg 2 mg Vitamina B12 1 mg 1 mg Camelia sinensis titolata al 40% in polifenoli 144 mg Poliglucosamina (fibra alimentare) 182 mg******* Brassica campestris 157.9 mg pari a fitosteroli 150 mg Vitamina C (acido ascorbico) 150 mg Polverizzato di foglie di Olea Europea L. 180 mg Essicato di succo di Bergamotto 1300 mg Vitamina C (acido ascorbico) Estratto carciofo BERBEROL (i dosaggi indicati sono per 2 cpr) 400 mg 12 mg Riso rosso 200 mg* fermentato COLESTAT TOKABER (i dosaggi indicati sono per 2 cpr) 12 mg di 100 mg 3 mg * titolato all'1,5% in monacolina K **** da Saccharum officinarum titolato in policosanoli ** titolato al 5% in monacolina k *****policosanoli da crusca di riso tit. al 60% in octacosanolo 7 Rev. 04.05.2012 *** titolato al 1.5% in mevinolina ****** Alcoli alifatici lineari titolati all’60% in octacosanolo ******* glucosamina inferiore a 10ppm STATINE Da www.farmacovigilanza.it Effetti avversi associati alla terapia con statine (Alessandro Oteri, Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina) PREMESSA Numerosi trials clinici hanno chiaramente dimostrato che l’uso di statine è associato a notevoli benefici in prevenzione primaria e secondaria cardiovascolare, in soggetti ad elevato rischio (1,2). In Italia, la terapia ipolipemizzante con statine è soggetta a rimborso da parte del Sistema Sanitario Nazionale nelle seguenti condizioni (NOTA 13): dislipidemia familiare in prevenzione primaria, nei soggetti a rischio elevato di un primo evento cardiovascolare maggiore in prevenzione secondaria nei soggetti con coronaropatia documentata, pregresso ictus, arteriopatia obliterante periferica o pregresso infarto o diabete, nei casi in cui l’ipercolesterolemia non può essere corretta dalla sola dieta. Il ritiro della cerivastatina (Baycol-Bayer) dal mercato degli Stati Uniti avvenuto nel 2001, ha richiamato l’attenzione nei confronti della sicurezza delle statine. Un consultivo clinico del 2002 realizzato American College of Cardiology/American Heart Association/National Heart, Lung and Blood Institute (ACC/AHA/NHLBI), ha fornito linee guida e raccomandazioni inerenti la selezione dei pazienti, la diagnosi di miopatia ed il monitoraggio appropriato durante la terapia con statine. Le conclusioni del consultivo sono state le seguenti: “le statine si sono dimostrate estremamente sicure nella stragrande maggioranza dei pazienti che ne fanno uso, tuttavia esse non sono totalmente esenti da effetti collaterali e come tutti i farmaci il loro uso dovrebbe essere effettuato in maniera appropriata e con giudizio”(3). Di seguito vengono discussi i principali effetti avversi associati all’uso di statine, puntando l’attenzione in particolare alla prevalenza, ai meccanismi con cui questi si manifestano ed ai fattori di rischio ad essi correlati. DIFFERENZE TRA LE STATINE Alterazioni nell’assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione delle statine possono essere indotte da differenze farmacocinetiche intrinseche o da disfunzioni d’organo (4,5). Tre delle statine attualmente disponibili (atorvastatina, simvastatina e fluvastatina) sono dei composti lipofili che necessitano di essere metabolizzati a prodotti maggiormente polari prima di essere escrete dai reni (6,7). La pravastatina e rosuvastatina sono statine idrofile caratterizzate da una minore distribuzione nelle cellule non epatiche. In teoria tali statine dovrebbero più difficilmente causare miopatia (8). INTERAZIONI FARMACOLOGICHE Circa 40 differenti citocromi P (CYP) sono presenti negli esseri umani, molti dei quali rappresentano degli importanti mediatori del metabolismo dei farmaci (9). Ad esclusione della pravastatina, tutte le statine sono soggette, a livello epatico, al metabolismo di fase 1 mediato dagli isoenzimi del CYP 450 (6,7). L’isoenzima CYP3A4 è responsabile del metabolismo di atorvastatina, lovastatina e simvastatina, mentre fluvastatina e rosuvastatina vengono metabolizzate principalmente dall’isoenzima CYP2C9. Anche la rosuvastatina viene metabolizzata dal CPY2C9, ma il suo metabolismo è minimo dato che solo il 10% della dose somministrata viene ritrovata sottoforma di metaboliti. Le interazioni farmacologiche che coinvolgono il sistema CYP possono manifestarsi sotto forma di (5,6): inibizione del metabolismo. induzione del metabolismo. competizione di più substrati per lo stesso enzima con conseguente inibizione del metabolismo. Se un isoenzima fondamentale per il metabolismo dei farmaci viene parzialmente o totalmente inibito, i livelli plasmatici di una statina possono aumentare in maniera drammatica, ponendo i pazienti a rischio di eventi avversi (10). Per contro, i farmaci che inducono l’attività enzimatica possono portare ad una riduzione dei livelli plasmatici delle statine con conseguente riduzione della loro efficacia. Infine, se più farmaci vengono metabolizzati dallo stesso isoenzima, questi possono competere per l’enzima e ciò può 8 Rev. 04.05.2012 comportare la riduzione del metabolismo e della clearance di uno o di entrambi i composti. Alcuni degli isoenzimi del CYP 450 presentano dei polimorfismi ben documentati (per es. CYP2D6, 2C9 e 2C19) mentre altri ne sono privi (per es. CYP3A4 e CYP3A5). Quale sia l’importanza dal punto di vista funzionale dei polimorfismi non è comunque chiaro (9,11,12). Se un polimorfismo è chiaramente presente ed attivo, nell’ambito di una popolazione vi possono essere individui che metabolizzano il farmaco in maniera estensiva ed individui che lo metabolizzano in maniera ridotta. Molti pazienti che assumono statine, oltre ad essere affetti da ipercolesterolemia, possono presentare patologie cardiovascolari per le quali sono sottoposti a terapie farmacologiche. In questo senso, particolarmente interessanti sono i calcio antagonisti non diidropiridinici quali verapamil e diltiazem che agiscono da inibitori del CYP3A4 e che quindi possono causare un incremento dei livelli plasmatici di statine. Diversamente da questi, le diidropiridine (per es. nifedipina o amlodipina) non alterano la funzionalità di questo isoenzima e quindi non danno interazioni con le statine. Altri farmaci comunemente prescritti che inibiscono il CYP3A4 comprendono: macrolidi (quali eritromicina, claritromicina e telitromicina) e antimicotici azolici (per es. itraconazolo e ketoconazolo) mentre azitromicina e fluconazolo non interferiscono col CYP3A4 (13-18). Poiché la pravastatina e la rosuvastatina non vengono metabolizzate dal CYP3A4, queste statine danno più raramente interazioni farmacologiche basate su questo meccanismo d’azione (10). Rätz Bravo e coll. (19) hanno effettuato uno studio crociato su 2.742 pazienti ambulatoriali usando uno screening elettronico per la valutazione delle interazioni farmacologiche delle statine. Gli autori hanno osservato che 190 pazienti (6.9%) hanno manifestato un totale di 198 interazioni farmacologiche potenzialmente pericolose tra una delle 4 statine studiate (simvastatina, atorvastatina, pravastatina e rosuvastatina) ed altri farmaci. I farmaci maggiormente coinvolti in tali interazioni sono stati i fibrati o la niacina (il 9.5% dei pazienti che hanno manifestato interazioni farmaci-statine), gli inibitori del CYP3A4 (70.5%), la digossina (22.6%) e la ciclosporina (1.6%). Un’analisi effettuata su un database canadese ha evidenziato che i farmaci maggiormente associati ad incremento dei livelli plasmatici di statine sono l’eritromicina (8,2% dei pazienti), l’omeprazolo (5,5%), la cimetidina (3,6%) e la claritromicina (3,5%). E’ interessante notare come il gemfibrozil e il fenofibrato presentano un diverso rischio di interazioni con le statine (20). Prueksaritanont e coll. (21), usando epatociti umani, hanno evidenziato che l’interazione farmacocinetica tra il gemfibrozil e le statine non è dovuto all’effetto inibitorio del fibrato quanto piuttosto alla sua capacità di influenzare l’ossidazione e la glucuronidazione delle statine, meccanismo che non coinvolge il CYP3A4. La glucuronidazione è una reazione di coniugazione il cui scopo è quello di incrementare l’idrosolubilità dei farmaci favorendone l’eliminazione attraverso l’emuntorio renale. Le interazioni farmacologiche mediate dalla glucuronidazione coinvolgono principalmente le statine lipofile. Le differenze in termini di rischio osservate per i fibrati potrebbero essere dovute al fatto che il fenofibrato, diversamente dal gemfibrozil, non influenza il meccanismo della glucuronidazione. Un altro potenziale meccanismo alla base dell’interazione statine-fibrati potrebbe essere quello che coinvolge un trasportatore epatico, l’Organic Anion Transporting Polypeptide 2 (OATP2 altrimenti noto come OATP1B1). L’inibizione di questo trasportatore da parte del gemfibrozil potrebbe incrementare i livelli plasmatici delle statine, in particolare di simvastatina, atorvastatina, pravastatina e rosuvastatina, che sono substrati del OATP2 (22-24). Inoltre, è possibile che mutazioni nel gene che controlla la produzione del OATP2 possono essere responsabili della variabilità individuale nella risposta farmacocinetica e farmacodinamica alle statine (24,25). Un meccanismo d’azione simile potrebbe essere coinvolto nell’interazione tra ciclosporina e rosuvastatina (26) . Per contro, Martin e coll. (27) hanno osservato solo delle minime variazioni nella farmacocinetica della rosuvastatina quando questa viene associata al fenofibrato. Molte statine sono substrato della glicoproteina P, un trasportatore presente nell’intestino tenue che può ridurre la biodisponibilità dei farmaci somministrati per via orale (28). La rosuvastatina è un noto substrato della glicoproteina P. Gli inibitori della calcineurina (per es. la ciclosporina o il sirolimus) sono dei potenti inibitori della glicoproteina P. Questi farmaci, che vengono solitamente utilizzati per prevenire il rigetto d’organo nei pazienti trapiantati, possono causare alterazioni lipidiche ed accelerare la progressione dell’aterosclerosi. I trapiantati sono perciò un gruppo di pazienti ad elevato rischio di patologie cardiovascolari che spesso necessitano di effettuare terapie con statine, ma che, proprio per l’interazione farmacologica statine-immunosoppressori, possono presentare un maggior rischio di miopatie, causate dall’incremento dei livelli plasmatici delle statine (4,5,26,29,30). Tuttavia, con un opportuno monitoraggio e aggiustando le dosi, la terapia con statine è raccomandata nei pazienti trapiantati, allo scopo di ridurne il rischio cardiovascolare e aumentarne l’aspettativa di vita (31). 9 Rev. 04.05.2012 EPATOTOSSICITÀ Prevalenza Sulla base dei dati provenienti dai trials clinici e dalle review delle segnalazioni cliniche, l’incremento dei livelli di transaminasi, valutati nei test di funzionalità epatica (TFE), a livelli clinicamente significativi (generalmente definiti come 3 volte superiori alla norma), sono stati osservati in una percentuale variabile tra lo 0,5% ed il 2% dei pazienti che assumono statine e sono risultate solitamente dose dipendenti (3,32,33). La maggior parte delle alterazioni epatiche si manifestano generalmente entro i primi 3 mesi di terapia (34) . L’incremento dei livelli di transaminasi ai TFE non sempre si manifesta al rechallenge o quando la statina viene sostituita (35). Nel caso delle tre principali statine, l’incremento dei valori di transaminasi a livelli 3 volte superiori alla norma, osservato in due o più occasioni consecutive, è riportato nella tabella 1 (19-23): Tabella 1 Statina Dosaggio (mg) Incremento dei livelli di transaminasi (%) Rosuvastatina 5 10 20 40 0,4 0 0 0,1 Atorvastatina 10 20 40 80 0,2 0,2 0,6 2,3 Simvastatina 40 80 0,9 2,1 Ezetimibe/simvastatina In generale 1,7 10/80 2,6 Appare interessante notare come l’incremento dei valori di transaminasi a livelli significativi, in due o più occasioni, si manifesti nel caso dell’associazione ezetimibe/simvastatina con un’incidenza superiore a (36) quella delle altre statine somministrate in monoterapia . Le disfunzioni epatiche indotte da statine sono solitamente rare e accompagnate da incrementi asintomatici dei livelli di transaminasi o da colecistite acuta. Nella maggior parte dei casi comunque i valori di transaminasi rientrano nella norma al momento in cui viene ridotta la dose di farmaco somministrato mentre in casi rarissimi si può avere un peggioramento dei sintomi con comparsa di insufficienza renale (3). Meccanismo patogenetico Alcuni test di funzionalità epatica sono aspecifici e dei risultati anormali possono essere indicativi di un’interazione pericolosa tra un farmaco e le cellule epatiche, ma possono anche riflettere un quadro patologico non correlato al farmaco, quale ad esempio un’infezione sistemica aspecifica (37). Un lieve incremento dei livelli di transaminasi può essere presente prima di iniziare una terapia farmacologica; ciò si è reso evidente nei pazienti trattati con placebo nei quali si è avuto uno 0,4% dei casi caratterizzati da (38,39) incremento dei livelli di ALT a valori 3 volte superiori alla norma . Visto che lievi e precoci incrementi dei livelli di transaminasi non sono predittivi di un susseguente maggiore rischio di innalzamenti persistenti e a valori 3 volte superiori alla norma, i medici non dovrebbero preoccuparsi di utilizzare le statine nei pazienti con variazioni minori negli enzimi epatici, sebbene questi necessitino di un monitoraggio costante e/o di un aggiustamento della dose nel caso in cui i valori di transaminasi giungano a livelli significativi (38). Fattori di rischio La colestasi e patologie epatiche attive rappresentano delle controindicazioni all’uso delle statine. Non esistono comunque evidenze che indichino un’esacerbazione di patologie epatiche indotte dalle statine (3). Le statine non sembrano peggiorare il quadro clinico nei pazienti con innalzamento cronico dei livelli di transaminasi secondario ad epatite virale ed il trattamento dell’iperlipidemia nei pazienti con fegato grasso può realmente migliorare l’alterazione dei livelli di transaminasi (3). MIOPATIA E RABDOMIOLISI Prevalenza Le statine sono associate a disturbi muscolari che variano da debolezza muscolare e crampi a mialgia con 10 Rev. 04.05.2012 o senza innalzamento dei livelli di creatin kinasi (CK), lieve incremento dei livelli di CK o miosite e rabdomiolisi (40). La mialgia è la meno grave, ma anche la più frequente manifestazione di tossicità muscolare. La rabdomiolisi potenzialmente associata a insufficienza renale è invece la meno frequente, ma anche la più grave di queste manifestazioni patologiche. La rabdomiolisi è una sindrome derivante da un danno del sarcolemma che determina il rilascio nel circolo ematico di sostanze contenute nei miociti scheletrici (mioglobina, acido urico ed elettroliti). Alla base di questa patologia vi possono essere numerose cause tra le quali la terapia con statine (41). Sulla base dei risultati provenienti da 30 trials clinici randomizzati, la mialgia è stata notata in una percentuale compresa tra lo 0 ed il 32,9% dei pazienti (contro il 33,2% dei casi osservati nei gruppi di controllo). Dai dati provenienti dalla pratica clinica si osserva che la mialgia è stata riportata in un range compreso tra l’1% ed il 5% per la maggior parte dei pazienti trattati (42-46). L’incremento dei livelli di CK è risultato compreso tra lo 0 ed il 4,9% dei casi (nella maggior parte degli studi meno dell’1% dei pazienti trattati con statine ha manifestato tale evento avverso). La miosite è stata osservata in 49 pazienti su 42.323 trattati (0,12%) e in 44 pazienti su 41.535 controlli (0,11%). Infine, la rabdomiolisi è risultata un evento raro con soli 7 casi (0,02%) nei gruppi dei trattati con statine e 5 casi (0,01%) nei gruppi di controllo (40). Queste osservazioni sono state confermate da Andrade e coll. (47) che hanno riportato un’incidenza pari allo 0,01% di miopatia severa e di rabdomiolisi tra 200.000 pazienti ospedalizzati, nuovi utilizzatori di statine o fibrati. Sulla base delle informazioni provenienti da questi studi e da numerose altre fonti (32,48-50), lo sviluppo di miopatia e di rabdomiolisi è relativamente poco comune per tutte le statine attualmente disponibili (33). Ciò è stato recentemente confermato per la rosuvastatina (la più potente statina attualmente disponibile sul mercato). Da un’analisi post marketing condotta dall’FDA, la miopatia è stata riportata con (51) un’incidenza dello 0,2% e la rabdomiolisi con un’incidenza dello 0,01% . Meccanismo patogenetico Sebbene il preciso meccanismo con cui insorge la miopatia indotta da statine non sia stato ancora chiarito, sembra che tali farmaci inducano una deficienza acquisita di ubichinone (coenzima Q10) riducendone i livelli circolanti. Tale effetto conduce a sua volta all’inibizione della produzione di uno o più precursori del colesterolo (40). Quali siano gli effetti delle statine sui livelli muscolari di ubichinone non è stato ancora ben compreso e la somministrazione di supplementi di coenzima Q10 per ridurre il rischio di miopatia rimane controverso (52,53). Fattori di rischio I principali fattori di rischio per le sindromi muscolari associate all’uso di statine sono catalogati nella tabella 2. Tabella 2. Principali fattori di rischio per le patologie muscolari associate all’uso di statine Età avanzata (specialmente superiore agli 80 anni) Sesso (le donne presentano maggiori rischi) Ridotta massa corporea Patologie multisistemiche Insufficienza renale cronica Diabete mellito Ipotiroidismo Epatopatie Periodo post operatorio Traumi maggiori Ipotermia Alterazioni elettrolitiche Acidosi metabolica Ipossia Infezioni virali Epstein-Barr Influenza Coxsackie Infezioni batteriche 11 Rev. 04.05.2012 Staphylococcus Assunzione di grosse quantità di succo di pompelmo (più di ¼ l al giorno) Alcolismo Assunzione di farmaci concomitanti Molte sindromi miopatiche associate alla somministrazione di statine tendono a manifestarsi nei pazienti che presentano uno o più di questi fattori di rischio (3). In questi pazienti, la terapia con statine dovrebbe essere iniziata con cautela. Inoltre i pazienti dovrebbero essere messi al corrente riguardo il rischio di miopatie e dovrebbero essere invitati a segnalare qualsiasi tipo di disturbo muscolare non correlato all’esercizio fisico o ad eventuali traumi. Se un disturbo muscolare non può essere spiegato con un semplice esame obiettivo, è necessario misurare i livelli di CK e se questi risultano incrementati a valori almeno 10 volte superiori rispetto alla norma, la terapia con statine deve essere immediatamente interrotta (3). Come appare nella tabella 2, tra i fattori di rischio per la miopatia associata all’uso di statine bisogna considerare infine le interazioni farmacologiche che coinvolgono gli isoenzimi del citocromo P450, la glicoproteina P e l’OATP2. PROTEINURIA Un raro e transitorio effetto associato alla terapia con statine è una intermittente proteinuria tubulare che ha suscitato inquietudine al momento in cui è stato osservato durante i trials clinici premarketing della rosuvastatina. Questo effetto è stato osservato in meno dell’1-1,2% dei pazienti trattati con placebo, rosuvastatina (5-40 mg/die), atorvastatina (10-80 mg/die), simvastatina (20-80 mg/die) e pravastatina (20-40 mg/die). Nessuno dei casi di proteinuria osservati in questi trials clinici è stato associato a evidente riduzione della funzionalità renale e tutti sono risultati reversibili, con o senza riduzione della dose (54). Quest’anno l’FDA ha pubblicato una dichiarazione in cui sostiene che la proteinuria associata a statine non è indicativa di un effetto tossico a livello renale (51). Infatti, alcuni ricercatori hanno osservato che l’uso di statine può essere associato a riduzione dell’infiammazione e della fibrosi tubulo interstiziale, svolgendo un effetto protettivo piuttosto che dannoso sulla funzionalità renale (55). ALTRI EFFETTI AVVERSI Altri sintomi che possono essere osservati nei pazienti trattati con statine comprendono dispepsia e, più raramente, nausea, cefalea o malessere. I trials clinici solitamente evidenziano che tali effetti avversi si manifestano con un’incidenza analoga a quella osservata nei pazienti trattati con placebo. Spesso pertanto la relazione causale con la terapia rimane poco chiara. La polineuropatia è un altro evento avverso presumibilmente associato alla terapia con statine. In uno studio caso controllo Gaist e coll. (56) hanno osservato che l’odds ratio per la polineuropatia associata all’uso di statine era pari a 3,7 (IC 95%, da 1,8 a 7,6) per tutti i casi e a 14,2 (IC 95%, da 5,3 a 38,0) per i casi definiti. Il corrispondente odds ratio negli utilizzatori attuali era 4,6 (IC 95%, da 2,1 a 10,0) per tutti i casi e 16,1 (IC 95%, da 5,7 a 45,4) per i casi definiti. Alcuni autori hanno riportato disturbi del sonno, anche se in uno studio condotto con lovastatina, pravastatina e placebo, non sono state osservate differenze statistiche nei parametri del sonno durante il trattamento (57). Inoltre, poiché le statine alterano la biosintesi del colesterolo e dei composti ad esso correlati, i livelli ormonali potrebbero essere alterati dal trattamento farmacologico. Studi relativi allo status ormonale sono conflittuali e non suggeriscono un effetto maggiore (58,59). CONSIDERAZIONI SULLA DOSE Nella primavera del 2005, l’FDA ha redatto un documento circa le persone di discendenza asiatica alle quali veniva suggerito di iniziare la somministrazione di rosuvastatina a 5 mg/die per il trattamento della dislipidemia. Questo consiglio era basato su uno studio di farmacocinetica effettuato su volontari sani, nei quali le concentrazioni plasmatiche di rosuvastatina erano risultate circa due volte superiori nei partecipanti di origine asiatica, rispetto ai partecipanti di razza bianca ai quali venivano somministrate le stesse dosi di farmaco. Questo effetto può essere la risultante di differenze nella funzionalità o nell’espressione di uno o più trasportatori (60). In Giappone tutte le statine approvate presentano dosaggi minori e la massima dose raccomandata non è superiore alla metà della massima dose approvata per l’uso negli Stati Uniti. Inoltre, negli Stati Uniti, l’FDA non ha approvato la dose di 80 mg per la rosuvastatina a causa del maggior rischio di miopatia associato all’uso di questa statina. 12 Rev. 04.05.2012 RACCOMANDAZIONI DI SICUREZZA PER L’USO DELLE STATINE Nei pazienti con gravi disfunzioni d’organo, in quelli che assumono farmaci potenzialmente interagenti e negli anziani, la terapia con statine dovrebbe essere effettuata con i farmaci che danno il minor numero di interazioni farmacologiche quali pravastatina e rosuvastatina (essendo quest’ultima più attiva della prima). In ogni caso, i pazienti inclusi in queste categorie dovrebbero essere attentamente monitorati (13). Durante le visite di follow up i medici dovrebbero porre particolare attenzione nella valutazione di segni e sintomi correlati a danno muscolare o epatico così come dovrebbero indagare su sintomi non specifici che potrebbero essere correlati alla terapia (3). 13