Laboratorio di Genetica Medica Tel. 0352675107 Responsabile

Laboratorio di Genetica Medica
Tel. 0352675107
Responsabile Ursula Giussani
FOGLIO INFORMATIVO PER LA RACCOLTA DEL CONSENSO
ALLE ANALISI GENETICHE PER TROMBOFILIA
Dopo aver letto attentamente le informazioni di seguito riportate che illustrano il significato dei
test richiesti, avrete accesso a un colloquio con lo specialista che raccoglierà i dati necessari
per l‘esecuzione del test e risponderà ad eventuali Vostre domande.
A seguito delle informazioni acquisite potrete sottoscrivere il consenso all’ esecuzione del test o
potrete decidere di rinunciarvi.
Nel caso di minore o soggetto incapace, il consenso è manifestato dall’avente diritto,
prendendo in considerazione l’opinione del minore, nella misura in cui lo consente la sua età e
il suo grado di maturità e restando preminente in ogni caso l’interesse del minore/soggetto
incapace.
Cosa sono le analisi genetiche?
Le analisi genetiche sono esami eseguiti sul DNA umano, sui cromosomi o su qualsiasi altro
prodotto genico allo scopo di individuare alterazioni nel patrimonio genetico.
Rispetto ad altri esami di laboratorio, i risultati dei test genetici coinvolgono l’identità biologica
personale non solo del singolo ma anche della sua famiglia di origine e della sua discendenza.
Cosa è un test genetico molecolare?
I test molecolari sono test genetici mirati che analizzano regioni specifiche del DNA genomico,
estratto da campioni biologici. Sono analisi specifiche per l’identificazione di alterazioni del DNA
che non sono evidenziabili attraverso l’analisi cromosomica.
Quale tipo di prelievo viene effettuato?
Generalmente un prelievo di sangue periferico. Dalle cellule contenute nel sangue è possibile
estrarre il DNA per le analisi molecolari.
Cos'è la trombofilia?
La trombofilia è una condizione geneticamente determinata o acquisita che predispone allo
sviluppo di tromboembolismo venoso e/o arterioso in età giovanile (<50 anni) senza cause
apparenti e con la tendenza a recidivare.
La coagulazione e' un processo molto complesso che prevede l'intervento in successione di
molti fattori (proteine) diversi.
Quali difetti genetici possono essere riscontrati nei pazienti con trombofilia?
I difetti genetici che determinano la condizione di trombofilia comprendono:
- difetti di anticoagulanti naturali: antritrombina, proteina S, proteina C
- mutazioni in geni che codificano per fattori della coagulazione: fattore V Leiden, mutazione
G20210A del gene della protrombina
- mutazione del gene MTHFR che determina aumento dei livelli di omocisteina
Quali indagini vengono eseguite?
L’analisi molecolare di DNA estratto da un campione di sangue permette di identificare varianti
geniche (polimorfismi) che, singolarmente o in associazione tra loro, possono determinare una
predisposizione allo sviluppo di problematiche tromboemboliche.
In particolare vengono eseguite:
RICERCA MUTAZIONE FATTORE V di LEIDEN
USSD Laboratorio di Genetica Medica
Cod. MOD10PSPLGMGM01
rev00
Data 29/07/14
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Il fattore V è un cofattore essenziale nel meccanismo della coagulazione plasmatica, la cui
funzione è normalmente inibita da altri cofattori.
La presenza della mutazione di Leiden nel gene che codifica per il fattore V favorisce la
coagulazione perchè il fattore V non viene più inibito.
L'ipercoagulabilità determinata dal fattore V di Leiden predispone alla trombosi venosa
profonda.
La mutazione di Leiden ha una frequenza di portatori in eterozigosi (una sola copia del gene
mutata) in Italia pari al 2-3%, mentre l'incidenza per l'omozigosi (entrambe le copie del gene
con la mutazione) ha una incidenza di 1 su 5000.
I rischi esposti sono maggiori (circa 80 volte il rischio della popolazione generale) per chi ha
entrambi gli alleli mutati (omozigosi) rispetto a chi ne ha solo uno, ovvero è eterozigote (circa
8 volte il rischio della popolazione generale). Soggetti con la stessa mutazione possono
manifestare manifestazioni cliniche di gravità diversa.
RICERCA MUTAZIONE FATTORE II (protrombina)
Il fattore II della coagulazione svolge un ruolo fondamentale nella cascata della coagulazione in
quanto la sua attivazione in trombina favorisce la formazione del coagulo.
La presenza della mutazione G20210A nel gene che codifica per questo fattore è associata ad
alti livelli di tale fattore funzionante nel plasma e conseguente aumentato rischio di trombosi,
specie di tipo venoso (circa 3 volte il rischio della popolazione generale), ma anche di infarto
miocardico e ictus ischemico. La frequenza degli eterozigoti (una sola copia del gene mutata)
per questa mutazione è 2-3%, mentre la presenza di tale mutazione in omozigosi (entrambe le
copie del gene con la mutazione) è rara.
RICERCA MUTAZIONIE MTHFR (Metiltetraidrofolatoreduttasi)
La metiltetraidrofolatoreduttasi è un enzima coinvolto nel metabolismo dell'omocisteina tramite
l'intervento della vitamina B12.
La mutazione C677T, quando presente su entrambe le copie del gene, causa una riduzione dell'
attività dell'enzima di più del 50% e questo determina un aumento del livello plasmatico di
omocisteina (iperomocisteinemia). L'iperomocisteinemia è considerata oggi un fattore di rischio
per malattia vascolare (trombosi arteriosa).
La frequenza di tale mutazione in eterozigosi (una sola copia del gene mutata) è pari a circa il
40-50% della popolazione; in omozigosi è pari al 12-13%.
Condizioni di eterozigosi doppia, ovvero la presenza della mutazione C677T con la mutazione
Leiden del fattore V o della mutazione G20210A della protrombina, può aumentare
ulteriormente il rischio relativo per il tromboembolismo venoso, già alto per la presenza di
queste ultime due mutazioni.
Che significato può avere l’esito dell’analisi?
La presenza delle mutazioni ricercate non produce necessariamente la malattia, poiché questa
è dovuta alla complessa interazione tra numerosi fattori, sia genetici sia ambientali.
Le mutazioni genetiche indagate possono essere presenti negli individui della popolazione su
una sola copia del gene (eterozigosi) oppure su entrambe le copie dello stesso gene
(omozigosi). L’ indicazione all’analisi di queste mutazioni e l’interpretazione dei risultati deve
pertanto essere parte di un percorso diagnostico più complesso che comprenda la valutazione
della presenza nel paziente di altri fattori di rischio, quali il fumo di sigaretta, il diabete,
l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, la terapia estrogenica.
Quali sono i tempi di consegna del referto?
Il tempo di consegna del referto è di circa 30 giorni.
Modalità di consegna referto Pazienti ricoverati
I Referti vengono stampati presso l’unità operativa di degenza e gestiti dal medico richiedente.
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Modalità di consegna referto Pazienti ambulatoriali
I Referti vengono ritirati presso il CUP (hospital street n° 32) o via internet (web) con le
modalità riportate sul modulo di ritiro.
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