DERIVATIZZAZIONE DEL CAMPIONE Che cos’è la derivatizzazione: Insieme delle reazioni chimiche che trasformano l'analita in un derivato con caratteristiche chimicofisiche adeguate alla sua valutazione analitica Perchè derivatizzare: 1. Per permettere l’analisi del composto altrimenti non fattibile (es. non volatilità, poco stabilità). 2. Per modificare il comportamento cromatografico (aumento della risoluzione, modifica del rt, più picchi, uno picco solo ma brutto). 3. Per modificare la rilevabilità, rendere o aumentarne (UV, Fluorescenza, ECD, PCI/MS, NCI/MS, …). 4. Per modificarne lo spettro di massa per la caratterizzazione strutturale (EI, PCI, MS/MS). Derivatizzazione Prima rt (min) rt (min) rt (min) rt (min) Dopo Esempi di analisi di campioni prima e dopo derivatizzazione Linee guida per l’interpretazione degli spettri EI 9. Ricorrere a derivati per la conferma della struttura Che cosa opera la derivatizzazione Aumento di volatilità (es. monosaccaridi): •Elimina la presenza di gruppi polari (OH, NH, SH). La derivatizzazione deve diminuire la polarità dell’analita in modo da minimizzare i fenomeni di adsorbimento dovuti ai gruppi polari sui siti attivi della colonna gascromatografica: infatti il sovrapporsi di processi di adsorbimento ai processi di pura ripartizione determina la diminuzione del potere risolutivo della colonna con conseguente allargamento dei picchi cromatografici e diminuzione della sensibilità. •Elimina le forze di attrazione intermolecolari che diminuiscono la volatilità dovute ai gruppi polari. •Gruppi funzionali modificati (contengono O, S, N e P) con idrogeni disponibili. Che cosa opera la derivatizzazione: Aumento della rilevazione (es. steroidi, colesterolo) Aumento della stabilità: riduzione della decomposizione termica Aumento della sensibilità LOD (es. introduzione di gruppi elettronattrattori = ECD) Diminuzione della volatilità: per rendere possibile l’analisi di composti a basso Mr così da separarli dal picco del solvente Modifica del comportamento cromatografico: accentua le differenze tra i composti presenti nel campione così da facilitarne la separazione (riduzione o aumento del rt). Requisiti della derivatizzazione Il processo di derivatizzazione deve rispondere ad alcuni requisiti quali: La derivatizzazione deve essere quantitativa sia per l'analita che per lo standard interno e non deve introdurre interferenti dovuti agli agenti derivatizzanti. (Controllare la resa della reazione di derivatizzazione). I derivati devono essere stabili e non devono subire degradazioni nel processo di analisi (es. in GC o in HPLC). Tipi di reazioni di derivatizzazione Non esistono metodi di derivatizzazione "universali", cioè che possano essere applicati indifferentemente a tutti gli analiti, ma per ogni differente classe di composti chimici esistono delle procedure standard che, a seconda della strumentazione del tipo di analisi, possono essere applicate con buone probabilità di successo Sililazione: la più diffusa in GC, rende il composto volatile (introduce un gruppo contenente Si). Alchilazione:utilizzata come seconda scelta per un successiva reazione o per proteggere idrogeni attivi. Acilazione: utilizzata prevalentemente per introdurre gruppi alogenati. PROCEDURA DI DERIVATIZZAZIONE ESTRATTO PURIFICATO 1. -Aggiunta dei solvente e dei reagenti di derivatizzazione 2. -Condizioni di reazione (temperatura, tempo) 3. -Eventuale allontanamento dei reagenti e del solvente 4. -Eventuale aggiunta di solvente per sciogliere il solido CAMPIONE ANALITICO Introduzione nel sistema cromatografico ANALISI STRUMENTALE PRINCIPALI GRUPPI FUNZIONALI CHE POSSONO ESSERE DERIVATIZZATI Classe di composti Gruppo funzionale Alcoli Acidi Amidi Ammine Immine Ossime Tioli Solfonici Fosfonici -OH -COOH -CONH2; -COONHR -NH2;-NHR;-NR2 =NH =NOH -SH -SOH -POH ALTRI GRUPPI CHE POSSONO ESSERE DERIVATIZZATI Aldeidi,chetoni Alcheni C=O C=C Sililazione La sililazione produce dei silil-derivati più volatili, più stabili alla decomposizione termica ma “poco stabili” nel tempo. E’ una delle reazioni più utilizzate. 1. Rimpiazza l’idrogeno attivo (sito protico) con il gruppo TMS (trimetilsilil) riducendo le interazioni dipolodipolo e aumentando la volatilità. 2. Avviene tramite un attacco nucleofilo con meccanismo SN2. 3. Migliore gruppo uscente migliore è la sililazione. 4. I reagenti di sililazione reagiscono velocemente con acqua ed alcoli (usare solventi privi di tracce di acqua o con idrogeni mobili: solventi aprotici). 5. Spesso occorre aggiungere dei solventi. Sililazione 6. Spesso occorre scaldare < 60°C per 10-15 min. Basse temp e breve tempo di reaz per “evitare degradazioni” (ATTENZIONE in alcuni casi si può/deve scaldare a temp. superiori (100-150°C) o nel caso di gruppi “nascosti” occorrono tempi di reazione superiori). 7. Reagenti (sililanti) ordinati per capacità di donare gruppi silil: MSTFA < BSA < BSTFA < BSTFA+1%TMCS < TMSI 8. I silil-derivati sono sensibili a reazioni di idrolisi in presenza di umidità riformando il prodotto iniziale. 9. Utilizzati per derivatizzare alcoli, amine, amidi, acidi carbossilici, fenoli, tioli, steroidi, amine biogene, alcaloidi e dalle forme enoliche di chetoni/aldeidi. Sililazione Utilizzati per derivatizzare alcoli, amine, amidi, acidi carbossilici, fenoli, tioli, steroidi, amine biogene, alcaloidi e dalle forme enoliche di chetoni/aldeidi. Reazione di sililazione Le reazioni di sililazione avvengono per sostituzione di un idrogeno da un gruppo OH, NH ed SH. R3Si-X + R’Y-H R3Si-YR’ +HX Attacco nucleofilo di un eteroatomo elettronegativo al silicio +δ R’ -δ H-Y + -Si –X [ Y- - -Si--X ] R’ H R’Y-Si + HX Ordine di reattività: alcoli > fenoli > ac. Carbossilici >amine > amidi Alcoli: Amine: Io > IIo > IIIo Io > IIo Reattivi per Sililazione 1 BSA =N,O-bis-(Trimetilsilil)-acetamide BSTFA =N,O-bis-(Trimetilsilil)-trifluoroacetamide CH3 - BSA MW 203.4 bp. 71-73oC/35mm Possono non reagire completamente con la BSTFA: -Per amidi, amine secondarie, idrossili stericamente impediti si aggiunge 1% di TriMetilCloroSilano Reattivi per Sililazione 2 TMSI = N-trimetilsilil-imidazolo -Reagisce con i gruppi idrossilici e carbossilici ma non con amidi e amine. -Rende possibile schemi di multi-derivatizzazione. MTBSTFA = N-metil-N-(tert-butildimetilsilil)-trifluoroacetamide -Reagisce rapidamente 5-20min con resa >96%. -Eteri/Esteri TBDMS sono 104 volte più stabili dei relativi TMS -Formano ioni ad m/z = Mr-57 molto intensi in EI/MS. Sililazione -solventi Acilazione 1. Riduce la polarità dei gruppi funzionali: -OH, -SH, -NH per sostituzione dell’idrogeno reattivo formando esteri, tioesteri ed amidi ed è una alternativa alla sililazione. 2. Migliora le proprietà cromatografiche riducendo le interazioni aspecifiche di adsorbimento (evita la formazione di picchi “scodati” in GC). 3. Può conferire una maggior stabilità (es a fenomeni di ossidazione o di decomposizione termica) e maggior volatilità (carboidrati-aminoacidi). 4. Sfrutta generalmente l’azione di un acido carbossilico o di un suo derivato (cloruro – anidride). 5. Derivati più stabili rispetto ai silil-derivati Acilanti Le reazioni di acilazione sono eseguite utilizzando tre tipi di agenti: 1. - Anidridi di acidi carbossilici: anidride acetica, propionica, butirrica anidridi di perfluoroacidi: eptafluorobutirrica, pentafluoropropionica, trifluoroacetica (ECD, NCI/MS) 2. - Cloruri acilici: pentafluorobenzoil-cloruro 3. - Acil derivati molto reattivi (acil-amidi, acil-imidazoli, acil-fenoli): eptafluorobutiril-imidazolo, N-metil-N-bis(trifluoroacetamide) (MBTFA), Acilanti • Utilizzata per sostituire idrogeni reattivi (-OH, -SH, NH) formando esteri, tioesteri. – Anidridi di perfluoroacidi (utili con ECD, NCI/MS) – Anidride pentafluoropropionica = PFPA o PFPPA – Anidride pentafluorobutirrica = HFBA o HFBAA Acilazione • • R-CO-X + R’Y-H R-CO-YR’ + HX Il reagente acilante può perdere il gruppo X (= Cl o OCOR) come gruppo elettrofilo, nucleofilo o come radicale libero. R-CO+ + X- • R-CO-X R-CO- + X+ . R-CO + X. Acilazione • R-CO-X + R’Y-H R-CO-YR’ + HX Es: • R-NH2 + R’COCl R-NH-CO-R’ + HCl Pentafluorobenzoil-Cloruro/bromuro F5Ph-COCl + R’-OH, R’-NH2, R’-SH F5Ph-CO-XR’ (X= O, N, S) Alchilazione • Utilizzata per sostituire idrogeni reattivi presenti in composti alifatici-aromatici con gruppi funzionali quali: -COOH, -OH, -SH, R-NH-R’, -NH2, -CONH2, CONHR’, R-CO-CH2-CO-R’. • I derivati sono meno polari dei prodotti di partenza • Reagisce con gruppi carbossilici e fenoli formando esteri, eteri. • Forma anche tioeteri, tioesteri, N-alchilamine, amidi, sulfonamidi. – – – – HCl in metanolo BF3 in metanolo Diazometano (CH2N2) Pentafluorobenzilbromuro = PFBBr Alchilazione • Acidi carbossilici R-COOH + CH2N2 R-COOCH3 + N2 • Fenoli Ph-OH Ph-OCH3 • Alcoli, acidi,… R-OH +PFB-Br R-O-CH2C6F5 R-COOH +PFB-Br R-COO-CH2C6F5 Ph-SO2-NH2 +PFB-Br Ph-SO2-N(CH2C6F5)2 Derivatizzanti 1 Derivatizzanti 2 Derivatizzanti 3 PRINCIPALI TECNICHE DI DERIVATIZZAZIONE Gr. funzionale Reazione Derivato ALCHILAZIONE Alcoli Acidi Ammine ROH RCOOH RNH2 ROR’ RCOOR’ RNR’2 Eteri Esteri Ammine ACILAZIONE Alcoli Ammine ROH RNH2 R’COOR R’CONHR Esteri Ammidi SILILAZIONI Alcoli Ammine Ammidi Acidi ROH RNH2 RCONH2 RCOOH ROSiR’3 RN(SiR’3)2 RCON(SiR’3)2 RCOOSiR’3 Eteri Ammine Ammidi Esteri PRINCIPALI TECNICHE DI DERIVATIZZAZIONE Gruppo funzionale Reazione Derivato CONDENSAZIONE Chetoni R2C=O R2C=NOH Ossime CICLIZZAZIONE Glicoli HO-CHR-CHR-OH RCH-CHR O-R’-O Eteri ciclici Reagenti per aminoacidi (HPLC)