Liceo Scientifico Statale “P. Paleocapa”
Rovigo, 5 aprile 2013
XXIII Settimana della Cultura Scientifica
Introduzione
alle geometrie non euclidee
Luigi Tomasi
Liceo di Adria - Liceo Scientifico “Galileo Galilei”
Università degli Studi di Ferrara
[email protected]
Gli Elementi
di Euclide
(III sec. a.C.)
2
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Gli Elementi di Euclide
(scritti circa nel 300 a.C.)
• Gli Elementi di Euclide: opera che è
stata scritta attorno al 300 a.C.
• Suddivisa in 13 libri (oggi si direbbe
capitoli)
• Si tratta di un’opera costituita da un
unico sistema deduttivo di 465
teoremi che contiene non solo
geometria, ma anche molti risultati di
aritmetica e teoria dei numeri.
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Gli Elementi: testo di riferimento
per più di due millenni
• L’ organizzazione degli Elementi e il loro
altissimo livello scientifico, logico ed
espositivo ne fecero il testo di riferimento di
matematica - e non solo - per più di duemila
anni.
• La genialità di Euclide non consistette tanto nel
creare una nuova matematica, quanto nel
presentare la matematica precedente (tre secoli
precedenti) in modo del tutto chiaro,
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organizzato e logico.
2
Gli Elementi : il testo più diffuso
dopo la Bibbia per due millenni
• Gli Elementi di Euclide sono il testo di
maggiore diffusione che mai sia stato
scritto assieme alla Bibbia.
• Hanno avuto infatti nel corso dei secoli
più di duemila edizioni e sono stati
adottati come libro di testo nelle
università e nelle scuole dall’antichità
fino a quasi il secolo XX.
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Gli Elementi di Euclide
Ma è ancora più
significativo che gli
Elementi, fin dal loro
primo apparire, siano
divenuti per gli
scienziati una pietra
di paragone: essi
hanno rappresentato
il modello del
trattato scientifico.
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3
Euclide
Poco o nulla si sa dell’autore degli
Elementi.
Si sa soltanto che visse ad Alessandria
d’Egitto - la città che Alessandro Magno
fondò nel 332 a.C. nel delta del Nilo durante il regno di Tolomeo I (uno dei
generali di Alessandro Magno).
Aneddoto: risposta a Tolomeo I che gli
chiese se esistesse una strada, più breve
degli Elementi, per studiare la geometria:
“Non esiste una via regia alla geometria”.
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Euclide
• Sembra che Euclide abbia ricevuto la
sua formazione culturale nella
Accademia fondata da Platone ad
Atene.
• Euclide ha lavorato nella famosa
Biblioteca di Alessandria e nell’annesso
Museo, le più grandi istituzioni culturali
dell’antichità, dove fondò una celebre
scuola di matematica.
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4
Struttura degli Elementi di Euclide
L'opera è divisa in 13 libri (capitoli)
che hanno il seguente contenuto:
Libro I. Geometria piana fino al
teorema di Pitagora.
Libro II. Si occupa di proposizioni
geometriche (“algebra” geometrica).
Libro III. Si occupa della
circonferenza e del cerchio.
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Struttura degli Elementi di Euclide
Libro IV. Si occupa di inscrivere e
circoscrivere ad un cerchio certe
figure geometriche.
Libro V. Teoria delle proporzioni
(Eudosso).
Libro VI. Teoria della similitudine.
Libro VII, VIII e IX. Proprietà dei
numeri naturali. Numeri primi.
Libro X. Grandezze incommensurabili.
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5
Struttura degli Elementi di Euclide
Libro XI. Geometria solida elementare.
Prismi e in particolare parallelepipedi
rettangoli.
Libro XII. Geometria dello spazio; aree e
volumi dove è necessario il metodo di
esaustione.
Libro XIII. Poliedri regolari. Costruzione
dei solidi platonici.
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Il metodo seguito da Euclide
negli Elementi:
metodo
assiomatico-deduttivo
Gli Elementi costituiscono
l’esempio più importante
dal punto di vista storico
di sistema assiomatico-deduttivo.
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Cos’è un sistema assiomaticodeduttivo?
• Si introducono i termini primitivi
fondamentali del discorso, e se ne
chiarisce il significato (punto, retta, piano,
angolo,....).
• Viene fornito un sistema di enunciati
primari che riguardano i termini primitivi.
• Questi enunciati devono avere, in Euclide,
una certa evidenza intuitiva; tali enunciati
vengono detti “postulati”.
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Cos’è un sistema assiomaticodeduttivo?
• Gli altri termini tecnici vengono definiti
sulla base dei termini già introdotti.
• Tutti gli altri enunciati vengono dedotti
logicamente da enunciati già accettati
(come postulati) o dimostrati in
precedenza.
• Questi enunciati derivati vengono detti
teoremi.
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7
Nelle dimostrazioni si usano delle
regole che appartengono alla logica
(matematica).
- Logica a due valori di verità: vero o
falso
- Principio del terzo escluso: ogni
enunciato o è vero o è falso
- Principio di non contraddizione:
un enunciato e la sua negazione non
possono essere entrambi veri.
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I termini primitivi di Euclide. Definizioni.
Definizione 1. Un punto è ciò che non ha
parti.
Definizione 2. Una linea è una lunghezza
senza larghezza.
Definizione 3. Gli estremi di una linea
sono punti.
Definizione 4. Una retta è una linea che
giace ugualmente rispetto ai punti su di
essa.
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8
Definizione 5. Una superficie è ciò che ha
soltanto lunghezza e larghezza.
Definizione 6. Gli estremi di una
superficie sono linee.
Definizione 7. Dicesi piana una superficie
che giace ugualmente rispetto alle rette su
di essa.
Definizione 8. Un angolo piano è
l’inclinazione reciproca di due linee in un
piano le quali si incontrino e non giacciano
in linea retta.
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Definizione 9. Quando le linee che
comprendono l’angolo sono rette,
l’angolo è detto rettilineo.
e così via ..........fino alla:
Definizione 23. Diconsi parallele rette
giacenti nello stesso piano che,
prolungate illimitatamente in entrambe
le direzioni, non si incontrino fra loro
da nessuna delle due parti.
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Euclide
I cinque postulati
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I postulati di Euclide
La distinzione tra postulati e nozioni comuni in
Euclide- che oggi non è più considerata
significativa - consiste nel fatto che, mentre i
postulati hanno carattere specificamente
geometrico, le nozioni comuni sono alla base
anche di altre scienze.
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Postulati di Euclide
I Postulato. Da un punto qualsiasi
è possibile condurre ad ogni altro
punto una ed una sola retta.
II Postulato. È possibile
prolungare, da entrambi i lati, una
linea retta finita di una quantità
maggiore di qualunque lunghezza
data.
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Postulati di Euclide
III Postulato. È possibile
descrivere uno ed un solo cerchio
con centro e raggio dati qualsiasi.
IV Postulato. Tutti gli angoli retti
sono uguali tra loro.
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V Postulato
Se una retta, intersecando altre due rette,
forma con esse, da una medesima parte,
angoli interni la cui somma è minore di
due angoli retti,
allora queste due rette indefinitamente
prolungate finiscono con l’incontrarsi dalla
parte detta.
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V Postulato
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12
Il problema del V postulato
• Il V postulato richiama
immediatamente l’attenzione.
• Per cominciare, la sua enunciazione
non è così semplice quanto i postulati
precedenti.
• Questo postulato si distingue dagli
altri perché la sua enunciazione non è
altrettanto chiara e intuitiva.
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Il problema del V postulato
• Se lo si legge attentamente comincia a
crearci dei dubbi.
• Si potrebbe dire che questo postulato sia
più una proprietà che un’affermazione
evidente.
• La situazione diventa ancora più
“sospetta” se si osserva che lo stesso
Euclide non utilizza il V postulato fino
alla 28-esima proposizione del libro I.
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13
Il problema del V postulato
Per più di due millenni, generazioni
di matematici e di studiosi,
specialmente quelli con
un’inclinazione filosofica, hanno
subìto il fascino dell’opera di
Euclide.
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Nonostante questo, nei duemila anni
successivi alla pubblicazione degli
Elementi, fino all’inizio del secolo XIX,
matematici e filosofi si sono chiesti
spesso, a proposito del V postulato,
se sia o non sia da includere tra gli
assunti fondamentali oppure se fosse
possibile dimostrarlo.
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Il Postulato della parallela ( il V)
è necessario?
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Le prime 28 proposizioni del
Libro I
• Fatto strano: le prime 28 proposizioni
del libro I degli Elementi sono
dimostrati senza far uso del V postulato.
• Si direbbe quasi che lo stesso Euclide
abbia cercato di “rinviare” l’uso del V
postulato il più possibile
• In effetti i primi 28 teoremi del libro I
sono dimostrati senza farvi ricorso (il
libro I contiene in tutto 48 teoremi).
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Le prime 28 proposizioni del
Libro I
• Euclide utilizza per la prima volta il V
postulato nella Proposizione 29, che dimostra
le proprietà degli angoli formati da due rette
parallele con una trasversale.
• La proposizione 29 è alla base della
successiva dimostrazione della proposizione
32: La somma degli angoli interni di un
triangolo è uguale a due angoli retti.
• Dopo Euclide è stato dimostrato che
quest’ultima proposizione è equivalente al V
postulato.
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Perché Euclide aspetta “così
tanto” ad usare il V postulato?
• Questo fatto ha rafforzato l’idea che il V
postulato fosse una proprietà
dimostrabile.
• Il V postulato è equivalente anche al
Teorema di Pitagora.
• Così come lo ha enunciato Euclide, il
quinto postulato aveva più l’aspetto di
un teorema che di un verità semplice
(da assumere appunto come postulato).
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La geometria assoluta, ovvero
Euclide … non euclideo
• La geometria costruita senza far uso
del V postulato viene detta “geometria
neutrale” o “geometria assoluta”.
• I teoremi dimostrati in questa
geometria (le prime 28 proposizioni
degli Elementi) fanno parte sia della
geometria euclidea che di quella non
euclidea.
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I tentativi di “dimostrazione”
del V postulato
• Già in epoca antica iniziarono i
tentativi di dimostrare il V postulato.
• Si cerca quindi di spodestare il V
dall’elenco dei postulati.
• Posidonio di Rodi (nato nel 135 a.C.
circa): è il primo studioso che
manifestò dubbi riguardo al V
postulato (conosciamo la sua opera
tramite Proclo).
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17
Tentativi di “dimostrazione” del V
postulato: enunciati equivalenti
• Per circa duemila anni, dal I secolo a.C.
fino agli inizi del secolo scorso, schiere
di pensatori si posero il problema del V
postulato e intrapresero tentativi di
dimostrarlo.
• Quelli che pensarono di esserci riusciti
fecero invariabilmente ricorso a qualche
ipotesi supplementare (che era
equivalente al V postulato).
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Un enunciato equivalente al
V postulato
• Sono stati elencati i più significativi
enunciati proposti in sostituzione del quinto
postulato.
• Quello più usato nei libri di geometria
odierni è il seguente (di John Playfair,
1748-1819, matematico scozzese):
Per un punto esterno P ad una retta r , è
possibile condurre una ed una sola retta
parallela alla retta data.
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18
Gerolamo Saccheri (1667-1733)
• Il più importante
tentativo di
dimostrare il V
postulato è stato
fatto nel XVIII
secolo da
Gerolamo
Saccheri.
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Gerolamo Saccheri (1667-1733)
• Professore di matematica all’Università di Pavia,
gesuita, è autore di uno dei più seri tentativi mai
fatto prima di allora per dimostrare il quinto
postulato di Euclide nella sua opera:
Euclides ab omni naevo vindicatus, Milano,
1733 (Euclide liberato da ogni macchia)
• Punto di partenza di Saccheri è la “geometria
assoluta” o geometria neutrale (le prime 28
proposizioni degli Elementi ).
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Saccheri:
non euclideo suo malgrado
• Il titolo del libro mostra come Saccheri
volesse togliere i “nei” dalla trattazione di
Euclide.
• Saccheri ipotizza che il V postulato
non sia vero e cerca di trovare una
contraddizione.
• In questa ricerca dimostra (senza
esserne consapevole) alcuni teoremi che
oggi vengono considerati i primi teoremi
della geometria non euclidea
(geometria iperbolica).
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Dopo Saccheri…
Dopo il tentativo fatto da Saccheri
comincia a farsi strada la convinzione che:
• la geometria assoluta (o neutrale) di per
sé non implica il V postulato
• che sia logicamente possibile una
geometria alternativa a quella di Euclide
(detta “non euclidea”).
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20
La nascita delle geometrie non
euclidee (circa 1820-1830)
• Si arriva all’idea che il V postulato sia
indipendente dai precedenti postulati. Si
può dunque introdurre la “negazione” del
V postulato (nella formulazione di John
Playfair):
Per un punto P esterno ad una retta r
passa più di una retta parallela alla
retta data.
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La nascita delle geometrie non
euclidee
… oppure si può negare la stessa
esistenza di rette parallele (Bernhard
Riemann, 1854):
Per un punto P esterno a una retta r
data non passa alcuna retta parallela
alla retta data.
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21
Somma degli angoli interni di un
triangolo
• Applicando il V postulato a un triangolo,
nella geometria euclidea si trova un angolo
piatto.
• Questo succede solo nel mondo di Euclide
dove le rette parallele prolungate all’infinito
continuano ad essere parallele, visto che
questo spazio non ha curvatura.
• Ma nessuno è stato all’infinito… e non
sappiamo cosa facciano le rette parallele
all’infinito…
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• E se queste rette si unissero all’infinito
oppure se la parallela non fosse unica?
• Lo spazio potrebbe realmente avere una
curvatura e gli angoli di un triangolo
avrebbero una somma maggiore di un
angolo piatto, come succede quando si
disegna un triangolo sulla buccia di una
arancia.
• Allo stesso modo, su un’altra superficie
potrebbe succedere che la somma degli
angoli sia minore di 180°.
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22
CURVATURA > 0
CURVATURA = 0
CURVATURA < 0
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γ
β
geometria
iperbolica
α
62
TORINO 13-02-02
β
geometria
ellittica
γ
α
46
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Nuove geometrie
• Negando il V postulato nascono delle
nuove geometrie (dette non euclidee)
• Si ottengono delle nuove geometrie che
sono coerenti, ossia senza
contraddizioni interne.
• Queste considerazioni
presuppongono un cambiamento
sostanziale anche nel modo di concepire
la geometria e lo spazio fisico.
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I fondatori delle nuove geometrie
I fondatori della geometria non
euclidea sono considerati:
• Carl F. Gauss (1777-1855)
• Janos Bolyai (1802-1860)
• Nikolaj I. Lobacevskij (17931856)
• Bernhard Riemann (1826-1866)
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I fondatori delle
geometrie non
euclidee
C. F. Gauss
(1777-1855)
J. Bolyai
(1802-1860)
N. Lobachevskij
(1792-1856)
B. Riemann
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(1826-1866)
• Geometria parabolica (euclidea): per un
punto passa una ed una sola parallela a
una retta data (enunciato di John Playfair).
• Geometria iperbolica (Bolyai e
Lobacevskij): in un piano, per un punto
passano più parallele a una retta data
(negazione dell’unicità della parallela)
• Geometria ellittica (Riemann): in un
piano, per un punto non esiste alcuna
parallela a una retta data
(negazione dell’esistenza della parallela)
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Nascita dei modelli di geometrie
non euclidee
• Per comprendere meglio e per visualizzare queste
nuove geometrie (iperbolica ed ellittica), nella
seconda metà del XIX secolo, vengono introdotti
dei modelli di geometria non euclidea.
• Si tratta di figure geometriche (sfera, cerchio,
semipiano, pseudosfera, ecc.) nelle quali viene
data una rappresentazione dei concetti di “punto”,
“retta”, ecc. della geometria iperbolica e della
geometria ellittica.
• Un modello per la geometria euclidea è il comune
piano con le nozioni abituali di punto e di retta. 51
•
•
•
•
Modelli delle geometrie
non euclidee
Un modello di un sistema assiomatico
formale è una interpretazione dei
termini primitivi (punti, rette, …) tale
che gli assiomi diventino enunciati
veri. I più importanti modelli sono:
Modello di Eugenio Beltrami (1868)
Modello di Felix Klein (1880)
Modello di Henri Poincaré (1882)
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Modello di Beltrami
E. Beltrami (1835-1899)
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Modello di
Poincaré (piano
iperbolico)
H. Poincaré (1854-1912)54
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La sfera come
modello di
geometria
ellittica
B. Riemann (1826(1826-1866)
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I modelli di geometria
non euclidea
•
•
•
•
Modello di Beltrami
Modello di Poincaré
Modello della sfera (Riemann)
Qual è la geometria dell’Universo?
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