2. Resezione esofagea 2.1 Esofagogastroplastica (EGP) La ricostruzione della via alimentare dopo esofagectomia, che può essere totale o parziale, viene eseguita preferenzialmente con lo stomaco tubulizzato. L’utilizzo di questo viscere è preferito rispetto ad altri (digiuno o colon) perché la procedura risulta più facile, rapida e sicura. Durante il tempo toracico si procede all’isolamento dell’esofago e alla linfo-adenectomia in caso di malattia neoplastica. L’anastomosi viene eseguita in termino laterale utilizzando di norma una suturatrice circolare che appone una doppia fila di graffette metalliche (Tavola 2). Il moncone laterale del fondo gastrico viene sezionato e affondato con una suturatrice lineare meccanica. Endoscopicamente sono quindi evidenti l’anello circolare anastomotico (Figure 1-2) e la linea di affondamento laterale del moncone gastrico sezionato, che appare come una linea di alcuni centimetri lungo il margine destro del tubulo gastrico trasposto. Quest’ultima è ben evidenziabile solo in alcuni casi, ma talvolta si possono anche reperire delle agraphes metalliche (Figura 3). Indicazioni all’intervento - Neoplasie maligne e voluminosi tumori benigni - Lesioni da caustici - Acalasia esofagea scompensata (megaesofago sigmoideo) - Stenosi esofagee resistenti alla terapia endoscopica (peptiche, attiniche, da caustici) - Rottura esofagea spontanea o traumatica Esofagogastroplastica cervicale o faringogastroplastica Tale intervento prevede anche un accesso chirurgico cervicale. L’intervento può essere eseguito o per via toraco-laparo-cervicotomica o solo per via laparo-cervicotomica, eseguendo pertanto l’esofagectomia per via transiatale a torace chiuso. Il tempo addominale differisce da quello appena descritto solo riguardo alla preparazione dello stomaco, che deve essere mantenuto in toto per poter arrivare al collo con una buona vascolarizzazione. Lo stomaco non viene pertanto tubulizzato, ma ci si limita alla resezione del cardias. Durante il tempo cervicale viene confezionata l’anastomosi esofagogastrica, che usualmente viene eseguita manualmente o in modalità semimeccanica (generalmente latero-laterale). Il livello dell’anastomosi anche in questo caso dipende dalla sede della lesione esofagea: può essere dunque a livello dell’esofago cervicale, nel caso di neoformazione localizzata molto in alto, ma anche a livello dello sfintere esofageo superiore (Figura 4) o del faringe (Figura 5), comportando talvolta la laringectomia totale (Tavola 3). Interventi - Esofagogastroplastica intratoracica Esofagogastroplastica cervicale (Tavola 1) Faringogastroplastica senza laringectomia totale Faringogastroplastica con laringectomia totale Descrizione Esofagogastroplastica intratoracica L’intervento viene eseguito utilizzando due accessi: addominale e toracico. Durante il tempo addominale lo stomaco viene isolato conservando per la vascolarizzazione l’arcata gastroepiploica di destra. Viene mobilizzato il duodeno in modo che il piloro possa raggiungere agevolmente lo iato diaframmatico. Usualmente viene eseguita una procedura per facilitare lo scarico pilorico (pilorodigitoclasia, piloroplastica o dilatazione pilorica meccanica con Hegar). Lo stomaco viene tubulizzato lungo la piccola curva, utilizzando suturatici lineari (il tubulo dovrà avere un calibro di circa 5 cm) (Tavola 2). Vie di trasposizione La trasposizione del viscere sostituto dell’esofago avviene (Tavola 4): - per via mediastinica posteriore (ortotopica): è la più utilizzata perché diretta e corta; 17 La refertazione endoscopica nel digerente operato una fistola, il ruolo dell’endoscopista è di valutare il trofismo dello stomaco trasposto in quanto la fistola può essere dovuta a una necrosi gastrica. - per via retrosternale o sottocutanea: nei casi in cui non sia indicata o possibile per via ortotopica. In questi casi l’anastomosi viene sempre eseguita, ovviamente, a livello cervicale (Tavola 4). Necrosi ischemica acuta, segmentaria o totale, del tubulo gastrico Può essere parcellare o circonferenziale e più o meno estesa a seconda del deficit vascolare (Figura 6). Si evidenzia come una regione di colore grigio o nerastro, oppure vinoso scuro (Figure 7-8). Da valutare accuratamente anche il trofismo mucoso delle restanti porzioni dello stomaco. É importante sottolineare che in caso di sospetto clinico di una fistola o necrosi l’endoscopia deve essere eseguita con molta cautela, perché l’aria insufflata può aggravare le dimensioni del danno, e/o rendere comunicante con il cavo pleurico una fistola confinata nel mediastino. Sono sconsigliate le biopsie a scopo diagnostico, sia per il rischio perforativo sia per l’evidenza del quadro. Risultati Anche se si tratta di un intervento complesso i risultati operatori (indipendenti dalla malattia di base) sono molto buoni. Nella nostra lunga esperienza il tasso di mortalità dopo intervento di esofagogastroplastica si è assestato a valori inferiori al 2%, con un’incidenza di complicanze postoperatorie rilevanti intorno al 10%. Complicanze Complicanze precoci Fistole Anastomotiche La fistola anastomotica costituisce il 2-5% delle complicanze nei centri di riferimento. Appare solitamente come una piccola irregolarità ulcerata della rima di sutura o può essere di ampiezza maggiore (1-2 mm fino a 2 cm). In caso di difetti più ampi si definisce deiscenza. Vanno sempre esaminate la sede della fistola (se nella porzione anteriore, posteriore o laterale dell’anastomosi), le sue dimensioni e le caratteristiche dei margini (trofici, ischemici, irregolari). Le fistole possono essere: - non complicate: non è presente un quadro settico e sono generalmente diagnosticate durante il controllo radiologico con mezzo di contrasto idrosolubile, che si esegue di routine tra la quinta e la nona giornata postoperatoria (fistola murata o saccata) (Figure 9-10); - complicate: è presente un quadro settico, o un importante spandimento del mezzo di contrasto dimostrato al controllo radiologico (mezzo di contrasto idrosolubile), o è presente un’ampia raccolta ascessuale perianastomotica (mediastinica o addominale, a seconda della sede della fistola) (Figure 11-12). L’endoscopia, che può essere richiesta anche senza controllo radiologico solo nel sospetto clinico di una fistola grave, deve fornire al chirurgo le seguenti informazioni: - sede della fistola, se non è stato possibile eseguire un controllo radiologico; - dimensioni ed entità della fistola (parziale o circonferenziale); - caratteristiche dei suoi margini (vascolarizzazione), nonché la sede esatta della fistola (anteriore, poste- - Necrosi ischemica acuta, segmentaria o totale, del tubulo gastrico - Fistole anastomotiche, della linea di tubulizzazione gastrica - Emorragia Complicanze a medio e lungo termine - Recidiva anastomotica Stenosi anastomotica Stenosi del tubulo gastrico Disturbi di transito da: a. compressione estrinseca a livello del passaggio cervico-toracico, dell’arco aortico, del passaggio transdiaframmatico; b. stenosi dell’anastomosi; c. rallentato scarico gastrico a livello pilorico. - Lesioni peptiche da reflusso Complicanze precoci Le complicanze precoci si verificano entro pochi giorni dopo l’intervento chirurgico o durante i primi due mesi postoperatori. Sono particolarmente importanti perché possono essere responsabili della mortalità postoperatoria. Nel sospetto di una qualunque complicanza, precoce o tardiva, va sempre eseguito un controllo radiologico contrastografico delle prime vie digerenti con mezzo di contrasto idrosolubile, sia per motivi clinici sia per tutela medico-legale (con la sola esclusione dell’emorragia). Quando il controllo radiologico pone la diagnosi di 18 Resezione esofagea: esofagogastroplastica (EGP) riore o laterale dell’anastomosi) per determinare in quale posizione deve decubitare il paziente per drenarla spontaneamente; - caratteristiche del tragitto fistoloso e della sacca, se esplorabili; - trofismo mucoso, per escludere che la fistola anastomotica non sia da imputarsi a un problema di necrosi ischemica più estesa. L’esatta conoscenza di questi parametri può condizionare il tipo di trattamento, conservativo o chirurgico. La fistola cervicale è teoricamente meno grave di una fistola intratoracica, ma bisogna ricordare che, se non diagnosticata e trattata precocemente, può complicarsi con un ascesso mediastinico e/o pio-pneumotorace e portare a morte il paziente. - Terapia - Diagnosi precoce della complicanza - Drenaggio posturale mirato - Decubito posturale declive - Terapia medica mirata (antibiotici, alte dosi di protettori gastrici, antiemetici) - Ripristino quanto prima di alimentazione enterale ipercalorica tramite posizionamento di digiunostomia - Reintervento immediato se condizioni generali gravemente compromesse, o dopo fallimento della terapia conservativa Suggerimenti di terapia Fistola intratoracica Fistola non complicata: si consiglia terapia conservativa con sondino naso-gastrico in aspirazione, antibioticoterapia, alimentazione enterale per digiunostomia e decubito sul fianco controlaterale per facilitare il drenaggio posturale. Fistola complicata: è generalmente indicato il reintervento chirurgico dopo una valutazione congiunta (chirurgo, endoscopista, radiologo, anestesista). In alcuni casi l’endoscopia può consentire il trattamento e la guarigione della fistola mediante il posizionamento di un sondino a due vie (tipo Salem® n. 16 o n. 18) nella sacca ascessuale perianastomotica, che permette di eseguire lavaggi e l’aspirazione della sacca ascessuale fino alla sua completa elisione. Altri trattamenti endoscopici proposti consistono nel temporaneo posizionamento di una protesi autoespansibile rivestita, nel posizionamento di clips o nell’iniezione di colla di fibrina, ma sono generalmente sconsigliati perchè trasformano una sacca aperta in sacca chiusa. Emorragia L’emorragia dalla linea di sutura anastomotica è una complicanza potenzialmente seria che non necessariamente comporta un reintervento chirurgico d’urgenza, ma che va attentamente monitorata e può essere trattata endoscopicamente: elettrocoagulazione, iniezione di sostanze sclerosanti, applicazione di clips. Altre cause di emorragia tardiva possono dipendere dal reflusso gastroesofageo cronico, con flogosi o ulcerazioni peptiche, ma sono di insorgenza più rara e tardiva. PUNTI CHIAVE - Controllo dei parametri coagulativi - Terapia endoscopica per le forme acute - Terapia medica per le croniche Fistola cervicale Il trattamento di tale complicanza, richiede la messa a piatto della fistola mediante riapertura dell’incisione cervicale per il drenaggio della stessa. PUNTI sospetto di una fistola (radiografia con mezzo di contrasto idrosolubile, leucocitosi e iperpiressia del paziente) Descrizione fistola: sede, dimensioni, tragitto Valutazione del trofismo dei visceri coinvolti Valutazione della vascolarizzazione mucosa del restante viscere No biopsie Complicanze a medio e lungo termine Esofagite Complicanza tardiva ma non infrequente è l’esofagite sovra-anastomotica. L’intervento di esofagogastroplastica predispone infatti al reflusso gastroesofageo, soprattutto nelle gastroplastiche intratoraciche. Se il reflusso è marcato e non trattato può portare a quadri di esofagite anche severi, con stenosi conseguente (Figura 13-14). CHIAVE Diagnosi - Eseguire sempre una radiografia del tubo digerente prime vie con mezzo di contrasto idrosolubile prima dell’endoscopia - Endoscopia precoce: una volta confermato il 19 La refertazione endoscopica nel digerente operato Il reflusso gastroesofageo può anche essere di tipo misto qualora ci sia un piloro beante con presenza di bile nello stomaco (Figura 15), con quadri di esofagite ancora più gravi e di difficile trattamento. E’ dunque importante valutare attentamente lo stato dell’esofago residuo ed eseguire eventuali biopsie per una corretta definizione dell’esofagite. Bisogna inoltre tener presente che per qualsiasi lesione ulcerosa esofagea (Figura 13) o sovra-anastomotica bisogna escludere la natura neoplastica. In alcuni casi si può osservare una metaplasia gastrica (Figura 16): il follow-up endoscopico dovrà tenere presente l’esito delle biopsie come se si trattasse di un Barrett. poraneo posizionamento di una protesi rivestita autoespansibile, o il reintervento chirurgico. PUNTI CHIAVE Diagnosi - Diagnosi precoce del reflusso gastroesofageo - Biopsia Terapia - Dilatazioni caute e frequenti (incrementi di 3 mm per seduta) - Utilizzare dilatatori di Savary® - Incisioni radiali per le stenosi “a diaframma” - Protesi rimovibili per quelle refrattarie Stenosi cicatriziali Nel 30% dei casi si osservano substenosi cicatriziali che risultano più frequenti nelle anastomosi meccaniche (Figure 17-18). Spesso sono causate da concomitante reflusso. Si verificano a livello della anastomosi esofagogastrica, e si osservano più facilmente nelle EGP intratoraciche. Sono particolarmente frequenti e tenaci dopo la guarigione di una fistola anastomotica. É consigliato effettuare sempre una biopsia per escludere una recidiva neoplastica (nei casi operati per cancro). Recidiva anastomotica dopo intervento per cancro Solitamente il paziente riferisce disfagia di recente insorgenza o dolore al passaggio del bolo. Talora è del tutto asintomatica. Endoscopicamente appare come una lesione vegetante e/o ulcerata, o come una stenosi rigida e lardacea. Talora si evidenzia unicamente una piccola ulcerazione di aspetto flogistico, o solo una piccola area iperemica. Deve essere sempre eseguito un accertamento bioptico, almeno con due prelievi. Suggerimenti di terapia Il trattamento, secondo la nostra esperienza, consiste nella dilatazione seriata con dilatatori di Savary®. La presenza di clips aggettanti nel lume può automantenere la fibrosi infiammatoria, per cui vanno tolte. Nelle stenosi più serrate è importante procedere a un ciclo di dilatazioni graduali, progressive e ravvicinate, seguite da eventuali altre dilatazioni di mantenimento più differite. L’eccessiva lacerazione del tessuto sclerotico accentua i fenomeni di riparazione con precoce ristenosi. Per questo motivo è imprudente, nell’ambito di ogni seduta dilatante, eseguire una dilatazione che superi di oltre 2-3 mm il diametro della stenosi. Bisogna anche prestare attenzione a non eseguire una dilatazione troppo precocemente: i tessuti sono infatti da considerarsi ancora troppo fragili. Qualora la stenosi anastomotica sia del tipo “a diaframma” si possono eseguire incisioni radiali (utilizzando l’elettrobisturi o il laser) dell’anastomosi (Figure 19-20). Nelle stenosi anastomotiche refrattarie ai trattamenti di cui sopra, e nelle più lunghe stenosi di tipo ischemico cronico, si può prendere in considerazione il tem- Suggerimenti di terapia La recidiva locale deve essere sempre accuratamente stadiata con esame ecoendoscopico e TAC-PET, perché a seconda della sua estensione e della presenza o meno di metastasi la terapia può essere una semplice mucosectomia o un ben più impegnativo trattamento: radioterapia, chemioterapia o reintervento chirurgico (Figura 21). Disturbi di transito attraverso la gastroplastica Si osservano più spesso a monte di restringimenti anatomici, quali il passaggio cervico-toracico, la zona dell’arco aortico e il passaggio toraco-addominale (passaggio transdiaframmatico). Anche un rallentato svuotamento gastrico, correlato a una substenosi antro-pilorica (per esempio esito di ingestione di caustici) o al mancato rilasciamento pilorico (spasmo pilorico da vagotomia), può contribuire ai problemi di transito attraverso lo stomaco trasposto (Figura 22). Possono osservarsi abbondanti residui ali- 20 Resezione esofagea: esofagogastroplastica (EGP) PUNTI mentari (Figure 23). In questo caso bisogna fare attenzione alla possibile inalazione nelle vie aeree. In ogni caso l’esecuzione preliminare di una radiografia del tubo digerente prime vie con bario o, meglio, una videocinematografia dinamica sono di grande aiuto per comprendere l’eziopatogenesi dei disturbi di transito attraverso la gastroplastica (Figura 24). Una complicanza rara che può comparire nelle EGP intratoraciche è la dislocazione di tutto lo stomaco in torace, con formazione di un kinking del viscere e rallentamento del transito (Figure 26-27). CHIAVE Diagnosi - Sempre studio radiologico associato - Valutazione della presenza di ingesti (segno di scarico rallentato) - Valutazione del passaggio cervico-toracico - Valutazione dello scarico gastrico - Valutazione della pervietà pilorica Terapia Dilatazione pneumatica del piloro con TTS® da 20 mm. In casi selezionati reintervento chirurgico. Suggerimenti di terapia In caso di rallentato scarico gastrico da substenosi/ spasmo del piloro nella maggior parte dei casi è sufficiente una dilatazione pneumatica con TTS® da 20 mm. In altri casi può essere necessario un reintervento chirurgico. Letture consigliate 1) Ruol A, Castoro C, Portale G, et al. 25 years of esophageal cancer surgery: trends in management and prognosis. Single institution experience with 4000 patients and 2000 esophagectomies. In press Arch Surg 2008 2) Pennathur A, Luketich JD. Resection for esophageal cancer: strategies for optimal management. Ann Thorac Surg 2008;85(2):S751-6. Review 3) Ruol A, Portale G, Zaninotto G, Cagol M, Cavallin F, Castoro C, Sileni VC, Alfieri R, Rampado S, Ancona E. Results of esophagectomy for esophageal cancer in elderly patients: age has little influence on outcome and survival. J Thorac Cardiovasc Surg 2007;133(5):1186-92 4) Sarli D, Bona D, Abraham M, Bonavina L. Conservative and surgical treatment of esophago-gastric anastomotic leaks. Ann Ital Chir 2006; 77(5):391-6 5) Ancona E, Cagol M, Epifani M, Cavallin F, Zaninotto G, Castoro C, Alfieri R, Ruol A. Surgical complications do not affect longterm survival after esophagectomy for carcinoma of the thoracic esophagus and cardia. J Am Coll Surg 2006;203(5):661-9. Epub 2006 27 6) Lerut TE, van Lanschot JJ. Chronic symptoms after subtotal or partial oesophagectomy: diagnosis and treatment. Best Pract Res Clin Gastroenterol 2004;18(5):901-15. Review 7) Hartel M, Wente MN, Büchler MW, Friess H. Surgical treatment of oesophageal cancer. Dig Dis 2004;22(2):213-20. Review 21 La refertazione endoscopica nel digerente operato Scheda sinottica Valutazione endoscopica In sintesi Esofago a monte dell’anastomosi (se resezione per cancro): valutare attentamente la possibile presenza di recidiva di malattia, che solitamente si manifesta diversi mesi dopo l’intervento, la possibile multifocalità del cancro dell’esofago, la presenza di esofagite (rara nelle anastomosi cervicali), metaplasia intestinale, micosi. Anastomosi: deve presentare calibro adeguato (almeno 1314 mm), facilmente valutabile comparando il calibro dello strumento in uso. Si devono poi considerare la plasticità, l’eventuale presenza di fili o altro materiale di sutura affiorante (che vanno se possibile eliminati), l’integrità mucosa o zone sospette di recidiva. Normalmente le anastomosi cervicali vengono eseguite a mano. E’ ampiamente descritto in letteratura che queste anastomosi sono più a rischio di fistola, ma con meno possibilità di stenosi. Stomaco, morfologia: superata l’anastomosi lo stomaco trasposto deve presentarsi pulito, rettilineizzato, più o meno ampio (a seconda della tubulizzazione: nella EGP cervicale non viene tubulizzato), regolare, senza inginocchiamenti o anse. Un minimo ristagno biliare è regolare. Talora appare inginocchiato o “seduto” sul diaframma, o è evidente un restringimento, specie a livello del passaggio diaframmatico (pilastri). In entrambi i casi è verosimile che il paziente accusi disfagia bassa o difficoltà dello scarico gastrico con ripienezza postprandiale precoce o rigurgiti. Nella trasposizione cervicale lo stomaco, non venendo tubulizzato, non presenta una lunga linea di sutura longitudinale, ma solo la linea di sutura a livello sottocardiale. Il passaggio attraverso l’inlet toracico può essere un punto angolato e/o compresso; in particolare nei casi in cui viene eseguita la trasposizione per via retrosternale o sottocutanea, il passaggio del viscere a livello del capo sternale della clavicola può essere ristretto dalla compressione esterna, ed è a rischio di perforazione se il passaggio dell’endoscopio non avviene con attenzione. Vascolarizzazione: la mucosa deve essere rosea e trofica. Le regioni più a rischio di ischemia sono la regione sottoanastomotica e la linea di sutura longitudinale. Piloro: molto importante la sua valutazione. Situato in posizione eccentrica rispetto alla normale posizione, durante l’intervento è stato sottoposto a digitoclasia, quindi deve risultare beante, o almeno facilmente transitabile. In caso contrario può essere responsabile di sintomi disfagici, rallentato scarico o rigurgiti con presenza di ingesti a livello del tubulo gastrico trasposto. Esofago a monte - Recidiva di malattia (eventuale colorazione vitale) - Esofagite, micosi, Barrett Anastomosi - Calibro, plasticità - Fili o altro materiale di sutura affiorante - Erosioni-ulcere-fibrina, ecc. - Sospetto di recidiva (granulazioni, mammellonature, ecc.) Stomaco transposto - Contenuto (ingesti, bile, schiuma) - Calibro e plasticità - Colore e alterazioni mucose - Tortuosità (inginocchiamenti, plasticità, compressioni o impronte ab estrinseco) Piloro - Calibro, transitabilità Esempio di referto Sfintere esofageo superiore: regolare a 16 cm dagli incisivi superiori. Esofago: regolare. A 20 cm si osserva anastomosi esofagogastrica ampia, pervia, plastica a mucosa regolare. Sulla parete sinistra si osserva unico punto metallico affiorante con bordo ricoperto da fibrina. Stomaco tubulizzato: il viscere trasposto è regolare. La mucosa è rosea. Non contiene ingesti. Piloro: beante, facilmente transitabile. Duodeno: il bulbo e la seconda porzione duodenale appaiono regolari. 22