1 Il sistema di riferimento cartesiano Un sistema di riferimento cartesiano si compone di due semirette orientate, tra loro perpendicolari, dette assi cartesiani. L’asse delle ascisse (o delle x), è quello orizzontale. L’asse delle ordinate (o delle y), è quello verticale. Il punto di intersezione degli assi è detto origine. Il piano cartesiano si può dividere in quattro settori denominati quadranti; essi sono numerati dal primo in alto a destra e si procede in senso antiorario. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 336 1 2 La distanza tra due punti Per determinare la distanza tra due punti nel piano cartesiano si possono presentare tre casi. I caso I due punti hanno la stessa ordinata Vogliamo calcolare la distanza tra i punti: A2; 2 e B4; 2 AB xB x A 4 2 4 2 6 6 REGOLA. La misura del segmento AB con A e B aventi uguale ordinata è data dal valore assoluto della differenza delle rispettive ascisse. In simboli: AB xB x A Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 337 2 2 La distanza tra due punti II caso I due punti hanno la stessa ascissa Vogliamo calcolare la distanza tra i punti: A2; 3 e B2; 4 AB y B y A 4 3 7 7 REGOLA. La misura del segmento AB con A e B aventi uguale ascissa è data dal valore assoluto della differenza delle rispettive ordinate. In simboli: AB y B y A Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 337 3 2 La distanza tra due punti III caso I due punti hanno ascisse e ordinate diverse Vogliamo calcolare la distanza tra i punti: A1; 2 e B4; 2 Consideriamo il triangolo rettangolo ABC, ottenuto tracciando da A e da B rispettivamente le parallele agli assi x e y, e calcoliamo la lunghezza della sua ipotenusa con il teorema di Pitagora: AB 32 42 9 16 25 5 REGOLA. Per determinare la distanza tra due punti A e B si applica il teorema di Pitagora e si calcola la misura dell’ipotenusa del triangolo rettangolo avente per cateti le proiezioni del segmento AB sugli assi cartesiani. In simboli. AB Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 338 xA xB y A y B 2 2 4 2 Le coordinate del punto medio di un segmento REGOLA. Le coordinate del punto medio M di un segmento AB sono date dalle semisomme delle ascisse e delle ordinate degli estremi del segmento. In simboli: x A xB y A y B M ; 2 2 Vogliamo calcolare le coordinate del punto medio M del segmento di estremi A2; 3 e B 4; 5 Applichiamo direttamente la formula: 2 4 2 4 2 xM 1 2 2 2 yM 3 5 3 5 2 1 2 2 2 Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 338 5 3 Il concetto di funzione DEFINIZIONE. Una relazione R da un insieme A verso un insieme B, che associa ad ogni elemento di A uno ed uno solo elemento di B, prende il nome di funzione. Il dominio di una funzione è l’insieme degli elementi a A che hanno un’immagine in B. Il codominio di una funzione è l’insieme degli elementi b B che hanno una controimmagine in A. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 339 6 3 Le funzioni empiriche Consideriamo la quantità di pioggia caduta nei vari mesi dell’anno in una località e disegnamone il grafico. 100 mm di pioggia 90 80 70 60 50 40 30 20 10 Dicembre Novembre Ottobre Settembre Agosto Luglio Giugno Maggio Aprile Marzo Febbraio Gennaio 0 Mesi dell’anno Una funzione di questo tipo viene detta empirica perché non è possibile stabilire un legame fra il mese dell’anno e i millimetri di pioggia. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 341 7 3 Le funzioni matematiche Indicando con x gli elementi dell’insieme A (dominio) e con y gli elementi dell’insieme B (codominio) possiamo dire che DEFINIZIONE. La funzione matematica è un tipo di funzione in cui il variare della y rispetto alla x avviene sulla base di un meccanismo fisso che può essere espresso mediante una precisa formula matematica. Per mezzo di questa formula i valori assunti dalla y (in seguito al variare della x) possono essere determinati con precisione e sicurezza. In simboli possiamo scrivere che y f x e si legge << y uguale effe di x >> f :x y e si legge << f è tale da portare x in y >> oppure Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 341 8 4 La funzione di proporzionalità diretta DEFINIZIONE. Due grandezze si dicono direttamente proporzionali se raddoppiando, triplicando, dimezzando … l’una, raddoppia, triplica, si dimezza … anche l’altra. DEFINIZIONE. Due grandezze sono direttamente proporzionali se il loro rapporto è costante. In generale se x e y sono una qualsiasi coppia di valori corrispondenti, indicata con m la costante di proporzionalità diretta abbiamo: y m x quindi y mx con m ≠ 0 La formula precedente rappresenta la funzione di proporzionalità diretta; in essa m rappresenta il coefficiente di proporzionalità diretta. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 343 9 4 Rappresentazione cartesiana della funzione y = mx Consideriamo la funzione di proporzionalità diretta di equazione y 3x in cui il coefficiente di proporzionalità è 3. Il grafico della funzione y = 3x è una retta passante per l’origine degli assi, quindi generalizzando possiamo dire che: DEFINIZIONE. La legge di proporzionalità diretta è rappresentata nel piano cartesiano da una retta passante per l’origine. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 344 10 4 Considerazioni sul coefficiente di proporzionalità diretta PROPRIETÀ. La funzione y = mx rappresenta sempre una retta passante per l’origine, inoltre: se m > 0 la retta appartiene al 1° e 3° quadrante; se m < 0 la retta appartiene al 2° e 4° quadrante. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 345 11 4 Considerazioni sul coefficiente di proporzionalità diretta PROPRIETÀ. Nella funzione y = mx: se m = 1 la retta è la bisettrice del 1° e 3° quadrante; se m = −1 la retta è la bisettrice del 2° e 4° quadrante. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 345 12 4 Considerazioni sul coefficiente di proporzionalità diretta PROPRIETÀ. Maggiore è il valore del coefficiente angolare m (in valore assoluto) tanto più l’inclinazione della retta si avvicina all’asse y. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 346 13 5 La retta nel piano cartesiano Rappresentiamo nel piano la funzione y 2x 3 Più in generale: del tipo y = mx + q (con m e PROPRIETÀ. Ogni funzione q costanti) rappresenta l’equazione di una retta; m è il coefficiente angolare e q rappresenta l’ordinata all’origine. È importante notare che l’equazione generica di una retta y = mx + q non è più una funzione di proporzionalità diretta. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 348 14 5 Le equazioni di rette particolari Rette parallele all’asse x PROPRIETÀ. y = k (con k costante) è l’equazione di una retta parallela all’asse delle x. Se k > 0 le rette parallele all’asse x appartengono al semipiano positivo delle ordinate; se k < 0 le rette appartengono al semipiano negativo delle ordinate; se k = 0 la retta coincide con l’asse x e la sua equazione diventa y = 0; diremo allora che y = 0 è l’equazione dell’asse x. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 348 15 5 Le equazioni di rette particolari Rette parallele all’asse y PROPRIETÀ. x = h (con h costante) è l’equazione di una retta parallela all’asse delle y. Se h > 0 le rette parallele all’asse y appartengono al semipiano positivo delle ascisse; se h < 0 le rette appartengono al semipiano negativo delle ascisse; se h = 0 la retta coincide con l’asse y e la sua equazione diventa x = 0; diremo allora che x = 0 è l’equazione dell’asse y. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 349 16 5 Le equazioni di rette particolari Rette tra loro parallele PROPRIETÀ. Due rette parallele hanno lo stesso coefficiente angolare. In simboli, date: r : y mx q r || s s : y mx q se e solo se m m Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 349 17 5 Le equazioni di rette particolari Rette tra loro perpendicolari PROPRIETÀ. Due rette sono perpendicolari se il coefficiente angolare della prima è l’antireciproco dell’altro. In simboli, date r : y mx q rs se e solo se s : y mx q m 1 ovvero m m 1 m Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 349 18 5 L’intersezione di una retta con gli assi cartesiani REGOLA. Le coordinate dei due punti di intersezione di una retta di equazione y = mx + q con gli assi x e y si ottengono ponendo in essa y = 0 e x = 0 e calcolando i valori corrispondenti dell’ascissa e dell’ordinata dei due punti. Troviamo, ad esempio, i punti d’intersezione con gli assi della retta y 5 x5 2 se x 0 y 5 A 0 ; 5 se y 0 x 2 B 2; 0 Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 350 19 5 Equazioni di rette FORMULA. La relazione che permette di determinare l’equazione di una retta passante per un punto P(x0; y0) e di coefficiente angolare m è y y 0 m x x 0 FORMULA. La relazione che permette di determinare l’equazione di una retta passante per i punti A(x1; y1) e B(x2; y2) è y y1 x x1 y 2 y1 x2 x1 Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 350 20 6 La funzione di proporzionalità inversa DEFINIZIONE. Due grandezze si dicono inversamente proporzionali se raddoppiando, triplicando, dimezzando … l’una, si dimezza, diventa un terzo, raddoppia … l’altra. DEFINIZIONE. Due grandezze sono inversamente proporzionali se il loro prodotto è costante. In generale se x e y sono una qualsiasi coppia di valori corrispondenti, indicata con k la costante di proporzionalità inversa, abbiamo: y xy k k x con x 0 La formula precedente rappresenta dunque la funzione di proporzionalità inversa; in essa k è il coefficiente di proporzionalità inversa. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 353 21 6 La rappresentazione cartesiana della funzione xy=k Consideriamo la funzione di proporzionalità inversa di equazione 16 y x Il grafico è un ramo di curva che prende il nome di iperbole equilatera. In generale: DEFINIZIONE. La legge di proporzionalità inversa è rappresentata nel piano cartesiano da un’iperbole equilatera. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 354 22 7 La proporzionalità quadratica e la parabola DEFINIZIONE. Due grandezze x e y sono in proporzionalità quadratica quando la relazione che le lega si può esprimere con una formula del tipo: y ax 2 La formula precedente rappresenta la funzione di proporzionalità quadratica; in essa a prende il nome di di proporzionalità quadratica. coefficiente La funzione di proporzionalità quadratica è rappresentata nel piano cartesiano da una curva, chiamata parabola, i cui punti godono della seguente proprietà: PROPRIETÀ. I punti di una parabola hanno la stessa distanza da un punto fisso (F) chiamato fuoco, e da una retta fissa (d), chiamata direttrice. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 357 23 7 La proporzionalità quadratica e la parabola DEFINIZIONE. Una funzione del tipo y = ax2 (con a ≠ 0) è l’equazione di una parabola avente come asse di simmetria l’asse y e come vertice l’origine degli assi. In particolare • se a > 0 la parabola ha la concavità verso l’alto; • se a < 0 la parabola ha la concavità verso il basso. Area 2 - Capitolo 3 - PAG. 358 24