Ritratto di ALAIN DANIELOU (1907 – 1994)

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Ritratto di ALAIN DANIELOU (1907 – 1994)
Alain Daniélou è nato a Neuilly-sur-Seine il 4 Ottobre 1907. Sua madre, fervente cattolica, fu
fondatrice di un ordine religioso e delle celebri istituzioni d’insegnamento "Santa Maria" ; suo
padre, uomo politico bretone, anticlericale, amico di Aristide Briand, fu più volte Ministro; suo
fratello Jean, scomparso nel 1974, venne nominato Cardinale da Paolo VI.
Alain Daniélou ha passato gran parte dell’infanzia in campagna con dei precettori, una biblioteca e
un pianoforte. Scoprì allora la musica e la pittura. In seguito studiò in un’università americana.
Negli Stati Uniti ha venduto i suoi quadri e suonato il pianoforte al cinema durante i film muti.
Tornato in Francia studiò canto con Charles Panzéra, la danza classica con Nicolas Legat (il
maestro di Nijinski), la composizione con Max d’Olonne.
Intraprese nel 1932 un’esplorazione del Pamir afgano e nel 1934 andò in macchina da Parigi a
Calcutta. Soggiornò da Henry de Monfreid nel suo feudo d’Obock, sul Mar Rosso. Dal 1927 al
1932, participando all’effervescenza artistica dell’epoca, conobbe Jean Cocteau, Serghiej Diaguilev,
Igor Stravinsky, Max Jacob, Henri Sauguet, Nicolas Nabokov, Maurice Sachs, Jean Marais tra gli
altri.
Visitò poi il Nord-Africa, il Medio-Oriente, l’India, l’Indonesia, la Cina e il Giappone, fermandosi
infine in India. In un primo tempo si stabilì presso il poeta Rabindranath Tagore, che lo incaricò di
missioni presso i suoi amici, tra cui Paul Valery, Romain Rolland, André Gide, Paul Morand e
Benedetto Croce e lo nominò Direttore della sua Scuola di Musica a Shantiniketan.
Quindi Alain Daniélou si ritirò a Bénarès, sulle rive del Gange, dove scoprì la cultura tradizionale
dell’India, alla quale si iniziò poco a poco. In più di venti anni studiò la musica classica indiana
presso i più grandi maestri, il sanscrito, l’hindi (che conosceva come la sua lingua madre), e la
filosofia presso i più eminenti rappresentanti tradizionali. Conosciuto con il nome di Shiva Sharan
(il protetto di Shiva) fu nominato Professore all’Università Indù di Bénarès e Direttore del Collegio
di Musica Indiana nel 1943. Nel 1954 lasciò Bénarès per prendere la Direzione della Biblioteca di
Manoscritti e di Edizioni Sanscrite d’Adyar a Madras.
Incontra Nehru, sua figlia Indira Gandhi e molti oppositori alla presenza inglese. Dopo
l’Indipendenza dell’India, gli venne suggerito che il suo ruolo sarebbe stato più utile in Occidente,
dove avrebbe potuto presentare il vero volto dell’Induismo. Ritornò quindi in Europa e creò a
Berlino (1963) e a Venezia (1970) l’Istituto Internazionale di Studi Musicali Comparati.
Organizzando concerti per i più grandi musicisti asiatici e pubblicando collezioni discografiche di
musiche tradizionali, sotto l’egida dell’Unesco, ha ricoperto un ruolo primario nella divulgazione
della musica classica asiatica in Occidente. Con le personalità come il violonista Yehudi Menuhin o
il sitarista Ravi Shankar, la sua azione è stata determinante ai fini del riconoscimento della musica
classica dell’India non più come aspetto puramente folcloristico, ma come grande arte sapiente allo
stesso livello della musica occidentale. Ha pubblicato opere fondamentali sulla religione (Miti e Dei
dell’India), sulla società (I quattro sensi della vita, il Kama-Sutra), sulla musica (Musica dell’India
del Nord, Semantica musicale) così come racconti (Il gregge degli Dei), una storia dell’India e un
libro sullo Yoga.
Alain Daniélou scompare nel 1994 a Losanna, dopo aver trascorso gli ultimi trent’anni della sua
vita in Italia; a Venezia prima, poi nella villa di Zagarolo (Roma) chiamata il Labirinto.
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