LA GUERRA FREDDA NEGLI STATI UNITI IL MONDO TRA DUE BLOCCHI La fine della seconda guerra mondiale e l'inizio della Guerra Fredda modificò notevolmente il clima politico e sociale negli Stati Uniti. Il secondo "Red Scare" cominciò a diffondersi pochi anni dopo la conclusione della seconda guerra mondiale. La "questione comunista" provocò nel corpo sociale degli Usa la lacerazione e la frattura etico-psicologico-politica più grave dal tempo della guerra civile, l'anticomunismo e il timore di infiltrazioni, congiure e atti di spionaggi contro la sicurezza del paese raggiunsero toni molto marcati che ricordavano quelli del primo dopoguerra, l'epoca appunto della "prima paura rossa" ma che, diversamente da allora, avevano adesso qualche giustificazione; le condizioni di libertà e il processo di svolgimento della vita pubblica in una democrazia tradizionale come gli Usa permisero l'affermazione e il successo di demagoghi che arbitrariamente si servirono del potere così acquisito per cercare di conculcare le libertà che pretendevano di difendere. Durante il New Deal, nel fervore riformatore e nella necessità di un sia pur preliminare programmazione, l'accesso di comunisti a posti di responsabilità del governo federale non era stato impedito, e così era avvenuto anche negli anni di guerra in cui era stata stabilita la "strana alleanza" con l'Urss, in una sorta di solidarietà morale e ideologica antifascista. Questo clima si deteriorò rapidamente con la morte di Roosevelt e la fine della guerra. Gli sviluppi di politica internazionale che portarono alla Guerra Fredda furono accompagnati, se non addirittura preceduti, da fatti interni agli Stati Uniti e al semicontinente nordamericano che dimostrarono la realtà dell'infiltrazione comunista sovietica. Nelle elezioni del 1946 i repubblicani ebbero per la prima volta, dopo il 1928, la maggioranza in entrambe le camere del Congresso. Uno dei primi atti della nuova legislatura dominata dai conservatori fu di limitare il potere dei sindacati. Nel giugno 1947 il Congresso approvò il LaborManagement Relations Act, nonostante il veto del presidente Truman. L'Act, fondato in gran parte sulla legislazione del tempo di guerra, mise fuori legge il closed shop, l'iscrizione obbligatoria ai sindacati in certe aziende, li si obbligò a proclamare un periodo di tregua di sessanta giorni prima di uno sciopero, si chiese ai sindacati di rendere pubblici i loro bilanci e si dichiarò che essi potevano essere perseguiti penalmente. L'allarme suscitato negli ambienti politici americani da questi fatti indusse il presidente Truman a ordinare nel marzo 1947 un'inchiesta generale su tutti i funzionari del governo federale: un procedimento che rischiava di minare la tradizione di diritti civili e politici americana, introducendo in particolare il Guilt by Association, la "colpa di associazione" La sfida col comunismo diventò l'elemento condizionante della vita politica, delle scelte del governo relative alla politica internazionale e della teoria e della prassi dell'espansione. Ci fu chi continuò nello sforzo di impostare il problema dei rapporti con i sovietici in termini di collaborazione e di convincere l'opinione pubblica che non era immorale accettare che i sovietici avessero una loro sfera di influenza: Kennan poteva sbagliarsi quando affermava che le "caratteristiche della politica sovietica, la segretezza, la mancanza di franchezza, la duplicità, la diffidenza ostile, la fondamentale scortesia di intenzioni, fossero insite nella natura interna del potere sovietico e ce le troveremo di fronte, in primo piano o sullo sfondo, fino a quando non muterà la natura interna del potere sovietico". Costoro furono rapidamente isolati e i "cavalieri della Guerra Fredda" strillarono troppo forte perché le voci del dissenso potessero essere intese dalla gente comune. Dai loro pulpiti sacerdoti cattolici e protestanti chiamarono a raccolta i fedeli per una crociata contro l'Anticristo. Alti ufficiali delle tre armi invitarono i cittadini a prepararsi per un'inevitabile terza guerra mondiale e dichiararono che occorreva "essere pronti materialmente, mentalmente, e moralmente a lanciare bombe atomiche contro i centri industriali sovietici al primo segno di aggressione". Il comitato del Congresso sulle attività antiamericane chiese alle maggiori università del paese che fossero controllati i libri di testo delle materie sociologiche; il senatore Joseph McCarthy, sfruttando la psicosi collettiva della sovversione, del complotto e l'isterismo dell'opinione pubblica, riuscì, con grande vantaggio per la propria popolarità, ad organizzare una gigantesca "caccia alle streghe" nel corso della quale furono messi sotto accusa decine di funzionari del Dipartimento di Stato e della Difesa e coinvolti, come agenti del comunismo, personalità di fama internazionale e di integrità morale al di sopra di ogni sospetto. In quattro anni la posizione di più di tre milioni di impiegati e funzionari di ogni livello del governo federale fu esaminata da apposite commissioni. Duemila persone si dimisero dal servizio, circa duecento furono allontanate perché la loro lealtà alle istituzioni americane lasciava adito a dubbi. Per far fronte a questa grave minaccia, che rischiava di mandare in frantumi la società statunitense, bastava riferirsi al discorso di Winston Churchill tenuto a Fulton, nel Missouri, il 15 marzo 1946. In questo discorso fu per la prima volta usato il termine "cortina di ferro" ed esso aveva toni adeqguati all'atmosfera da Guerra Fredda ormai dominante. "Da Stettino, sul Baltico, a Trieste, sull'Adriatico, una cortina di ferro è calata su tutto il Continente". Churchill terminava il suo discorso rilevando che, sarebbe stata una "pazzia criminale" lasciar andare alla deriva la bomba atomica " in questo mondo ancora agitato e disunito" Lo statista inglese definì in modo chiaro i parametri dell'impegno ideologico e politico dell'Occidente, e fornì anche quella che sarebbe stata negli anni a venire l'impostazione propagandistica e terminologica della Guerra Fredda. Fleming aggiunge che "se vi sarà una terza guerra mondiale il discorso di Churchill nel Missouri costituirà il documento primo per capire la sua origine. Egli fu il primo a proclamare con efficacia che la Russia comunista era protesa alla conquista del mondo. Giovandosi dell'immensa popolarità che si era guadagnata per quello che aveva fatto in guerra e del fascino della sua grande personalità, Churchill preparò milioni di ascoltatori all'idea di un nuovo gigantesco cordone sanitario intorno alla Russia e ad una crociata mondiale per schiacciare il comunismo in nome della democrazia anglosassone. LA "DOTTRINA TRUMAN" Con il discorso di Fulton Churchill affidava agli Usa la tutela del capitalismo e degli interessi imperiali britannici; e infatti, nel febbraio 1947, quando il governo di Sua Maestà Britannica comunicò al Dipartimento di Stato che gli era impossibile mantenere gli impegni militari ed economici che si era assunto in Grecia, gli Stati Uniti si trovarono posti di fronte ad un'alternativa. Senza appoggio esterno, il governo greco sarebbe stato sconfitto e sostituito da uno schieramento di sinistra egemonizzato dai comunisti. Benché fosse un modo notevolmente semplificato di impostare il problema, si poteva sostenere che questo era il più recente tentativo di Mosca di espandere la propria sfera d'influenza e la coscienza della pericolosità della situazione divenne sempre più diffusa all'interno dell'amministrazione Truman, così come l'esigenza di passare da una politica che fino a quel momento era stata di semplice reazione alle iniziative sovietiche, ad una politica attiva. Infatti, a guardare, alla fine del 1946 una carta dell'Europa, i dirigenti americani, non avevano molto di che rallegrarsi. Nonostante la varietà delle politiche adottate, poteva dirsi chiusa la possibilità di contrastare l'egemonia sovietica in Europa orientale. Ma anche l'Europa occidentale e la Grecia, dove l'influenza occidentale non era mai stata messa in discussione, potevano essere soggette ad improvvisi rivolgimenti. La guerra civile in Grecia, il successo dei partiti di sinistra soprattutto in Francia ed in Italia, l'estrema crisi economica in cui versavano quei paesi, rendeva la situazione particolarmente instabile. Un'Europa prostrata economicamente e con una classe dirigente debole ed incapace di uscire dalla crisi avrebbe favorito la presa del potere da parte dei partiti si sinistra, sia legalmente sia attraverso colpi di Stato. Con la decisione di passare il testimone ali Stati Uniti la Gran Bretagna abdicava definitivamente al ruolo di grande potenza svolto fino a quel momento nel Mediterraneo. Il 12 marzo 1947 il Presidente Truman si presentava ad una sessione congiunta del Congresso per chiedere uno stanziamento di 400 milioni di dollari, e l'autorizzazione ad inviare sul posto le squadre di tecnici militari e civili necessarie ad assistere la Grecia e la Turchia. Nel suo discorso il Presidente annunciò il completo cambiamento, rispetto a Roosevelt, della politica di cooperazione a tutti i costi con i sovietici. Accettare la nuova impostazione significava porre fine all'isolazionismo americano e decidere un modello di comportamento per la Guerra Fredda dalla quale era difficile ritirarsi. Quando il Congresso votò la richiesta di Truman autorizzò l'emissione dei Titoli di Stato per l'aiuto militare ed economico, significò portare gli Stati Uniti in un ruolo di forza, dominante nel Mediterraneo, e autorizzare la Nazione ad usare la forza per arginare l'espansione del comunismo in ogni luogo. Il discorso, trasmesso per radio all'intera nazione e divenuto noto come "Dottrina Truman", denunciava "la gravità della situazione" internazionale, in cui erano coinvolti "la politica estera e la sicurezza nazionale" degli Stati Uniti. L'aiuto americano doveva consistere soprattutto in un "aiuto economico e finanziario", essenziale alla stabilità economica e al'ordinato funzionamento del processo politico. La "Dottrina Truman" richiese un'enorme mobilitazione di risorse e uno sforzo organizzativo, politico ed economico, senza precedenti. Il contenimento della potenza militare sovietica era, infatti, soltanto l'aspetto più semplice del problema, poiché quasi tutti gli americani si erano abituati a credere, soprattutto dopo il discorso di Churchill a Fulton, che il comunismo internazionale aveva dappertutto le sue quinte colonne, contro le quali la bomba atomica non serviva e le squadriglie aeree o le divisioni corazzate erano soltanto il rimedio estremo. L'avvio della politica di contenimento impegnava l'amministrazione di Washington ad assumersi responsabilità di tutela di qualunque Stato in situazione di difficoltà. Quando la "Dottrina Truman" fu enunciata, nessuno pensava ad un'immediata minaccia militare da parte sovietica o alla possibilità da parte americana di intervenire in qualunque parte del mondo fosse necessario difendere i popoli liberi. Il tono aggressivo del discorso di Truman non rispondeva alla realtà delle relazioni americano-sovietiche e questo suscitò critiche anche all'interno della stessa amministrazione. D'altra parte, presentando la minaccia sovietica in termini globali, Truman riuscì ad assicurarsi l'appoggio dell'opinione pubblica e del Congresso che altrimenti gli sarebbero mancati: gli stanziamenti richiesti furono approvati quasi senza opposizione, non che nel 1946 i democratici avessero perso la maggioranza all'interno del Congresso. Il linguaggio usato dal Presidente Truman era un tipico esempio della retorica della Guerra Fredda e fu interpretato da Stalin come una manovra propagandistica ad uso interno, e non come un aggravamento dei rapporti tra Stati Uniti e Unione Sovietica.