Close this window to return to IVIS www.ivis.org International Congress of the Italian Association of Companion Animal Veterinarians May 19 – 21 2006 Rimini, Italy Next Congress : 62nd SCIVAC International Congress & 25th Anniversary of the SCIVAC Foundation May 29-31, 2009 - Rimini, Italy Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers 126 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Il trattamento delle fratture e lussazioni della colonna vertebrale del cane e del gatto. La nostra esperienza su 25 casi Raffaele Gilardini Med Vet, Voghera (PV) INTRODUZIONE Le fratture e le lussazioni della colonna vertebrale derivano dalla rottura traumatica delle vertebre e/o dei tessuti molli di supporto che stabilizzano la colonna stessa e possono provocare lesioni al tessuto nervoso di vario grado. Nella nostra esperienza i traumi più frequenti sono rappresentati da investimenti, cadute dall’alto, attacchi di altri animali o dell’uomo e quelli provocati da oggetti in movimento (cancelli automatici, oggetti che cadono). Nel cane e nel gatto le lesioni della colonna vertebrale possono interessare il comparto vertebrale dorsale (arco vertebrale, faccette articolari, capsula articolare, processi spinosi, legamenti interspinosi, legamento sopraspinoso e legamento flavo), quello ventrale (corpo vertebrale, disco intervertebrale, legamento longitudinale dorsale e ventrale) o ambedue; quelle che coinvolgono il comparto dorsale o ambedue i comparti provocano instabilità nel punto di lesione. Le lesioni combinate dei due comparti sono più gravi ed anche più frequenti di quelle che colpiscono un solo comparto. Le fratture/lussazioni spinali possono essere patologiche o traumatiche. Tra le prime vanno annoverate le instabilità congenite (ex.:instabilità atlanto-assiale) e le condizioni patologiche che indeboliscono l’osso vertebrale (neoplasie primarie o metastatiche, malattie metaboliche). Le condizioni traumatiche possono essere rappresentate da forze che provocano gravi iperestensioni, iperflessioni, compressioni e/o rotazioni della colonna vertebrale. Oltre alle fratture e lussazioni le suddette forze possono causare estrusioni e protrusioni traumatiche del disco intervertebrale. Il tessuto nervoso in seguito al trauma spinale può subire dalla semplice concussione a compressioni durature, stiramenti o lacerazioni. La perdita funzionale può essere totale e permanente perché causata da soluzione di continuo del tessuto nervoso, o solo temporanea perché il danno primario (legato al trauma) è stato lieve ed il trattamento tempestivo ha ridotto il danno secondario (edema, cascata di eventi biochimici dell’infiammazione, produzione di radicali liberi, ecc.). Nei traumi spinali la condizione di emergenza impone al medico veterinario di saper attuare dei trattamenti tempestivi sia in caso di gestione diretta del paziente sia nel caso in cui il paziente venga riferito presso altra struttura. Il paziente spinale è un paziente traumatizzato per cui altre lesioni possono metter in pericolo la sua vita e quindi vanno trattate prioritariamente. Le situazioni di shock, emor- ragia, pneumotorace, ernia diaframmatica, ad esempio, vanno affrontate prioritariamente al fine di stabilizzare il paziente e sottrarlo al pericolo immediato di morte. L’animale sospetto di lesione spinale, già nella prima fase di stabilizzazione, dovrebbe essere adagiato in decubito laterale su supporti rigidi e radiotrasparenti (legno, plexiglass) e fissato con fasce o cerotti fino alla fine degli accertamenti diagnostici e delle procedure terapeutiche. Il gatto tollera poco la costrizione per cui a volte è necessario lasciarlo solo a riposo in gabbia fino al momento della sedazione. L’esame neurologico accurato, deve essere effettuato ai fini di valutare la localizzazione della lesione e la percezione algica profonda, ma è limitato alle prove che non sono pericolose per l’instabilità della lesione. Dopo aver localizzato la lesione ed espresso un giudizio sulla gravità, viene effettuato l’esame radiografico che, ad animale sveglio, se non si è dotati di apparecchio radiografico con fascio orientabile, si può effettuare in proiezione latero-laterale senza togliere il supporto rigido. L’animale anestetizzato può essere sottoposto a radiogrammi anche in proiezione sagittale e a mielografia, ma occorre fare molta attenzione a non peggiorare la lesione vista la mancanza del tono della muscolatura circostante la lesione. In un caso su tre esistono più lesioni della colonna che vanno escluse radiograficamente. La mielografia va effettuata ogni qualvolta non c’è congruenza tra l’esame neurologico ed il reperto radiografico. Alla fine dell’esame radiografico si deve essere in grado di distinguere una lesione stabile da una instabile e quindi potenzialmente più pericolosa. Il trattamento delle lesioni spinali dipende da diversi fattori: la condizione neurologica del paziente e la sua evoluzione, la causa della lesione, la stabilità del sito di lesione, l’esperienza del medico veterinario, la volontà del proprietario. Il trattamento medico prevede diversi farmaci in letteratura molti dei quali di dubbia efficacia. Il metilprednisolone sodio-succinato è il farmaco più utilizzato ed il trattamento, viene effettuato entro le 8 ore dal trauma al dosaggio di 30 mg/kg endovena in bolo e poi 5,4 mg/kg/ora per 12 ore se entro le 3 ore dal trauma e per 24 ore se tra la 3a e la 8a ora. Il trattamento conservativo rappresentato da riposo in gabbia per 4-6 settimane e/o stabilizzazione esterna mediante splint rigidi, può essere utilizzato con successo nei casi di lesioni stabili senza compressione midollare importante, in animali con pochi deficit neurologici o comunque movimenti volontari conservati oppure nei pazienti con sensibilità algica assente o dubbia come alter- 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC nativa all’eutanasia. Nei pazienti con sensibilità algica profonda conservata, il trattamento chirurgico può consistere in una emilaminectomia, nei casi in cui la mielografia indica una compressione extradurale, oppure nel riallineamento e stabilizzazione per le dislocazioni vertebrali e le lesioni instabili o considerate tali. Nei soggetti con sensibilità algica profonda dubbia o assente, senza evidente interruzione del midollo spinale, il trattamento chirurgico va effettuato nei casi in cui il proprietario accetta e possiede le condizioni idonee per gestire un recupero molto lento o un non recupero. Le tecniche chirurgiche di stabilizzazione che si possono applicare sono diverse e la scelta dipende da molti fattori tra cui il segmento spinale interessato, la compressione sul tessuto nervoso, la taglia e l’età dell’animale, l’attrezzatura e l’esperienza del chirurgo ed infine la possibilità del proprietario di seguire il decorso postoperatorio. I mezzi di stabilizzazione a disposizione sono placche dorsali di plastica o placche metalliche sui corpi vertebrali, chiodi e viti applicati da soli o associati a polimetilmetacrilato o cerchiaggi e vari tipi di fissatori esterni. Gli scopi comuni delle tecniche chirurgiche sono la decompressione del tessuto nervoso e la stabilizzazione della colonna vertebrale nel punto di lesione. La fissazione transarticolare già descritta dall’Autore (X Congresso annuale Società Italiana di Neurologia Veterinaria – Cremona 1998) si applica, quando possibile, come tecnica ausiliaria della tecnica adottata per la stabilizzazione definitiva. La sensibilità algica profonda è un importante dato prognostico anche nelle lesioni traumatiche spinali ed in generale quando assente subito dopo il trauma è improbabile il recupero neurologico. Lo scopo della relazione è di presentare le varie tecniche applicate, le relative difficoltà e complicazioni e i risultati ottenuti in 25 casi di fratture e lussazioni spinali trattati presso la nostra struttura. MATERIALI E METODI Gli animali oggetto del nostro studio sono stati sottoposti a visita clinica ed accertamenti finalizzati ad escludere lesioni associate, quindi sono stati effettuati visita neurologica ed esame radiografico al fine di classificare i pazienti in 5 gradi di gravità in accordo con la classificazione di Griffiths del 1982. Sulla base dell’esame neurologico e della stabilità della lesione quindi sono stati trattati conservativamente o chirurgicamente. Sono stati esclusi gli animali sottoposti a eutanasia o quelli con fratture sacrococcigee o coccigee. Gli interventi chirurgici adottati sono descritti nei risultati. La valutazione finale è stata eseguita sulle complicanze, sui tempi di recupero e sul grado di recupero. Riguardo a questa ultima voce si sono descritti quattro gradi: pessimo (nessun recupero e/o dolore e/o deficit funzionali gravi), discreto (senza dolore e/o con paresi lieve e/o atassia e deficit propriocettivi), buono (solo leggeri deficit propriocettivi), ottimo (nessun segno neurologico). 127 RISULTATI I 19 cani avevano età compresa tra i 4 mesi ed i 7 anni e peso tra 1,5 e 24 kg, i 6 gatti avevano età tra i 5 mesi e i 4 anni e peso tra 1,4 e 4,5 kg. In base allo stato neurologico gli animali erano così ripartiti: 1 di 1° grado, 4 di 2° grado, 15 di 3° grado e 4 di 4° grado. Il 50% dei pazienti presentava lesioni associate. In 10 soggetti la lesione spinale era rappresentata da una lussazione/sublussazione di cui 3 erano atlanto-assiali, 2 nel tratto toracico, 1 tra T13 e L1, 3 nel tratto lombare, 1 tra L7 e S1. I rimanenti 15 soggetti presentavano fratture vertebrali di cui 1 cervicale, 3 toraciche e 11 lombari (9 casi di fratture a carico della L7). Il trattamento conservativo con riposo in gabbia è stato adottato in 1 gatto con sublussazione C7-T1; mediante splint esterno in 2 cani, di cui 1 con frattura stabile della T13 ed 1 con sublussazione vertebrale, ed 1 gatto con sublussazione tra T13 e L1. 1 gatto con frattura consolidata trattata conservativamente e callo compressivo è stato sottoposto a emilaminectomia decompressiva. In 13 soggetti sono stati applicati viti e/o chiodi nei corpi vertebrali e polimetilmetacrilato, 2 gatti sono stati trattati con chiodo di Kirschner sagomato attorno ai processi spinosi e cerchiaggi, 2 cani con fissatore esterno. I tre cani con lussazione atlanto-assiale sono stati trattati uno con cerchiaggio dorsale tra arco vertebrale di C1 e processo dorsale di C2, 1 con viti ventrali tra C1 e C2 e 1 con viti e cemento ventrali. Il cane con cerchiaggio dorsale per la lussazione atlanto assiale è deceduto durante la chirurgia, un soggetto di grado quattro trattato chirurgicamente con emilaminectomia e stabilizzazione con viti e cemento ha ripreso a deambulare dopo due mesi dalla chirurgia con recupero discreto, un soggetto ha manifestato dolore per un mese e ha avuto un recupero discreto dopo la cessazione del dolore, tutti gli altri soggetti hanno avuto un recupero neurologico da discreto (1 soggetto) a buono (3 soggetti) e ottimo (18 soggetti) nel tempo di 1 mese dalla chirurgia. La complicazione più importante è stata nel soggetto che ha avuto dolore con la perdita di tenuta di parte dei chiodi nei corpi vertebrali trattato solo con il riposo. Bibliografia 1. 2. 3. Bruecker KA, Seim III HB,(1992), Principles of spinal fracture management, Seminars in Veterinary Medicine and Surgery (small animal), Volume 7, numero 1, 71-84. Shores A, (1992), Spinal trauma. Pathophysiology and management of traumatic spinal injuries, in Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice, WB Saunders Company, Philadelphia, Volume 22, numero 4, 859-888. McKee WM, (1990) Spinal trauma in dogs and cats. A review of 51 cases, Veterinary Record, 126, 285-289. Indirizzo per la corrispondenza: Raffaele Giardini - Clinica Veterinaria”Città di Voghera” Via Cappelletta 2, 27058 Voghera (PV) - This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee