Alimentazione nell’infanzia Regole, atteggiamenti, comportamenti, gusti/disgusti, rifiuti: come orientarsi Pavullo Sala 55 – 18 Gennaio 2012 Dott. Battista Guidi Responsabile U.O.Pediatria Ospedaliera e U.O. Pediatria di Comunità Ospedale e Distretto di Pavullo nel Frignano Perché è necessaria una educazione alimentare? • Il miglioramento delle condizioni socio economiche ha rivoluzionato le abitudini alimentari inducendo però anche patologie sociali come l'obesità e malattie degenerative. • Spesso l’alimentazione è troppo ricca di proteine e grassi mentre la dieta mediterranea, basata su legumi, pesce, cereali, frutta, olio di oliva è un opportuno “ritorno al passato”. • I genitori possono, a volte, avere scarsa attenzione alla dieta del bambino o del giovane, non hanno le idee chiare nella scelta degli alimenti e sui rischi di un’alimentazione non corretta. • I soggetti in età evolutiva, insieme alla loro famiglia, vanno informati al fine di intervenire in un periodo in cui un eventuale danno, se già instaurato, può essere ancora reversibile. • I bambini devono nutrirsi in maniera adeguata per crescere; quantità eccessive di cibo o, al contrario, quantità insufficienti possono comportare un rischio per la salute. • Per promuovere la crescita e lo sviluppo corretto, prevenire il sovrappeso e diminuire il rischio di sviluppare, in età adulta, malattie cronico-degenerative (quali le malattie cardiovascolari, il diabete, ecc.), è indispensabile che i bambini consumino tutti i tipi di alimenti, preferibilmente quelli poveri di grassi e ricchi di vitamine, sali minerali e fibre. • La prevenzione è tanto più efficace quanto più è precoce: non smettiamo quindi di preoccuparci della qualità (non solo della quantità) di quello che mangiano i bambini solo perché sono ormai svezzati! Il momento migliore per impostare una corretta alimentazione è proprio durante l’età infantile • Nella vita esistono due grandi rivoluzioni alimentari: ¾ La nascita - è questo il momento in cui , dopo 9 mesi di alimentazione attraverso la placenta e i vasi ombelicali , si passa all’alimentazione orale (solo latte) ¾ Il divezzamento – in cui da una alimentazione esclusivamente lattea si passa ad una alimentazione diversificata per consistenza e per composizione Allattamento al seno vantaggi per il bambino : • Soddisfa tutti i bisogni nutritivi fino al sesto mese di vita • È facile da digerire • Fornisce acqua sufficiente , anche in paesi dove scarseggia • Si adatta al ritmo di crescita del bambino e favorisce una crescita ottimale • Fornisce difese contro le infezioni intestinali e respiratorie • Riduce il rischio di allergie respiratorie e della pelle • Diminuisce il rischio di obesità • Diminuisce il rischio di diabete • Favorisce la relazione affettiva con la madre Allattamento al seno vantaggi per la madre : • Stimola la contrazione dell’utero dopo il parto , riducendo il rischio di emorragie ed accelerando il ritorno alle dimensioni normali • Ritarda l’ovulazione , aiutando a distanziare le nascite • Contribuisce a prevenire il cancro al seno e alle ovaie • Diminuisce il rischio di osteoporosi nella terza età • Aiuta la madre a recuperare la forma fisica • Favorisce la relazione affettiva col figlio Il gusto alimentare si forma già in epoca fetale e nei primi mesi di vita L'esposizione durante la vita fetale a determinati sapori , anche particolari, può indurre successivamente nel bambino una maggiore accettazione per quegli stessi sapori, a dimostrazione che l'educazione gustativa può incominciare già in utero Analogamente dopo la nascita le sostanze assunte dalla madre possono passare nel latte, determinando nei piccoli allattati al seno l'esposizione ad un ampio spettro di sapori. In tal modo si facilita il gradimento al momento del divezzamento di cibi come la verdura che a causa del suo sapore amaro e tannico possono essere tra gli alimenti meno graditi ai piccoli. Esperienza svezzamento • Il bambino esperimenta: • nuovi sapori • nuovi colori • nuovi odori Al termine del 1° anno lo svezzamento, in genere, si è completato. Nei 2-3 anni successivi la dieta del bambino si avvicina a quella dell’adulto. Significato dell’alimentazione • L’atto di alimentarsi è un atto complesso: • È una necessità (bisogno primario) • E' il risultato di varianti sociali,culturali, psicologiche • Quando i bisogni primari sono appagati generano piacere (componente edonica) Anche se comunemente “gusto” è usato come sinonimo di “sapore”, in senso stretto questo termine andrebbe utilizzato solo per le sensazioni chimiche rilevate da cellule specializzate presenti nella cavità orale, le cellule gustative, sulle quali sono presenti specifici recettori sensibili alle molecole contenute negli alimenti. Malgrado siamo in grado di percepire un’ampia gamma di entità chimiche, qualitativamente esse suscitano un numero limitato di sensazioni gustative attivando recettori specifici. I recettori del gusto si trovano all’apice di cellule gustative strutturate a dare i bottoni gustativi, i quali sono distribuiti nelle diverse papille della lingua e del palato molle. Recenti dati molecolari e funzionali hanno dimostrato che le diverse papille non sono selettive per un certo sapore; la vecchia mappa dei sapori fondamentali, quindi, va abbandonata (Figura 1). I recettori del gusto sono proteine transmembrana in grado di connettere l’esterno della cellula gustativa a contatto con la cavità buccale - dove si trovano le sostanze - con l’interno della cellula nella quale, in seguito all’attivazione del recettore stesso, avvengono altri cambiamenti che generano lo stimolo nervoso che viene poi trasmesso al cervello. Educare il Gusto • Imparare ad apprezzare i cibi che fanno bene, in modo da continuare a mangiare quello che piace, mantenendosi in buona salute • E' stato dimostrato come le abitudini dietetiche formatesi nei primi anni di vita si mantengono fino all'età adulta GUSTO • Al momento sono riconosciuti 5 diversi gusti cosiddetti fondamentali: dolce amaro salato acido umami: derivato dalla parola giapponese “umai” che significa delizioso, sta ad indicare il particolare sapore associato all'aminoacido L-glutammato, contenuto negli estratti di carne e prodotti fermentati Figura 3. Struttura dei recettori per il gusto amaro, appartenenti alla classe delle GPCR. LO SVILUPPO DEL GUSTO L’uomo non è molto legato alla componente genetica delle scelte alimentari, ma è in grado di associare un alimento con le conseguenze dell’averlo mangiato, quindi a “imparare” cosa può mangiare e cosa no. Dalla nascita le preferenze innate e le tendenze comportamentali cominciano a essere modificate dall’esperienza. Perciò la percezione del gusto dei bambini è notevolmente diversa da quella degli adulti. Basta notare la spiccata preferenza dei bambini per il dolce e il salato e l’avversione all’amaro, che invece, a piccole dosi, è di solito gradito all’adulto (pensiamo al caffè o alla nicotina). Aspetto relazionale e sociale • Mangiare da solo o insieme a persone con cui si sta bene • Importanza di consumare i pasti in un ambiente accogliente e curato • Gli eventi importanti della nostra vita vengono celebrati spesso con il cibo Æ tradizioni, ricordi Caratteristiche alimentari dei bambini divezzati Le principali modificazioni dell'alimentazione dopo il divezzamento riguardano soprattutto: • la progressiva inclusione nella dieta di tutti gli alimenti, • la somministrazione di essi in forma solida, • l’adattamento alla frequenza dei pasti dell'adulto, • l'acquisizione da parte del bambino di maggior capacità di autoregolazione tra il grado di fame e il senso di sazietà. • I comportamenti alimentari di questa età si caratterizzano inoltre per la conflittualità che ci può essere nella relazione madre-bambino relativa all'autonomia, alla dipendenza e al controllo. Lo svezzamento è il momento dell’incontro del patrimonio gustativo genetico del bambino, dopo la nebulosa esperienza fetale e al seno, con un quadro di preferenze dell’adulto. Questo incontro sarà fondamentale, in quanto è dimostrato che i comportamenti alimentari acquisiti nei primissimi anni di vita vengono mantenuti anche nell’età adulta, sottolineando l’importanza di investire in questo periodo per migliorare la qualità di vita degli adulti di domani. Non vi è più dubbio che le esperienze gustative sviluppate dal bambino, dallo svezzamento in poi, tendono a condizionare le scelte alimentari nella vita da adulto: le preferenze stabilite nei primi 2-3 anni di vita sono mantenute fino all’età adulta. C’è dunque più di un buon motivo per stimolare le mamme a offrire alimenti variati e salutari fin dall’epoca dello svezzamento. L’esperienza nutrizionale che inizia allo svezzamento lo porta a consolidare e in qualche modo “congelare” scelte alimentari abbastanza rigide, rafforzate dall’esperienza. Egli è capace di associare sapori specifici a cibi ad alta densità calorica: l’esperienza metabolica gli fa gradualmente preferire un latte con aggiunta di amido (o con i… biscotti!) rispetto al latte senza calorie aggiunte. Purtroppo questo programma genetico, sviluppato nel corso di molti millenni, non è adattabile facilmente a un mondo “anomalo” nel quale il solo animale uomo, rispetto a tutti gli altri animali del mondo, ha un’offerta, e addirittura una pressione, di alimenti densi di energia in modo continuo e illimitato. Il gusto, e le scelte alimentari, sono infatti indotti da: • patrimonio genetico, con il profilo funzionale dei recettori dei gusti principali; • esperienze alimentari della madre durante la gravidanza: perfino il sapore dell’aglio, se lo mangia la mamma gravida, diviene più accetto al neonato; • percezione di sapori generati dall’alimentazione materna durante l’allattamento: i bambini allattati al seno hanno infatti un’infinità di esperienze gustative “umane”, mentre quelli allattati con latte artificiale hanno esperienze gustative meno compatibili con il patrimonio genetico del neonato. Si stanno ora sperimentando latti artificiali con “sapori aggiunti” per ridurre questo svantaggio; • esperienza gustativa degli alimenti offerti durante lo svezzamento. LA GIORNATA ALIMENTARE Quali dovrebbero essere i consumi alimentari compatibili con una salute ottimale a lungo termine? . non più del 30% dell’ energia della giornata proveniente dai grassi; questi sono rappresentati dai condimenti (olio, burro, ecc.) ma anche da quelli nascosti negli snack salati (patatine, pop-corn, focacce ecc.), dolciumi, carni, formaggi, salumi ecc… • un apporto di energia del 10% proveniente da proteine (carne, pesce, uova, formaggio, legumi) • più del 50% di energia proveniente dai carboidrati complessi (pasta, riso e altri cereali, pane, patate, e legumi) • Non più del 10% di energia dai carboidrati semplici: zucchero, dolci, bevande zuccherate, ecc., • incremento del consumo di frutta e verdura, • aumento dell’apporto di fibra. Come deve essere una corretta alimentazione? • Deve prevedere un giusto apporto di: • carboidrati (soprattutto complessi)Æ 55%-65% • lipidi (soprattutto vegetali)Æ 25%-30% • proteine (50% animali e 50% vegetali)Æ 10-15% • vitamine, sali minerali, fibre e acqua LA PIRAMIDE ALIMENTARE La piramide alimentare traduce in comportamenti alimentari i concetti di dieta adeguata e di equilibrio nutrizionale. Vi sono 6 grandi famiglie di alimenti: – – – – – – • • • • FRUTTA E VERDURA PATATE, CEREALI E DERIVATI LATTE E DERIVATI CARNI, PESCI, UOVA E LEGUMI GRASSI DI CONDIMENTO E ZUCCHERI AGGIUNTI SNACK SALATI, DOLCI E BIBITE Ogni alimento di ciascun gruppo fornisce alcuni, ma non tutti i nutrienti di cui il bambino ha bisogno. Nessun gruppo è più importante di un altro. Solo l’ultimo (snack , dolci, ecc.) può essere considerato superfluo. Per una buona salute e una crescita ottimale il bambino ha bisogno di variare gli alimenti ogni giorno. Nessun alimento va eliminato dalla dieta ma consumato con moderazione all’interno di un regime equilibrato e variato al fine di soddisfare il bilancio energetico e nutrizionale. I più frequenti errori • eccesso zuccheri semplici • eccesso grassi (soprattutto di origine animale) • eccesso sale • poche fibre • “saltare la colazione” (indagine CONI a MiÆ 28%) • frequenti fuori pasto (CONI Æ72% consuma 1 pasto da solo) IERI ENTRATE USCITE Minore disponibilità di cibo Variabilità legata alla stagione Lavori pesanti Movimento Entrate Uscite (spostamenti, gioco libero) OGGI ENTRATE USCITE Aumentate in quantità e non sempre qualitativamente buone (cibi precotti, conservanti, grassi occulti, eccesso di sale e zuccheri, stoccaggio di frutta e verdura ) Ridotta attività motoria (auto, ascensore, computer, PS, telecomando,ecc.) Uscite Entrate Attività sportiva (movimento libero ridotto rispetto al tempo di allenamento complessivo) Evoluzione Alimentazione come prevenzione • • • • • • obesità diabete ipertensione cardiopatie ischemica ictus neoplasie Qualche suggerimento - Favorire la presenza dei bambini in cucina (partecipare alla preparazione dei pasti stimola la loro curiosità e appetibilità). - Non costringere i bambini ad assaggiare ma presentare in tavola, comunque, cibi nuovi e sollecitare la loro curiosità. - Non nascondere “cibi proibiti” (merendine, cioccolata) ma piuttosto concordare insieme delle regole ( come, quando e quanto mangiarne) - non rinunciare subito o quasi subito se il bambino rifiuta un alimento o un piatto (è provato che bambini di 7 mesi che dimostrano particolare avversione verso un certo vegetale, dopo 7-8 esposizioni lo accettano e che il risultato conseguito dura nel tempo) - se qualche familiare è a dieta, far passare il messaggio al bambino che si sta cercando di migliorare il regime alimentare( invece che messaggio di costrizione, privazione ) - preparare con cura la tavola e curare la presentazione dei piatti Cosa fare • Occorre avere disponibilità a riconoscere gusti del bambino e consentire le tendenze esplorative Se ad esempio un bambino all’inizio del divezzamento rifiuta i cibi sapidi , sarà bene riproporglieli più volte senza insistere esageratamente , ma senza neanche zuccherarli Se quando inizia a mangiare da solo si sporca , sarà bene seguirlo dolcemente durante il pasto perché impari ad alimentarsi , senza pretendere che mangi come un adulto , ma senza neanche impedirgli , imboccandolo, di fare da solo le sue prime esperienze in tal senso. Cosa fare Ancora e più di prima evitare di usare il cibo per farlo star buono , o per farlo dormire Evitare che i pasti durino ore , con gli adulti che giocano e vezzeggiano , perché il cibo è una necessità e un piacere di per sé ed è opportuno che il pasto duri 15-30 minuti e non di più Non limitarsi a pochi alimenti , ma offrire invece ampia varietà di gusti , perché il bambino impari a mangiare tutto ( o quanto meno ad assaggiare tutto ) ed impari anche a capire che il cibo è un piacere vario e multiforme che esprime tradizioni e cultura Referenti per l’alimentazione del bambino • • • • Genitori/famiglia Educatori/insegnanti Enti locali (servizio refezione scolastica) Figure professionali: • pediatra, medico di famiglia • dietista • pediatria di comunità • SIAN Perché spesso i bambini mangiano più volentieri al nido ? • Contesto sociale . I bambini mangiano insieme ai coetanei in un ambiente sereno e accogliente che migliora la predisposizione verso nuovi alimenti • Porzioni adeguate . Le porzioni sono a misura di bambino , adeguate nella porzionatura e consistenza in relazione all’età • Introduzione graduale di nuovi cibi • Frequenza dei pasti regolare e rispetto delle regole • Preparazioni semplici e appetibili Neofobia Alimentare • La riluttanza ad assaggiare un nuovo cibo, è un fenomeno comportamentale che compare solitamente verso i 18 mesi e ha anch'essa una rilevanza evolutiva: il bambino comincia a camminare e ad esplorare e diventa diffidente verso le novità • Anche bambini che in precedenza hanno sempre mangiato di tutto, a questa età, diventano più “difficili” in termini di gusti alimentari • Pur essendo universale, la risposta neofobica è più intensa in alcuni bambini che in altri, e quindi è stata messa in relazione a fattori genetici LA NEOFOBIA Quando un bimbo inizia a camminare sviluppa gradualmente una resistenza a nuovi alimenti, denominata neofobia: egli non vuole modificare le sue certezze, la sicurezza degli alimenti. Questo meccanismo innato ha permesso ai bambini che iniziavano a camminare in un ambiente pieno di pericoli alimentari (erbe pericolose, alimenti deteriorati ecc.) di limitare l’esposizione ad alimenti che non erano già stati registrati durante i primi 18 mesi di vita, sotto la tutela materna. Di conseguenza il bambino che non ha conosciuto vegetali dallo svezzamento, con la loro componente moderatamente amara legata a polifenoli, flavonoidi, terpeni glucosinolati e altre molecole benefiche, tenderà a respingerli con forza nel secondo anno di vita. La scelta di alimenti ha una forte componente genetica valutata da studi sui gemelli: la scelta di cibi proteici ha una componente ereditaria del 78%, mentre la scelta di frutta ne ha il 51% e quella di vegetali solo il 37%. L’adulto infatti ha appreso a cibarsi di vegetali riconoscendone i vantaggi, mentre l’infante tende a opporsi per il loro sapore amaro e la scarsa densità calorica. I polimorfismi della sensibilità all’amaro fanno poi la selezione tra infanti più o meno sensibili al sapore amaro. La facilitazione familiare e sociale può vincere il negativismo o la neofobia, che riguarda circa il 20% dei bambini. È importante notare come per ottenere che un bimbo si adatti a un alimento che respinge sono necessarie almeno 78 esposizioni prima che il bambino lo accetti in modo stabile. L’esposizione precoce a una vasta gamma di sapori viene unanimemente indicata come l’unica chiave per promuovere nei bambini il desiderio di mangiare frutta e verdura, alimenti non consumati a sufficienza dalla popolazione pediatrica, oltre che per ridurre la neofobia, la diffidenza ad assaggiare alimenti nuovi che li porta a ridurre notevolmente la varietà della dieta. scuola dell’infanzia 3-5 anni • Se la madre ( e/o gli adulti di riferimento) fino a questo punto sono stati in grado di riconoscere e distinguere le diverse esigenze del bambino ,lo hanno alimentato quando necessario , cullato , sgridato , scaldato a seconda delle necessità • il bambino dal canto suo è cresciuto in grado di differenziare ed esprimere distintamente i suoi bisogni : mangia se ha fame , esprime rabbia se irritato , chiede rassicurazione se ha paura , senza fare confusione tra questi stati d’animo e senza chiedere il cibo come soluzione di ogni disagio Cosa fare • Certamente rispettare i gusti e le propensioni del bambino senza forzarlo eccessivamente • Al tempo stesso , offrire cibi vari • Insegnargli come stare educatamente a tavola 9 fare in modo che il pasto sia un momento sereno nel quale gli adulti offrono in modello di come sia piacevole assaggiare varie cose e come sia piacevole l‘ occasione conviviale Cosa non fare • Continuare a imboccarlo per farlo mangiare di più e più in fretta , poiché a questa età sa benissimo farlo da solo come peraltro accade a scuola • Offrire dolci e merendine perché non ha mangiato a tavola • Trasformare la tavola di famiglia in un ristorante à la carte • Far durare i pasti tempi interminabili :sarà bene sparecchiare dopo una decina , al massimo quindici minuti a pietanza , rimandando tutto al prossimo pasto • Consentire che si comporti maleducatamente a tavola , purchè mangi • Se poi i genitori decidessero di fare a meno della televisione durante i pasti , si migliora la comunicazione intrafamiliare e si evitano lotte su quale programma debba essere visto Per educare al gusto il bambino , è meglio piuttosto ricorrere ai meccanismi della suggestione sociale • Un esempio pratico a scuola: se un bimbo non mangia la frutta , gli si può riservare un posto , durante la refezione , al tavolo dei compagni che invece la apprezzano ( meglio se i compagni sono un po’ più grandicelli …) . Dopo un certo periodo è probabile che il bimbo finisca con l’accettare la frutta e arrivi addirittura a gradirla . I più frequenti errori commessi nell’alimentazione del bambino in età scolare sono : • • • • • • • • • Apporto calorico giornaliero piuttosto alto Apporto di colesterolo spesso troppo elevato Basso consumo di vegetali e dunque di fibra alimentare Apporto di proteine elevato con eccesso di proteine animali Ridotto apporto di carboidrati complessi Eccessivo consumo al contrario di zuccheri semplici Scarso apporto di latte e yogurt Conseguente frequente carenza degli apporti di calcio Consumo di cereali poco raffinati pressochè nullo QUALI REGOLE PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO I più frequenti errori alimentari dei bambini in età scolare si riconducono principalmente a: – mancanza o inadeguatezza della 1a colazione – consumo di alimenti troppo ricchi in energia e dal ridotto valore nutritivo nello spuntino a scuola e a merenda. – scarsità nelle porzioni e nella varietà di frutta e verdura. – predilezione del consumo di alimenti come salumi, cioccolato, merendine farcite, patatine fritte, caramelle, ecc. con i rischi legati all’eccessiva introduzione di zuccheri semplici e di grassi saturi – abitudine alla frequenza dei fast-food, già in età prescolare, con consumo, anche al di fuori dei pasti principali, di preparazioni ad elevato contenuto di energia, grassi saturi, sale e zuccheri semplici ma poveri di fibra e vitamine. 1. MANTENERE UN PESO CORPOREO ADEGUATO E RIDURRE LA SEDENTARIETÀ Essere in sovrappeso in giovane età significa aumentare il rischio di esserlo anche in età adulta. Questa condizione può favorire l’instaurarsi di malattie cardiovascolari, diabete, ecc. In effetti è difficile definire se un bambino mangia troppo. Per molte mamme ciò che mangia il figlio non è mai abbastanza rispetto ai loro desideri. Un bambino in sovrappeso è comunque un bambino che mangia troppo rispetto a ciò che consuma: è necessario, oltre all'attività fisica, anche abituarlo a mangiare di meno e di tutto. 2. SEGUIRE UNA DIETA VARIATA Il bambino ha bisogno di diversi nutrienti per stare in buona salute e non esiste un alimento singolo che possa soddisfare le esigenze di un’alimentazione equilibrata e completa. Bisogna cercare di bilanciare sempre le scelte nell’ambito della giornata. Stili alimentari che aboliscono o riducono drasticamente certe componenti dell’alimentazione sono sconsigliabili anche nell’adulto, ma dovrebbero essere bandite nei bambini che sono in fase di accrescimento. 3. EVITARE DI MANGIARE CONTINUAMENTE Dopo l’anno di vita, il bambino può andare incontro a due diversi destini alimentari: - abitudini alimentari della famiglia; - continua a mangiare cibi preparati appositamente per lui, (biberon, frullati). La prima strada è senz’altro preferibile, sia dal punto di vista nutrizionale che psicologico ed educativo. Nel secondo caso si rischia che il bambino assaggi anche piccole quantità di cibo degli altri famigliari in orari diversi. Il bambino che non sta ai pasti e che mangiucchia continuamente va spesso incontro a sovrappeso e a squilibri alimentari. 4. RIPARTIRE CON EQUILIBRIO LE CALORIE DURANTE LA GIORNATA La prima colazione è significativa sia per i vantaggi sul piano nutrizionale, sia quale occasione di incontro con gli altri famigliari; È’ corretto anche fare degli spuntini tra i pasti principali, per evitare che questi ultimi siano troppo abbondanti. Non bisogna però dimenticar edi tenere conto dell’introito calorico dei fuori pasto nell’intera giornata e che questi possono diventare occasione per consumare cibi poco salutari quali alimenti confezionati ricchi di grassi,zuccheri e additivi. 5. ALTERNARE LE FONTI PROTEICHE Sorgenti preziose, ma spesso dimenticate nell’alimentazione dei bambini, sono i legumi associati ai cereali, e il pesce, le cui proteine non hanno nulla da invidiare a quelle delle carni. I grassi del pesce sono inoltre ricchi in acidi grassi essenziali, ω-3 o ω-6. Anche il formaggio,preziosa fonte di calcio, e le uova, ricche in ferro e di proteine ad elevato valore biologico,costituiscono valide alternative alla carne. 6. CONSUMARE REGOLARMENTE VERDURA E FRUTTA È un punto basilare della dieta del bambino,per la ricchezza in minerali, oligoelementi preziosi, vitamine, fibre, utili anche a promuovere una congrua masticazione. Se il bambino non ama particolarmente la verdura,prova nuove ricette, coinvolgendolo nell’acquisto e nella preparazione. 7. PREFERIRE CARBOIDRATI COMPLESSI A QUELLI SEMPLICI ED I GRASSI VEGETALI A QUELLI ANIMALI Pasta, pane, riso e derivati sono le maggiori fonti di carboidrati complessi della nostra alimentazione. I cereali integrali, inoltre, possono essere d’aiuto per aumentare l’apporto di fibra. L’utilizzo di condimenti di origine vegetale, in particolare olio extra-vergine d’oliva,serve a ridurre l’apporto degli acidi grassi“saturi” che sono i più pericolosi per la salute delle nostre arterie. 8. LIMITARE IL CONSUMO DI SNACK E DI DOLCIUMI AD ALTA DENSITÀ CALORICA E A BASSA QUALITÀ NUTRIZIONALE Si tratta spesso di cibi ricchi di grassi,zuccheri o sodio, poveri invece di altri importanti nutrienti. Un tempo i dolciumi si preparavano in occasione di festività più o meno distanziate nel tempo, mentre oggi il consumo è quotidiano ed è più spesso rivolto a prodotti confezionati. 9. AVVICINARSI AL CIBO CON PIACERE Mangiare deve essere un momento di gioia: è necessario insegnare al bambino che nessun alimento è di per sé buono o cattivo e che mangiare è una questione di varietà e di armonia. Non bisogna colpevolizzare il bambino se ama gli alimenti più “trasgressivi”, piuttosto invitarlo a consumarli con moderazione aiutandolo a scegliere altri alimenti che possano bilanciare la giornata alimentare. Se la “trasgressione”alimentare è saltuaria …..sarà anche un’occasione più piacevole! 10. LIMITARE IL SALE La predisposizione a sviluppare l’ipertensione arteriosa in età adulta può essere influenzata da un eccessivo consumo di sodio , presente soprattutto nel sale da cucina. Ridurre l’uso del sale in cucina e a tavola,diminuire la frequenza di consumo degli alimenti conservati sotto sale (cibi in scatola, salumi,ecc.), preferire prodotti a basso contenuto di sale ( es. pane senza sale), esaltare il sapore delle pietanze con erbe aromatiche piuttosto che con dadi da brodo aiuterà ad abituare il palato a cibi meno salati. 11. INTEGRARE CON LIQUIDI (bere ogni giorno acqua in abbondanza) Ancora più che gli adulti, i bambini devono bere molta acqua durante il giorno, almeno 1 litro e 1/2 , o di più se fa molto caldo o si fa un’attività fisica intensa. I liquidi devono essere reintegrati soprattutto con acqua naturale – in bottiglia o del rubinetto -; i succhi di frutta e le spremute zuccherate sono da considerarsi veri e propri spuntini piuttosto che bibite dissetanti., in quanto contengono zuccheri, fibra,vitamine. Ricorda anche che l’acqua viene fornita dagli alimenti vegetali: frutta e verdura, minestre, zuppe aiutano l’organismo del tuo bambino a non rimanere ….a secco. 12. UN CONSUMATORE INFORMATO …. UN CONSUMO PIÙ ATTENTO Imparare a leggere e interpretare le etichette dei prodotti alimentari è un ottimo strumento per scegliere bene al momento dell’acquisto ma anche per conservare,manipolare e consumare gli alimenti adeguatamente, in modo da evitare rischi per tutta la famiglia. La presenza di additivi – conservanti – coloranti, aromi-), la lista degli ingredienti o l’etichetta nutrizionale, ci permettono di confrontare alimenti simili e decidere qual è il migliore. Ed ancora………………. • È necessario rispettare l'orario dei pasti, far stare i bambini seduti a tavola, evitando di farli mangiare davanti alla TV o durante il gioco. • Non utilizzare il cibo come premio e/o consolazione. • Incoraggiare i bambini ad assaggiare i cibi non graditi, presentandoli in maniera gradevole alla vista. • Eliminare l’abitudine di alimentazione voluttuaria notturna (biberon di latte o altro). Se la crescita e lo sviluppo del bambino sono normali, come ci si deve comportare quando il bambino tende a rifiutare il cibo? I bambini vanno alimentati seguendo gli stimoli fisiologici e non devono essere indotti a finire il piatto quando si dimostrano sazi: va rispettato il senso di autoregolazione del piccolo già presente nei primi anni di vita. Molti bambini istintivamente conoscono quanto cibo serve a loro e non si iperalimenterebbero o sotto-alimenterebbero se non fossero forzati. MESSAGGI CHIAVE (1) ❏ I gusti sono 5: dolce, salato, amaro, acido e umami. Quest’ultimo è un gusto particolare, individuato di recente, associato al L-glutammato. ❏ Ciascuno di questi gusti ha una sua spiegazione funzionale, ed è stato elaborato dall’evoluzione in funzione di precisi benefici per l’individuo e per la specie. ❏ Il sistema sensoriale è comune per i diversi gusti e si basa su recettori specifici, presenti in tutte le cellule gustative. ❏ La tendenza del gusto è diversa nei bambini (più semplice, orientata soprattutto al dolce e ai grassi) che negli adulti (che accettano di più le sfumature amare e che mostrano di avere gusti meno definiti). Queste differenze sono dovute all’apprendimento. MESSAGGI CHIAVE (2) ❏ Il lattante preferisce gli alimenti che già ha gustato attraverso il liquido amniotico e poi attraverso il latte materno; l’assunzione delle pappe vegetali è più facile nei bambini allattati al seno che in quelli allattati al poppatoio. ❏ Una forzatura della neofobia (il rifiuto del nuovo, cioè delle prime pappe) produce un rifiuto stabile. Ogni nuovo alimento deve essere fornito con pazienza, a piccole quantità per volta, in 7-8 occasioni, e condiviso in parte con la mamma che, assaggiando il cibo, rassicura il bambino. DOMANDE? GRAZIE DELL' ATTENZIONE