L'anca è l'articolazione tra la testa del femore, sferica, e l'acetabolo, alloggiamento emisferico del bacino. Le superfici della testa del femore e dell'acetabolo, nelle zone in cui le ossa entrano in contatto, sono ricoperte dalla cartilagine articolare. La cartilagine, insieme al liquido sinoviale, ammortizza il peso corporeo, nutre e protegge le ossa dallo sfregamento diretto e consente il movimento. Patologie dell'anca nello sportivo Anca a scatto: è una condizione morbosa che si manifesta durante il movimento dell'anca con scatti rumorosi, talvolta percepiti solo dal paziente. Può dipendere da cause disparate ed, in genere, è più frequente nei pazienti giovani-adulti, più spesso di sesso femminile. Esistono due grandi categorie di anca a scatto: intra-articolare se causata da un "corpo estraneo" interposto tra la testa del femore e l'acetabolo o extra-articolare se provocata dal conflitto tra l'anca in movimento e i tessuti molli circostanti. Gli scatti possono essere prodotti da fenomeni di frizione tra tendini/fasce e osso e quindi possono associarsi spesso all'infiammazione delle borse sierose interposte (borsite). Il dolore, sebbene non costante, è abbastanza frequente. Altre volte il dolore interessa l'inguine e il gluteo e talora si irradia in basso verso il ginocchio. Nelle più comuni forme extra-articolari possiamo osservare invece i sintomi delle borsiti associate: la borsite trocanterica (scatto esterno) produce un dolore "al fianco" sulla sporgenza ossea del grande trocantere, la borsite dell'ileopsoas (scatto interno) produce al contrario un dolore inguinale puro, esacerbato dal movimento del "calcio di piatto" del pallone e dalla palpazione profonda in quella zona. La radiografia è l'esame di primo livello nell'anca a scatto, perchè permette di escludere l'esistenza di dismorfismi ossei e di cause intra-articolari grossolane (come una condromatosi o un corpo mobile calcifico). Se l'esame obiettivo del malato ha condotto al sospetto di una forma extra-articolare, l'ecografia statica e dinamica (cioè durante l'esecuzione del movimento che produce lo scatto) consente di identificare con certezza la struttura che scatta (fascia lata o ileopsoas). Se l'esame obiettivo orienta invece verso una forma intraarticolare, esami altamente specifici quali la TAC e la artroRMN sono indicati per valutare la presenza di distacchi labrali, corpi mobili piccoli o non radio-opachi. Uno scatto extraarticolare non doloroso e saltuario non richiede terapie particolari. Spesso il disturbo va scomparendo gradualmente così come è insorto. Quando invece si associ a disturbi dolorosi, va sempre trattato. Il trattamento è fisiokinesiterapico finalizzato ad allungare le strutture che scattano: una volta detese, anche lo scatto si risolve. Gli esercizi di stretching della fascia lata sono dunque indicati nelle forme esterne, mentre quelli di stretching dell'ileopsoas sono indicati nelle forme interne. In caso di borsite associata, riposo, borsa del ghiaccio e farmaci antiinfiammatori permetteranno di alleviare i sintomi. Un'infiltrazione cortisonica intrabursale può essere associata. Solo eccezionalmente si ricorre alla chirurgia per sopprimere uno scatto refrattario ad ogni terapia incruenta: in questo caso la detensione del tendine o della fascia troppo contratta permette di eliminare il disturbo. La maggior parte di questi interventi può essere convenientemente eseguita in artroscopia. Nelle rare forme intra-articolari l'indicazione è sempre chirurgica: l'artroscopia permette di rimuovere la maggior parte dei corpi mobili in modo mini-invasivo. Il conflitto femoro-acetabolare: è una malattia dell'anca che deriva da una non perfetta conformazione dei capi articolari, che si urtano nell'escursione articolare. Il conflitto femoro-acetabolare colpisce in prevalenza maschi giovani-adulti, spesso sportivi, perchè l'attività fisica ri- chiede la ripetizione dei gesti responsabili del conflitto e quindi rende sintomatica una condizione che in soggetti sedentari rimane spesso a lungo silente. Il labbro acetabolare, sorta di "guarnizione" che riveste il bordo osseo dell'acetabolo, è ovviamente la prima struttura che viene logorata da questo meccanismo. Il conflitto femoro-acetabolare è caratterizzato dal dolore inguinale e talvolta gluteo, che esordisce in genere in modo subdolo, episodico, dopo uno sforzo fisico. Dapprima il disturbo viene avvertito solo nei movimenti di flessione e rotazione interna dell'anca (ad es. quando si accavallano le gambe o quando ci si piega in avanti da seduti per calzare una scarpa), ma con il tempo esso diventa sempre più frequente, fino a determinare l'abbandono delle attività sportive. Successivamente il dolore inizia a manifestarsi già con la camminata veloce. Il conflitto femoro-acetabolare è fonte di lesioni del labbro acetabolare, e può indurre una degenerazione artrosica precoce dell’articolazione. La diagnosi di FAI può essere correttamente eseguita già sulla base di una radiografia standard. Accertata l'esistenza di una sindrome conflittuale, è possibile ricorrere ad esami più specifici (TAC, artro-RMN), che hanno un reale significato solo nella prospettiva di un intervento chirurgico correttivo. Se la radiografia ha già dimostrato un quadro artrosico conclamato è inutile proseguire nelle indagini strumentali, l'unica soluzione realmente efficace è la protesi d'anca. Se però il conflitto è stato diagnosticato tempestivamente, e l'articolazione è ancora priva di segni degenerativi, è possibile intervenire attraverso interventi di rimodellamento delle strutture responsabili che nella maggior parte dei casi possono essere eseguiti oggi in artroscopia. Nei pazienti non candidati a trattamento chirurgico, la terapia farmacologica con anti-infiammatori è essenzialmente palliativa e dovrebbe essere impiegata in modo possibilmente ciclico e non continuativo. Un programma fisiokinesiterapico di retroversione pelvica è vantaggioso, perchè consente di migliorare l'articolarità dell'anca modificando la postura del bacino. Nei soggetti obesi il calo ponderale può rallentare l’evoluzione del danno articolare. Le attività fisiche in carico, come il jogging, e tutti gli sport di contatto sono da evitare, poiché possono accelerare la progressione del danno cartilagineo. MOD B.60 (280111) Le lesioni del labbro sono quasi sempre conseguenti ad un'alterazione anatomica, in particolare a: displasia acetabolare: un cotile poco profondo e dunque poco coprente espone il labbro ad un "superlavoro", il labbro va inesorabilmente incontro a fenomeni degenerativi provocati dal sovraccarico; conflitto femoro-acetabolare: se l'impatto tra collo femorale e bordo del cotile è molto frequente, il labbro ne viene danneggiato fino a sviluppare rotture, disinserzioni, focolai di ossificazione. Occasionalmente il labbro può lesionarsi anche in un'anca perfettamente conformata. Questo può succedere a seguito di importanti traumi distorsivi, quali si possono verificare negli sport di contatto e negli incidenti del traffico. I giovani-adulti praticanti attività sportive di contatto (rugby, football americano, ma anche calcio, arti marziali, motocross) sono la categoria più a rischio non solo per le lesioni primitive, ovvero quelle che coinvolgono articolazioni assolutamente normoconformate, ma anche per quelle secondarie a displasia o a conflitto. L'elevata sollecitazione funzionale, infatti, accelera la manifestazione dei danni secondari al labbro, rendendole precocemente sintomatiche. La patologia del labbro acetabolare è caratterizzata dal dolore inguinale e talvolta gluteo, che si acuisce solitamente dopo uno sforzo fisico (una partita di calcio, una lunga camminata, una seduta di jogging). Non di rado il paziente indica la zona dolente con il cosiddetto "segno della C", portando cioè l'indice sulla piega inguinale ed il pollice sul gluteo. Il paziente spesso impara ad evitare i movimenti di flessione e rotazione dell'anca perchè questi tendono ad esacerbare il dolore. In presenza di un preciso sospetto clinico, l'artro-RMN renderà evidenti e quindi facilmente riconoscibili le lesioni del labbro. L'artroscopia dell'anca permette di trattare efficacemente la gran parte delle lesioni del labbro, che possono essere regolarizzate, risuturate al bordo osseo o resecate, qualora il tessuto residuo non permetta di eseguire una valida riparazione. Ovviamente, ogniqualvolta la lesione sia secondaria ad un'anomalia morfologia come la displasia acetabolare o il conflitto femoro-acetabolare, è indispensabile trattare contestualmente anche tale anomalia. @ DOLORE ANCA NELLO SPORTIVO a cura del Dr. Alberto Ferruzzi