Riepilogo 1^ lezione • I 20 amminoacidi che si trovano comunemente nelle proteine sono uniti l’uno all’altro da legami peptidici. • La sequenza lineare degli amminoacidi legati contiene l’informazione necessaria a generare una proteina con una forma tridimensionale esclusiva. • La struttura di una proteina è complessa: organizzazione in 4 livelli gerarchici (struttura primaria, secondaria, terziaria, quaternaria). Gli amminoacidi possono unirsi tra loro con legami peptidici Estremità amminica Il ripetersi di questa reazione dà luogo a polipeptidi e proteine. Proprieta’ del legame peptidico: Planare, ha una forza intermedia tra il legame semplice ed il legame doppio. R O H C N C H O R C C N H + OH H H R H H H O C H H C N R N H O C OH C OH Il legame peptidico è rigido e planare Gli atomi di Cα di amminoacidi adiacenti sono separati da tre legami covalenti: O H Cα – C – N – Cα PROPRIETA’ DEL LEGAME PEPTIDICO I 6 atomi del gruppo peptidico giacciono sullo stesso piano → l’ossigeno legato al carbonio del gruppo carbonilico e l’atomo di idrogeno legato all’azoto amminico, si trovano in trans. L’ossigeno carbonilico ha una parziale carica negativa e l’azoto amminico ha una parziale carica positiva → ciò genera un parziale dipolo elettrico. I legami ammidici C-N hanno un parziale carattere di doppio legame per effetto della risonanza→ non possono ruotare liberamente. La rotazione è permessa solo attorno ai legami N-Cα e Cα-C. Il legame peptidico è rigido e planare φ e ψ sono di 180° quando il polipeptide è nella conformazione complanare estesa e tutti i gruppi peptidici sono sullo stesso piano. φ e ψ possono assumere tutti i valori compresi tra -180° e +180°, ma molti valori risultano proibiti per interferenze steriche tra gli atomi dello scheletro del polipeptide e quelli delle catene laterali. Caratteristiche del legame peptidico • Ha il carattere di un doppio legame parziale (è più corto di un legame singolo). • E’ rigido e planare (non è possibile la rotazione attorno al legame tra il carbonio carbonilico e l’azoto del legame peptidico). • In genere è un legame di tipo trans, a causa di interferenze steriche tra i gruppi -R (i legami tra un Cα e un gruppo α-amminico o α-carbossilico possono ruotare!) • I gruppi -C=O ed -NH del legame peptidico non hanno una carica elettrica (a differenza del gruppo αamminico all’estremità N-terminale ed α-carbossilico al C-terminale) ma sono polari e partecipano alla formazione di legami a idrogeno. • I singoli amminoacidi in una catena peptidica sono chiamati residui amminoacidici. • In genere le proteine sono composte da 502000 residui amminoacidi. • La struttura primaria di una proteina è definita dalla sequenza lineare dei residui amminoacidici. La peculiare sequenza amminoacidica di una catena polipeptidica rappresenta la struttura primaria Lisozima Struttura secondaria • Si riferisce alla conformazione locale della catena polipeptidica. • E’ determinata da interazioni di tipo legame a idrogeno fra l’ossigeno di un gruppo carbonilico del legame peptidico e l’idrogeno del gruppo ammidico di un altro legame peptidico. • Esistono due tipi di strutture secondarie: l’ α-elica ed il foglietto β. proteine: struttura secondaria strutture dovute ad interazioni “locali” di tipo ponte-H α-elica • ponte-H ogni 3,6 aminoacidi •Il legame H si instaura tra l’H dell’azoto amidico e l’O del gruppo carbonilico • residui esterni alla spirale β-foglietto • legami idrogeno fra aminoacidi di catene diverse • foglietto piegato Struttura secondaria (α α-elica) • E’ una struttura in cui la catena polipeptidica è avvolta a spirale . • Le catene laterali degli amminoacidi (-R) si protendono verso l’esterno rispetto all’asse della spirale. • L’α-elica è stabilizzata da legami idrogeno intracatena che si formano tra l’ossigeno carbonilico di un legame peptidico e l’idrogeno ammidico di un legame peptidico situato a 4 residui di distanza sulla catena. • La prolina interrompe l’α-elica!!! • Gli amminoacidi con catene laterali (-R ) voluminose o cariche possono interferire con la formazione dell’α-elica. Struttura secondaria: alfa elica Legame idrogeno Le proprietà idrofobiche o idrofiliche di una alfa-elica dipendono dalle catene laterali degli aa Champe et al., Le basi della biochimica, Ed. Zanichelli Legame H α-elica • ponte-H ogni 3,6 aminoacidi •Il legame H si instaura tra l’H dell’azoto amidico e l’O del gruppo carbonilico Esempio di proteina composta da alfa eliche Struttura secondaria (foglietto β) • E’ una struttura ripiegata, formata da 2 o più catene polipeptidiche (filamenti) quasi completamente distese. • I legami a idrogeno sono intercatena e perpendicolari allo scheletro del peptide. • Tutti i componenti di un legame peptidico partecipano alla formazione di legami a idrogeno. • Tali legami si realizzano tra l’ossigeno di un gruppo carbonilico di un legame peptidico e l’idrogeno del gruppo ammidico di un altro legame peptidico appartenente ad un filamento diverso. Struttura secondaria: foglietto beta Nei foglietti pieghettati ci sono ancora dei legami ad idrogeno, ma stavolta sono tra fogli adiacenti (sheet) Struttura secondaria (foglietto β) • I polipeptidi che formano un foglietto β possono disporsi in modo parallelo o antiparallelo. • Un foglietto β può essere formato anche da una singola catena polipeptidica ripiegata su se stessa: in tal caso i legami a H sono legami intracatena. • La superficie dei foglietti β è “pieghettata”. β Sheet Stabilizzata da legami H intercatena tra N-H & C=O 2 Orientations Parallel Not optimum H-bonds; less stable Anti-parallel Optimum H-bonds; more stable Struttura secondaria (sequenze non ripetitive) • Queste strutture non ripetitive non sono “casuali”. • Hanno una forma meno regolare rispetto all’ α-elica ed al foglietto β. • La catena polipeptidica assume una conformazione ad anse ed avvolgimenti. • • • • • • • • • Circa un terzo dei residui che costituiscono le proteine globulari sono coinvolti in ripiegamenti "a gomito" che invertono la direzione della catena polipeptidica alla superficie della molecola e rendono possibile la struttura globulare. Data la loro frequenza, questi ripiegamenti vengono classificati come terzo tipo di struttura secondaria oltre alle α-eliche e ai foglietti β. α-elica Foglietto-β β-turns Esistono diversi tipi di ripiegamento che coinvolgono diversi residui. I più frequenti sono i β-turns (tradotti in italiano come curve β, ripiegamenti β, etc.), che spesso uniscono due filamenti β antiparalleli a formare un'ansa a forcina. I β-turns sono definiti da 4 residui che occupano le posizioni designate da i a i+3 i i+1 i+2 i+3 Nell'ambito dei β-turns si possono identificare diversi tipi, ma i più frequenti sono quelli cosiddetti di Tipo I e Tipo II, anche se il Tipo I è 2-3 volte più frequente del Tipo II. I ripiegamenti β sono frequenti nelle proteine. Le proteine globulari presentano circa 1/3 dei residui aa sotto forma di ripiegamenti o anse, dove la catena proteica inverte la sua direzione, i ripiegamenti β sono i più diffusi, collegano due estremità di un foglietto β antiparallelo, 4 residui con un angolazione di 180° e formazione di un ponte di H tra il Carbonile del I a. e l’H dell’N del IV amminoacido. Gly e Pro sono frequenti in questa conformazione. Gly perché piccola e flessibile Pro perché l’imminoacido promuove la forma cis degli aa. coinvolti nel legame Super-secondary Structure β-turns in una proteina permettono che eliche e foglietti si allineino βαβ αα β meander Qui sopra sono riprodotte le 2 conformazioni descritte per la stessa proteina, la proteina prionica, la cui alterazione conformazionale provoca la cosiddetta malattia della Mucca Pazza(v.”Connessioni Biochimiche” , pag. 105 del Campbell-Farrell). A sinistra è illustrata la struttura a) della proteina prionica “buona”, che è presente in moltissimi organismi, uomo compreso. A destra (b) è riportata la struttura della proteina prionica “cattiva”. Come si può constatare nella forma a) esistono 2 tratti ad α-elica, 1 a sinistra (verde), ed 1 a destra (rosso). Nel passaggio alla forma b) il tratto “verde” cambia ripiegamento e genera 2 tratti β antiparalleli. Pure il tratto “rosso” fa altrettanto e genera i 2 tratti “rossi” β antiparalleli nella forma b),producendo , in definitiva, un unico foglietto β formato da 4 tratti β contigui. Le strutture primarie sono mantenute da legami peptidici. Le strutture secondarie sono mantenute da legami idrogeno tra atomi di residui aminoacidici. Quattro livelli di struttura determinano la forma di una proteina alfa Beta • Primaria: la sequenza lineare degli amino acidi tenuti insieme da legami peptidici. • Secondaria: l’organizzazione di parti di una catena polipeptidica (es.: l’α elica o il foglietto β), tenute da legami a ponte di H. • Terziaria: la struttura tridimensionale completa di una catena polipeptidica, con molti tipi di legami e interazioni di cui solo uno covalente il ponte dS. • Quaternaria: l’associazione di due o più polipeptidi in una struttura complessa multi-subunità Per funzionare una proteina deve assumere una struttura tridimensionale precisa collagene mioglobina proteine: struttura terziaria Determina la struttura 3D • R apolari verso l’interno (eccetto in Stabilizzata da proteine integrali di membrana) • ponti S-S • R polari verso l’esterno (solvatati da H2O) • interazioni idrofobiche • interazioni elettrostatiche (legami ionici) • legami di Wan der Waals Suscettibile di denaturazione-rinaturazione ponti disolfuro Il Ponte Di-S si forma tra gruppi sulfidrilici adiacenti di cysteine (-S-H). La formazione avviene mediante ossidazione, il taglio in residui disulfidici mediante riduzione. Denatured inactive ribonuclease Struttura terziaria : relazione a lungo raggio tra amminoacidi anche molto distanti tra di loro, I protagonisti sono i gruppi R che possono appartenere anche a filamenti con diverse strutture secondarie. proteine: struttura terziaria effetto dell’interazione idrofobica Legame a H si può formare sulla catena laterale sul lato esterno della molecola Non polare Catena laterale Core idrofobico contenente catene laterali non polari struttura 3D Polipeptide senza struttura terziaria Conformazione con struttura terziaria in ambiente acquoso ORIGINE DELLA STRUTTURA TERZIARIA L'effetto idrofobico è la forza motrice del ripiegamento di una proteina. La struttura terziaria si genera grazie alle interazioni tra i gruppi R, i quali si posizioneranno in risposta a attrazione o repulsione, generando la struttura finale. Le strutture terziarie sono sempre compatte La superficie delle proteine è polare mentre l'interno è prevalentemente apolare eccezione per le proteine di membrana, dove è l’opposto. L'avvolgimento della catena deve essere tale da esporre sempre al solvente acquoso le catene laterali idrofile. Catene laterali cariche possono trovarsi all'interno di una proteina solo se la loro carica netta viene neutralizzata. Legami responsabili della struttura terziaria Forze di Wan der Waals 1-2 Kcal/mole Legami a H 3-7 Kcal/mole Legami ionici 5 Kcal/mole Legami S-S 50 Kcal/mole Le proteine con peso molecolare superiore a 50.000 sono OLIGOMERICHE Sono costituite cioè da più catene polipeptidiche PROTOMERI O SUBUNITÀ Le proteine oligomeriche presentano un ulteriore livello di organizzazione srutturale la struttura quaternaria LA STRUTTURA QUATERNARIA descrive il modo in cui le singole catene polipeptidiche sono disposte l'una rispetto all'altra. Classificazione generale delle strutture terziarie Proteine con predominanza di α elica Proteine miste Proteine con predominanza di β sheets Biofisica Per la sintesi di una catena polipeptidica di 4000 residui aminoacidici è necessario un gene che contenga almeno 4OOO x 3 = 12.000 basi azotate. Per la sintesi di 2O copie di una stessa catena polipeptidica di 200 residui è sufficiente un gene che contenga solo 200 x 3 = 600 basi Emoglobina Emoglobina e collageno Collageno La struttura terziaria è generata dal ripiegamento e dalla conformazione della catena polipeptidica. La struttura quaternaria è l’organizzazione di polipeptidi in un’unica unità funzionale che consiste di più di una subunità polipeptidica. Rappresentazioni grafiche differenti della stessa proteina In alcune catene polipeptidiche particolarmente lunghe (più di 200 residui) si ritrovano 2 o più zone distinte (30-150 residui) a struttura globulare e compatta, congiunte da segmenti di catena polipeptidica relativamente flessibili. Queste strutture si definiscono DOMINI LA STRUTTURA QUATERNARIA DI UNA PROTEINA PUÒ SUBIRE MODIFICHE CONFORMA ZIONALI REVERSIBILI AD OPERA DI LIGANDI, DEFINITI EFFETTORI ALLOSTERICI. LE MODIFICHE CONFORMAZIONALI POSSONO ALTERARE LA FUNZIONE DI UNA PROTEINA, REALIZZANDO IN TAL MODO UN IMPORTANTE MECCANISMO DI CONTROLLO DELLA SUA ATTIVITÀ BIOLOGICA. Riepilogo 2^lezione Le proteine oligomeriche presentano un ulteriore livello di organizzazione srutturale la struttura quaternaria LA STRUTTURA QUATERNARIA descrive il modo in cui le singole catene polipeptidiche sono disposte l'una rispetto all'altra. La struttura quaternaria delle proteine La struttura quaternaria riguarda proteine costituite da 2 o più catene polipeptidiche o da più domini strutturali (es. proteine regolatrici). E’ possibile classificare le proteine in due gruppi: Proteine fibrose con catene disposte in lunghi fasci o foglietti e Proteine globulari con catene polipeptidiche ripiegate a formare forme globulari o sferiche Esempio: la emoglobina Le interazioni tra le subunità consentono grandi variazioni nell’attività catalitica Biofisica Per la sintesi di una catena polipeptidica di 4000 residui aminoacidici è necessario un gene che contenga almeno 4OOO x 3 = 12.000 basi azotate. Per la sintesi di 2O copie di una stessa catena polipeptidica di 200 residui è sufficiente un gene che contenga solo 200 x 3 = 600 basi Biofisica In alcune catene polipeptidiche particolarmente lunghe (più di 200 residui) si ritrovano 2 o più zone distinte (30-150 residui) a struttura globulare e compatta, congiunte da segmenti di catena polipeptidica relativamente flessibili. Queste strutture si definiscono DOMINI Biofisica Struttura terziaria (i domini) • Le catene polipeptidiche formate da più di 200 amminoacidi in genere comprendono 2 o più piccole unità compatte: i domini. • I domini sono le unità strutturali e funzionali di una proteina. • Ciascun dominio è una regione globulare, compatta, che si forma per la combinazione di più elementi strutturali secondari (α-eliche, foglietti β, sequenze non ripetitive). • Strutturalmente, ciascun dominio è indipendente da altri domini della stessa catena polipeptidica. • La struttura terziaria riguarda sia il ripiegamento di ciascun dominio sia la disposizione reciproca finale dei domini di un polipeptide. Le proteine con peso molecolare superiore a 50.000 sono OLIGOMERICHE Sono costituite cioè da più catene polipeptidiche PROTOMERI O SUBUNITÀ Vantaggi della struttura quaternaria Risparmio di DNA Minimizzazione degli errori casuali durante la biosintesi proteica Presenza di interazioni allosteriche La Ferritina ha un peso molecolare di circa 480.000 daltons. Non è costituita da una sola catena polipeptidica di 400 a.a. ma di 20 catene identiche di circa 200 residui ciascuna. LA GLICERALDEIDE-3-FOSFATO DEIDROGENASI È COSTITUITA DA 4 SUBUNITÀ IDENTICHE DI 330 RESIDUI (330 X 3 = 990 NUCLEOTIDI) SE LA PROTEINA CONSISTESSE IN 1 CATENA DI (330 X 4) 1320 RESIDUI OCCORREREBBE UN GENOMA DI 3 X 1320=3960 NUCLEOTIDI. Generalmente nella formazione delle proteine oligomeriche le subunità difettose sono scartate. Nelle cellule le proteine si sintetizzano ad una velocità molto elevata. Le cellule di E.Coli producono una molecola proteica biologicamente attiva contenente 100 residui aminoacidici in 5 sec a 37°. COME FANNO LE PROTEINE AD AVVOLGERSI NEL TEMPO DI POCHI SECONDI? Supponiamo che ciascuno dei 2 angoli di torsione, φ ψ, di una proteina con n residui possa assumere 3 conformazioni stabili, le conformazioni possibili per questa proteina saranno 32n circa 100n Se la proteina può esplorare una conformazione ogni 10-13 secondi Il tempo in sec necessario per esplorare tutte le conformazioni possibili sarà t = 10 n / 1013 Per n= 100 t = 10 87 ( 20 miliardi di anni!) Le proteine non ricercano casualmente la conformazione nativa fra le molte possibili si ripiegano seguendo vie dirette PICCOLI TRATTI DI STRUTTURA SECONDARIA SERVONO DA MEDIATORI DEL PROCESSO DI AVVOLGIMENTO. LA FORMAZIONE DI CORTI SEGMENTI DI STRUTTURA SECONDARIA È MOLTO VELOCE. Questi piccoli tratti (circa 15 residui) si stabilizzano formando dei complessi (es 2α α, 2β, β, αβ) αβ che si chiamano unità di avvolgimento. Intorno a questi centri si stabilizzano poi altri tratti di struttura secondaria L'avvolgimento spontaneo delle catene polipeptidiche nella loro corretta struttura terziaria è un processo altamente cooperativo, cooperativo in cui la formazione di piccoli elementi accelera la produzione di altri più grandi Il processo di ripiegamento di una proteina procede da uno stato ad alta energia ed alta entropia ad uno a bassa energia e bassa entropia IL processo di avvolgimento delle proteine può essere accelerato dall’enzima “ proteina disolfuro isomerasi” Per alcune proteine a tale processo partecipano gli chaperoni molecolari che : contribuiscono al corretto avvolgimento di una proteina nascente consentono alle proteine ripiegate in modo non corretto di raggiungere la conformazione nativa Esistono due classi di chaperoni molecolari : la famiglia Hsp70 e le chaperonine (Hps60 o GroEL ed o Hsp10 GroES ) Le chaperonine sono costituite da due tipi di proteine HP60 (GroEL) e HP10 (GroES) GroEL 14 subunità identiche (549 aa) disposte in due anelli sovrapposti (7+7) GroES 7 subunità identiche (97aa) formano un anello eptamerico Conformazione, modificazione e degradazione delle proteine • Una catena polipeptidica appena sintetizzata deve conformarsi e spesso subire modificazioni chimiche per generare la proteina finale • Tutti i polipeptidi con la stessa sequenza amminoacidica assumono, in condizioni standard, la stessa conformazione (lo stato nativo), che è la più stabile conformazione che la molecola può assumere. L’ informazione per il “folding” della proteina è contenuta nella sequenza Proteine denaturare al calore, con acidi, o chimici perdono la struttura terziaria e secondaria e la funzione biologica. Il processo è reversibile Le chaperonine assistono le proteine nella fase di folding, prevenendo il legame con ligandi inappropriati. Molte malattie sono dovute al difettoso ripiegamento di una proteina Alcune patologie derivano da proteine che non sono in grado di raggiungere la loro struttura funzionale e che tendono a formare grossi aggregati (fibrille o forme amiloidi): Alzheimer, Parkinson, encefalopatia spongiforme, diabete di tipo II. In altri casi mutazioni puntiformi generano proteine che non raggiungono la loro locazione finale o che non sono più in grado di svolgere la loro funzione perché incapaci di legare i loro substrati. La fibrosi cistica è un difetto nella proteina transmembrana che agisce come un canale degli ioni cloro nelle cellule epiteliali (CFTR: 1480 amminoacidi). La mutazione più comune è la delezione di un amminoacido (Phe 508) e la proteina mutata non si avvolge correttamente. Proteine conformate in modo aberrante sono implicate nello sviluppo di patologie Una placca amiloide nella malattia di Alzheimer è un agglomerato di filamenti proteici Comparazione sequenze Hum αglobina: Bovis: Pig: mvlspadktn vkaawgkvga hageygaeal mvlsaadkgn vkaawgkvgg haaeygaeal vlsaadkan vkaawgkvgg qagahgaeal ermflsfptt ktyfphfdls hgsaqvkghg kkvadaltna vahvddmpna ermflsfptt ktyfphfdls hgsaqvkghg akvaaaltka vehlddlpga ermflgfptt ktyfphfnls hgsdqvkahg kvadaltka vghlddlpga lsalsdlhah klrvdpvnfk llshcllvtl aahlpaeftp avhasldkfl lselsdlhah klrvdpvnfk llshsllvtl ashlpsdftp avhasldkfl lsalsdlhah klrvdpvnfk llshcllvtl aahhpddfnp svhasldkfl asvstvltsk yr anvstvltsk yr anvstvltsk yr L’omologia delle sequenze suggerisce relazioni funzionali ed evolutive tra le proteine