13-02-2007 14:19 Pagina 186 B 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 2 Lo Stato assoluto Unità Tra il XVII e il XVIII secolo, in Francia, il re Luigi XIV impone una forma di governo, definita monarchia assoluta, nella quale il potere è accentrato nelle mani del sovrano. Essa diventa un modello per molti sovrani dell’epoca. Luigi XIV regna da solo Salito al trono nel 1643, soltanto nel 1661, dopo la morte del cardinale Mazzarino (il primo ministro che lo ha affiancato in gioventù), Luigi XIV inizia a occuparsi personalmente del governo del regno. Affida le questioni più importanti (economia, finanze, guerra) a ministri abili ed esperti. Quadro di scuola francese che raffigura Luigi XIV e i suoi consiglieri: gli uomini presenti in sala rivolgono lo sguardo verso il sovrano, nell’attesa che impartisca i suoi ordini. Ministri e consiglieri Quando? Fra il 1661 e il 1715. Dove? In Francia. Che cosa accade? Con Luigi XIV di Borbone si afferma la monarchia assoluta. Egli perfeziona l’opera iniziata da Richelieu e da Mazzarino, concentrando nelle proprie mani ogni potere. Governa il Paese seguendo soltanto la propria volontà e per questo arriva ad affermare: ‹‹lo Stato sono io!››. 186 Nominati dal sovrano, i ministri sono prevalentemente di origine borghese. La scelta di Luigi XIV è legata a un motivo preciso: egli ritiene infatti che tutti coloro che grazie a lui hanno fatto fortuna gli saranno sempre riconoscenti e fedeli. Ai nobili, invece, il sovrano assegna compiti secondari, che conferiscono loro onori e riconoscimenti ma non poteri concreti. 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 15-02-2007 13:53 Pagina 187 UNITÀ 2 LO STATO ASSOLUTO 1. Una Francia più obbediente, ordinata e ricca B Luigi XIV riduce i poteri dei parlamenti Il progetto di Luigi XIV era semplice e ambizioso: voleva eliminare tutto ciò che poteva mettere un limite alla sua autorità. Per fare ciò era necessario riorganizzare la Francia e cancellare molte antiche tradizioni. Come si è visto (➥ parte 4, unità 1), i parlamenti avevano il compito di esaminare le leggi emanate dal sovrano. Ne proclamavano ufficialmente l’entrata in vigore, tuttavia, quando le giudicavano ingiuste o dannose, potevano criticarle e ritardare o impedire la loro applicazione. Luigi XIV cambiò questa procedura: stabilì che i parlamenti fossero obbligati ad approvare in ogni caso i nuovi decreti. Eventualmente, dopo averli approvati, potevano esprimere lamentele; queste, però, erano praticamente inutili, perché al sovrano era sufficiente respingerle. B La Francia è suddivisa in trenta zone in cui vengono inviati gli intendenti Una volta fatte le leggi, bisognava fare in modo che venissero rispettate in tutto il Paese. Questo non era un problema semplice da risolvere. Molto spesso, infatti, per gli abitanti del regno (che erano per la maggior parte contadini) il re non era altro che una figura lontana e irraggiungibile. Essi, piuttosto, erano abituati a obbedire alle autorità con cui avevano a che fare tutti i giorni: il sacerdote che guidava la parrocchia in cui vivevano, i governanti della città più vicina, gli aristocratici che avevano le loro proprietà terriere nella zona. In più, nelle diverse regioni esistevano norme e regole che erano state tramandate nei secoli. Quando gli ordini provenienti da Parigi erano in contrasto con esse, molto spesso venivano ignorati. Per superare queste difficoltà, Luigi XIV suddivise la Francia in trenta zone, chiamate généralités, e in ciascuna di esse inviò gli intendenti. Questi funzionari erano nominati direttamente dal re ed egli poteva sostituirli in qualsiasi momento, perciò dovevano eseguire attentamente tutte le sue istruzioni. Essi avevano il compito di far rispettare le leggi, di riscuotere le tasse e di amministrare la giustizia. In questo modo anche i sudditi francesi delle province più sperdute impararono a conoscere da vicino l’autorità e la volontà del sovrano. Emblema di Luigi XIV, il Re Sole. Luigi XIV e la sua corte davanti alla grotta di Teti nei giardini di Versailles. Il sole (in alto nella porta centrale) era lo stemma del sovrano, che viene infatti anche ricordato come “Re Sole”. Luigi XIV in questo modo voleva ricordare a tutti che la sua saggezza e il suo comando erano per la Francia ciò che il sole è per la terra: fonte di vita e di prosperità. 187 B 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 188 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE ricorda La figura degli intendenti era stata introdotta nell’amministrazione della Francia sin dai tempi di Richelieu (al governo del Paese tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Seicento). Con Luigi XIV il loro ruolo divenne stabile e fu rafforzato. Tra il 1648 e il 1653, quando Luigi XIV era ancora adolescente, si erano ribellati contro la monarchia prima i parlamenti (Fronda parlamentare), poi gli aristocratici (Fronda dei principi) e infine la popolazione delle campagne. B Il sovrano contrasta il potere degli aristocratici Il sovrano comprese con chiarezza che per rendere saldo il proprio potere era necessario tenere a bada i litigiosi aristocratici del regno. Li allontanò dalle cariche di governo più importanti (affidandole come si è detto a ministri di origine borghese), perché non si fidava di loro. Nello stesso tempo, tuttavia, fece in modo di legarli a sé, concedendo loro onori e terre, castelli e ricche pensioni. Il sovrano, inoltre, pretese che vivessero a corte presso di lui. In questo modo poteva tenerli sotto controllo costantemente e allontanarli dalle regioni nelle quali si estendavano le loro proprietà, dove esercitavano il loro potere e da cui traevano prestigio. B Il re induce i nobili a vivere alla corte di Versailles Luigi XIV fece costruire a Versailles, un villaggio a poca distanza da Parigi una reggia grandiosa. A corte ogni momento della giornata del Re Sole (il risveglio, i pasti, gli impegni, gli svaghi) era come uno spettacolo e si svolgeva seguendo regole molto precise (il cosiddetto cerimoniale di corte). Per gli aristocratici essere ammessi ad assistere a questi momenti era un onore ambito, poiché significava godere della considerazione del sovrano. Il duca Saint-Simon, uno degli aristocratici che vissero a corte durante il regno di Luigi XIV, scrisse: ‹‹Il re utilizzava le numerose feste, gite, passeggiate come mezzo per ricompensare o punire, invitando l’uno e non invitando l’altro››. Per mantenere sotto il suo controllo i nobili, infatti, egli alimentava con il suo atteggiamento invidie e gelosie, in modo da metterli in competizione tra loro, allo scopo di conquistare la sua attenzione e i suoi favori. Essendo impegnati a lottare tra loro, infatti, avrebbero evitato di complottare contro di lui. visti da vicino Luigi XIV: un sovrano assoluto Luigi XIV, nato nel 1638, ereditò la corona di Francia nel 1643, all’età di cinque anni. La madre, Anna d’Austria, assunse la reggenza (cioè regnò al posto suo e in suo nome) e scelse come primo ministro il cardinale abruzzese Giulio Mazzarino (1602-61). Fu proprio questo abile ecclesiastico a insegnare al giovane re i segreti della politica. Quando Mazzarino morì, nel 1661, Luigi XIV decise di governare in prima persona, senza più affidarsi alla guida di un unico ministro. Voleva che il potere di decidere il destino della Francia fosse tutto e soltanto nelle sue mani. Proprio per questo motivo egli fu considerato un sovrano assoluto, cioè dotato di un potere senza limiti (la parola deriva dal latino absolutus, che significa “sciolto da ogni legame”, perciò, in questo caso, da ogni limite). Egli non si limitò a riaffermare l’antico principio secondo cui un re riceveva da Dio il diritto al trono. Un sovrano, secondo Luigi XIV, era per i propri sudditi ciò che Dio era per tutta l’umanità: un padre amorevole che sceglie ciò che è bene per i propri figli e che per questo deve ricevere da loro obbedienza e rispetto. H. Rigaud, Luigi XIV, Parigi, Museo del Louvre. 188 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 189 UNITÀ 2 LO STATO ASSOLUTO leggiamo le immagini • Lo spettacolo del Re Sole Sullo sfondo si scorge la reggia di Versailles A . Luigi XIV giare quotidianamente abiti eleganti e gioielli preziosi. Molti, volle che fosse splendida e maestosa: doveva essere un mo- quindi, soggiornavano a Versailles solo di tanto in tanto. Altri numento eterno alla sua grandezza, tale da lasciare sbalordi- ancora si facevano costruire residenze attorno alla reggia, per ti i sudditi francesi e l’Europa intera. Furono necessari moltis- poterla raggiungere più frequentemente. In breve, quindi, il vil- simi anni per completare i lavori; iniziarono nel 1661 e, laggio di Versailles si trasformò in una vera e propria cittadina. quando la corte vi si trasferì, nel 1682, non erano stati ancora ultimati. Oltre al re nella reggia abitava tutta la famiglia Nella reggia si tenevano feste, banchetti, balli. Attorno, si estendevano meravigliosi giardini C , ricchi di fiori, fonta- reale, composta dalla regina, dai figli della coppia reale, dai ne e statue; qui venivano organizzati giochi e passeggiate; parenti più stretti del sovrano, i cosiddetti “principi del sangue”. Luigi XIV ospitava, con tutti gli onori, anche le proprie nel parco talvolta si svolgevano anche battute di caccia. Nell’opera qui riprodotta puoi vedere Luigi XIV D che amanti e i figli che queste gli davano. Numerose stanze del inaugura la statua, attualmente conservata al Museo del Lou- palazzo, inoltre, erano riservate ai membri più in vista del- vre, del Milone di Crotone (atleta dell’antica Grecia). Il sovra- l’aristocrazia. Per i nobili B no è attorniato da un gruppo di cortigiani: il protocollo di vivere a corte era assai costoso: occorreva de- naro in quantità per avere carrozze e cavalli di razza, per sfog- corte stabiliva, in base al grado e alla funzione di ciascuno, la posizione da occupare a fianco del re. C A B D G. Lemonnier, Luigi XIV inaugura il Milone di Crotone di Pierre Puget, XVII sec., Rouen, Museo di Belle Arti. 189 B 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 190 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE B Luigi XIV impone il proprio controllo sulle questioni religiose ricorda L’Editto di Nantes era stato emanato da Enrico IV nel 1598, al termine delle guerre di religione che avevano lacerato il Paese, e aveva concesso agli ugonotti il diritto di praticare il proprio culto in Francia. Il cardinale Richelieu in seguito aveva ridotto le libertà della minoranza calvinista da esso previste. Luigi XIV era cattolico, tuttavia, durante il suo regno, si scontrò duramente con il Papato. La Chiesa francese del Quattrocento godeva di una certa autonomia da quella di Roma. I re francesi potevano nominare i vescovi del proprio regno, ma Luigi XIV pretendeva di acquistare poteri ancora più ampi sulla Chiesa di Francia. Dopo lungo tempo, tuttavia, i rapporti con Roma migliorarono. Il sovrano, inoltre, si proponeva di esercitare uno stretto controllo sulle coscienze dei sudditi. Per rendere la Francia un regno compatto e disciplinato, infatti, occorreva che anche in campo religioso tutti seguissero le medesime regole. Erano specialmente gli ugonotti a preoccupare il Re Sole. Riteneva, infatti, che lasciar sopravvivere dottrine religiose diverse dalla propria equivalesse a dare a parte dei sudditi il diritto di criticarlo. Egli, perciò, dopo aver tentato di costringere la minoranza ugonotta a convertirsi al cattolicesimo, nel 1685 annullò l’Editto di Nantes. In conseguenza di ciò circa 200 000 persone lasciarono la Francia per rifugiarsi nei Paesi protestanti. Una battaglia combattuta dalla flotta olandese e francese nel 1694. Il potenziamento delle forze navali voluto da Colbert contribuì in misura rilevante a dare slancio alla politica economica della Francia, ma anche alla politica aggressiva di Luigi XIV. B Lo Stato promuove lo sviluppo economico manifatture Il termine deriva da «mano» e indica la lavorazione con cui una materia prima (agricola, mineraria, derivante dall’allevamento) viene trasformata in un prodotto finito. Si tratta di una lavorazione che viene eseguita principalmente a mano o con l’utilizzo di macchinari semplici. Questo termine indica anche il luogo (lo stabilimento) in cui i prodotti (manufatti) vengono realizzati. dazio doganale È un’imposta che si deve pagare allo Stato sulle merci importate dall’estero. 190 La fuga degli ugonotti fu un grave danno per l’economia francese: tra loro, infatti, vi erano banchieri e abili commercianti. Questa conseguenza contrastava con uno degli obiettivi principali di Luigi XIV, cioè quello di fare della Francia un Paese ricco. Egli aveva affidato grandi poteri in campo economico al ministro Jean-Baptiste Colbert (1619-83). Questi prese numerosi provvedimenti per favorire lo sviluppo della Francia, partendo dal presupposto che lo Stato dovesse rafforzare e sostenere le attività produttive che si svolgevano nel Regno. Il governo, ad esempio, finanziò alcune manifatture in cui venivano realizzati prodotti di lusso, come gli arazzi, le carrozze e le ceramiche. Secondo Colbert lo Stato doveva anche intervenire per regolare le attività commerciali. Sulle merci straniere che venivano vendute nel Regno, furono imposti elevati dazi doganali, in modo che avessero prezzi alti e che perciò non fosse conveniente acquistarle. Al contrario fu favorito il commercio dei prodotti fabbricati in patria. Fu potenziata la flotta mercantile che trasportava le materie prime provenienti dalle colonie francesi (il Canada e alcune isole delle Antille). Per rendere più facile il trasporto e lo spostamento delle merci in tutto il Paese, furono costruite strade, ponti e canali navigabili. PRIMA VERIFICA Rispondi oralmente alle seguenti domande. ● Quali limiti impose Luigi XIV ai compiti dei parlamenti? ● Quali provvedimenti prese Luigi XIV per fare rispettare in tutto il Paese le stesse leggi? ● Quali decisioni prese il re per limitare il potere dell’aristocrazia? ● Per quali ragioni Luigi XIV si scontrò con il Papato? ● Per quale motivo il sovrano abolì l’Editto di Nantes? ● Quali provvedimenti furono presi dal ministro Colbert per favorire lo sviluppo economico francese? 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 191 UNITÀ 2 2. Le guerre del Re Sole B Per imporsi in Europa la Francia si dota di un esercito potente Luigi XIV aspirava a trasformare la Francia nel regno più potente d’Europa. Per conquistare questa supremazia era necessario essere pronti a imporsi sugli altri Stati con le armi. Prima di tutto, dunque, occorreva disporre di un esercito forte e molto numeroso. Nel 1664 i soldati che combattevano per il Re Sole erano 45 000, ma nel 1703 erano addirittura 400 000: l’esercito francese era diventato il più grande d’Europa. Dei 54 anni di regno di Luigi XIV (1661-1715), 37 furono segnati dalla guerra. B La Guerra di devoluzione Il primo conflitto voluto e guidato da Luigi XIV fu la Guerra di devoluzione. Nel 1660 egli aveva preso in moglie Maria Teresa d’Asburgo, figlia di Filippo IV di Spagna. Il re spagnolo aveva promesso come dote per la sposa una somma di denaro favolosa, ma egli morì senza portare a termine il pagamento. Luigi XIV, nel 1667, per avere una forma di risarcimento, inviò le sue truppe a occupare una parte dei Paesi Bassi spagnoli (le Fiandre). Nel 1668 la Pace di Aquisgrana pose fine alla guerra e il trattato riconobbe alla Francia il possesso dei territori occupati. LO STATO ASSOLUTO ni principati dell’Impero. La guerra si concluse nel 1678, con la Pace di Nimega. La Francia riuscì a ottenere nuove conquiste: si impadronì di un’altra porzione dei Paesi Bassi spagnoli e anche della Franca Contea (sempre sottratta alla Spagna). B La Lega di Augusta si schiera contro la Francia Allarmate dall’aggressiva politica di espansione della Francia, nel 1686 alcune potenze europee si allearono tra loro, formando la Lega di Augusta. Nel 1688, Luigi XIV cercò nuovamente di ampliare i propri possedimenti, invadendo la regione del Palatinato (che faceva parte dell’Impero). La Lega di Augusta reagì e contro i francesi entrarono in guerra gli Asburgo di Spagna e quelli d’Austria, alcuni principati dell’Impero, la Svezia, le Province Unite e, in un secondo momento, anche l’Inghilterra e il Ducato di Savoia (che nel 1696 riebbe indietro la città di Pinerolo). Il conflitto proseguì fino al 1697 (Pace di Rijswijk): questa volta il tentativo della Francia si era risolto in un fallimento. Ancora un’altra guerra fu combattuta dai sudditi francesi per volere del Re Sole: la Guerra di successione spagnola (1701-14), della quale si parlerà nella successiva unità. B In guerra contro l’Olanda Pochi anni dopo, nel 1672, la Francia attaccò le Province Unite, per indebolire i traffici commerciali olandesi. In un primo momento, con i francesi si schierarono anche l’Inghilterra e la Svezia, ma dopo alcuni anni abbandonarono le ostilità. Nel frattempo al fianco dell’Olanda intervennero la Spagna e alcu- PRIMA VERIFICA Completa il seguente testo. Luigi XIV ambiva a fare della Francia il regno ……………… . Per questa ragione negli anni dotò il Paese di un esercito ……………… che divenne ……………… d’Europa. Nel 1667-68 la Francia combatté la Guerra di ……………… contro la Spagna e con la Pace di Aquisgrana ottenne il possesso di una parte dei ……………… . In seguito scese in guerra contro l’Olanda per contrastarne ……………… ; con la Pace di ……………… conquistò un’altra parte dei Paesi Bassi spagnoli e la Franca Contea. Nel 1697 la Pace di Rijswijk concluse la guerra a favore della Lega di ……………… . In questo dipinto di M. Czwiczek, è raffigurato l’elettore del Brandeburgo, Federico Guglielmo di Hohenzollern, in piedi sulla sinistra. Egli aveva concesso asilo agli ugonotti in fuga dalla Francia in seguito alla revoca dell’Editto di Nantes, rompendo così l’alleanza stretta con il re Luigi XIV. 191 B 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 192 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE 3. Assolutismo e vita quotidiana B Nell’esercito francese combattono soldati di varia provenienza Quello francese era un esercito permanente, che cioè era a disposizione del sovrano sempre, in caso di guerra ma anche nei periodi di pace (➥ parte 4, unità 3). Le migliaia di uomini che ne facevano parte erano di provenienza molto varia: vi erano volontari, ma anche mercenari stranieri, vagabondi e poveri arruolati a forza. In più, dal 1688 fu ideato un nuovo sistema per aumentare ulteriormente il numero degli uomini sotto le armi. Ogni parrocchia del regno aveva l’obbligo di fornire un combattente, sorteggiandolo da una lista in cui dovevano essere elencati tutti gli uomini della zona in età da militare, e poi doveva mantenerlo. B I costi della guerra ricadono sui sudditi più poveri Sostenere una guerra era un’impresa molto costosa. Occorreva addestrare i soldati, vestirli, pagarli, procurare loro le armi e i rifornimenti. È stato calcolato che nei periodi di guerra le spese di mantenimento dell’esercito assorbivano i due terzi delle finanze dello Stato francese. Per raccogliere il denaro necessario, i ministri di Luigi XIV fecero ricorso a nuove imposte. Due, fra le altre, furono particolarmente importanti. Nel 1695 fu introdotta la cosiddetta capitazione, una tassa prevista per tutti i maschi adulti. La cifra da pagare era uguale per tutti, ricchi o poveri che fossero, perciò proprio questi ultimi erano maggiormente danneggiati. Allegoria della vita quotidiana dei contadini francesi del XVIII secolo. La stampa mette in evidenza alcune attività caratteristiche della vita di milioni di francesi (la semina, l’allevamento del bestiame, la cura degli animali da cortile). Nel 1710, inoltre, fu aggiunto il decimo. Esso stabiliva che ogni suddito (fatta eccezione per gli ecclesiastici) versasse al sovrano il 10 % del proprio reddito. Anche se in teoria erano soggetti a queste imposte anche i nobili, essi molto spesso riuscivano a sottrarvisi. B L’esercito impone il volere del re Erano i contadini, quindi, i più tartassati dalle imposte e durante il regno di Luigi XIV scoppiarono numerose rivolte, che furono represse. Il sistema di governo sviluppato negli anni dal sovrano (l’assolutismo), infatti, non lasciava scampo. I suoi fedeli funzionari riscuotevano le tasse e le tasse gli permettevano di ampliare sempre di più l’esercito. Le truppe non servivano soltanto per realizzare le ambizioni di dominio in Europa, erano uno strumento utilissimo anche per tenere sotto controllo i sudditi. Se un villaggio rifiutava di pagare le nuove imposte o di rispettare le leggi emanate a Parigi, il sovrano vi mandava alcuni reggimenti. A volte era sufficiente farli stabilire in paese, a spese degli abitanti (che dovevano dare loro alloggio, cibo e bevande), per convincere questi ultimi a obbedire disciplinatamente. Se tutto ciò non bastava, i soldati imponevano il volere del re con la violenza. B La morte del Re Sole Quando, nel 1715, Luigi XIV morì, la Francia era sfinita. I sudditi più umili erano esasperati: avevano mandato i loro figli in guerra, sopportato imposte sempre più numerose ed elevate e imparato a conoscere l’autorità severa dello Stato. Alla notizia della sua morte, perciò, si riversarono nelle strade per festeggiare liberamente. Anche gli aristocratici si sentirono sollevati. Sapevano di aver perso gran parte del loro potere e criticavano la politica economica del Re Sole, che aveva favorito i mercanti e i proprietari di manifatture, ma aveva trascurato gli interessi dei grandi proprietari terrieri. PRIMA VERIFICA Rispondi oralmente alle seguenti domande. ● Quale caratteristica aveva l’esercito costituito da Luigi XIV? ● Quale obbligo venne imposto a ciascuna parrocchia di Francia nel 1688? ● Quali tasse, tra le altre, furono introdotte per sostenere i costi delle guerra? ● Su quali ceti sociali ricadde principalmente il peso della guerra? ● Quale funzione aveva l’esercito nel campo della politica interna? ● Per quali ragioni anche gli aristocratici si sentirono sollevati alla morte del Re Sole? 192 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 193 UNITÀ 2 LO STATO ASSOLUTO 4. L’assolutismo in Europa B Altri sovrani seguono l’esempio dell’assolutismo francese... Come si è detto, l’assolutismo di Luigi XIV suscitò grande ammirazione in tutta Europa. Molti regnanti si sforzarono di imitarne le caratteristiche principali. Si adoperarono per organizzare un esercito permanente, numeroso e disciplinato. Crearono una burocrazia efficiente, ossia una rete di funzionari fedeli e preparati, che avevano il compito di riscuotere le tasse e di controllare che le leggi del re fossero rispettate. Cercarono di rafforzare e promuovere le attività economiche del proprio Paese e di limitare il potere e i privilegi dei nobili e degli ecclesiastici. Questi tentativi di imitazione si verificarono soprattutto nell’Europa settentrionale e in quella centro-orientale. B …nell’area del Baltico e specialmente in Prussia e Russia In Danimarca, per tradizione, la monarchia era elettiva. In altre parole erano le casate aristocratiche a scegliere il sovrano. Il re Federico III (1609-70), tuttavia, riuscì ad aumentare il proprio potere, riducendo quello della nobiltà. Nel 1665 egli impose una grande trasformazione: stabilì che la successione al trono da allora sarebbe avvenuta per via ereditaria. In Svezia, il re Carlo XI (1660-97) nel 1693, con una dichiarazione ufficiale, proclamò che nulla poteva limitare la sua autorità e che perciò avrebbe governato come un sovrano assoluto. Si ispirarono all’assolutismo francese in misura ancora maggiore la Prussia e la Russia. L. de Silvestre, Federico Guglielmo I (1688-1740), re di Prussia, il “re sergente” (a destra), con Augusto di Sassonia, sovrano di Polonia, in un ritratto del XVIII secolo. B Gli Hohenzollern creano un potente esercito permanente Il Brandeburgo-Prussia era un principato dell’Impero, composto da alcuni territori separati gli uni dagli altri. Tutti, però, appartenevano agli Hohenzollern. Essi avevano la carica di elettori imperiali, ma nel 1701, con la partecipazione alla Guerra di successione spagnola, conquistarono il titolo di re (➥ parte 4, unità 3). In ogni provincia del Regno esistevano assemblee (chiamate Landstände) in cui si riunivano i nobili, gli ecclesiastici e i rappresentanti delle città. Per riscuotere le imposte, gli Hohenzollern avevano bisogno della loro autorizzazione. Prima Federico Guglielmo (1640-88), poi Federico I (1657-1713), infine Federico Guglielmo I (1688-1740) gradualmente ruscirono a ridurre il potere di queste assemblee. In questo modo ai regnanti prussiani fu possibile imporre tasse sempre più numerose ed elevate. Il denaro così ricavato fu utilizzato principalmente per formare un esercito permanente molto ampio. Nel 1688 esso era composto da 30 000 uomini, che salirono a 80 000 nel 1733. Era molto meno numeroso dell’esercito francese, ma bisogna considerare che gli abitanti della Prussia erano soltanto due milioni (contro i venti milioni del Regno di Francia). Anche i sovrani prussiani restrinsero i privilegi dell’aristocrazia, ma, per ottenerne l’obbedienza e la fedeltà, le affidarono la guida dell’esercito: i posti da ufficiale erano riservati a chi proveniva da una nobile famiglia. Molti aristocratici, inoltre, entrarono a far parte della burocrazia, che divenne particolarmente efficiente. Potevano diventare funzionari dello Stato anche i sudditi borghesi più colti, quelli che avevano compiuto studi universitari. 193 B 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 194 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE B Pietro il Grande modernizza la Russia Lo zar Pietro il Grande (1672-1725), salito al trono nel 1689, ebbe come obiettivo principale quello di modernizzare la Russia, un regno immenso e potente, ma anche arretrato. Nel 1697-98 egli compì un viaggio nei Paesi dell’Europa occidentale: era affascinato dalla loro cultura e cercò di introdurla nel proprio Paese. Tornato in patria, egli si impegnò per introdurre innovazioni nell’organizzazione militare e nella burocrazia e per rendere più saldo il proprio potere. B Viene edificata una nuova capitale Per mostrare concretamente la grandezza della propria autorità egli decise di far edificare una nuova capitale, sotto la direzione di architetti provenienti dall’Europa occidentale (molti dall’Italia). La fondazione della città di San Pietroburgo La costruzione di San Pietroburgo (dal noda parte di Pietro il Grande. me del santo protettore del sovrano) iniziò nel 1703 e proseguì per tutto il Settecento. Furono impiegati migliaia di uomini (soldati, prigionieri, contadini) e moltissimi vi morirono, a causa della fatica e delle malattie. Il luogo prescelto, infatti, era una zona paludosa e malsana, ma lo zar era convinto di poter vincere anche l’ostilità della natura. Non era solo una questione di prestigio. Questa città, infatti, doveva sorgere alla foce del fiume Neva e fornire alla Russia un importante sbocco commerciale sul mar Baltico, verso l’Occidente. B Lo zar promuove le attività economiche e rafforza l’esercito Stampa popolare del XVIII secolo. Pietro il Grande volle diffondere in Russia alcune usanze occidentali; ad esempio, impose ai sudditi, abituati per tradizione a portare la barba lunga, di radersi il viso (furono esonerati da quest’obbligo solo i religiosi e i contadini). 194 Pietro il Grande ampliò l’esercito e soprattutto la flotta: nel 1720 aveva ai suoi ordini 350 000 uomini. I cantieri che costruivano le navi e le manifatture che producevano l’equipaggiamento (armi, divise) per i soldati venivano finanziati dallo Stato. Il peso delle tasse, che avevano permesso di armare un esercito così grande, ricadeva sulle spalle dei contadini. In Russia, essi vivevano in condizioni peggiori che nel resto d’Europa. La loro situazione era simile a quella dei servi della gleba medievali. Erano una proprietà del loro signore: egli poteva pretendere che lavorassero gratuitamente per lui e addirittura venderli insieme alla terra di cui era padrone. Lo zar indebolì l’aristocrazia, ma nello stesso tempo ne sfruttò l’appoggio. I funzionari che trasmettevano i suoi ordini in ogni regione del territorio russo erano nobili, come anche coloro che occupavano i gradi più alti dell’esercito. 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 195 UNITÀ 2 LO STATO ASSOLUTO B La politica assolutistica degli Asburgo d’Austria incontra numerosi ostacoli Anche gli Asburgo d’Austria cercarono di attuare una politica assolutistica. Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, essi ingrandirono notevolmente i loro possedimenti, conquistando (➥ parte 4, unità 3) nuove province oltre a quelle già controllate, l’Austria, la Boemia e una parte dell’Ungheria. Fecero costruire nei dintorni di Vienna una reggia sfarzosa (il palazzo di Schönbrunn) e organizzarono un esercito permanente efficiente. Tuttavia gli Asburgo non riuscirono a trasformare le regioni su cui governavano in un unico regno omogeneo. In ciascuna di esse erano in vigore leggi, tradizioni e regolamenti fiscali diversi e le aristocrazie originarie di quei luoghi seppero difenderli con molto vigore. Ciò impedì alla monarchia di Vienna di imporre le medesime norme a tutti i sudditi. B L’assolutismo: limiti e successi Che cosa era cambiato rispetto al passato in quei Paesi che erano governati da sovrani assoluti? Essi erano davvero riusciti a eliminare tutto ciò che poteva mettere un freno alla loro volontà? Si è visto che in molti Stati europei i regnanti cercarono di rendere docile e obbediente l’aristocrazia. I nobili videro diminuire l’autorità di cui avevano goduto in passato, tuttavia conservarono ampi privilegi e continuarono a esercitare il proprio potere all’interno dei feudi di cui erano in possesso. Il successo più grande ottenuto dall’assolutismo fu il fatto che le popolazioni cominciarono a riconoscere l’autorità del re. Capirono che, oltre ai signori del luogo in cui vivevano (i feudatari o i governanti delle città), bisognava obbedire anche a un potere più grande, quello dello Stato. Nel teatro del palazzo di Schönbrunn, inaugurato nel 1747, si tenevano importanti rappresentazioni. Nel dipinto il teatro è raffigurato in occasione dello spettacolo che si tenne nel 1760 per il matrimonio dell’imperatore Giuseppe II. PRIMA VERIFICA Rispondi oralmente alle seguenti domande. ● Quali innovazioni introdussero nei propri regni i sovrani che intendevano seguire l’esempio dell’assolutismo francese? ● Per quale scopo fu utilizzato in Prussia il denaro ricavato dalle imposte? ● Quali incarichi furono riservati all’aristocrazia prussiana? Perché? ● Quali innovazioni furono introdotte dallo zar Pietro il Grande per modernizzare la Russia? ● Per quali ragioni lo zar volle edificare una nuova capitale? ● Quali sudditi in Russia sopportarono il peso maggiore delle tasse? ● Per quali motivi gli Asburgo d’Austria non riuscirono a trasformare le regioni sulle quali regnavano in un regno omogeneo? ● Quale fu il principale risultato raggiunto dall’assolutismo? B. Bellotto, Veduta di Vienna dal castello del Belvedere, una delle fastose residenze della famiglia imperiale nelle immediate vicinanze della capitale. 195 B 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 196 DOSSIER DEL CITTADINO EUROPEO ASSOLUTISMO E ALTRE FORME DI GOVERNO gini antichissime, che precedono quelle di molte nazioni europee. Ma quali sono attualmente le forme statali presenti nel mondo? Come sono distribuite nei diversi continenti e quali rapporti hanno tra loro? Oggi esistono nel mondo circa duecento Stati indipendenti, unitari o federali, molto diversi fra loro per superficie e popolazione, che si distinguono in base alla forma di governo e alla struttura. Diverse le forme di governo che si possono incontrare: dalla repubblica, che può essere parlamentare (ad esempio l’Italia) o presidenziale (come gli Stati Uniti) alla monarchia, per lo più costituzionale, come in Gran Bretagna. Vi sono poi Stati che, pur essendo formalmente monarchie costituzionali o repubbliche, sono posti sotto il controllo di un dittatore o di un esiguo numero di persone. Osserviamo nella cartina qui sotto i diversi sistemi politici presenti nel mondo. Su tutto il territorio compreso in un confine storicopolitico, cioè il confine che vediamo in una cartina politica, vige di solito il medesimo sistema di governo. Un caso particolare è costituito dall’Unione Europea: il Parlamento Europeo, massimo organo istituzionale dell’Unione europea, esercita infatti ancora poteri limitati. Al momento esso può solo fornire alcune linee generali di programmazione economica e legislativa e applicare multe agli Stati che non le rispettano. GROENLANDIA RV E EZ NO REGNO UNITO CANADA IA GIA FINLANDIA ISLANDA RUSSIA SV IRLANDA KAZAKISTAN FRANCIA STATI UNITI MESSICO OCEANO ATLANTICO CUBA OCEANO PACIFICO VENEZUELA I sistemi politici nel mondo Democratico multipartitico Democratico multipartitico di recente creazione o in via di sviluppo Partito unico Partito militare, stabilito o di fatto Monarchico o teocratico Stato non stabile (in guerra civile o con importanti conflitti interni) 196 COLOMBIA ECUADOR PERÙ BRASILE PORTOGALLO SPAGNA TURCHIA TUNISIA IRAN MAROCCO IRAQ ALGERIA LIBIA EGITTO ARABIA SAUDITA MAURITANIA MALI CIAD NIGER SUDAN NIGERIA ETIOPIA SOMALIA REP. DEM. GABON KENYA DEL CONGO TANZANIA ANGOLA MONGOLIA AFGHANISTAN PA KI ST AN SCHEDA 7 L’assolutismo è un regime politico nel quale la sovranità dello Stato coincide con la volontà di un re, libero di agire senza vincoli di carattere giuridico e al di fuori di qualunque forma di controllo da parte del Parlamento. L’età dell’assolutismo si afferma in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, con la formazione di moderni Stati nazionali. Lo Stato assoluto è caratterizzato dalle seguenti innovazioni: la creazione di un esercito permanente, l’organizzazione e l’estensione a tutto il territorio di una burocrazia, la creazione di un sistema di tassazione nazionale, la predisposizione di una legislazione uguale per tutto lo Stato, la formazione di un mercato nazionale e l’organizzazione di un servizio diplomatico che collabori con i Paesi più importanti. Lo Stato assoluto ha dunque dei tratti che lo caratterizzano in modo ben chiaro sul piano politico, economico e sociale. Caratteristica fondamentale dell’assolutismo era il ricondurre tutto il potere a un’unica volontà politica centralizzata, quella del re. Per rendere tutto ciò realizzabile, fu necessario elaborare un concetto di Stato autonomo sia verso l’esterno (nei confronti dei cosiddetti poteri universali, il Papato e l’Impero) sia verso l’interno, vale a dire verso tutti i nuclei di potere preesistenti che avevano fino a quel momento limitato il potere dello Stato (città, gruppi sociali importanti, corporazioni). La tradizione statale, che in Italia si afferma in età moderna, in alcuni Stati dell’Estremo Oriente, come la Cina o il Giappone, ha ori- GIAPPONE CINA INDIA MYANMAR OCEANO INDIANO OCEANO PACIFICO INDONESIA BOLIVIA PARAGUAY NAMIBIA MADAGASCAR AUSTRALIA CILE URUGUAY ARGENTINA REP. SUDAFRICANA TASMANIA NUOVA ZELANDA 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 14-02-2007 10:16 Pagina 197 LO STATO ASSOLUTO UNITÀ 2 sintesi Lo Stato assoluto 1. Una Francia più obbediente, ordinata e ricca di arruolati a forza, ma anche da soldati sorteggiati in ogni parrocchia. I costi enormi delle continue guerre furono sopportati in special modo dai contadini, gravati da tasse sempre più pesanti (tra cui il decimo e la capitazione). Le imposte riscosse dai funzionari permettevano di ampliare l’esercito ed esso non serviva solo per la guerra, ma anche per tenere sotto controllo i sudditi e imporre loro il volere del re, se il caso con la violenza. Tra il 1661 e il 1715, con Luigi XIV si affermò in Francia una monarchia assoluta. Il sovrano limitò drasticamente il potere dei parlamenti; cercò di imporre leggi uniformi in tutta la Francia, suddividendone il territorio in trenta généralités, ciascuna affidata a un intendente. Allontanò gli aristocratici dalle cariche di governo, ma li legò a sé, costringendoli a vivere nella reggia di Versailles. Luigi XIV colpì gli ugonotti revocando l’Editto di Nantes (1685). Il ministro Colbert, per favorire lo sviluppo economico della Francia, fece finanziare dal governo alcune manifatture, regolò le attività commerciali introducendo alti dazi doganali sulle merci straniere, potenziò la flotta mercantile e incoraggiò la costruzione di strade, ponti e canali navigabili. 4. L’assolutismo in Europa Tra la metà del Seicento e la metà del Settecento l’assolutismo francese fu un modello per molti sovrani europei (specialmente nell’Europa settentrionale e orientale), che crearono eserciti permanenti e burocrazie efficienti, promossero le attività economiche e limitarono i privilegi dei nobili. I sovrani prussiani costituirono un esercito permanente molto ampio, restrinsero i privilegi dell’aristocrazia, ma, per ottenerne l’obbedienza, le affidarono la guida dell’esercito e incarichi nella burocrazia. Una politica simile nei confronti dei nobili fu adottata in Russia da Pietro il Grande, che potenziò l’esercito e la flotta, sostenne le manifatture e fece erigere una nuova capitale, San Pietroburgo. La politica assolutistica seguita dagli Asburgo d’Austria ebbe invece minore successo. 2. Le guerre del Re Sole Luigi XIV, deciso a imporre la supremazia della Francia su tutta Europa, condusse ripetutamente in guerra il Paese (Guerra di devoluzione, 1667-68; guerra contro l’Olanda, 1672-78; Guerra della Lega d’Augusta, 1688-97; Guerra di successione spagnola,1701-14). 3. Assolutismo e vita quotidiana L’esercito permanente francese divenne il più grande d’Europa; era composto da volontari, mercenari stranieri, vagabon- mappa LUIGI XIV RE SOLE impose Francia in monarchia assoluta imitata in attraverso Europa politica estera aggressiva organizzazione interna limitando poteri per mezzo controllando favorendo parlamento burocrazia aristocrazia attività commerciali in Danimarca in Svezia in Prussia in Russia in Austria aumentando potenziando tasse esercito conquistando Paesi Bassi spagnoli 197 B 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 198 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE Il tuo percorso operativo scegli il significato 1 Gli intendenti sono: Tutte le confessioni protestanti acquistarono una certa libertà e persone prima perseguitate poterono ritornare in Francia. funzionari amministrativi che dovevano discutere con il re le leggi proposte dai parlamenti Gli ugonotti non furono più liberi di praticare il culto calvinista e 200 000 di loro lasciarono la Francia. funzionari incaricati di scrivere le leggi e proporre nuove tasse nei territori di loro competenza Gli ugonotti furono perseguitati e sterminati. funzionari che dovevano occuparsi della cura del re e della sua corte durante le manifestazioni pubbliche funzionari nominati direttamente dal re, incaricati di controllare il rispetto delle leggi, il pagamento delle imposte e l’amministrazione della giustizia nei territori loro assegnati 2 La devoluzione è: il trasferimento di poteri dallo Stato a un organo di governo locale il trasferimento di beni dovuto in base a un accordo alle dipendenze di un padrone la cessione di parte dei poteri di uno Stato a un altro il passaggio di un territorio da uno Stato a un altro individua le informazioni 5 Nell’elenco che segue individua con una crocetta le carat- teristiche che furono proprie dell’esercito del Re Sole. Fra i soldati vi erano volontari, ma anche mercenari stranieri e poveri arruolati a forza. Ogni parrocchia del Regno aveva l’obbligo di fornire un combattente, ma il suo mantenimento era a carico dello Stato. In tempo di guerra le spese di mantenimento dell’esercito assorbivano un quarto delle finanze dello Stato francese. Le truppe venivano utilizzate anche per tenere sotto controllo la popolazione francese. I soldati venivano anche impiegati per imporre il pagamento delle tasse. 6 Che cosa differenziava la capitazione dal decimo, due del- le più importanti tasse introdotte durante il regno di Luigi XIV? 3 Che obiettivo voleva raggiungere Luigi XIV? Scegli la risposta corretta. Riorganizzare la Francia ed eliminare tutto ciò che poteva mettere un limite alla sua autorità. Riorganizzare la Francia in collaborazione con i parlamenti. Ristabilire molte antiche tradizioni, in modo da eliminare tutto ciò che poteva mettere un limite alla sua autorità. Riorganizzare la Francia sulla base di antiche tradizioni. ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ 7 Le tasse erano effettivamente pagate da tutti? ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ 4 Che conseguenze ebbe l’atto con cui il sovrano nel 1685 annullò l’Editto di Nantes? Scegli la risposta corretta. Fu introdotto il principio della tolleranza religiosa e in Francia tutti poterono praticare liberamente il proprio culto. 198 ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ 01165_186_199_VOL2_P4_UDA2 13-02-2007 14:19 Pagina 199 UNITÀ 2 LO STATO ASSOLUTO classifica e metti in relazione 8 Quali sono le caratteristiche della monarchia assoluta di Luigi XIV? Idea del potere Organizzazione dello Stato Rapporti del re con le classi sociali Politica religiosa Politica economica 9 Inserisci nella tabella i dati relativi alle tre guerre di cui si parla nell’unità. Anni Guerra Risultati ottenuti 10 L’assolutismo del Re Sole trovò in Europa sovrani pronti a imitarlo. Quali furono le scelte e gli atti più importanti degli altri re? Stati Sovrani Scelte e atti importanti Danimarca Svezia Prussia Russia Austria per sintetizzare 11 Lo sfarzo e lo spreco della vita di corte erano semplicemente il frutto della mentalità e dei gusti personali di Luigi XIV o aveva- no una precisa funzione politica? Condividi il modo in cui veniva interpretato il ruolo di sovrano, cioè di capo dell’intera nazione? Motiva in modo articolato la tua risposta. ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 12 Quali classi sociali o categorie furono favorite e quali danneggiate dalla politica del Re Sole e dalle scelte economiche del ministro Colbert? Perché? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 199 14-02-2007 10:11 Pagina 200 B 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 3 Il secolo delle guerre, 1652-1763 Unità Tra la metà del XVII secolo e quella del XVIII si susseguono numerosi conflitti. In questo “secolo di guerre” in Europa (e nelle colonie) si verificano profondi cambiamenti e si modificano gli equilibri tra le varie potenze. Infatti, come conseguenza dei trattati di pace, intere regioni passano da uno Stato all’altro. I sovrani Sono i sovrani, aiutati dai loro più fidati consiglieri, a decidere che è giunto il momento di dichiarare guerra al nemico. È il desiderio di ingrandire e arricchire i loro regni a muoverli. Per raggiungere questi obiettivi stringono alleanze con altri Paesi o combinano per figli e parenti matrimoni con gli eredi di altri regnanti. Se questi sforzi diplomatici non bastano, schierano in campo gli eserciti. Gli eserciti Gli eserciti sono uno strumento indispensabile per tutti i sovrani che cercano di affermare la propria potenza. Fino alla metà del Seicento le truppe erano arruolate in vista di un conflitto e congedate quando esso si concludeva. In questo periodo, invece, in ogni Paese europeo sono costituiti eserciti permanenti. J. Parrocel, L’esercito di Luigi XIV attraversa il Reno, XVII secolo Parigi, Museo del Louvre. Nel dipinto, nel quale il re appare in abiti di gala, come se la guerra fosse uno dei suoi divertimenti di corte, viene raffigurato l’inizio della Guerra della Lega di Augusta (1688). Le guerre del Re Sole sono combattute nella fase iniziale del periodo che abbiamo chiamato “secolo di guerre”. In questa immagine sono presenti i principali protagonisti di tale periodo: i sovrani e i loro eserciti. 200 Quando? Fra il 1652 e il 1763. Dove? In Europa e nelle colonie. Che cosa accade? Gli Stati scendono in guerra gli uni contro gli altri, spinti da ragioni diverse: allargare i propri confini, conquistando nuove province; decidere chi incoronare re nei Paesi in cui vi sono difficoltà legate alla successione al trono; soprattutto è in gioco il controllo dei commerci che si svolgono sugli oceani. 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 201 UNITÀ 3 IL SECOLO DELLE GUERRE, 1652-1763 1. Grandi potenze in lotta B Nell’Europa nord-occidentale si affrontano Inghilterra e Olanda Esaminare le molteplici guerre che si susseguirono nel periodo indicato (1652-1763) sarebbe impossibile; tuttavia, osservando di volta in volta le diverse aree del continente è possibile individuare almeno le cause scatenanti e le principali conseguenze di questi conflitti. In vent’anni l’Inghilterra e le Province Unite si affrontarono tre volte: prima nel 1652-54, poi nel 1665-67 e infine nel 1672. Entrambe erano diventate grandi potenze mercantili; lottarono tra loro per conquistare il controllo dei mari e la supremazia commerciale e l’Inghilterra riuscì a prevalere. B Il controllo del Baltico è conteso tra Svezia, Russia e Prussia Il mar Baltico era teatro di un commercio molto sviluppato. I Paesi che vi si affacciavano (Svezia, Danimarca, BrandeburgoPrussia e Polonia) erano in competizione per assicurarsi i ricchi guadagni derivanti da questi traffici. Nel 1655 scoppiò la Prima guerra del Nord, che si concluse nel 1660. La Svezia sconfisse gli altri contendenti e si ingrandì, strappando alcuni territori alla Danimarca. Il predominio svedese, tuttavia, durò soltanto qualche decennio. Presto, infatti, si aprì un nuovo conflitto, la Grande guerra del Nord (1701-21). La Svezia combatté nuovamente contro la Polonia e la Danimarca, ma dovette affrontare anche la Russia, che voleva conquistare uno sbocco sul Baltico. Gli svedesi furono battuti. Allo zar Pietro il Grande cedettero la Livonia, l’Estonia e l’Ingria. Alla Prussia, entrata in guerra nel 1713, lasciarono, invece, la Pomerania occidentale. B Nell’Europa orientale si affrontano Austria e Impero ottomano Le potenze interessate a dominare su quest’area erano due: l’Austria e l’Impero ottomano. La loro rivalità provocò una guerra che si trascinò dal 1659 fino al 1699. I turchi nel 1683 giunsero ad assediare Vienna, ma proprio in quell’anno gli Asburgo ribaltarono la situazione; ricacciarono indietro l’esercito nemico e si impadronirono della parte dell’Ungheria che fino a quel momento era appartenuta agli ottomani e della Transilvania. Tra il 1716 e il 1718 lo scontro si riaccese e gli Asburgo d’Austria tolsero ai Turchi parte della Serbia. B Le guerre del Re Sole coinvolgono l’Europa centro-occidentale Nella seconda metà del Seicento le ambizioni di conquista della Francia causarono ripetuti conflitti nell’area centro-occidentale dell’Europa. Come si è visto (➥ parte 4, unità 2), con la Guerra di devoluzione (1667-68) e con quella scatenata contro l’Olanda (1772-78), Luigi XIV ingrandì il proprio regno, soprattutto a spese della Spagna. L’espansione francese fu bloccata durante la Guerra della Lega di Augusta (1688-97). L’assedio turco a Vienna (1683). PRIMA VERIFICA Completa il seguente testo. Durante il “secolo delle guerre” (…-…), nell’area nord-occidentale dell’Europa l’Inghilterra combatté ripetutamente contro …………………; l’obiettivo di questi conflitti era il controllo dei ………………… . Nell’area settentrionale alcune potenze si contesero il controllo dei traffici che si svolgevano sul ………………… . Dopo la Prima guerra del Nord la ………………… conquistò una posizione di predominio, che perse con la …………………, poiché dovette cedere ampi territori alla ………………… e alla Prussia. Per ottenere una posizione di dominio nell’…………………, l’Austria si scontrò con …………………, sottraendo a esso negli anni ampi territori. 201 B 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 15-02-2007 13:54 Pagina 202 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE 2. Le guerre di successione B La Guerra di successione spagnola (1701-14) Nel 1700 morì Carlo II (1665-1700), l’ultimo rappresentante degli Asburgo di Spagna, e poiché non aveva figli, ebbe inizio un’aspra lotta per conquistare il trono spagnolo. I candidati alla successione erano due: Filippo duca d’Angiò (1683-1746), nipote di Luigi XIV, e Carlo d’Asburgo (1685-1740), discendente della dinastia austriaca e figlio dell’imperatore. Il sovrano francese appoggiò Filippo. Anche il re defunto lo aveva indicato nel testamento come erede, a patto, però, che rinunciasse ai diritti che, come parente del Re Sole, poteva vantare sul trono di Francia. Ciò, tuttavia, non era sufficiente per rassicurare gli altri Paesi, spaventati dall’idea che la corona spagnola e quella francese potessero finire nelle stesse mani. Così Carlo d’Asburgo, il candidato sostenuto dall’Austria, poté contare sull’aiuto dell’Inghilterra, delle Province Unite, del Brandeburgo-Prussia e del Ducato di Savoia. Si arrivò perciò alla guerra. B Con i trattati di pace i possedimenti spagnoli vengono divisi B La Spagna cerca di riconquistare i possedimenti in Italia Tra il 1713 (Pace di Utrecht) e il 1714 (Pace di Rastadt), si giunse a una soluzione di compromesso. I possedimenti spagnoli furono divisi. La Spagna e le colonie andarono a Filippo, che (dopo aver rinunciato all’eredità francese) fu riconosciuto re con il nome di Filippo V di Borbone. I Paesi Bassi ex spagnoli, il Ducato di Milano, il Regno di Napoli e la Sardegna furono assegnati a Carlo d’Asburgo, che nel frattempo era diventato imperatore (Carlo VI). L’elettore del Brandeburgo-Prussia, come ricompensa per l’aiuto offerto all’Austria, acquisì il titolo di re di Prussia. Il Ducato di Savoia da questa spartizione guadagnò la Sicilia. La vera vincitrice fu l’Inghilterra: dalla Francia ottenne alcune regioni del Nord America (Terranova e la Nuova Scozia); dalla Spagna l’isola di Minorca e Gibilterra (due posizioni decisive per il controllo del Mediterraneo) e alcuni importanti vantaggi commerciali. La Spagna non si rassegnò facilmente ad accettare le riduzioni di territorio che le erano state imposte. Nel 1717 Filippo V cercò di riconquistare il predominio sulla penisola italiana, ma il suo tentativo fallì (1720). Vi si opposero l’Austria, l’Inghilterra, le Province Unite e la Francia. In questa occasione Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732) cedette agli Asburgo d’Austria la Sicilia in cambio della Sardegna (e il Ducato di Savoia prese il nome di Regno di Sardegna). B La Guerra di successione polacca (1733-38) Un altro conflitto fu particolarmente importante per l’Italia: la Guerra di successione polacca, che fu combattuta per lo più nella penisola. Nel 1733 morì il re di Polonia. L’Austria e la Russia volevano che sedesse sul trono di questo vasto Regno un principe tedesco che godeva della loro fiducia, Augusto III di Sassonia (1696-1763). Invece, il nuovo sovrano francese, Luigi XV (1710-74), che aveva sposato una principessa polacca, pretendeva che la corona andasse al suocero, Stanislao Leszczynski (1677-1766). Con la Francia si allearono il Regno di Sardegna e la Spagna, che speravano di impadronirsi dei possedimenti austriaci in Italia. La guerra finì nel 1738 (Pace di Vienna). Come re di Polonia fu riconosciuto il candidato appoggiato dagli Asburgo, ma essi rinunciarono alla parte meridionale dell’Italia. Il Regno di Napoli e la Sicilia passarono a un figlio di Filippo V di Spagna, Carlo III di Borbone (1716-88). La battaglia di Almansa (Spagna), tappa decisiva della Guerra di successione spagnola. 202 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 15-02-2007 13:54 Pagina 203 UNITÀ 3 IL SECOLO DELLE GUERRE, 1652-1763 L’Austria conservò in Italia soltanto il Ducato di Milano e quello di Parma e Piacenza. Tuttavia si assicurò una certa influenza anche sul Granducato di Toscana che, infatti, dopo la morte dell’ultimo discendente dei Medici fu affidato a Francesco Stefano di Lorena (1708-63), genero dell’imperatore Carlo VI. Il Regno di Sardegna, sempre più deciso a espandersi nell’Italia settentrionale, ottenne le province di Tortona e Novara. B Con la Guerra di successione austriaca (1740-48) l’Austria perde alcuni territori Anche questa sistemazione, tuttavia, fu di breve durata. Nel 1740 morì Carlo VI, sovrano d’Austria e imperatore. Sua erede era la figlia Maria Teresa (1717-80). Molti sovrani, però, contestarono il suo diritto a regnare. Il più deciso fu il nuovo re prussiano, Federico II il Grande (1712-86). Senza nemmeno dichiarare guerra, occupò con le sue truppe la Slesia, una provincia austriaca. Solo l’Inghilterra e (in un secondo momento) il Regno di Sardegna si schierarono con Maria Teresa. Contro di lei scesero in campo oltre alla Prussia, alcuni principati dell’Impero, la Francia e la Spagna. Queste ultime miravano a indebolire l’Austria e a ridurre la supremazia commerciale dell’Inghilterra. Gli unici mutamenti territoriali stabiliti dalla Pace di Aquisgrana che, nel 1748, pose fine al conflitto, riguardarono i possedimenti degli Asburgo d’Austria. La regina Maria Teresa dovette rinunciare alla Slesia, ormai sotto il dominio prussiano. In Italia, inoltre, perse il Ducato di Parma e Piacenza, che fu destinato a un altro figlio di Filippo V di Spagna. B La Guerra dei sette anni si combatte in Europa, sugli oceani e nelle colonie La Pace di Aquisgrana non eliminò la rivalità tra la Francia e l’Inghilterra per il controllo dei traffici commerciali, e tanto meno l’inimicizia nata tra l’Austria e la Prussia a causa della Slesia; così nel 1756 scoppiò una nuova guerra. La Prussia si alleò con l’Inghilterra. La coalizione avversaria, invece, era formata da Austria, Francia, Spagna e Russia. Il re prussiano Federico II riuscì a conservare il possesso della Slesia. La guerra non fu combattuta solo in Europa; una parte assai importante si svolse nelle colonie. Si deve considerare, infatti, che i traffici commerciali coloniali, erano divenuti sempre più importanti per le potenze europee (➥ parte 6, unità 2). In America e nell’oceano In- L. J. Maurice, Maria Teresa con i figli Leopoldo II, Ferdinando Carlo, Giuseppe II e Massimiliano Francesco, 1775, Parigi, Museo della Francia d’Oltremare. diano l’esercito e la flotta inglesi sconfissero i francesi e gli spagnoli. Nel 1763 la Pace di Parigi confermò i grandi successi ottenuti dall’Inghilterra in campo coloniale. La Francia perse buona parte dei suoi possedimenti, che passarono agli inglesi. In India dovette rinunciare alle più importanti basi commerciali, in Africa rinunciò al Senegal, mentre in America cedette il Canada, la valle dell’Ohio e alcune isole delle Antille. La Spagna, invece, fu costretta a privarsi della Florida (in cambio, però, ebbe la Louisiana, tolta ai francesi). PRIMA VERIFICA Rispondi oralmente alle seguenti domande. ● Perché l’Austria non voleva che salisse al trono spagnolo Filippo d’Angiò? ● Come vennero suddivisi i possedimenti spagnoli in seguito ai trattati di pace? ● Quali candidati si contesero il trono della Polonia? ● Quali trasformazioni si verificarono in Italia con la Guerra di successione polacca? ● Per quale motivo scoppiò la Guerra di successione austriaca? ● Dove fu combattuta la Guerra dei sette anni? 203 B 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 204 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE 3. Un nuovo equilibrio B Un secolo di guerre modifica i rapporti di forza tra le potenze Tra il 1652 e il 1763 si verificarono dunque molti cambiamenti, sia in Europa sia in Italia. Per quanto riguarda l’Europa, osserva con attenzione il confronto tra gli equilibri stabiliti con la Pace di Vestfalia e quelli derivanti dalla Pace di Aquisgrana. Per quanto riguarda l’Italia, nel 1714 finì l’egemonia della Spagna sulla penisola e, per un breve periodo (1714-38), fu l’Austria ad avere un ruolo dominante. Successivamente, tuttavia, l’influenza degli Asburgo fu ridimensionata e i Borbone di Spagna recuperarono almeno in parte le posizioni perdute. La Sicilia e il Regno leggiamo la carta • I nuovi rapporti di forza dopo la Pace di Aquisgrana Confrontiamo la carta dell’Europa nel 1648 (Pace di Vestfalia) con quella del 1748 (Pace di Aquisgrana). Le Province Unite persero la supremazia commerciale che avevano esercitato nei decenni centrali del Seicento; tale posizione fu invece conquistata dall’Inghilterra. Essa divenne la padrona assoluta dei mari e dei traffici oceanici, grazie a un impero coloniale vastissimo. Tramontò l’importanza della Svezia, a causa della rapida ascesa della Russia e della Prussia. La Russia divenne una potenza di primo piano, sia sul mar Baltico sia nell’Europa orientale. La Prussia acquistò sempre maggiore prestigio e si ingrandì tanto da diventare il Regno più esteso all’interno dell’Impero dopo l’Austria, ma in grado persino di rivaleggiare con quest’ultima. L’Europa dopo la Pace di Vestfalia REGNO DI SVEZIA REGNO DI Oslo REGNO DI SCOZIA REGNO D'INGHILTERRA Copenaghen R MA L'Aia PROV. Londra OCEANO ATLANTICO Berlino Territori occupati dagli svedesi 204 D' U ANDORRA DI Lisbona Madrid Tangeri (Port). Genova Firenze Lucca STATO Corsica SPAGNA I. Baleari Gibilterra Terre delle comunità di Kazan e delle tribù nomadi autonome dello Stato russo Capitali degli Stati REGNO DELLA CHIESA Bucarest VE VALACCHIA Roma NE ZI A REGNO Sardegna GRAND. DI Napoli DI TOSCANA SERBIA Cattaro IMPERO ALBANIA Salonicco Tunisi Sicilia E SICILIA MAR NERO Costantinopoli OTTOMANO NAPOLI Palermo Algeri MAROCCO RE GN O REGNO DI PORTOGALLO I Territori dei vassalli dell'Impero ottomano GRANDUCATO DI LITUANIA DUC. DI PRUSSIA SL Dresda ESIA REGNO DI POLONIA COSACCHI Parigi Praga Cracovia DEL DON R. DI DUC. DI BOEMIA A RI BAVIERA Vienna REGNO E GH Monaco ARC. PRINC. DI FRANCA D'AUSTRIA N DI CONTEA Berna CONF. MOLDAVIA QANATO DI CRIMEA SVIZZERA Budapest PRINC. DI FRANCIA DUC. DI Milano Venezia TRANSILVANIA Torino SAVOIA Belgrado PRINC. DI D P. Possedimenti degli Asburgo di Spagna Mosca CURLANDIA Varsavia PR. DI SASSONIA RE Possedimenti degli Asburgo d'Austria BA RA MARCH. DI B UNITE Bruxelles PAESI BASSI SP. Confini degli Stati dopo la Pace di Vestfalia (1648) Confini del Sacro Romano Impero nel 1648 LIVONIA CO NORVEGIA LT I MARE DEL NORD ND EB . Dublino ON EST Stoccolma E Edimburgo IRLANDA RUSSIA IA DANIMARCA Isole ioniche Atene ALGERIA MAR MEDITERRANEO Creta Cipro 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 205 IL SECOLO DELLE GUERRE, 1652-1763 UNITÀ 3 di Napoli (1738) e il Ducato di Parma e Piacenza (1748), infatti, passarono a due figli di Filippo V di Spagna. Sotto il controllo dell’Austria rimasero invece il Ducato di Milano e il Granducato di Toscana (➥ parte 5, unità 5). Nella penisola, inoltre, crebbe il prestigio del Ducato di Savoia, che allargò i suoi confini conquistando alcune province nella parte orientale del Piemonte e acquistò inoltre la Sardegna (da ciò derivò la denominazione di Regno di Sardegna). PRIMA VERIFICA Rispondi oralmente alle seguenti domande. ● Al termine del secolo delle guerre quale paese divenne la più importante potenza commerciale al mondo? ● Quale posizione acquistò la Prussia? E l’Austria? ● La potenza della Francia in campo coloniale rimase intatta? ● Quale potenza acquisì una posizione importante in Italia? Quali territori controllava? ● Quali possedimenti passarono sotto il dominio dei Borbone di Spagna? ● Quali conquiste furono compiute dal Ducato di Savoia? L’Impero ottomano, pur continuando a regnare su un territorio assai ampio, perse terreno nell’area balcanica e ciò accadde soprattutto a causa della forte avanzata dell’Austria. I possedimenti degli Asburgo crebbero notevolmente anche verso occidente e a fare le spese di questa espansione fu la Spagna. La Francia riuscì a mantenere intatti i suoi confini sul continente, conservando le regioni conquistate ai tempi del Re Sole, ma fu gravemente indebolita nei suoi possedimenti coloniali. I nuovi rapporti di forza dopo la Pace di Aquisgrana MARE DEL NORD IRLANDA Dublino REGNO DI SVEZIA REGNO DI DANIMARCA REGNO DI GRAN BRETAGNA PROVINCE UNITE Londra R E GNO DI P R USSI A HANNOVER BRANDEBURGO Utrecht Parigi BOEMIA FRANCA CONTEA Vienna CONFEDERAZ. SVIZZERA Buda Venezia RE P. D Parma Belgrado IV Firenze ANDORRA Lisbona CORSICA REGNO DI SPAGNA EN STATO DELLA CHIESA EZ IA MONTENEGRO Dubrovnik (Ragusa) Roma REGNO DI SARDEGNA Pest REGNO DI UNGHERIA Genova BALEARI Cracovia AUSTRIA Strasburgo REGNO DUC. DI DI MILANO SARDEGNA Madrid DI POLONIA SLESIA LORENA Ginevra REGNO DEL PORTOGALLO Varsavia Praga ALSAZIA REGNO DI FRANCIA REGNO Berlino SACRO ROMANO IMPERO PAESI BASSI AUSTRIACI OCEANO ATLANTICO MAR BALTICO Copenhagen Napoli Gibilterra REGNO DI NAPOLI E SICILIA IMPERO OTTOMANO (Gran Bret.) MAR MEDITERRANEO Palermo Atene 205 B 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 206 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE 4. Guerra e vita quotidiana ricorda La nascita degli eserciti permanenti era strettamente collegata all’affermarsi delle monarchie assolute. Seguendo l’esempio di quanto aveva attuato Luigi XIV in Francia, altri sovrani si dotarono di eserciti di questo tipo. I proventi delle tasse elevate imposte ai sudditi servivano per finanziare l’esercito; d’altra parte, la crescita di quest’ultimo permetteva ai regnanti non solo di affrontare le guerre, ma anche di costringere i sudditi a pagare i tributi e a rispettare la loro volontà. B La guerra: un’esperienza quasi quotidiana Tra il 1652 e il 1763 i Paesi europei combatterono tra di loro in continuazione. In questo arco di tempo l’Inghilterra, ad esempio, rimase in guerra per 44 anni. Per le persone vissute in quell’epoca, quindi, un conflitto non era un evento eccezionale, ma piuttosto la normalità, un’esperienza quasi quotidiana. Tuttavia, per capire che cosa allora significasse essere in guerra, bisogna tenere presente che i conflitti di cui si è parlato si distinguevano per diverse ragioni da quelli del passato. B È finita l’epoca del fanatismo religioso Innanzitutto non erano più motivazioni religiose a provocare le guerre. Tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento cattolici e protestanti si erano affrontati con le armi in pugno con grande accanimento. Il fanatismo religioso aveva causato stragi terribili (basta pensare a ciò che era accaduto durante la Guerra dei trent’anni ➥ parte 3, unità 2). Gli eserciti schierati in campo erano convinti di dover difendere la vera fede contro l’eresia e quindi di compiere una missione sacra. Per questa ragione venivano colpite senza pietà anche le popolazioni civili. Il fatto che aderissero a un credo considerato sbagliato, infatti, faceva di loro un nemico pericoloso come le truppe avversarie. Nel periodo di cui parliamo, invece, queste passioni così violente si erano spente. B La popolazione civile non è più un nemico da annientare Come si è detto, spesso erano le ambizioni di conquista delle dinastie regnanti a condurre alla guerra. Quando l’armata di un sovrano occupava una regione sottratta al nemico, la popolazione generalmente veniva risparmiata. Le province conquistate, infatti, erano viste come una fonte di ricchezza e non c’era alcuna ragione per terrorizzare o sterminare gli abitanti. Essi, al contrario, dovevano continuare a lavorare e a produrre, per poter pagare le tasse al loro nuovo sovrano. B Le guerre sono lunghe ma meno aspre che in passato Si combatteva per ampliare i confini di un regno o per ottenere vantaggi commerciali. L’obiettivo, quindi, non era distruggere il nemico; anzi, molto spesso poteva essere più utile costringerlo ad arrendersi e poi obbligarlo a trattare. Raramente tra le armate contrapposte si verificavano scontri decisivi, battaglie in cui uno dei contendenti riusciva ad annientare l’altro. Dietro tutto ciò vi era anche una spiegazione di tipo economico. Si è visto quanto fosse costoso mantenere un esercito permanente (➥ parte 4, unità 2): i sovrani, proprio per questa ragione, correvano malvolentieri il rischio di vederlo distrutto. Perciò furono guerre molto frequenti e di lunga durata, ma non cruente, che spesso si risolvevano in assedi interminabili. I combattimenti si svolgevano soltanto tra marzo e settembre; poi, con la cattiva stagione, le operazioni militari venivano sospese e riprendevano nuovamente in primavera. D’inverno, infatti, le strade si riempivano di fango oppure ghiacciavano, per cui spostare le truppe, trasportare i loro rifornimenti o i cannoni diventava difficile e dispendioso. L. Le Nain, Il carretto o il ritorno dalla fienagione. La vita delle masse di contadini si svolgeva secondo gli stessi ritmi sia durante la guerra sia in tempo di pace. Non si verificarono le spaventose distruzioni e gli eccidi di civili che si erano susseguiti nel passato e che sono divenuti una costante nelle guerre del xx secolo; avvenne tuttavia un continuo e sistematico sfruttamento dei ceti meno abbienti, oberati di tasse. 206 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 207 UNITÀ 3 B Fare il soldato diventa una professione stabile Federico II di Prussia (considerato dai contemporanei un genio dell’arte militare) riteneva che gli abitanti del suo Regno non dovessero nemmeno accorgersi delle guerre in corso. Era opportuno che essi continuassero a occuparsi delle loro attività, a lavorare indisturbati. La guerra, invece, riguardava principalmente i soldati. In passato, come si è accennato, le truppe venivano reclutate allo scoppio di un conflitto e congedate al termine. Con la costituzione degli eserciti permanenti questa situazione mutò. Fare il soldato diventò una professione stabile, poiché gli eserciti rimanevano in servizio anche nei periodi di pace. B Negli eserciti permanenti non combattono solo i sudditi del sovrano Anche se oggi può sembrare strano, interi reggimenti erano formati da stranieri. Alcuni Paesi (come ad esempio la Confederazione svizzera o certi principati dell’Impero) non prendevano parte alle guerre ed erano specializzati nell’addestramento di truppe da fornire agli altri regni. Inoltre, normalmente i soldati prigionieri avevano la possibilità di entrare a far parte dell’armata che li aveva catturati. Accanto agli stranieri, decidevano di arruolarsi anche molti IL SECOLO DELLE GUERRE, 1652-1763 sudditi del sovrano che allestiva l’esercito, per spirito di avventura, oppure, più semplicemente, per avere un lavoro e una paga. B I soldati non sempre sono volontari In realtà molti di coloro che entravano a far parte degli eserciti non erano volontari a tutti gli effetti. Le condizioni di vita, infatti, erano molto dure, non solo per il rischio di essere feriti o morire in battaglia, ma anche perché (con l’eccezione dell’esercito prussiano) il cibo era scarso e le condizioni igieniche spesso disastrose. Gli ufficiali che erano incaricati di reclutare i soldati o gli equipaggi delle navi da guerra percorrevano le campagne e le città, alla ricerca di disoccupati, mendicanti e vagabondi. Li convincevano con la promessa di un guadagno sicuro, oppure si facevano seguire con la forza o l’inganno (spesso aspettando che uscissero ubriachi dalle taverne). L’opportunità di arruolarsi, inoltre, veniva offerta ai criminali o alla gente imprigionata a causa dei debiti, come alternativa alla galera. capire il passato Sudditi in uniforme: la coscrizione Per costituire gli eserciti sempre più numerosi di cui i sovrani avevano bisogno, i “volontari” non sempre erano sufficienti. Perciò, nel corso della prima metà del Settecento, si diffuse in gran parte d’Europa il sistema di coscrizione, cioè di arruolamento dei sudditi, che in Francia era stato utilizzato già ai tempi di Luigi XIV (➥ parte 4, unità 2). Si trattava di un servizio militare obbligatorio, temporaneo e non retribuito. Il meccanismo era ovunque molto simile. Generalmente in ogni parrocchia venivano preparati elenchi in cui erano indicati gli uomini sani compresi tra i 16-18 anni e i 40. Poi, con un sorteggio, venivano scelti coloro che avrebbero dovuto indossare la divisa. Quelli che estraevano un bigliettino nero finivano sotto le armi, dove restavano per alcuni anni (solitamente due) senza essere pagati. Normalmente, formavano delle truppe di riserva. In altre parole non andavano in battaglia (perché preferibilmente vi erano mandati i “volontari”), ma svolgevano altri compiti, come sorvegliare i prigionieri, le fortificazioni o le strade. Alcune categorie di persone (diverse a seconda dei Paesi e delle epoche) non correvano il rischio di essere obbligate a C. P. Merck, Granatiere prussiano, 1730 ca. prestare questo servizio al sovrano: i preti, gli aristocratici, i funzionari dello Stato, gli avvocati, i notai, gli artigiani, i mercanti che pagavano una certa quantità di tasse, gli uomini sposati e con molti figli da mantenere, gli studenti universitari, i maestri, i figli di vedove con una bottega o un podere da mandare avanti ecc. I loro nomi non comparivano nemmeno nelle liste su cui si effettuava l’estrazione a sorte. Per tutti coloro che non rientravano tra i fortunati esonerati dalla coscrizione vi era ancora una scappatoia. Se disponevano di sufficiente denaro, potevano pagare un sostituto. Perciò, erano costretti all’addestramento militare principalmente i sudditi provenienti dai ceti più umili (specialmente contadini senza terra). Vi era anche chi usava l’astuzia: in Francia, ad esempio, quando furono inseriti tra gli esonerati gli uomini sposati, i giovani cominciarono a prendere moglie il più presto possibile. Più semplicemente, poi, alcuni scappavano appena veniva fissata l’estrazione, altri si procuravano volontariamente ferite o danni fisici per mostrare di non essere in buona salute ed evitare così l’arruolamento. 207 B 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 208 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE B Le posizioni di comando sono riservate all’aristocrazia La situazione era molto diversa per i vertici dell’esercito. Gli ufficiali di grado più elevato provenivano dall’aristocrazia. Le cariche di ufficiale venivano conferite dallo Stato e per ottenerle era necessario frequentare scuole militari nelle quali erano insegnate le regole e le tattiche di guerra più moderne. Nei gradi inferiori trovavano posto anche gli esponenti della borghesia, numerosi soprattutto nei Paesi in cui tali incarichi potevano essere acquistati. B La disciplina è molto severa La resa dei sassoni al termine della Guerra dei sette anni, incisione del XVIII secolo. Questa immagine non mostra eserciti distrutti, bensì reggimenti schierati in bell’ordine; interi battaglioni sassoni furono infatti inglobati nell’esercito prussiano, come un vero e proprio bottino di guerra. baionetta È una lama d’acciaio che veniva innestata all’estremità del fucile, utile nelle situazioni di assalto. Dal momento che tra i soldati si trovava gente di tutti i tipi, i sovrani e gli ufficiali non avevano piena fiducia nelle loro truppe. Perciò, cercavano di tenerle sotto controllo con una rigidissima disciplina. Esse erano sottoposte a continui addestramenti, che servivano per abituare i soldati all’obbedienza e per prepararli ad affrontare i combattimenti. In tutti gli eserciti il problema più grande era la diserzione. Moltissimi soldati, infatti, intascavano la somma che spettava loro per l’arruolamento e poi, alla prima occasione, si davano alla fuga. Alcuni scappavano per tornare a casa, altri per entrare in un’armata diversa, in modo da riscuotere un’altra volta l’ingaggio. B Le diserzioni sono un fenomeno assai frequente Nell’esercito prussiano, conosciuto in tutta Europa per la sua organizzazione, vi erano norme molto precise per impedire le diserzioni. Tutto ciò che poteva facilitare le fughe veniva evitato: nessuna operazione si svolgeva di notte; gli accampamenti venivano sistemati lontano dai boschi; quando i soldati andavano a raccogliere legna o a lavarsi in un fiume erano sorvegliati da un superiore. Federico II nel 1745 ordinò: ‹‹Se durante un combattimento un soldato si guarderà intorno come per fuggire […] il sottufficiale che sta dietro di lui lo infilzerà con la baionetta e lo ucciderà sul posto››. Nonostante queste misure, come osservò un inviato del governo inglese incaricato di studiare l’esercito prussiano, ‹‹dopo una battaglia perduta il numero dei disertori è in genere il triplo di quello dei morti e dei prigionieri››. PRIMA VERIFICA Rispondi oralmente alle seguenti domande. ● Quali caratteristiche avevano avuto i conflitti animati dagli odi religiosi? ● Perché nelle guerre scoppiate per le ambizioni di conquista dei regnanti la popolazione normalmente veniva risparmiata? ● Per quale ragione raramente si verificavano battaglie in cui uno dei contendenti distruggeva l’esercito nemico? ● Quali caratteristiche avevano le guerre che si svolsero tra la metà del Seicento e la metà del Settecento? ● In quale modo soldati stranieri potevano entrare a far parte dell’esercito permanente di un regno? ● Quali persone, tra i sudditi del sovrano che armava l’esercito, entravano sotto le armi? Erano sempre volontari a tutti gli effetti? ● I gradi più elevati dell’esercito da chi erano occupati? ● Qual era il problema più grave per gli eserciti? ● Perché molti sovrani nella prima metà del Settecento ricorsero al sistema della coscrizione obbligatoria? ● In che modo venivano scelti i coscritti? Erano retribuiti? ● Su quali sudditi ricadeva principalmente l’obbligo di entrare sotto le armi? 208 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 209 DOSSIER DEL CITTADINO EUROPEO GUERRA, PESTE E CARESTIA Un momento della drammatica peste del 1656 a Napoli in un dipinto di Domenico Gargiulo, XVII secolo. gio: i topi infettati dalle pulci. Nonostante le frequenti e violente guerre, però, il Settecento segna l’inizio di una fase di incremento demografico che si protrae per oltre due secoli e mezzo. L’aumento della popolazione dipende in primo luogo dalla diminuzione del tasso di mortalità dei giovani e dei bambini reso possibile da tre fattori: il progressivo miglioramento del clima, una maggior attenzione per le condizioni igienico-sanitarie e per i progressi medici, l’espansione economica. Oggi a noi può sembrare impossibile che condizioni così negative - guerra, carestia e peste - possano trovarsi a convivere nel medesimo territorio. Eppure è ciò che accade attualmente in diversi Paesi del Terzo mondo, dove sono diffuse numerose malattie dovute a scarsa alimentazione, o a carenza di grassi, proteine, sali minerali e vitamine (come la pellagra, il rachitismo, ecc.), o ancora a parassiti che non esistono più da noi o che sono decisamente meno pericolosi. Il morbillo, ad esempio, è nei Paesi sottosviluppati una malattia pericolosissima: un bambino malnutrito in questi Paesi ha un rischio di morte 400 volte superiore a quello di un bambino europeo. In questi Paesi, data la bassa percentuale di vaccinazioni effettuate, i bambini rischiano di morire anche per altre malattie infettive, come pertosse, difterite ecc. A tutto ciò bisogna aggiungere una cattiva situazione igienica, la scarsa disponibilità di acqua pulita e la povertà di medici e ospedali. Basti pensare che, se in Europa abbiamo mediamente un medico per meno di mille abitanti, in alcune zone dell’Africa ve n’è uno per più di 25 000 persone. E spesso si tratta di persone che, per sfuggire a carestie o guerre, sono costrette a spostamenti forzati vivendo in condizioni disastrose. Nel deserto della fame, S. Salgado, Mali, 1985. 209 SCHEDA 8 Come abbiamo visto, in Europa, tra il 1652 e il 1763, la guerra non fu percepita quale un evento eccezionale, come si è soliti considerarla, ma una condizione di normalità. Nonostante gli effetti devastanti di questa situazione, i Paesi europei vissero in questo periodo un lento e progressivo miglioramento delle condizioni di vita e dell’assetto economico. All’inizio di questo lungo arco cronologico, la guerra si intreccia con altri fattori che mettono a dura prova la vita delle popolazioni, come la carestia (1647-51), dovuta a un irrigidimento del clima europeo, e le epidemie di peste, che culminano nelle grandi pestilenze del 1630 e del 1656. Anche se nelle fonti molte volte viene usato genericamente il termine peste per indicare sia le manifestazioni specifiche di questa malattia sia quelle di altre, come il tifo o il vaiolo, è indubbio che tali epidemie furono alla base della morte prematura di numerose persone. In Italia, a Napoli e Genova nel 1656 morì quasi il 50% degli abitanti. Come noto, la medicina del tempo non era in grado di evitare il contagio, lasciando la popolazione indifesa davanti alla malattia. Il provvedimento più utilizzato in tal senso era l’isolamento, ma anche questo provvedimento non aveva alcun potere contro il principale elemento di conta- B 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 210 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE sintesi Il secolo delle guerre, 1652-1763 1. Grandi potenze in lotta Nel periodo compreso tra il 1652 e il 1673 si susseguirono in Europa numerosi conflitti. Nell’area nord-occidentale l’Inghilterra e le Province Unite si affrontarono più volte per conquistare la supremazia commerciale sui mari. Svezia, Russia e Prussia si contesero il controllo dei traffici del mar Baltico. Nell’Europa orientale l’Austria affrontò ripetutamente l’Impero ottomano. L’area centro-occidentale fu turbata dalle ambizioni espansionistiche della Francia. 2. Le guerre di successione Con la Guerra di successione spagnola (1701-14), la corona di Spagna e le colonie andarono a Filippo V di Borbone, mentre i Paesi Bassi, il Ducato di Milano, il Regno di Napoli e la Sardegna furono ceduti a Carlo d’Asburgo, divenuto intanto imperatore. Con la Guerra di successione polacca (1733-38) gli Asburgo d’Austria cedettero il Regno di Napoli e la Sicilia a un figlio di Filippo V di Spagna. Con la Guerra di successione austriaca (1740-48), Maria Teresa d’Asburgo cedette la Slesia alla Prussia e il Ducato di Parma e Piacenza a un altro figlio di Filippo V di Borbone. Al termine della Guerra dei sette anni (1756-63), combattuta in Europa e nelle colonie, l’Inghilterra strappò vasti possedimenti coloniali alla Francia e alla Spagna. 3. Un nuovo equilibrio Al termine del secolo delle guerre (1763) si erano verificati profondi cambiamenti. L’Inghilterra conquistò la supremazia commerciale, superando le Province Unite. La potenza della Svezia tramontò a causa dell’ascesa della Russia e della Prussia, divenuta il Regno più potente dell’Impero, dopo l’Austria. Questa acquistò vasti possedimenti, nell’area balcanica a spese degli ottomani, a occidente a spese della Spagna. La Francia conservò i propri confini nel continente, ma perse buona parte dei possedimenti coloniali. In Italia finì l’egemonia spagnola; l’Austria ebbe un ruolo dominante sino al 1738, ma in seguito i Borbone di Spagna recuperarono in parte le posizioni perdute. Il Ducato di Savoia prese il nome di Regno di Sardegna con l’acquisizione dell’isola (1720). 4. Guerra e vita quotidiana Le guerre del periodo 1652-1763, provocate da ambizioni dinastiche o da scopi commerciali, furono lunghe e frequenti, ma meno feroci di quelle del passato animate dagli odi religiosi. Gli eserciti permanenti erano composti da mercenari stranieri, sudditi arruolatisi volontariamente in cambio di una paga, soldati nemici prigionieri, ex galeotti, ma anche disoccupati o vagabondi reclutati a forza. Nella prima metà del Settecento alcuni sovrani ricorsero a forme di coscrizione obbligatoria. mappa ambizioni dinastie regnanti necessità ampliamento confini per arruolamento e addestramento eserciti permanenti vantaggi commerciali causarono CONFLITTI DAL 1652 AL 1763 Russia Inghilterra ottenere ottenere controllo mar Baltico supremazia commerciale a danno Province Unite 210 a causa di in Prussia Europa un po’ sminuita dalla Francia perse possedimenti coloniali Spagna Austria perse acquistò conservò ci fu conquiste Re Sole divisione possedimenti dopo guerra di successione tolse terre Egemonia sull’ Italia Impero ottomano Ducato unico di Savoia indipendente 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 211 UNITÀ 3 IL SECOLO DELLE GUERRE, 1652-1763 Il tuo percorso operativo scegli il significato individua le informazioni 1 Egemonia 3 Tra le seguenti frasi segna con una crocetta quelle che ri- condizione di superiorità di uno Stato nei confronti di altri tieni corrette. condizione di uno Stato che ne sottomette altri con la forza delle armi politica con cui una grande potenza assicura il proprio aiuto a Stati minori politica con cui una grande potenza impedisce l’unità di un’altra nazione 2 Ceto Inghilterra e Province Unite erano grandi potenze mercantili. Inghilterra e Province Unite cercarono di avviare una politica di collaborazione per conquistare insieme il controllo dei mari. Nel mar Baltico i traffici commerciali erano limitati. La Russia aveva l’ambizione di conquistare uno sbocco sul Baltico. gruppo di famiglie aventi in comune l’origine Austria e Inghilterra erano le potenze interessate a dominare sull’area orientale dell’Europa. insieme di sudditi che hanno in comune una stessa condizione economica e sociale L’Impero ottomano perse terreno nell’area balcanica a causa della forte avanzata dell’Austria. quartiere popolare Gli Asburgo persero terreno a occidente, a vantaggio della Spagna. particolare gruppo di contadini Nella seconda metà del Seicento la politica estera della Francia fu diretta a stabilire pacifiche relazioni con gli altri Stati. classifica e metti in relazione 4 Tra il 1652 e il 1763 gli Stati europei furono continuamente in conflitto. Completa la tabella, in cui sono elencate le diverse guerre: dovrai inserire le date e gli Stati coinvolti, spiegare le cause e chiarire i termini dei trattati di pace. Guerre Anni Stati coinvolti Cause Trattati di pace (o esiti) Guerra fra Inghilterra e Province Unite Prima guerra del Nord Grande guerra del Nord Guerra fra Austria e Impero ottomano Guerra di successione spagnola Guerra di successione polacca Guerra di successione austriaca Guerra dei sette anni 211 B 01165_200_212_VOL2_P4_UDA3 13-02-2007 14:22 Pagina 212 PARTE 4 FRA SPLENDORI E MISERIE 5 Quali erano il ruolo e l’obiettivo dei sovrani rispetto a queste guerre? Esistevano alternative al conflitto armato? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 6 Perché l’Europa riuscì a sopportare una serie tanto lunga e continua di guerre? Completa il seguente schema. Le guerre causa fondamentale nel passato nel periodo considerato comportamento verso il nemico comportamento verso il nemico in base a codice di comportamento obiettivi 7 Esaminiamo attraverso uno schema la composizione degli eserciti permanenti. Come veniva organizzato il sistema di coscri- zione dei sudditi che si diffuse in Europa nella prima metà del Settecento? Eserciti permanenti Sudditi interessati Modalità di reclutamento Compiti dei coscritti Categorie esonerate Alternative al reclutamento per sintetizzare 8 Alla fine della lunga serie di guerre gli equilibri in Europa erano mutati: alcuni Stati si erano rafforzati, altri indeboliti (o co- munque erano stati costretti a ridimensionare le loro ambizioni). Prova a elencare gli Stati e a descriverne la situazione. ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 212