Approccio Comportamentale alla Psicologia dell`Educazione Analisi

Università degli Studi di Parma
Analisi del Comportamento (Behavior Analysis)
Facoltà di Psicologia
Dipartimento di Psicologia
Skinner (1904-1990)
1938 The Behavior of Organism
Approccio Comportamentale
1953 Science and Human Behavior
alla Psicologia dell’Educazione
1957 Verbal Behavior
Oggetto: reciproche interazioni tra organismo e ambiente
Metodo: scientifico-sperimentale
Dott.ssa Concari Giorgia
Oggetto di studio
Approccio di tipo contestualista (Pepper, 1942)
Interazioni tra il comportamento di un individuo e gli eventi
dell’ambiente.
Metafora base è il divenire.
Ogni azione deve avere 2 caratteristiche: avere un contenuto e
presentarsi in un contesto.
Tali interazioni si manifestano in termini osservabili, misurabili,
riproducibili e sono suscettibili di indagine scientifica (Kosso, 1992).
La Behavior Analysis studia una relazione funzionale, chiamata
contingenza, costituita da tre elementi in relazione tra loro:
Es. “Parlare” è un concetto senza senso!!
Si può solo “Dire qualcosa” e “Dire qualcosa a qualcuno che
sta ascoltando in una data situazione”
Classe di
stimoli
antecedenti
Classe di
risposte o
comportamenti
Classe di
stimoli
conseguenti
Relazione che si verifica tra l’individuo e l’ambiente
Individuo: essere umano in quanto entità biologica e culturale unica,
capace di comportarsi secondo i modi caratteristici della specie.
Tale unicità dipende sia dal suo assetto biologico (inteso come
risultato del suo corredo genetico – genotipo – e delle sue
caratteristiche biologiche – fenotipo - ); che dalla sua storia
personale.
Ambiente: sia interno che esterno, è definito in termini funzionali,
oltre che come l’insieme di tutte le caratteristiche biologiche,fisiche,
sociali, culturali degli eventi coinvolgono l’individuo.
Comportamento: tutto ciò che l’individuo dice o fa. Può essere
overt o covert. Entrambi sono valutabili in termini di misurazione.
L’ambiente funzionale è definito da due condizioni:
1) Le funzioni dello stimolo: ciò che la persona fa in
relazione ad un particolare stimolo sulla base della sua
precedente storia interattiva.
2) Fattori del setting: caratteristiche dell’ambiente
biofisiologico interno, dell’ambiente fisico e socioculturale
esterno. Rappresenta il contesto dell’interazione!
Quando una persona si comporta
in un certo modo in presenza di
uno stimolo, possiamo dire che
lo stimolo ha una funzione, che
tra i due esiste una relazione
funzionale
Quali funzioni può
avere uno stimolo?
1
1. Elicitante: precedono sempre il comportamento e lo
determinano in modo causale; es. interazioni rispondenti
Pavloviane.
Definiscono le interazioni
operanti, non hanno carattere
di causalità ma di probabilità.
2. Rinforzante
3. Punente
Interazione organismo-ambiente
L’analisi funzionale descrive l’unità di studio come una
contingenza a tre termini: contingenza è la probabilità che un
evento sia influenzato e/o influenzi altri eventi; i termini sono gli
eventi considerati e cioè:
1. Funzione dello stimolo antecedente
4. Discriminativa
2. Risposta
3. Funzione dello stimolo che segue la risposta
Tecniche di modificazione del comportamento:
Quali sono le strategie efficaci
- incrementare un comportamento
per modificare
il comportamento?
- ridurre un comportamento
- sviluppare un nuovo comportamento
- consolidare il comportamento appreso
Incrementare: rinforzo positivo (far seguire una
conseguenza positiva ad un comportamento adeguato);
Ridurre: estinzione (eliminare qualsiasi rinforzo)
Sviluppare: shaping (rinforzo delle risposte che si
avvicinano a quella desiderata); fading (graduale
attenuazione degli aiuti); chaining (concatenamento
stimolo-risposta);
Consolidare: rinforzo intermittente (rinforzare ogni n
risposte adeguate);
Il rinforzo positivo è un evento che, quando compare
immediatamente dopo un comportamento, induce l’aumento della
frequenza di quel comportamento.
Se,in una data situazione, una determinata azione è
immediatamente seguita da un rinforzatore positivo, allora
aumenta la probabilità che la persona emetta lo stesso
comportamento trovandosi nuovamente in una situazione simile.
I comportamenti che agiscono sull’ambiente generando
conseguenze e che sono a loro volta influenzati da queste
conseguenze sono chiamati comportamenti operanti
(o risposte operanti).
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Fattori che influenzano l’efficacia di un rinforzo positivo.
1) Scelta del comportamento da incrementare: i comportamenti da
incrementare devono essere identificati in modo specifico.
2) Scelta dei rinforzatori: sono molto soggettivi, non esistono
rinforzatori potenti per loro natura… devono essere efficaci, facilmente
disponibili e non devono richiedere eccessivo tempo nel suo consumo
3) Fattori che rendono rinforzante uno stimolo: la maggior parte dei
rinforzatori perde la sua efficacia a meno che l’individuo non ne sia
stato deprivato per un certo tempo prima che vengano utilizzati.
4) Immediatezza: per raggiungere la sua massima efficacia un rinforzo
dovrebbe seguire subito la risposta desiderata.
Primari: legati alla sopravvivenza (es. cibo)
Consumatori: cibo ma non legato alla
Rinforzatori
sopravvivenza!!
Secondari
Tangibili: giocattoli, figurine...
Sociali: sorriso, vicinanza fisica….
Informativi: feedback,
informazionesull’azione.
5) Fare uso di regole
6) Passaggio dai rinforzi artificiali a quelli naturali
Programmi di rinforzamento
Continuo
Intermittente
Come vengono definiti?
Il rinforzatore positivo è qualsiasi conseguenza positiva di
una risposta che ha, come effetto, di rendere la risposta più
probabile in futuro.
E’ detto “positivo” perché la conseguenza positiva è
determinata dall’aggiunta di un elemento positivo (ex. le
caramelle)
Quale dei due ha maggiore effetto a lungo
termine?
Rinforzamento negativo e punizione
Il rinforzatore negativo è qualsiasi conseguenza positiva
di una risposta che ha, come effetto, di rendere la risposta
più probabile in futuro.E’ detto “negativo” perché la
conseguenza positiva è determinata dalla sottrazione di un
elemento negativo o spiacevole.
• Il rinforzamento negativo incrementa la frequenza del
comportamento che lo precede.
• La punizione, al contrario, mira a ridurre la frequenza di
comparsa del comportamento che la precede attraverso la
presentazione di un evento negativo.
Rinforzamento negativo e punizione non sono sinonimi!!!!!
3
Eliminare un comportamento: la Punizione
Uno stimolo punitivo è un evento che, quando presentato
immediatamente dopo un comportamento, ne provoca la
diminuzione in termini di frequenza.
Estinzione : se in una determinata situazione il
soggetto emette risposte in virtù delle loro
conseguenze, eliminando le conseguenze il
comportamento tenderà ad estinguersi.
- Punizione fisica
- Rimproveri
- Time-out
- Costo della risposta
ASSESSMENT
QUALI STRUMENTI
UTILIZZARE?
PROGRAMMA INDIVIDUALIZZATO
• ogni programma di educazione individualizzata lavora sulla base
di appropriate tecniche di insegnamento che aiutano il bambino a:
- focalizzare l’attenzione sul compito
- dare la risposta corretta
- sperimentare conseguenze significative
• un programma educativo individualizzato per essere efficace:
- gli obiettivi devono essere espliciti e ben definiti, in termini
operazionali, in modo da poter essere facilmente:
a. programmato
b. monitorato
c. modificato
Insegnare significa organizzare tutto ciò che rende più rapido ed
efficace il processo di apprendimento di contenuti considerati
importanti per il conseguimento degli obiettivi educativi prescelti.
Nell’insegnamento non basta selezionare contenuti coerenti con gli
obiettivi educativi istituzionalmente definiti, né presentare
situazioni stimolanti ed osservare cosa succede. Affinchè
l’apprendimento si verifichi è necessario predisporre
programmi che selezionino, secondo criteri finalizzati, ciò che si
vuol proporre a chi impara, modalità efficaci di presentazione e
programmi di rinforzo che seguano contingentemente alcune
risposte e non altre. L’analisi del compito è senza dubbio la fase
preliminare di ogni programmazione educativa.
• gli argomenti devono essere presentati secondo un ordine graduato
basato sui principi della task analysis
• i compiti devono essere presentati e registrati in modo chiaro ed
organizzato:
- ambiente
- materiale
- procedure
- cues
- criteri
- conseguenze
- modalità di registrazione
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Individualizzare l’intervento (Soresi, 1978):
1. Comprendere il problema: osservazione sistematica tramite
strumenti diagnostico-valutativi (checklist);
2. Individuare il problema: baseline,
definizioni operative degli obiettivi
3. Analisi del compito: task analysis
Osservazione occasionale: non controllata, soggettiva e
asistematica
non attendibile e non utilizzabile ai fini
di una ricerca.
• E’ un tipo di osservazione che avviene per caso, quasi
indipendentemente dalla nostra volontà.
• E’ inutile discutere se sia giusto o sbagliato farla, perché in realtà
è inevitabile.
4. Pianificare l’intervento: quali stimoli? Quali strategie? Quali
rinforzi?
• Non nasce da un progetto preciso, non è il frutto di un’attività
programmata.
5. Realizzare e monitorare l’intervento
• E’ relativa a obiettivi generali.
6. Controllare i risultati ottenuti
• E’ un’ osservazione senza strumenti.
• E’ utile per farci delle idee.
• E’ utile perché ci consente di formulare delle prime ipotesi.
Osservazione sistematica: precisi schemi di riferimento
Categorizzare i comportamenti, individuare quali sono i
comportamenti da eliminare e quelli da rinforzare
• E’ un tipo di osservazione che cerca di dare un ordine e delle
regole precise al processo di osservazione.
• L’osservazione sistematica è frutto di un’attività programmata.
• Ha regole precise, fissate a priori che devono essere
padroneggiate dagli osservatori prima di iniziare l’osservazione.
• L’osservazione casuale ha come risultato un’etichetta “Giorgio
è un bambino iperattivo”
• L’osservazione sistematica ha come risultato un numero
“Giorgio oggi si è alzato dal banco 7 volte”.
Osservazione sistematica
ma non solo…
Il risultato dell’osservazione sistematica è un numero:
Alessandro si è alzato 50 volte e ha avuto 15 interazioni
aggressive con i compagni.
L’osservazione sistematica quantifica il comportamento.
L’analisi funzionale ci consente invece di capire il “perché”
di un determinato comportamento ed è un utile strumento di
comprensione.
Comportamenti problema: dove
Le analisi funzionali vanno fatte su tutti i
comportamenti negativi
sui quali vogliamo lavorare
(comportamenti bersaglio)
e su tutti i comportamenti positivi
che vogliamo incrementare
(comportamenti meta).
• In quali patologie di interesse psicologico è più probabile trovare
comportamenti problematici:
– Ritardo Mentale.
– Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, in particolare Disturbo
Autistico.
– Disturbi da Deficit dell’Attenzione e da Comportamento
Dirompente:
• Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività.
• Disturbo Oppositivo Provocatorio.
• Disturbo della Condotta.
• Ma anche:
– Disturbi della sfera emozionale:
• Disturbi d’Ansia.
• Disturbi dell’Umore.
– Altre condizioni non patologiche legate a situazioni di svantaggio
o di disagio sociale, culturale, economico.
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I comportamenti problematici
• I comportamenti problematici hanno, in genere, uno scopo
per la persona che li manifesta.
• Solo quando capiamo gli scopi del comportamento
possiamo pensare di intervenire (“non perdiamo tempo
cercando di capire perché il comportamento si manifesta.
Ciò che conta è risolvere subito questo problema!”).
L’analisi funzionale
Antecedenti
Quali erano gli eventi
precedenti che hanno
innescato il
comportamento?
• Il comportamento problema spesso ha più scopi e richiede
quindi molteplici interventi.
Comportamento
Conseguenze
Descrivete esattamente
quale cosa ha fatto il
bambino che sia un
problema per lui, per gli
insegnanti o per i
compagni.
Descrivete cosa è
successo dopo il
comportamento e come
gli insegnanti o i
compagni hanno
reagito.
• L’intervento richiede il cambiamento dei sistemi di
relazione non degli individui.
Analisi del compito
« Allo scopo di formulare obiettivi rilevanti, cioè chiaramente
finalizzati all’acquisizione di abilità, è necessario individuare i
compiti che scandiscono le diverse fasi dell’apprendimento e
sottoporli ad una specie di vivisezione.» (Kozloff, 1981, p. XIII).
PROCEDURE DI ASSESSMENT
PROCEDURE DIRETTE
OSSERVAZIONE DIRETTA
DEL COMPORTAMENTO
TEST CRITERIALI
ANALISI FUNZIONALE
AUTOMONITORAGGIO
Grazie alla Task analysis, si possono individuare gli elementi
costitutivi del compito e, per ognuno di essi, precisare i relativi
prerequisiti. La Task analysis permette, inoltre, di graduare i
compiti secondo le difficoltà, consentendo di definire la successione
ed il momento in cui dovrebbero essere presentati.
Questo tipo di analisi, porta alla definizione di una serie di
sotto-obiettivi, ordinati in modo gerarchico, che determinano il
raggiungimento dell’obiettivo-meta.
TEST NORMATIVI
TEST DI PERFORMANCE
TEST DI PERSONALITA’
AUTORESOCONTO
COLLOQUIO
PROCEDURE INDIRETTE
AGENTI MEDIAZIONE
(genitori, operatori)
SCALE DI VALUTAZIONE
CHECK- LIST
COLLOQUIO
TEST PERFORMANCE
Prove nelle quali si chiede alla persona di
eseguire un compito, che esige una risposta orale,
scritta o prassica.
TEST CRITERIALI
Il parametro utilizzato dai Test Criteriali non è la norma (media e
deviazione standard) ma il criterio dato da uno o più livelli di
prestazione del soggetto. Punteggi superiori a tale livello indicano
indicano
che vi è una padronanza totale o accettabile per quanto riguarda
l’abilità esaminata. Punteggi inferiori indicano il contrario.
Si dividono in:
Il criterio viene stabilito dall’operatore a seconda degli obiettivi
• TEST NORMATIVI
educativi che intende raggiungere.
• TEST CRITERIALI
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METODO PORTAGE
VANTAGGI
(Bluma, Shearer, Frohman, Hilliard, 1976)
• Consente di discriminare tra abilità e sottosotto-abilità. E’ uno strumento
flessibile con il quale si può valutare qualsiasi performance.
• Il criterio viene scelto dall’operatore e cambiato di volta in volta a
seconda delle esigenze. Il test può essere costruito dall’operatore,
dall’operatore, è
semplice da applicare e non richiede la standardizzazione.
• il soggetto non viene confrontato con un gruppo ma solo con sé
stesso, prima e dopo un intervento educativo.
• GLOBALE:
GLOBALE articolato in 5 aree di sviluppo (Cognitiva, Motoria,
Linguistica, Socializzazione, Autonomia) e una sezione riguardante
le Stimolazioni infantili);
• RIGOROSO:
RIGOROSO in ogni area di sviluppo i comportamenti sono elencati
secondo un principio di complessità crescente e raggruppati per
livelli di età (da 0-1 a 5-6 anni);
• SEMPLICE:
SEMPLICE è corredato da schede contenenti le indicazioni
operative per il raggiungimento degli obiettivi, già suddivisi
secondo il metodo della Task analysis.
• Omogeneità tra il Test Criteriale e il materiale didattico usato
Utilizzato
durante il training.
• nella fase di valutazione iniziale
• nella fase di training.
STIMOLAZIONI INFANTILI 00-6 MESI
Dà indicazioni circa le attività e i materiali adatti che i genitori possono usare
per evocare risposte appropriate da parte del bambino e promuoverne lo
sviluppo.
TEST NORMATIVI
“FORNISCONO PROVE RIGOROSAMENTE SELEZIONATE E
VALUTATE PER QUANTO RIGUARDA IL LORO GRADO DI
ATTENDIBILITA’, VALIDITA’E NORMATIVITA’”
NORMATIVITA’”
Meazzini,
Meazzini, 1997
1 SOCIALIZZAZIONE
Comportamenti che riguardano la vita sociale e l’interazione del bambino con
le altre persone.
2 LINGUAGGIO
Tratteggia lo sviluppo del linguaggio focalizzando l’attenzione sul contenuto
del linguaggio e sulla forma usata per esprimere tale contenuto.
3 AUTONOMIA
Comportamenti che permettono al bambino di avere cura di sé (nutrizione,
abbigliamento, pulizia e igiene).
4 LIVELLO COGNITIVO
Attività che spaziano dall’iniziale consapevolezza di sé e dell’ambiente
circostante fino alla consapevolezza dei contenuti numerici, capacità di
ripetere storie e fare comparazioni. Vengono valutate attraverso ciò che il
bambino dice o fa.
5 LIVELLO MOTORIO
Riguarda i movimenti coordinati dei grossi e piccoli muscoli del corpo.
ATTENDIBILITÀ : il test deve fornire risultati costanti e coerenti nel tempo
VALIDITÀ : il test deve misurare effettivamente le abilità per le quali è stato
costruito
NORMATIVITA’
NORMATIVITA
Il punteggio che il soggetto ottiene al test viene confrontato ad una norma.
Le norme vengono individuate dopo che il test è stato somministrato ad un
campione che si ritiene rappresentativo della popolazione alla quale esso
dovrà essere somministrato.
Le norme si esprimono prevalentemente mediante punteggi standardizzati
(media e deviazione standard) da cui è possibile calcolare il grado di
scostamento del singolo dalla media.
SVANTAGGI
VANTAGGI
•
•
Non consentono di discriminare tra le diverse sottosotto-abilità che
costituiscono abilità molto articolate, quali la lettura e la
scrittura.
scrittura.
•
Operano dei confronti tra individui spesso sgradevoli e
stigmatizzanti.
•
Richiedono competenze statistiche e psicometriche sofisticate.
•
Sono di scarsa utilità per la progettazione di un intervento
educativo e spesso rischiano di portare a valutazioni
paradossali.
La standardizzazione del materiale e del punteggio consente
analisi comparative di natura epidemiologica.
Es. Il confronto tra i punteggi medi ottenuti in test normativi di lettura
tra popolazioni di allievi residenti in regioni diverse…
•
Consente di individuare la posizione occupata dal singolo
all’interno di un gruppo.
Es. All’interno della sua classe o della popolazione più ampia di
bambini della sua età.
Es. Per misurare le abilità di lettura di un soggetto è superfluo rifarsi
rifarsi a delle
norme.
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WISC
-
R
Nella diagnosi di Ritardo Mentale:
CATEGORIA
Test di intelligenza standardizzato (scala 100 ± 15).
Si suddivide in 11 subtest:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Informazioni
Somiglianze
Aritmetica
Vocabolario
Comprensione
Memoria di cifre
7.
8.
9.
10.
11.
Storie figurate
Disegno con i cubi
Ricostruzione di oggetti
Cifrario
Labirinti
• Lieve
• Medio
5050-35
• Gravi
3535-20
• Gravissimo
QI VERBALE
QI TOTALE
QI
7070-50
< 20
• L’intelligenza è un’entità
un’entità singola, unitaria (intelligenza generale) o divisa in
molte componenti (intelligenza musicale, meccanica..)?
• Il livello di intelligenza rimane costante nel corso della vita?
QI PERFORMANCE
• Cos’è l’intelligenza?
l’intelligenza? “l’intelligenza è ciò che viene misurato mediante i test
d’intelligenza”
• Nella programmazione di intervento educativo per un soggetto disabile,
disabile,
quanto è funzionale conoscere il suo livello di intelligenza?
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