La gestione dei comportamenti problema dell`autismo: casa e

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La gestione dei
comportamenti problema
dell’autismo: casa e scuola
DOTT.SSA DANIELA CADEDDU
PEDAGOGISTA CLINICO
Daniela Cadeddu 2016
COSA È UN COMPORTAMENTO
Tutto ciò che un individuo fa o dice
ossia l’interazione dell’organismo stesso con il suo
ambiente, la quale produce in almeno un aspetto
dell’ambiente stesso un cambiamento misurabile
include
movimento
parola
pensiero
emozione
Daniela Cadeddu 2016
QUALI DI QUESTI È UN
COMPORTAMENTO
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Prendere trenta a un esame
Piangere
Arrampicarsi
Essere nervoso
Parlare
Dimagrire
Mangiarsi le unghie
Pensare
Essere appariscenti
Daniela Cadeddu 2016
TIPOLOGIE DI
COMPORTAMENTO
•



Comportamenti Overt, detti anche manifesti
Bere
Camminare
Parlare
•



•
Comportamenti Covert, detti anche interni all’individuo
Pensare
Immaginare
Provare una emozione
Entrambe le tipologie di comportamento possono essere
soggette a interventi di modificazione comportamentale
Daniela Cadeddu 2016
CARATTERISTICHE DEL
COMPORTAMENTO
•
•
•
•
•
Osservabile
Descrivibile
Misurabile
Valutabile
Socialmente significativo
Daniela Cadeddu e Luigi Tedde
2016
COSA MISURARE DI UN
COMPORTAMENTO
Daniela Cadeddu 2016
• Topografia: forma fisica di un comportamento
• Frequenza: quante volte un comportamento si
manifesta in rapporto a una unità di tempo
• Durata: tempo che intercorre dall’inizio alla
conclusione del comportamento
• Magnitudine: forza o intensità con cui una
risposta è emessa
• Latenza: tempo che intercorre tra la
presentazione di uno stimolo e l’inizio della
risposta
Daniela Cadeddu 2016
COSA È UN COMPORTAMENTO
PROBLEMA
• I Comportamenti Problema sono
comportamenti indesiderati con impatto
negativo per la persona che li mette in atto e/o
la collettività
• I Comportamenti Problema rappresentano una
delle maggiori difficoltà per l’abilitazione e la
vita di chi li mette in atto
• I Comportamenti Problema ostacolano
l’apprendimento e l’interazione sociale
Daniela Cadeddu 2016
CONSEGUENZA
• Per conseguenza si intende un cambiamento che
avviene nell’ambiente immediatamente dopo
l’emissione comportamentale
RINFORZO
• Il comportamento che si rafforza attraverso il processo
di rinforzo è chiamato comportamento operante
• Un comportamento operante agisce sull’ambiente per
produrre una conseguenza e, a sua volta, è controllato
da, o si ripresenta ancora nel futuro come risultato di,
le sue conseguenze immediate
• La conseguenza che rafforza un comportamento
operante è chiamata rinforzatore
RINFORZO
• Se un comportamento è immediatamente
seguito da un evento stimolo e come risultato
si ha che la frequenza futura di tale
comportamento aumenta nelle stesse
condizioni, allora ha avuto luogo un rinforzo
• Definiamo rinforzatore uno stimolo che ha il
potere di incrementare la frequenza di una
risposta nel futuro
RINFORZO POSITIVO
• Il rinforzo positivo è definito come segue
– Il verificarsi di un comportamento è seguito
dall’aggiunta di uno stimolo (rinforzo) o
dall’incremento di intensità di uno stimolo, che si
traduce nella possibilità che tale comportamento si
ripresenti in futuro
– Es. Il bambino che riceve una caramella perché ha
svolto correttamente il compito di matematica
RINFORZO NEGATIVO
• Il rinforzo negativo è definito come segue
– Il verificarsi di un comportamento è seguito dalla
rimozione di uno stimolo (rinforzatore) o dal
decremento di intensità di uno stimolo, che si
traduce nella possibilità che tale comportamento si
ripresenti in futuro
– Es. il suono fastidiosissimo che sentiamo quando
partiamo senza cinture allacciate, costituisce lo
stimolo avversivo (rinforzo negativo), che fa
aumentare il comportamento di mettere la cintura
RINFORZO SOCIALE VS RINFORZO
AUTOMATICO
• Sia nel rinforzo positivo che in quello negativo,
il comportamento può produrre una
conseguenza attraverso l’azione di un’altra
persona o attraverso il contatto diretto
dell’ambiente
• Quando il comportamento produce una
conseguenza di rinforzo attraverso l’azione di
un’altra persona, il processo viene definito
come rinforzo sociale
RINFORZO SOCIALE
• Quando il comportamento produce una
conseguenza di rinforzo attraverso l’azione di
un’altra persona, il processo viene definito
come rinforzo sociale
– Un rinforzo sociale positivo si ha quando si chiede
al proprio compagno di stanza di aprire una
bottiglia d’acqua per noi
– Un rinforzo sociale negativo si ha quando si chiede
al proprio compagno di stanza di abbassare il
volume del TV quando è troppo alto
RINFORZO AUTOMATICO
• Quando il comportamento produce una
conseguenza di rinforzo attraverso il contatto
diretto con l’ambiente fisico, il processo è
definito rinforzo automatico
– Un rinforzo automatico positivo si ha quando ci si
reca in cucina e si ottengono le patatine per se stessi
– Un rinforzo automatico negativo si ha quando si
impugna il telecomando e si abbassa il volume del
TV per se stessi
COMPORTAMENTO DI FUGA ED
EVITAMENTO
• Quando si definisce il rinforzo negativo, è necessario fare una
distinzione tra fuga ed evitamento
• Nel comportamento di fuga, il verificarsi del comportamento
risulta nella cessazione di uno stimolo avversivo che era già
presente quando il comportamento stesso si è verificato
• Nel comportamento di evitamento, il verificarsi del
comportamento previene la presentazione di uno stimolo
avversivo. Pertanto la persona evita lo stimolo avversivo
impegnandosi in un comportamento particolare, e tale
comportamento viene rafforzato
RINFORZATORE INCONDIZIONATO
• I rinforzatori incondizionati sono detti anche
primari
• Sono stimoli che non hanno bisogno di
apprendimento per essere rinforzanti
• Per esempio: acqua, cibo
RINFORZATORE CONDIZIONATO
• I rinforzatori condizionati sono chiamati
anche secondari
• Sono stimoli che diventano rinforzatori a
seguito di un processo di apprendimento per
condizionamento
• Per esempio: elogi, abiti, giocattoli, oggetti
RINFORZATORI DI BACKUP
• Uno stimolo neutro come un gettone può essere utilizzato come
rinforzatore condizionato (token) per modificare il
comportamento di un individuo all’interno di una programma
di token economy
• La token viene presentata alla persona dopo l’emissione del
comportamento desiderabile. Successivamente la persona
scambierà le token per un altro rinforzatore (chiamato
rinforzatore di backup)
• Dal momento che le token sono accoppiate con il rinforzatore
di backup, a loro volta le token diventano rinforzatori per il
comportamento desiderabile
RINFORZATORE CONDIZIONATO
GENERALIZZATO
• Quando un rinforzatore condizionato viene appaiato con una grande varietà
di altri rinforzatori, esso viene chiamato rinforzatore condizionato
generalizzato
– Il denaro è un esempio di rinforzatore condizionato generalizzato
in quanto viene accoppiato con un numero quasi illimitato di altri
rinforzatori
– Come risultato, il denaro è un potente rinforzatore che non perde
di valore (non va incontro a saziazione) quando accumulato
– Anche le token (gettoni) utilizzati in una token economy
vengono considerati come rinforzatori condizionati generalizzati
in quanto danno accesso a un numero illimitato di rinforzatori
FATTORI CHE INFLUENZATO L’EFFICACIA DEL
RINFORZO
• Immediatezza. Per ottenere la massima efficacia un
rinforzo dovrebbe seguire subito la risposta desiderata
• Contingenza. Quando un comportamento deve
verificarsi prima che compaia un rinforzatore si dice
che il rinforzo è contingente nei confronti di quel
comportamento
– Se il rinforzatore compare a un certo momento,
indipendentemente dal comportamento che lo precede, si
dice che non è contingente
FATTORI CHE INFLUENZATO L’EFFICACIA
DEL RINFORZO
Motivating operations. Si tratta di eventi che cambiano il
valore di uno stimolo come rinforzatore.
– Si pensi a quando si mangiano popcorn molto salati, ciò rende
l’acqua un rinforzatore molto potente

Pertanto si tratta di operazioni che stabiliscono l’efficacia
di un rinforzatore in un particolare momento o situazione e
che fa in modo che il comportamento che precede il
rinforzatore abbia maggiori probabilità di verificarsi
– Deprivazione. Un rinforzatore particolare (come cibo o acqua) è
più potente se una persona ne viene privata per un certo periodo
di tempo (Establishing operations)
– Saziazione. Si verifica quando una persona ha recentemente
consumato una grande quantità di un determinato rinforzatore
(Abolishing operations)
FATTORI CHE INFLUENZANO L’EFFICACIA
DEL RINFORZO
• Differenze individuali. La probabilità che una
conseguenza possa definirsi rinforzatore varia da
persona a persona. Per questo è fondamentale
determinare cosa per un soggetto è rinforzante o meno
• Magnitudine. Generalmente l’efficacia di uno
stimolo come rinforzatore aumenta all’aumentare
della sua magnitudine o quantità
• Descrizione: specificare verbalmente quale
comportamento si sta rinforzando
SCHEMI DI RINFORZO
• Uno schema di rinforzo rappresenta una regola che
descrive
– la contingenza del rinforzo
– le condizioni necessarie all’emissione del rinforzo
• Esistono due principali schemi di rinforzo
– Schema di rinforzo continuo
– Schema di rinforzo intermittente
• Il rinforzo intermittente è quello che mantiene un
comportamento
SCHEMI DI RINFORZO
• Schema di rinforzo continuo.
Rappresenta uno schema di rinforzo in cui
tutte le occorrenze di una risposta vengono
rinforzate
• Schema di rinforzo intermittente. Si
tratta di uno schema di rinforzo in cui non
tutte le occorrenze di una risposta vengono
rinforzate
SCHEMI DI RINFORZO
INTERMITTENTE A RAPPORTO
Rapporto fisso (RF). Il comportamento target viene
rinforzato dopo un numero fisso di emissioni
– Es. RF 2: dopo l’esecuzione corretta di due esercizi di
matematica Luigi riceve la lode
– Gli schemi RF producono risposte frequenti e stabili prima del
rinforzo e una pausa post-rinforzo
Rapporto variabile (RV). Il numero di risposte necessarie per
produrre la comparsa del rinforzo varia in maniera imprevedibile tra
un rinforzo e l’altro
– Nel programmare uno schema a RV si stabilisce un valore medio
attorno al quale varia il numero di risposte necessarie per la
comparsa del rinforzo
– Gli schemi RV producono risposte frequenti, stabili e
particolarmente resistenti all’estinzione, e nessuna particolare
pausa post-rinforzo
SCHEMI DI RINFORZO INTERMITTENTE A
INTERVALLO
• Intervallo fisso (IF). Viene stabilito un intervallo di
tempo durante il quale il rinforzo non viene elargito e
al termine del quale viene rinforzata la prima risposta
target che compare
• Intervallo variabile (IV). La durata dell’intervallo di
tempo in cui il rinforzo non viene elargito varia in
maniera imprevedibile. Come nel caso del modello a
RV si stabilisce un valore medio
SCHEMI DI RINFORZO INTERMITTENTE A INTERVALLO
CON VALIDITÀ LIMITATA
• Intervallo fisso (IFL). Viene stabilito un intervallo di
tempo fisso durante il quale il rinforzatore viene reso
disponibile.
• Intervallo variabile (IVL). Viene stabilito un
intervallo di tempo variabile durante il quale il
rinforzatore viene reso disponibile.
• Pertanto la validità limitata consiste nell’individuare
una scadenza (fissa o variabile) entro cui è possibile
produrre la risposta all’interno di un programma di
rinforzo.
SCHEMI DI RINFORZO INTERMITTENTE
A DURATA
• Durata fissa (DF). Il rinforzo viene elargito
solo quando il comportamento target viene
emesso in maniera continuativa per un tempo
determinato. Produce una pausa post-rinforzo
• Durata variabile (DV). I rinforzatori vengono
elargiti dopo intervalli di tempo variabili in cui
il comportamento target viene emesso in
maniera continuativa. L’intervallo medio viene
programmato e specificato. Nessuna pausa
post-rinforzo
SCHEMI DI RINFORZO DIFFERENZIALE
• DRA (Differential Reinforcement of Alternative Behavior)
– In tale procedura il rinforzo viene elargito in presenza di un
comportamento alternativo a quello problema
• DRI (Differential Reinforcement of Incompatible Behavior)
– Con tale procedura viene selezionata una risposta incompatibile con il
comportamento problema
– L’accesso al rinforzo avviene solo in presenza della risposta
incompatibile
• DRO (Differential Reinforcement of Other Behavior)
– Il rinforzo viene elargito se, durante un certo lasso di tempo, il
comportamento non si presenta
• DRL (Differential Reinforcement of Low Rates of Responding)
– Il rinforzo viene elargito quando, durante un certo lasso di tempo, il
comportamento si presenza con una frequenza ridotta
• DRH (Differential Reinforcement of High Rate of Responding)
– Utilizzato per intervenire su comportamenti problema che si
manifestano raramente, al fine di aumentarne la frequenza o l’intensità
PUNIZIONE
• La punizione è un evento che, quando presentato
immediatamente dopo un comportamento, ne provoca la
diminuzione in termini di frequenza
• La punizione, chiamata anche stimolo avversivo, è
definita dai suoi effetti sul comportamento che la precede
• La punizione ha come risultato la minore probabilità che
in futuro un dato comportamento si presenti
• La definizione di punizione in termini comportamentali
differisce da quella di senso comune
– Il senso comune definisce punizione come qualcosa riservato a
persone che hanno commesso un crimine o un comportamento
inappropriato
PUNIZIONE POSITIVA
• Si ha una punizione positiva quando la presentazione di
uno stimolo, immediatamente dopo un comportamento ha
come effetto quello di ridurre, in termini di frequenza, il
comportamento stesso
– Rimproveri
– Blocco della risposta
 intervento fisico di blocco del comportamento
– Esercizio contingente
 alla persona è richiesto di emettere una risposta che non è
topograficamente collegata con il comportamento problema
 Si pensi all’esecuzione, in modo contingente, di un esercizio a fronte di
un comportamento aggressivo
– Overcorrection
 alla persona è richiesto di impegnarsi in un comportamento, che richiede
un grande sforzo. Tale risposta è direttamente collegata con il
comportamento target
– Stimolazione elettrica
PUNIZIONE NEGATIVA
• La punizione negativa implica l’interruzione di uno
stimolo presente, immediatamente dopo l’emissione
comportamentale, il cui risultato è quello di ridurre, in
termini di frequenza, il comportamento stesso
– Time-out
 è definito come il ritiro dell’opportunità di ricevere un rinforzo
positivo o la perdita dell’accesso al rinforzo positivo per un tempo
specifico, contingente alla manifestazione del comportamento
 Costo della risposta
 forma di punizione in cui che prevede la perdita di una specifica
quantità di rinforzo quando il comportamento si manifesta
ANCORA SULLA PUNIZIONE
• La punizione, così come il rinforzo, è un processo
naturale che coinvolge il comportamento umano
• Alcuni eventi o stimoli sono naturalmente punitivi in
quanto l’evitamento o la minimizzazione di tali stimoli
ha valore di sopravvivenza
• Gli stimoli dolorosi o gli elevati livelli di particolari
stimoli spesso risultano dannosi. Il comportamento che
produce dolore subisce un naturale indebolimento
• Siamo di fronte a quella che viene definita punizione
incondizionata. Gli uomini hanno sviluppato la capacità di
riconoscere stimoli avversivi senza un precedente training o
esperienza
• Mentre la punizione condizionata, fa riferimento a stimoli o
eventi che funzionano come punizioni solo a seguito di
appaiamento con punizioni incondizionate
LA PAROLA NO
• La parola no è considerata come una fra le più
comuni punizioni condizionate
• Questo perché è spesso appaiata con molti altri
stimoli punitivi
• Il no è pertanto considerato come punizione
condizionata generalizzata in quanto viene
appaiata con una varietà di altre punizioni
incondizionate e condizionate lungo tutto l’arco
della vita di un individuo
ESTINZIONE
• Si ha estinzione quando il rinforzamento di un
comportamento viene interrotto
• La probabilità che il comportamento problema
venga rinforzato deve essere nulla
• La conseguenza è che il comportamento verrà
eliminato
• L’estinzione non può costituire la sola strategia
di intervento
Daniela Cadeddu 2016
Rappresentazione di un esempio
di Estinzione
MO
SD
Response
SR+
Deprivazione di
attenzione
La presenza di
qualcuno che ha
fornito
attenzione nel
passato nella
presenza del
comportamento
problema
Emette il
comportamento
problema
Attenzione è
fornita
Nell’ estinzione, quando il bambino
emette il comportamento
problema, nessuno fornisce
attenzione.
Definizioni di Estinzione
• L’Estinzione è una procedura che “fornisce” zero
probabilità di rinforzo
• L’efficacia dell’estinzione dipende principalmente
dall’identificazione delle contingenze rinforzanti e
dall’applicazione corretta delle procedure.
• L’Estinzione non richiede l’applicazione di stimoli
avversivi per ridurre un comportamento.
ERRORI COMUNI NELL’USO
DEL TERMINE “ESTINZIONE”
• Usare il termine estinzione per riferirsi a qualsiasi
decremento di un comportamento
• Alcuni usano il termine estinzione quando si
riferiscono a qualsiasi decremento nelle risposte,
indipendentemente da ciò che ha prodotto il
cambiamento nel comportamento.
• E’ un errore molto comune usare il termine estinzione
per riferirsi a qualsiasi riduzione di un
comportamento che raggiunge frequenza zero.
COMUNI ERRORI NELL’USO
DEL TERMINE “ESTINZIONE”!
• Confondere il “blocco della Risposta” e
“l’Estinzione Sensoriale”
• Il blocco della Risposta non è una procedura di
estinzione
• Il Blocco della Risposta previene l’emissione di
un comportamento target
• Anche quando le procedure di estinzione sono
attive le persone possono emettere il
comportamento problema.
PICCO DI ESTINZIONE
• Una caratteristica del processo di estinzione è
che una volta che il comportamento non viene
rinforzato per un certo periodo, esso spesso
aumenta in frequenza, durata o intensità prima di
decrescere e fermarsi definitivamente
• L’incremento in frequenza, durata, o intensità di
un comportamento non rinforzato durante il
processo di estinzione è chiamato picco di
estinzione
• Attenzione a non rinforzare mai durante il picco
di estinzione
RECUPERO SPONTANEO
• Un’altra caratteristica dell’estinzione è che il
comportamento può ripresentarsi nuovamente
anche se non si verifica da un diverso tempo
• Tale fenomeno è chiamato recupero spontaneo
• Il recupero spontaneo è la tendenza naturale del
comportamento di verificarsi ancora in situazioni
che sono simili a quelle in cui si manifestava
prima dell’estinzione
• Non rinforzare il comportamento durante il
recupero spontaneo
STIMOLO ANTECEDENTE
• Gli stimoli antecedenti sono stimoli che precedono una
risposta operante
• Gli antecedenti di un comportamento sono eventi
stimolo, situazioni o circostanze che sono presenti
quando si verifica o erano presenti prima del
comportamento
• Per comprendere e modificare il comportamento
operante, è importante analizzare gli stimoli antecedenti
così come le conseguenze del comportamento
• L’analisi degli stimoli antecedenti ci danno informazioni
sulle circostanze in cui il comportamento era stato
rinforzato e le circostanze in cui il comportamento non
era stato rinforzato o era stato punito
STIMOLO DISCRIMINATIVO
• Lo stimolo discriminativo è quello stimolo presente
quando un comportamento è stato rinforzato
• Il comportamento continuerà a verificarsi nel futuro solo
quando tale stimolo antecedente è presente
• Lo stimolo discriminativo rende disponibile l’accesso a
un rinforzo a fronte di un dato comportamento
• Il processo di rinforzo di un comportamento solo quando
uno specifico stimolo antecedente (stimolo
discriminativo) è presente viene chiamato training di
discriminazione degli stimoli
STIMOLO DISCRIMINATIVO
• Nel training di discriminazione degli
stimoli sono coinvolte due fasi
– Quando uno stimolo discriminativo è
presente, il comportamento viene rinforzato
– Quando qualsiasi altro stimolo antecedente, a
eccezione di quello discriminativo, è presente,
il comportamento non viene rinforzato.
Durante il training di discriminazione,
qualsiasi stimolo antecedente presente quando
il comportamento non è rinforzato viene
chiamato stimolo delta
MOTIVATING OPERATION
• La MO fa riferimento a un evento o stimolo che
momentaneamente alterano
• Il valore della conseguenza che agisce come un tipo di rinforzo o
punizione
• La probabilità dei comportamenti che sono stati precedentemente
associati con tali conseguenze
• Le MO hanno il potere di evocare o abbattere il
comportamento
• Le Establishing Operations aumentano l’efficacia di una
conseguenza, sia essa un rinforzatore o una punizione
– La deprivazione da cibo aumenta l’efficacia del cibo in qualità di
rinforzatore
• Le Abolishing Operations riducono l’efficacia di una conseguenza,
sia essa un rinforzo o una punizione
– La sazietà da cibo riduce l’efficacia del cibo in qualità di rinforzatore
CONTINGENZA A DUE TERMINI
Tenere la tazza sotto il
rubinetto e premere la leva
Acqua fredda scende dentro la
tazza
Girare la testa e guardare a
sinistra
Vedi un uccello tutto colorato
Contingenza a due termini che illustra un rinforzo positivo: una risposta R è
immediatamente seguita da uno stimolo SR+ che produce un incremento di
frequenza di risposte simili in futuro
CONTINGENZA A TRE TERMINI
Bollino blu sul rubinetto
Tenere la tazza sotto il
rubinetto e premere la
leva
Acqua fredda scende
dentro la tazza
Cinguettio che proviene
da sinistra
Girare la testa e guardare
a sinistra
Vedi un uccello tutto
colorato
Contingenza a tre termini che illustra un rinforzo positivo: una risposta R
emessa in presenza di uno stimolo discriminativo SD è immediatamente
seguito da uno stimolo SR+ che produce un incremento di frequenza di
risposte simili in futuro quando lo stesso SD sarà presente
CONTINGENZA A QUATTRO TERMINI
Deprivazione di acqua
per due ore in una
stanza caldissima
Bollino blu sul
rubinetto
Tenere la tazza sotto il
rubinetto e premere la
leva
Acqua fredda scende
dentro la tazza
Il ranger del parco dice:
dopo la nostra escursione chi
descrive l’uccellino che fa
questo suono riceverà 5 euro
da spendere nello shop
Cinguettio che
proviene da sinistra
Girare la testa e
guardare a sinistra
Vedi un uccello tutto
colorato
Contingenza a quattro termini che illustra un rinforzo positivo: un
Establishing Operation EO aumenta momentaneamente l’efficacia di uno
stimolo rinforzante, che, a sua volta, fa in modo che lo stimolo
discriminativo SD sia in grado di evocare un comportamento che in passato è
stato rinforzato da uno stimolo rinforzante SR+
ANALISI FUNZIONALE
• L’analisi funzionale del comportamento è
fondamentale in quanto consente di identificare:
– la funzione del comportamento
– i fattori che mantengono il comportamento
– i fattori che evocano il comportamento
Daniela Cadeddu 2016
IL MODELLO COMPORTAMENTALE
Si basa sull’assunto che ogni comportamento serva
una funzione.
Questa “funzione” è il risultato della storia degli
apprendimenti e delle interazioni dell’individuo con
l’ambiente.
Osservare il comportamento da un punto di vista
funzionale, significa agire considerando elementi
osservabili e misurabili.
Il modello comportamentale enfatizza l’importanza
tra gli eventi ambientali e la risposta che essi stessi
producono sul comportamento di ogni individuo.
Daniela Cadeddu 2016
TOPOGRAFIA E FUNZIONE
• Per topografia si intende la forma che un
comportamento assume
• Per funzione si intende la relazione che esiste tra il
comportamento e la conseguenza che lo mantiene
• Per poter ridurre un comportamento è fondamentale
capirne la funzione
• I comportamenti possono avere stessa topografia ma
funzioni diverse o, viceversa, stessa funzione con
topografie differenti
Daniela Cadeddu 2016
FUNZIONI DEL
COMPORTAMENTO
• Rinforzamento positivo
• Rinforzamento negativo
Daniela Cadeddu 2016
RINFORZAMENTO POSITIVO
• Rinforzo sociale positivo (Attenzione)
• Rinforzo tangibile
• Rinforzo automatico positivo
Daniela Cadeddu 2016
RINFORZO NEGATIVO
• Rinforzo sociale negativo (Evitamento e Fuga)
• Rinforzo negativo automatico
Daniela Cadeddu 2016
RINFORZO SOCIALE POSITIVO
(ATTENZIONE)
• Spesso il comportamento è legato all’attenzione che
gli altri prestano
• La reazione degli altri può fungere da rinforzo
positivo per il comportamento
• I comportamenti problema possono sorgere in tali
circostanze
• Ciò può accadere nelle situazioni in cui l’attenzione
ricevuta è infrequente o a causa della incapacità di
chiedere correttamente attenzione
Daniela Cadeddu e Luigi Tedde
2016
RINFORZO TANGIBILE
• Molti comportamenti problema sono legati
alla richiesta di un rinforzo tangibile
• Un bambino può piangere o fare capricci
fino a quando non ottiene ciò che desidera
• Ciò lo si può capire quando si fornisce al
bambino un item richiesto e il
comportamento si arresta
Daniela Cadeddu e Luigi Tedde
2016
RINFORZO AUTOMATICO
NEGATIVO
• Alcuni comportamenti non dipendono
dall’azione di altri
• Alcuni comportamenti costituiscono di per se
un rinforzo
• Per esempio succhiare il pollice potrebbe
essere rinforzato da una stimolazione fisica sia
della mano che della bocca
Daniela Cadeddu 2016
RINFORZO SOCIALE NEGATIVO
(FUGA)
• Molti comportamenti sono appresi come
risultato della loro efficacia nell’interrompere
un evento avversivo
• Molti comportamenti possono terminare o
evitare una interazione indesiderata con gli altri
Daniela Cadeddu 2016
FASI PER L’ IDENTIFICAZIONE E GESTIONE
DEL COMPORTAMENTO PROBLEMA
•
•
•
•
Identificare il comportamento target
Operazionalizzare il comportamento target
Elaborare lo schema ABC
Misurare il Compilare l’ per avanzare una
funzione del comportamento
• Costruire una baseline su grafico
• Individuare il Comportamento Alternativo da
insegnare
Lucia D’Amato 2016
PROPOSTA!!! IL QUADERNO DEL
COMPORTAMENTO
Lucia D'Amato
Il quaderno comportamentale
• Compilazione non dispendiosa ed esclusivamente legata ad eventi
Comportamentali
• La compilazione da parte di tutte le figure educative di riferimento a
livello scolastico E/O casalingo
• Il tempo speso a scrivere è guadagnato in un secondo momento in
una gestione più snella ed efficace dei comportamenti problema
• Compilazione nei termini di:
Dove- Cosa è successo immediatamente prima- Cosa ha fatto – cosa ho
fatto – come ha reagito
Daniela Cadeddu 2016
Lucia D'Amato
• Esempio
• n.b. Tempo di compilazione, 60 secondi…
Daniela Cadeddu 2016
Daniela Cadeddu e Luigi Tedde
2016
Guida alla compilazione dell’ABC
Il foglio di raccolta dati va compilato ogni qualvolta venga emesso un comportamento
disadattivo da parte del bambino. Esso ha la funzione di raccogliere informazioni importanti
circa gli eventi antecedenti e le conseguenze dei comportamenti, al fine di definirne la
funzione e conseguentemente sviluppare un piano di trattamento per quello specifico
comportamento problema.
Ciascun foglio si compone di due schemi per la raccolta dei dati attraverso una analisi detta
ABC (Antecedente – Comportamento – Conseguenza). La manifestazione di ciascun
comportamento problema va descritta in un singolo schema.
Si raccomanda di descrivere in modo oggettivo quanto osservato, definendo nel dettaglio ciò
che accade prima e dopo il comportamento.
Di seguito le modalità di compilazione del foglio di raccolta dati:
DATA: indicare la data in cui viene descritto il comportamento
ORA: indicare l’ora in cui il comportamento si manifesta
CONTESTO: indicare il luogo in cui il comportamento viene emesso
ANTECEDENTE: descrivere oggettivamente ciò che accade un istante prima dell’emissione
del comportamento
COMPORTAMENTO: descrivere in modo dettagliato il comportamento emesso dal
bambino
CONSEGUENZA: descrivere dettagliatamente come l’ambiente reagisce al comportamento
del bambino: cosa fanno maestre, compagni, personale scolastico, ecc.
REAZIONE STUDENTE: descrivere cosa fa il bambino a seguito della reazione
dell’ambiente
Effettuare la raccolta dei dati per una settimana consecutiva, a seguito della quale inviare il
materiale scannerizzato al seguente indirizzo di posta elettronica.
Daniela Cadeddu e Luigi Tedde
2016
Daniela Cadeddu e Luigi Tedde
2016
Frequenza
Durata
data
m/p/s
ore
Totale
Daniela Cadeddu e Luigi Tedde
2016
minuti
secondi
11
ore
secondi
10
minuti
ore
secondi
9
minuti
ore
secondi
8
minuti
ore
secondi
7
minuti
ore
secondi
6
minuti
ore
secondi
5
minuti
Comportamento
secondi
4
minuti
ore
secondi
3
minuti
ore
al
secondi
2
minuti
ore
dal
secondi
1
minuti
ore
secondi
Utente
Data osservazione
minuti
ore
FOGLIO REGISTRAZIONE DURATA COMPORTAMENTO
Osservatore
PARLARE DA SOLO
Totale
DISEGNO SPERIMENTALE
ABAB
Daniela Cadeddu 2016
LA GESTIONE DEL
COMPORTAMENTO
Daniela Cadeddu 2016
Nella gestione comportamentale…
• Osservare il comportamento del bambino
• Descrivere le circostanze in cui le emissioni
comportamentali sono più frequenti
• Individuare le conseguenze che fomentano tale
comportamento
• Fornire al bambino altri strumenti per manifestare
il suo dissenso, la propria difficoltà.
• Contenere le vocalizzazioni durante le crisi
comportamentali
• Rimanere fermi sulle indicazioni date, sulle richieste
fatte.
Daniela Cadeddu 2016
Gestione della Crisi
«Le procedure di gestione della crisi
intervengono sulla sicurezza fisica in tutte le
tipologie di setting. Tali procedure, che
possono assumere svariate forme, non
rappresentano gli interventi finali poiché non
insegnano alla persona comportamenti
alternativi a quelli problematici»
M. Demchak, K.W. Bossert (2005)
Daniela Cadeddu 2016
Cosa fare in caso di scoppio
comportamentale
Daniela Cadeddu 2016
• Parlare meno o addirittura eliminare il vocale
• Dare semplici consegne positive come «mani
giù» o «siediti», prediligendo il non-verbale
• Assicurare la sicurezza di tutti, del bambino,
nostra, di terzi e dell’ambiente
• Dare maggiore spazio al bambino, ponendosi
dietro ed evitando reazioni fisiche
• Ridurre l’attenzione, anche con il semplice
sguardo, da parte di tutti
• Attendere il naturale ridimensionamento del
comportamento
• Rivalutare tutte le fasi del comportamento
COMPORTAMENTO ALTERNATIVO
• Il Comportamento Target deve essere sostituito con
un Comportamento Alternativo (CA)
• Il comportamento alternativo deve essere socialmente
accettato
• «…ciò di cui non ci rendemmo conto a quel tempo e
fu un errore, era il fatto che bisognava insegnare ai
bambini anche comportamenti alternativi. Sapevamo
che l’autolesionismo era in relazione inversa alla
presenza di comportamenti positivi, ma non
comprendevamo appieno l’esigenza di stabilire
forme alternative di comunicazione»
Loovas
Daniela Cadeddu 2016
Strategie di intervento
STRATEGIE REATTIVE
STRATEGIE PROATTIVE
Daniela Cadeddu 2016
STRATEGIE REATTIVE
Daniela Cadeddu 2016
• Gli interventi Reattivi consistono nella
manipolazione delle conseguenze affinché
venga impedito l’accesso ai rinforzatori che
mantengono il comportamento
 Rinforzo differenziale (DRA – DRI – DRO –
DRL – DRH)
 Estinzione
 Punizione
Daniela Cadeddu 2016
Rinforzo Differenziale
Daniela Cadeddu 2016
• DRA (Differential Reinforcement of Alternative Behavior)
 In tale procedura il rinforzo viene elargito in presenza di un
comportamento alternativo a quello problema
• DRI (Differential Reinforcement of Incompatible Behavior)
 Con tale procedura viene selezionata una risposta incompatibile con
il comportamento problema
 L’accesso al rinforzo avviene solo in presenza della risposta
incompatibile
• DRO (Differential Reinforcement of Other Behavior)
 Il rinforzo viene elargito se, durante un certo lasso di tempo, il
comportamento non si presenta
• DRL (Differential Reinforcement of Low Rates of Responding)
 Il rinforzo viene elargito quando, durante un certo lasso di tempo, il
comportamento si presenza con una frequenza ridotta
• DRH (Differential Reinforcement of High Rate of Responding)
 Utilizzato per intervenire su comportamenti problema che si
manifestano raramente, al fine di aumentarne la frequenza o
l’intensità
Estinzione
• Si ha estinzione quando il rinforzamento di un
comportamento viene interrotto
• La probabilità che il comportamento problema
venga rinforzato deve essere nulla
• La conseguenza è che il comportamento verrà
eliminato
• L’estinzione non può costituire la sola strategia
di intervento
Daniela Cadeddu 2016
Intervento sulla punizione positiva
• Rimproveri
• Blocco della risposta
 intervento fisico di blocco del comportamento
• Esercizio contingente
 alla persona è richiesto di emettere una risposta che non è
topograficamente collegata con il comportamento problema
 Si pensi all’esecuzione, in modo contingente, di un esercizio a
fronte di un comportamento aggressivo
• Overcorrection
 alla persona è richiesto di impegnarsi in un comportamento, che
richiede un grande sforzo. Tale risposta è direttamente collegata
con il comportamento target
• Stimolazione elettrica
Daniela Cadeddu 2016
PUNIZIONE ATTRAVERSO LA
RIMOZIONE DI UNO STIMOLO
• Time-out
 è definito come il ritiro dell’opportunità di
ricevere un rinforzo positivo o la perdita
dell’accesso al rinforzo positivo per un tempo
specifico, contingente alla manifestazione del
comportamento
 Costo della risposta
 forma di punizione in cui che prevede la perdita di
una specifica quantità di rinforzo quando il
comportamento si manifesta
Daniela Cadeddu 2016
STRATEGIE PROATTIVE
Daniela Cadeddu 2016
RINFORZO NON CONTINGENTE
• È un intervento sugli antecedenti in cui stimoli
rinforzanti vengono elargiti in un tempo fissato o
variabile indipendentemente dal comportamento del
bambino
• Il rinforzo non contingente è efficace nella riduzione
del comportamento problema in quanto il rinforzo
che mantiene il comportamento viene elargito
frequentemente e in modo libero
• Ciò consente di ridurre la motivazione a impegnarsi
in un comportamento problema
Daniela Cadeddu 2016
Training di comunicazione funzionale
• L’FCT consiste nell’individuare un
comportamento comunicativo alternativo per
competere con il comportamento problema
• FCT è una applicazione del rinforzo
differenziale di un comportamento alternativo
in quanto l’intervento sviluppa una risposta
comunicativa alternativa come antecedente per
diminuire il comportamento problema
Daniela Cadeddu 2016
Vi ringrazio per la cortese
attenzione!
Daniela Cadeddu 2016
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