Didasfera - Ambiente didattico digitale Sintesi capitolo 13: Roosevelt e la linea morbida con Stalin Malgrado all'inizio del 1945 alcune voci e personalità, tra le quali la più eccellente e convinta fu quella del Primo Ministro inglese Churchill, cercassero di intimidire l'Urss attraverso vari mezzi, dai più brutali ai più diplomatici, il Presidente americano Roosevelt adottò questa politica solo in parte, cercando di non deteriorare del tutto i rapporti con l'Unione Sovietica. L'atteggiamento americano sarebbe tuttavia cambiato radicalmente, insieme alle circostanze della guerra, la politica esterna e a quella interna, con il passaggio della superpotenza nelle mani del successore Harry Truman. Per cominciare, occorre specificare quanto, per l'America di Roosevelt, la guerra con il Giappone, originata dall'attacco nipponico a Pearl Harbour, costituisse un pericolo alla pari, o addirittura maggiore, di quella sul fronte europeo; di certo non si trattava di preoccupazioni infondate, in quanto la potenza asiatica era un nemico particolarmente tenace, malgrado gran parte dell'esercito fosse impegnata in Cina. La guerra, però, si reggeva grazie ad un equilibrio alquanto precario, in cui nessuna tra le grandi potenze mondiali voleva impegnarsi su due fronti: le Armate Rosse sovietiche volevano scacciare il fantasma nazista prima di pensare al Giappone, che a sua volta non soddisfò le richieste di Hitler di attaccare l'Urss in quanto preoccupato da Cina, USA e altre potenze alleate. Stalin aveva ricevuto gli aiuti Lend-Lease dagli americani e la concessione, a Yalta, dei territori persi nel 1904-1905; aveva inoltre, nel tentativo di dimostrarsi ‘amichevole' con gli USA, accettato di suddividere la Germania in zone di occupazione. Ci sono due modi per convincere un asino testardo: con una carota o con un bastone. Roosevelt aveva preferito iniziare con la carota, ma era disposto a prendere in considerazione anche l'utilizzo del bastone, seguendo così la linea dura di Churchill, perchè nonostante gli aiuti ricevuti, infatti, l'Urss non mantenne la promessa di attaccare il Giappone entro la data prestabilita (entro tre mesi a partire dalla conclusione della guerra in Europa - Novembre 1943, Conferenza di Teheran). Furono due gli eventi che causarono il passaggio di Washington alla linea dura: la morte di Roosevelt e i mesi precedenti, che separarono la conferenza di Yalta dalla sua scomparsa, in cui la politica estera cambiò drasticamente. Si tratta dell'avvento della salita al potere del presidente Truman. Il volgere al termine della fase di linea morbida roosveltiana nei confronti dell'Unione Sovietica deve essere interpretata alla luce dei sempre più numerosi successi militari delle Armate Rosse sul suolo tedesco. Anche la situazione sul fronte occidentale stava cambiando; in seguito alla traversata del Reno da parte degli Americani prima (Remagen, Coblenza, 7 marzo) e degli Inglesi poi (Wesel, 23 marzo). Ecco come Carolyn Woods Eisenberg descrive la situazione che si era venuta a creare: ‘Alla fine di marzo meno di 30 divisioni tedesche fronteggiavano gli Angloamericani, mentre più di 150 divisioni stavano combattendo contro i Sovietici sul fronte orientale. Questo rese possibile una rapida incursione alleata nella Germania e diede agli occidentali l'opportunità di un'occupazione molto estesa di territorio tedesco. Quando morì Roosevelt, gli Americani si trovavano alla stessa distanza da Berlino dei Sovietici che, solo in questo momento, ripresero la loro avanzata'. Immediata conseguenza di questo fatto, fu l'impossibilità dell'Urss di invadere grandi territori in Germania, e quindi la fine della paura occidentale nei confronti di un futuro e potenziale dominio dei Sovietici su territori come Scandinavia e Cecoslovacchia. La prima ad occupare Berlino fu di fatto l'Armata Rossa, che accerchiò la città il 25 aprile 1945, per poi vederla capitolare il 2 maggio. È interessante osservare che le vittime sovietiche furono 100.000: ‘questa perdita in uomini eguagliò le perdite americane sul suolo europeo durante tutta la Seconda Guerra Mondiale' . Verso il termine della guerra, la situazione dell'occupazione tedesca e di Berlino divenne molto più favorevole agli alleati occidentali rispetto all'Unione Sovietica. L'Armata Rossa era ancora a Berlino, ma la zona conquistata da Americani, Canadesi, Inglesi e Francesi era molto più vasta e ricca, senza considerare che in alcuni casi questi ultimi non rispettarono le linee di demarcazione stabilite a Yalta. ‘Churchill ed altri leader americani (come il generale Patton) non apprezzavano l'idea di dover abbandonare questi territori in favore dei sovietici (…). Una violazione degli accordi di Yalta di questa portata avrebbe, tuttavia, potuto essere controproducente, dato che i sovietici avrebbero potuto rifiutare di far spazio, a Berlino, ad un settore occidentale, secondo gli accordi presi nella conferenza in Crimea'. Fu in questo momento che la linea morbida iniziò a perdere consensi, in forza della riluttanza da parte degli Pagina 1/3 Didasfera - Ambiente didattico digitale Angloamericani nel rispettare gli accordi di Yalta. Se ciò non fosse stato fatto - questo era il timore di Churchill e Truman - i Sovietici avrebbero potuto rifiutarsi di concedere agli occidentali la metà della capitale che spettava loro. Le truppe americane si ritirarono quindi dietro alle linee di demarcazione, che sarebbero diventate i confini tra Germania Occidentale e Orientale. Truman non aveva certo origini in uno stato cosmopolita, e così, nello stesso modo in cui Roosevelt si era dimostrato propenso all'uso della carota, lui sembrava privilegiare il bastone, preferenza dovuta anche all'odio nei confronti della Russia in quanto culla del bolscevismo. ‘Se Truman portò qualcosa alla Casa Bianca questa cosa fu l'urgenza ‘di esser duro' col Cremlino' Un bastone che si sarebbe trasformato, negli ultimi mesi di guerra (estate 1945), nell'arma più micidiale che fino ad allora fosse mai stata utilizzata su un suolo di guerra: la bomba atomica. Pagina 2/3 Didasfera - Ambiente didattico digitale In questa unità Testo: Progetto Novecento metaredazione: Donatella Piacentino editore: BBN Pagina 3/3