Dott Stefano Brusori- Dott. Fabio Ferroni ABSTRACT RICCIONE 24-05-12 STUDIO RADIOLOGICO FUNZIONALE DELLA REGIONE ORO-FARINGO-ESOFAGEA La disfagia è un disturbo molto comune che può essere messo in relazione a patologie differenti capaci di alterare la normale funzionalità dei visceri. Lo studio radiologico delle alterazioni funzionali del faringe e dell’esofago continua a rivestire un ruolo di primaria importanza nell’iter diagnostico dei pazienti disfagici insieme con altre metodiche non radiologiche quali la manometria, la Ph-metria e l’elettromiografia. L’approccio radiologico al paziente disfagico prevede lo studio simultaneo di esofago e faringe; in questa trattazione viene preso in esame specificamente lo studio della regione oro-faringea. Il faringe rappresenta il crocevia di almeno tre importanti funzioni: respirazione, fonazione e deglutizione. La deglutizione è una funzione biologica essenziale la cui alterazione può portare a conseguenze piuttosto gravi quali denutrizione,deidratazione, polmonite da aspirazione od ostruzione delle vie aeree. I disordini della deglutizione possono essere conseguenti a cause diverse: malattie neurologiche e neuromuscolari, lesioni strutturali locali della regione oro-faringea, neoplasie di cavo orale, faringe e/o laringe, trattamenti chirurgici o radioterapici. In alcuni pazienti affetti da patologie croniche a lungo decorso, s’instaurano dei meccanismi di compenso volontari (modifica della dieta e/o del meccanismo di deglutizione) o involontari; di contro la ridotta sensibilità di cavo orale, faringe e/o laringe insieme all’alterazione del meccanismo della deglutizione, può causare costanti fenomeni di aspirazione di cibo nell’albero tracheo-bronchiale, non sempre avvertiti dal paziente, ma che possono essere la causa di alterazioni respiratorie spesso recidivanti (laringospasmo, asma, flogosi ricorrente delle vie aeree). Quando i meccanismi di compenso volontari o involontari diventano insufficienti l’aspirazione massiva di cibo nella via aerea ed il soffocamento possono dimostrare improvvisamente la patologia di base in tutta la sua gravità. Si calcola che negli Usa circa 8.000-10.000 persone muoiono per soffocamento ogni anno . Diversi autori concordano nel ritenere lo studio videofluorografico della deglutizione un esame di fondamentale importanza nel management del paziente disfagico. Infatti, la presenza o l’assenza di aspirazione di cibo nella via aerea può essere confermata dall’esame radiologico dinamico della deglutizione, il che condiziona tutte le decisioni conseguenti relative al tipo di nutrizione (orale/non orale) che il paziente deve mantenere. La velocità della deglutizione è tale che il meccanismo si compie in poco più di un secondo; pertanto è possibile analizzarlo solo disponendo di un numero sufficientemente elevato di immagini nel tempo e di un dispositivo di osservazione rallentata. La videoregistrazione della fluoroscopia in tempo reale, che associa la disponibilità di 50 immagini/secondo alla possibilità di valutarle al rallentatore e “frame by frame”, ha sostituito la più indaginosa e irradiante cineradiografia; la attuale diffusione inoltre delle apparecchiature di fluorografia digitale sta consentendo un’applicazione di tale metodica con buoni risultati diagnostici. Lo studio dinamico deve in prima battuta escludere la presenza di inalazioni, talvolta di minima entità e saltuariamente silenti in presenza delle quali l’indagine può venire sospesa anche dopo la prima deglutizione o può proseguire attraverso la somministrazione di boli “dosati” di piccole dimensioni. L’esame radiografico dinamico del faringe può essere eseguito con una tecnica standard cioè con studio in laterale ed antero-posteriore a cui nei pazienti con spiccata cifosi dorsale può essere necessaria una proiezione obliqua per la valutazione dell’apertura dello sfintere esofageo superiore (UES) e dell’esofago cervicale. In alcune condizioni la variazione di decubito (ad esempio valutazione dell’incontinenza del palato molle con paziente supino) può dimostrare alterazioni della deglutizione non apprezzabili in ortostasi. La modifica della postura del capo (estensione) può mettere in luce anomalie della deglutizione non apprezzabili con il capo in posizione neutra o in lieve flessione, ma può essere d’aiuto anche nell’identificazione delle posizioni o delle manovre (deglutizione sovraglottica, flessione del collo, rotazione del capo, ecc.) nelle quali il paziente può deglutire senza passaggio di mdc nella via aerea ; la comparsa, infine, di alterazioni funzionali dopo ripetuti atti deglutitivi può essere uno dei segni della miastenia gravis. La somministrazione di boli a consistenza diversa (bario liquido, pasta baritata, crackers ricoperti di pasta baritata, bario ad alta densità, bario misto a crema di riso o a frullato di mele) può essere utile nello studio dei pazienti che lamentano disfagia per specifici alimenti, ma anche nell’individuazione di quale tipo di nutrizione il paziente potrà avere senza che ciò comporti aspirazione di cibo nella via aerea. In alcuni paziente debilitati o con deficit neurologici gravi e notevoli difficoltà a deglutire, il mdc può essere somministrato attraverso una siringa connessa ad un tubicino posto nella cavità orale; tale tecnica può essere utile anche per studiare la contrattilità faringea senza l’apporto della spinta propulsiva linguale .Esistono alcune rare condizioni nelle quali l’esame dinamico del faringe deve essere sospeso: 1) ostruzione totale o quasi totale delle vie aeree o del canale alimentare per i cibi solidi o semisolidi; 2) laringospasmo (tranne che nei pazienti trachestomizzati); 3) broncospasmo; 4) aspirazione di contenuto gastrico; 5) assenza completa di meccanismi di protezione delle vie aeree (elevazione della laringe, chiusura della rima della glottide, ribaltamento dell’epiglottide, tosse); 6) altre emergenze mediche intercorrenti (arresto cardiaco o respiratorio). In aggiunta vi sono alcune controindicazioni relative alla continuazione dell’esame: 1) documentazione di aspirazione di bario nella via aerea in pazienti con anamnesi di polmoniti ab ingestis o severe malattie respiratorie; 2) aspirazione di bario nella via aerea non seguita da tosse (silent aspiration); 3) ritenzione di notevole quantità di cibo solido nel faringe dopo la deglutizione; 4) inefficacia delle manovre per ridurre l’aspirazione nella via aerea di mezzo di contrasto . La studio radiologico della deglutizione comprende tre fasi principali (orale, faringea ed esofagea) alcune sottofasi. La fase orale può essere suddivisa in: 1) fase di preparazione alla deglutizione: il bolo è contenuto nella cavità orale mentre il dorso linguale si porta in alto a contatto con il palato molle determinando la chiusura dell’istmo palatolinguale. In questa fase è possibile avere due posizioni del bolo: una nella quale è posto anteriormente sotto la lingua nel pavimento della bocca (dipper type) ed un’altra nella quale il bolo è mantenuto nel solco mediano della lingua contro l’arcata alveolare ed il palato duro (tipper type); 2) fase di propulsione posteriore con elicitazione del riflesso faringeo: il bolo entra nell’orofaringe sospinto dalla forza propulsiva posteriore e verso l’alto della lingua; durante questa fase avviene il sollevamento del velo palatino ad angolo retto fino ad accostarsi alla parete posteriore del faringe che — a causa della contrazione di parte delle fibre più craniali del costrittore superiore del faringe —si muove anteriormente fino a chiudere l’istmo palato-faringeo (cuscinetto di Passavant). Lo spostamento in avanti ed in basso della lingua contribuisce a formare uno spazio recettivo del bolo in orofaringe ; La fase faringea in : 3) bolo nell’orofaringe: il bolo raggiunge e distende le vallecole. L’osso ioide e la laringe iniziano il loro spostamento in alto ed in avanti. L’epiglottide si sposta verso il basso e si orizzontalizza; la deflessione (tilting) dell’epiglottide può essere osservato anche durante le acquisizioni AP come un difetto di riempimento la cui forma ricorda un gabbiano in volo ; i muscoli costrittori superiore e medio del faringe,si contraggono determinando un’onda di contrazione (Stripping wave) che trasporta il bolo distalmente. 4) bolo nell’oro-ipofaringe: sollevamento dell’osso ioide — che in questa fase si sovrappone all’angolo della mandibola — e della laringe che raggiungono la loro massima posizione in alto ed in avanti. Allo scopo di proteggere le vie aeree dal passaggio di alimenti sia le corde vocali false che le vere sono in questa fase completamente chiuse. Il vestibolo laringeo si chiude mentre l’epiglottide si ripiega in basso, deflettendosi fungendo per così dire da “deviatore di flusso”. L’onda peristaltica dei costrittori spinge il bolo nell’ipofaringe determinando, insieme al movimento verso l’alto ed il davanti della laringe anche l’apertura del muscolo cricofaringeo e quindi dello sfintere esofageo superiore (UES). Radiograficamente una circoscritta incisura lungo la parete posteriore della giunzione faringo-esofagea indica il livello del cricofaringeo. In questa fase inizia il movimento di ritorno alla posizione di partenza del palato molle; 5) bolo nell’ipofaringe, nel segmento faringo-esofageo e nell’esofago cervicale: il bolo è trasportato nell’ipofaringe dalla stripping wave. La contrazione dei costrittori può essere osservata anche nelle acquisizioni dinamiche in proiezione antero-posteriore come onda peristaltica simmetrica che oblitera il lume dell’orofaringe «spremendo» il bolo alimentare Il completo rilasciamento dello UES determina il passaggio del bolo nell’esofago . 6) riapertura del faringe e della laringe: tutte le strutture ritornano alla condizione di partenza con completa apertura del rino-orofaringe e del vestibolo laringeo con ritorno alla posizione originaria di osso ioide e laringe. A livello oro-faringeo scomponendo le varie fasi funzionali della deglutizione e analizzandole nel dettaglio è pertanto possibile ottenere importanti valutazioni sulla possibile natura della patologia in essere ed indicazioni sul tipo di alimentazione da somministrare al paziente o se l’alimentazione stessa debba essere supportata da una terapia posturale o invece, a causa di inalazione massiva, debba essere evitata per via orale. Un singolo studio radiologico può essere sufficiente per uno scopo sia diagnostico che riabilitativo anche se può essere desiderabile eseguire uno studio in due fasi per valutare eventuali miglioramenti dopo il trattamento riabilitativo. L’approccio riabilitativo infatti alla videofluorografia è di somministrare al paziente boli radiopachi opportunamente modificati cercando di testare anche con manovre posturali gli effetti delle varie tecniche riabilitative. Lo scopo è quello di stabilire un metodo di alimentazione sicuro ed il più possibile efficiente escludendo l’aspirazione di cibo il che condiziona tutte le decisioni conseguenti relative al tipo di nutrizione(orale/non orale) che il paziente deve mantenere. In presenza di disfagia non va peraltro dimenticato l’esofago in quanto una sintomatologia disfagica, riferita dal paziente in sede alta, oro-faringea, può essere causata da una patologia esofagea. Per tale motivo, qualora possibile, lo studio va sempre esteso al viscere esofageo al fine di escludere patologie organiche e/o funzionali primitive quali l’acalasia nei suoi vari gradi, lo spasmo esofageo diffuso, le discinesie motorie aspecifiche, l’esofago a schiaccianoci e secondarie quali le discinesie ipotoniche come la malattia del collageno e ipertoniche di tipo terziario come in presenza di reflusso gastro-esofageo o esofagite tossica o diabetica. Concludendo nei pazienti con disfagia in cui appare fondamentale un percorso riabilitativo integrato da più professionisti per ottenere e mantenere la sicurezza nella deglutizione. Centrale appare l’importanza dello studio radiologico dinamico nel tentativo di promuovere una diagnosi e una conseguente opportuna gestione del paziente in base alle specificità rilevate.