NON ABUSARE DELLE BENZODIAZEPINE Farmaci per cure brevi Contro ansia e insonnia, spesso si ricorre a calmanti, cioè alle benzodiazepine. Sono efficaci, ma presentano effetti indesiderati. Per questo è importante usarli solo per periodi brevi e sotto controllo medico. Ricordando che agiscono solo sui sintomi, ma non rimuovono le cause. Ansia, insonnia, in generale un senso di stress e irrequietezza in alcuni periodi possono rendere la vita difficile. Per aiutarsi ad affrontare meglio gli impegni quotidiani, al lavoro, in casa o in famiglia, spesso si ricorre ai farmaci. A volte, sono i dati che lo dicono, inutilmente. Si parla di ansiolitici (che riducono l’ansia) oppure di ipnotici (che inducono il sonno), ma nel linguaggio comune si usano anche termini come sedativi, tranquillanti, calmanti, sonniferi… in realtà gli ansiolitici e ipnotici più RISCHIO DIPENDENZA Sulla base di studi è possibile tracciare un identikit delle persone più a rischio di diventare consumatori abituali di benzodiazepine: si tratta di anziani, di età superiore a 63 anni, soli e depressi o con problemi familiari. Tra i fattori di rischio oltre all’età figura il sesso: più inclini ad assumere benzodiazepine in modo cronico sono risultate le donne. CONSUMO ITALIANO: ECCESSIVO E SPESSO IMPROPRIO ni di euro) e il bromazepam (Lexotan e Compendium) con 10 milioni di pezzi e 65 milioni di spesa. Questi dati indicano non solo che le benzodiazepine sono largamente usate, ma suggeriscono anche che il loro consumo è eccessivo e si protrae troppo a lungo, fino ad assumere un andamento cronico (a volte anche fino a 5-10 anni) e talvolta anche per malattie che non ne presentano l’indicazione, come la depressione. L’uso prolungato di benzodiazepine è sconsigliato per la comparsa di effetti indesiderati anche importanti. ▲ I dati del rapporto nazionale del ministero della Salute sull’uso dei farmaci in Italia relativo al 2002 illustrano che per le benzodiazepine (farmaci di fascia C, venduti dietro prescrizione medica, a completo carico del cittadino) nel 2002 sono stati spesi 515 milioni di euro, per oltre 73 milioni di confezioni vendute. Tra questi farmaci, in particolare, il più prescritto è il lorazepam (Tavor, Control, Lorans) con 25 milioni di confezioni per 163 milioni di euro, seguito dall’alprazolam (Frontal, Xanax) con 12 milioni di pezzi per 86 milio- utilizzati oggi fanno parte della stessa famiglia di farmaci, conosciuti scientificamente come benzodiazepine. Si tratta di una famiglia molto numerosa: in Italia attualmente sono presenti sul mercato ben 25 principi attivi, caratterizzati come sempre da nome diversi, con lo stesso meccanismo d’azione. Per il loro rapido effetto sedativo le benzodiazepine, efficaci dal punto di vista clinico e indicate nella cura di alcune situazioni particolari, sono tra i farmaci più prescritti nel nostro Paese, al punto che è accertata una tendenza al SALUTEST n° 48 febbraio 2004 15 CHE COSA È L’ANSIA? CHE COSA È L’INSONNIA? L’ansia è uno stato caratterizzato da un insieme di sintomi fisici e psicologici. Oltre a senso di incertezza e inquietudine, nervosismo, apprensione ingiustificata (fino al panico), può presentare sintomi come tensione muscolare, mal di testa, accelerazione del battito cardiaco, palpitazioni, senso di soffocamento, aumento della sudorazione, tremori. Una delle cause più comuni dell’ansia è lo stress; può essere legato a un evento particolare, per esempio la morte di una persona cara, problemi familiari o di lavoro, divorzio, trasloco o precarie condizioni abitative, oppure può essere causato dalle condizioni di vita: eccesso di lavoro, scarso tempo libero e via dicendo. Se un certo livello di stress è naturale e positivo, in quanto ci stimola all’azione, un’eccesiva dose di stress può dar luogo ad ansia incontrollabile. L’ansia è un’emozione normale fino a che non diventa ingestibile da parte del paziente: solo in questi casi si rende necessario il ricorso a farmaci, per un periodo breve e con il dosaggio più basso possibile. L’insonnia è caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi o da risvegli e interruzioni del sonno per lunghi periodi durante la notte. Prima di autodiagnosticarsi un’insonnia è bene sapere che il bisogno di sonno cambia da una persona all’altra. Non tutti hanno bisogno di dormire lo stesso numero di ore: per sentirsi riposate alcune persone hanno bisogno di concedersi otto ore di sonno, ad altre invece ne bastano solo sei. Le ragioni dell’insonnia possono essere molte: stress, problemi di salute, fattori ambientali, cause psicologiche, difficoltà digestive, abuso di medicine, ma anche disturbi temporanei del ritmo sonno-veglia, per esempio il jetlag. Le benzodiazepine sono efficaci per l’insonnia, ma l’assuefazione è relativamente rapida. Quindi anche in questo caso la terapia è raccomandata per un periodo breve, di 2-4 settimane, a dosi basse. il flunitrazepam (Roipnol) o il nitrazepam (Mogadon). • In ogni caso è importante sottolineare che tutte le benzodiazepine sono farmaci sintomatici: curano il sintomo (ansia o insonnia), non la causa del disturbo (ciò che provoca ansia o insonnia) e quindi non risolvono il problema. Per questo non devono essere usate automaticamente per risolvere più o meno normali malesseri legati alla vita quotidiana: bisognerà piuttosto interrogarsi e cercare di intervenire sulle cause che provocano disturbi. • Il loro vantaggio è che sono efficaci immediatamente (a differenza per esempio degli antidepressivi, che cominciano a mostrare i loro effetti solo dopo 2-4 settimane). Il massimo beneficio delle benzodiazepine è visibile nelle prime settimane del trattamento e questo è il motivo per il quale è necessario usarle nella minor dose possibile e per il minor tempo possibile, solo per brevi cicli di cura. Effetti indesiderati e dipendenza ▲ loro uso eccessivo, per non parlare di abuso vero e proprio. In Italia ne fa uso un adulto ogni 10, percentuale che sale a 1 su 4 negli ultrasessantacinquenni. Tra gli imputati: i medici di base, che tendono a prescriverle con eccessiva disinvoltura (spesso su pressante richiesta da parte degli stessi pazienti), ma anche i pazienti, che tendono a prolungare l’impiego delle benzodiazepine più del dovuto. Un primo punto fondamentale, infatti, per un uso corretto di questi farmaci, è avere ben chiaro che devono essere utilizzati soltanto per terapie brevi. Agiscono sulle emozioni Le benzodiazepine sono state introdotte sul mercato intorno al 1950 e hanno preso il posto dei barbiturici, in precedenza usati per curare ansia e insonnia, i quali però si erano dimostrati piuttosto pericolosi, soprattutto per gli effetti indesiderati, la possibile interazione con altri farmaci e il rischio di overdose. Le benzodiazepine hanno un effetto 16 SALUTEST n° 48 febbraio 2004 sedativo, cioè calmante, sul sistema nervoso centrale. Agiscono principalmente nella regione del cervello, responsabile del controllo delle emozioni, attenuando gli stati ansiosi e l’agitazione. Possono essere utilizzate anche in casi di spasmi muscolari provocati da incidenti sportivi e per epilessia e convulsioni. In generale le benzodiazepine non presentano grandi differenze nella attività; alcuni ansiolitici presi la sera possono indurre il sonno, mentre alcuni ipnotici presi di giorno hanno un effetto sedativo. Benché tutte le benzodiazepine abbiano un’azione simile, le differenze sono nel loro assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione dall’organismo. È possibile dividerle in tre categorie a seconda della loro emivita, vale a dire della durata della loro azione nel nostro organismo: – azione breve: dalle 2 alle 6 ore, come per esempio il triazolam (Halcion); – azione intermedia: tra le 6 e le 24 ore, come il lorazepam (Tavor) o l’alprazolam (Xanax); – azione prolungata: oltre le 24 ore, come per esempio il diazepam (Valium), Con il tempo (tra le 2 e le 4 settimane per l’insonnia, massimo 8 settimane per l’ansia) si possono sviluppare forme di assuefazione e di dipendenza. Il Commitee on Safety of Medicines, l’Autorità di controllo britannica sull’uso dei farmaci, ha stilato un elenco di avvertenze sul corretto uso delle benzodiazepine: – sono indicate per il trattamento a termine (2-4 settimane) dell’ansia grave, disabilitante o che sottopone l’individuo a un’angoscia inaccettabile che si verifica da sola o associata a insonnia o a malattie psicosomatiche, organiche o psichiatriche di breve durata; – l’utilizzo delle benzodiazepine nel trattamento a breve termine di un’ansia lieve è inappropriato; – le benzodiazepine devono essere impiegate nel trattamento dell’insonnia solo se grave, disabilitante o che sottopone l’individuo ad angoscia estrema. • Le benzodiazepine, se utilizzate per periodi brevi, sono generalmente considerati farmaci sicuri e nel complesso ben tollerati. Nonostante questo possono avere effetti indesiderati che dipendono dal dosaggio, dalla ALCUNE BENZODIAZEPINE IN COMMERCIO Principio attivo Nome del prodotto Prezzo a confezione (euro) Prezzo a dose minima giornaliera Indicazioni Generico: Diazepam Lab. Far. Milan. 20 compresse 5 mg Valium 20 capsule 5 mg 5,63 6,50 0,28 0,33 Ansia, insonnia Ansia, insonnia A emivita lunga Diazepam Flunitrazepam Roipnol 10 compresse 1 mg 6 0,60 Insonnia Mogadon 20 compresse 5 mg 6,50 0,33 Insonnia Alprazolam Generico: Alprazolam M. G. 20 compresse 0.25 mg Xanax 20 cpr 0.25 mg 3 5,16 0,45 0,77 Ansia Ansia Lorazepam Generico: Lorazepam TEVA 30 compresse 1 mg Tavor 20 compresse 1 mg 5,50 6,30 0,37 0,63 Ansia, insonnia Ansia, insonnia Bromazepam Generico: Bromazepam TEVA 30 capsule 1,5 mg Lexotan 20 capsule 1,5 mg 5,42 5,10 0,36 0,51 Ansia, insonnia Triazolam Halcion 20 compresse 0,125 mg 8,55 0,43 Insonnia Brotizolam Lendormin 30 compresse 0,25 mg 13 0,43 Insonnia Nitrazepam A emivita media A emivita breve problema non sia tanto quello dell’assuefazione, quanto proprio quello della dipendenza: la pillola prima di andare a letto può diventare un rito necessario ad addormentarsi; – effetto cognitivo. Le benzodiazepine possono provocare deficit di memoria, incapacità di concentrazione e abbassamento dell’attenzione; talvolta amnesia. Alcune benzodiazepine (come per esempio il flunitrazepam) possono causare amnesie gravi nelle ore successive all’assunzione del farmaco; – effetto paradosso. Aumento di ansia e insonnia, irritabilità ed eccitabilità, incubi e allucinazioni sono i possibili effetti stimolanti contrari a quelli desiderati che possono comparire con l’uso delle benzodiazepine. • Da ricordare che il ricorso alle benzodiazepine è decisamente controindicato per alcune categorie particolari di persone: – donne in gravidanza, perché le benzodiazepine possono essere assorbite attraverso la placenta ed essere nocive per il feto; durante l’allattamento, se la madre ne fa uso, se ne può trovare traccia anche nel latte materno; – persone con gravi problemi respiratori poiché espongono a rischi di apnea; – in caso di ipersensibilità alle benzodiazepine; – per coloro che soffrono di miastenia grave, una malattia neurologica autoimmune che colpisce i muscoli. In ogni caso alcune categorie di pazienti devono prestare molta attenzione all’assunzione delle benzodiazepine: – persone anziane di età superiore a 65 anni, perché metabolizzano ed espellono il farmaco più lentamente; – persone con problemi al fegato o disfunzioni renali; – bambini per i quali questi farmaci devono essere prescritti solo in caso di estrema necessità (per esempio convulsioni da febbre), su consiglio del pediatra e a dosaggi adatti. • Quando finisce la cura, la terapia con benzodiazepine non deve essere interrotta bruscamente. Un’avvertenza da tenere presente quando si usano questi farmaci è la gestione delicata della loro sospensione, che deve essere sempre graduale e seguita dal medico. Al paziente si deve spiegare con chiarezza, meglio se in forma scritta, come deve essere ridotta gradualmente la dose. Si parla di “sindrome da sospensione” nelle persone che, dopo aver sviluppato una dipendenza alle benzodiazepine, quando smettono di assumerle soffrono di stati di ansia, irritabilità, insonnia, tremori alle mani, sudorazione, tachicardia, cefalea, nausea (con minor frequenza si presentano anche dolori muscolari, vomito, intolleranza alla luce e ai suoni). Possibile poi “l’effetto rimbalzo” o “rebound”: quando si smette d’improvviso di assumere questi farmaci i sintomi per cui li si assumevano (ansia o insonnia) si possono ripresentare con maggiore intensità di prima. ▲ sensibilità personale del paziente e dalla durata del trattamento: – sedazione eccessiva. Quando le benzodiazepine sono assunte la sera come sonnifero, l’effetto sedativo può persistere anche il mattino dopo, in particolare questo avviene con quelle a lunga azione. Per questo può verificarsi sonnolenza diurna, confusione, diminuzione delle capacità psicomotorie e problemi nel camminare (con rischio di cadute e conseguenti fratture). Questo rischio è particolarmente grave negli anziani, dato che con l’età diminuisce la capacità di eliminare i farmaci dall’organismo. Sonnolenza e riflessi rallentati possono essere causa di incidenti stradali, in casa e sul lavoro; – assuefazione. L’assuefazione, o tolleranza, compare con un uso prolungato del farmaco. Ciò significa che la stessa dose di farmaco ha progressivamente un effetto minore e che per ottenere lo stesso effetto serve una dose sempre maggiore; – dipendenza. Dopo molte settimane o mesi di assunzione il rischio è che le persone diventino fisicamente e psicologicamente dipendenti da questi farmaci. Spesso continuano in modo automatico ad assumere le benzodiazepine, anche quando i motivi della prescrizione sono venuti meno. Non è raro che alcuni pazienti contattino regolarmente il loro medico per farsi ripetere la prescrizione e si sentano in ansia se non hanno con sé il farmaco. In Italia si ritiene che il SALUTEST n° 48 febbraio 2004 17 QUALCHE CONSIGLIO PER IL SONNO ‘FAI DA TE’ Alcuni semplici comportamenti quotidiani possono favorire un buon sonno. • dormire durante il giorno e andare a letto troppo presto la sera; EVITATE DI... • bere bevande eccitanti come tè, caffè o cola prima di andare a dormire (alcune persone dopo l’assunzione di caffeina non riescono a dormire per sei ore); • bere alcolici o superalcolici a sera tarda; • vedere programmi televisivi troppo violenti: meglio smettere di guardare la tv almeno 30 minuti prima di andare a dormire. • andare a letto sempre intorno alla stessa ora; • creare e mantenere un ambiente adatto: stanza buia, silenziosa e adeguatamente ventilata, non troppo riscaldata; CERCATE DI... • rilassarvi prima di coricarvi, per esempio bevendo una bevanda calda o facendo un bagno caldo; • alzarvi e fare qualcosa di utile o piacevole, se una volta a letto non riuscite a dormire (invece di girarvi e rigirarvi tra le lenzuola). ▲ Conoscere le possibili alternative Per la cura di ansia e insonnia sono oggi a disposizione terapie alternative all’assunzione di benzodiazepine. Tralasciando i vecchi farmaci ipnotici (barbiturici), sono oggi sul mercato nuovi farmaci ipnotici (zalepon, zopiclone e zolpidem), che agiscono in modo simile alle benzodiazepine: questi farmaci non sono comunque privi di effetti collaterali, non risolvono il problema di assuefazione e dipendenza; non ultimo, il loro prezzo è più alto di quello delle benzodiazepine. Non rappresentano quindi un’alternativa particolarmente consigliabile. • Le persone con persistenti problemi di ansia o insonnia possono utilmente ricorrere a trattamenti non farmacologici, per cercare di rimuovere le cause alla base del problema. In psicoterapia, per esempio, la terapia cognitivo-comportamentale punta a migliorare l’approccio al sonno tramite il cambiamento delle proprie abitudini (pensieri negativi, convinzioni, credenze, paure e comportamenti legati al disagio), favorendo una migliore qualità della vita e insegnando a misurarsi con le proprie paure. La terapia cognitivo comportamentale comprende l’igiene del sonno (di cui 18 SALUTEST n° 48 febbraio 2004 parliamo nel riquadro Qualche consiglio per il sonno “fai da te”) e tecniche di rilassamento muscolare. • Quanto alla fitoterapia: non è raro aiutare il sonno con un infuso caldo di camomilla o di tiglio. Se funziona, non c’è nessun motivo per non continuare. Sebbene manchino veri e propri studi clinici controllati, l’uso di piante officinali come valeriana, passiflora e biancospino per favorire il sonno ha una tradizione molto documentata. Tenete presente, comunque, che un trattamento a base di erbe non è necessariamente innocuo né privo di effetti indesiderati: meglio sentire il parere del medico prima di assumere cocktail di erbe medicinali. La tazza di camomilla calda per favorire il sonno è un’abitudine tipicamente italiana: in realtà la camomilla agisce soprattutto sul funzionamento dello stomaco, il che non significa che non possa favorire il riposo, facilitando la digestione. La melatonina, come integratore dietetico, è usata contro l’insonnia, ma mancano riscontri scientifici riguardo alla sua efficacia. ■ Pillole da non usare a lungo Le benzodiazepine sono farmaci efficaci, temporaneamente utili in caso di ansia e insonnia, da assumere su prescrizione del medico, che ne stabilisce tempi e modi di assunzione e sospensione. Non devono essere usate per fronteggiare normali problemi di vita quotidiana. Sono controindicate in alcune categorie di persone come bambini, anziani e donne incinte. Due punti sono molto importanti: – sono farmaci efficaci contro i sintomi, ma non rimuovono le cause di ansia o insonnia, che se perdurano devono essere affrontate con terapie appropriate; – devono essere usate soltanto per periodi brevi (2-4 settimane). Le benzodiazepine hanno effetti indesiderati, in particolare possono indurre dipendenza e assuefazione, soprattutto in caso di assuzione eccessiva e prolungata. Ansia e insonnia possono essere affrontate anche con comportamenti e stili di vita opportuni, senza necessariamente ricorrere alla terapia farmacologica. Anche un trattamento di tipo psicoterapeutico può aiutare a ottenere risultati più duraturi contro ansia e insonnia.