Il Vidagliptin indicato anche per le forme gravi di insufficienza renale

Il Vidagliptin indicato anche per le forme gravi di insufficienza renale
Venerdì 13 Gennaio 2012 17:14
Approvato dalla Commissione Europea l’impiego del farmaco vildagliptin, per il trattamento di
pazienti diabetici con insufficienza renale moderata o grave. La notizia arriva a seguito dei
risultati del più ampio studio condotto fino ad oggi su un inibitore della DPP-4 – proteina
presente sulla superficie della maggior parte delle cellule e che è implicata nella regolazione
immunitaria e nell’apoptosi - nei pazienti con insufficienza renale.
L’approvazione della Commissione Europea estende l’impiego di vildagliptin, che era già
indicato per i pazienti senza insufficienza renale o nella sua forma lieve. Lo studio che ha
valutato la sicurezza e la tollerabilità del farmaco è stato uno studio, multicentrico,
randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, su 515 pazienti con diabete di tipo 2 e
insufficienza renale moderata o grave ed è durato 24 settimane. Vildagliptin ha confermato un
profilo di sicurezza simile al placebo e ha apportato significativi miglioramenti nel controllo
glicemico, quando aggiunto alla terapia antidiabetica esistente.
Vildagliptin è un inibitore della DPP-4 che agisce proprio bloccando la degradazione
nell’organismo delle cosiddette “incretine”, ovvero degli ormoni che stimolano il pancreas a
produrre insulina. Il suo meccanismo d’azione agisce nella disfunzione delle cellule alfa e beta
delle isole pancreatiche, che causa elevati livelli di zuccheri nel sangue nei pazienti con diabete
di tipo 2.
“I risultati dello studio – ha spiegato Roberto Trevisan, Direttore USC Diabetologia Ospedali
Riuniti di Bergamo – sono di particolare rilievo in quanto fanno di vildagliptin il primo farmaco
orale di ultima generazione utilizzabile nei pazienti con diabete di tipo 2 con qualsiasi grado di
insufficienza renale, coniugando un’adeguata efficacia nel migliorare il controllo glicemico, con
una buona tollerabilità perfino nei soggetti diabetici in dialisi per i quali fino ad oggi l’unica
opzione terapeutica era rappresentata dall’insulina”. Questo tipo di pazienti rappresentano ben
un quarto degli oltre 3 milioni di italiani che combattono con il diabete.
Tra questi, molti pazienti anziani, categoria particolarmente a rischio di sviluppare
insufficienza renale. “In generale la gestione del paziente diabetico con insufficienza renale
pone ancora oggi notevoli difficoltà, poiché i farmaci antidiabetici più utilizzati in questa tipologia
di pazienti (quali metformina, pioglitazone, sulfaniluree e repaglinide) possono essere associati
a una serie di possibili effetti collaterali”, ha continuato Trevisan. “Ad esempio possono andare
incontro a fratture, aumento di peso, acidosi lattica, ipoglicemie e possibile aumento del rischio
cardiovascolare. Questi fenomeni tendono, oltretutto, a essere più frequenti nei pazienti anziani
che presentano una maggiore frequenza di compromissione renale”.
L.B.
da QuotidianoSanità.it
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