Giornata mondiale del rene 2007 – Scheda tecnica L’insufficienza renale è un problema di salute pubblica di prima grandezza ancora misconosciuto dalla popolazione e purtroppo, in gran parte dell’Europa, ancora largamente sottovalutato dagli organi di governo, incluse le nazioni economicamente sviluppate. In Italia l’insufficienza renale, ancor oggi, è considerata una patologia rara il cui unico rischio è la “remota” possibilità di evoluzione verso la fase terminale di malattia, quella che richiede il trattamento dialitico o il trapianto di rene. Sono ignorate anche le gravi conseguenze dell’insufficienza renale sul sistema cardiovascolare (il paziente con insufficienza renale seria ha 40 volte più probabilità di subire un evento cardiovascolare serio rispetto ad una persona sana di reni). La situazione Italiana e Locale: Nella nostra nazione esistono quasi 1.000 strutture, tra pubbliche e private di Nefrologia e Dialisi, che curano circa 45.000 dializzati e 17.000 trapiantati; 170 pazienti ogni milione di abitanti iniziano la dialisi (oltre 24.000 l’anno) in Italia. 162 pazienti ogni milione di abitanti iniziano in Sardegna (168 in Provincia di Cagliari) (oltre 270 l’anno) in Sardegna. Solo negli Stati Uniti si è riusciti a riconoscere che quasi 20 milioni di persone avevano, senza saperlo, una insufficienza renale; in Italia al momento attuale non esistono studi o strutture finalizzate a stimare a fondo lo stesso problema. Oggi, a differenza del passato, esistono mezzi terapeutici e di screening per guarire o rallentare per lungo tempo l’evoluzione delle malattie renali verso le fasi terminali. La prevenzioni si può e si deve fare a tutti i livelli. Le Malattie Renali più comuni: Il Registro della nostra Società Italiana di Nefrologia ci indica che l’insufficienza renale cronica che porta i pazienti alla dialisi può essere causata da molte, differenti affezioni. Nell'ordine si trovano le lesioni renali secondarie all'ipertensione arteriosa ed all'arteriosclerosi, e il diabete; seguono per frequenza le glomerulonefriti, le cosiddette nefropatie interstiziali, talora infettive o secondarie a un’ostruzione delle vie urinarie, le forme ereditarie, tra le quali i Reni Policistici. Tutte le età possono essere interessate dalle malattie renali, ma in modo diverso. Nei giovani predominano le glomerulonefriti, le malattie ereditarie e quelle congenite. Negli anziani, prevalgono le lesioni su base vascolare e dismetabolica. Sempre negli anziani, la Nefropatia più diffusa è genericamente definita come Nefroangiosclerosi, quasi sempre collegata all' ipertensione arteriosa. Con l'aumento dei casi di Diabete dell'adulto stanno diventando comuni le lesioni renali secondarie a questa malattia dismetabolica. Come prevenire oggi: curare perfettamente la pressione arteriosa (livelli ottimali < 130/80), individuare la presenza di proteine nelle urine e determinare la funzione renale misurando semplicemente la creatininemia che già può darci un’idea dell’entità percentuale di compromissione della funzione renale, individuare o curare adeguatamente uno stato diabetico di qualsiasi livello esso sia. Come curare: ogg,i a differenza di qualche hanno fa, abbiamo armi terapeutiche molto più efficaci che garantiscono ottimi risultati e di lunga durata: specie con i nuovi antiipertensivi che hanno dimostrato – indipendentemente dalla loro azione sulla pressione – effetti favorevoli sull’evoluzione della malattia e sulla proteinuria. Ma non basta: bisogna eliminare fumo e obesità, iniziando a curare anche le semplici alterazioni lipidiche con farmaci appositi, e attivare attenti provvedimenti dietetici quando si instaura una perdita di funzione renale. Come organizzarsi meglio: uno dei problemi che sta emergendo è la progressiva scomparsa dell’Unità Operativa complesse di Nefrologia: in molte Regioni Italiane alcune scelte politiche o Aziendali stanno conducendo a inglobare le nefrologie in Dipartimenti o Strutture di Medicina Interna soprattutto a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione generale. E’ noto inoltre che la terapia dialitica è costosa. E’ importante anche sapere che il paziente nefropatico comporta costi maggiori se ricoverato in una struttura di Medicina Interna anziché in struttura specialistica nefrologica. E’ poi indubbio che un ulteriore risparmio si ha a lungo termine se il paziente nefropatico viene trattato dallo Specialista anziché dall’Internista: la maggior competenza terapeutica del primo consentirà una maggiore dilazione dell’inizio della terapia dialitica (indubbiamente molto più costosa della terapia conservativa). Un altra delicata “mission” è stabilire o consolidare i rapporti tra lo Specialista Nefrologo ed il Medico di Medicina Generale: si deve fare di tutto per trovare occasioni per far incontrare Specialisti ed i Medici di Medicina Generale nella nostra area o ASL per illustrargli: ● perché il rene malato accelera e peggiora rapidamente patologie come il Diabete e le Malattie Vascolari Croniche ● perché è vitale conoscere i vari stadi dell’insufficienza renale cronica e le relative implicazioni prognostiche e terapeutiche ● perché è importante eseguire un semplice esame delle urine, per valutare la proteinuria o la microalbuminuria, ed una creatininemia nei pazienti a rischio: la malattia renale cronica è un rischio moltiplicatore di avversi esiti e costi. ● Quando si deve inviare al Nefrologo il paziente con Malattia Renale: negli stadi più avanzati riteniamo che sia imperativo inviare il nefropatico al Nefrologo perché è il momento in cui il trattamento va intensificato e si deve iniziare a programmare con il paziente la terapia sostitutiva della funzione renale. Piergiorgio Bolasco Consigliere Nazionale della Società Italiana di Nefrologia Direttore U.O. Territoriale di Nefrologia e Dialisi USL N.8 di Cagliari