luigi xiv

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LUIGI XIV
Luigi XIV di Borbone (Saint-Germain-en-Laye, 5 settembre 1638 – Versailles, 1º settembre
1715) Fu chiamato il Re Sole.
Nel 1641 sale al trono di Francia Luigi XIV, aveva soli 3 anni, il
potere fu esercitato dalla regina madre Anna d’Austria e dal
cardinale Mazarino (successore di Richelieu) che guidò
politicamente la Francia.
Dal 1661 Luigi XIV, dopo la morte di Mazarino, accentrò il potere
nelle sue mani senza a ulteriori intermediari. La Francia, grazie
alle riforme dei due cardinali-ministri, esercitava un ruolo
egemonico in un’Europa in cui Spagna era in declino e l’Impero
tedesco incontrava grandi difficoltà.
Luigi XIV incarnò alla perfezione l’ideale di monarca assoluto egli
si considerava personificazione dello Stato in quanto tale al di là di
qualsiasi legge. La sua autorità non poteva essere limitata in alcun modo da altre istituzioni
come gli Stati Generali che non furono più convocati. Gli stessi ministri erano relegati al
rango di semplici collaboratori dotti di poteri revocabili in qualsiasi momento. Per governare
Luigi XIV era assistito soltanto da un Consiglio supremo di 3 ministri (guerra, esteri, finanze).
Emblematica la frase che pronunciò “Lo stato sono io”.
L’amministrazione del regno fu resa ancora più verticistica grazie al potenziamento delle
figure degli intendenti (figure istituite da Richelieu) che erano operativi in campo giudiziario
e fiscale e dipendevano direttamente dalla corona a cui erano fedeli, la loro nomina e il loro
licenziamento dipendevano esclusivamente dal Re. Avevano vasti poteri di governo e
risiedevano nelle province del regno.
Luigi XIV agì con piena discrezionalità in materia finanziaria esercitando la facoltà di imporre
tributi, contrarre debiti e decretare spese senza il preventivo controllo delle assemblee
deputate a intervenire (Stati Generali).
La nobiltà francese vide azzerata la propria autonomia politica e militare. Lo fece in modo
abile, ottenne una grande influenza sulla nobiltà
francese coinvolgendola nell'orbita del suo
palazzo di Versailles. Egli calcolò che spendendo
la maggior parte dell'anno tra le feste della sua
corte, sotto il suo diretto controllo, essi non si
sarebbero curati dei loro affari politici e non
avrebbero tramato opposizioni contro la Corona.
Solo rimanendo in contatto costante con lui,
quindi, i nobili avrebbero potuto ottenere i
privilegi necessari per mantenere il loro stile di
vita. Versailles era tutto il potere della Francia in quanto non solo il re vi viveva ma qui
avevano sede tutti i ministeri e i principali organi di governo che non dipendessero dal
parlamento che non a caso era stato lasciato a Parigi, dal momento che con l'autocrazia di
Luigi XIV, esso aveva solo un valore ipotetico e formale.
Nel marzo del 1685 Luigi XIV emanò l’Editto di Fontainebleau con cui revocò l'Editto di
Nantes (firmato da Enrico IV di Francia nel 1598) in cui intimò la conversione dei protestanti
al cattolicesimo l'ordine fu esteso anche nelle colonie francesi, espulse tutti gli ebrei dai suoi
possedimenti, proibendo così la pratica di qualsiasi culto che non fosse quello cattolico. Tutti
i protestanti che non si fossero convertiti al cattolicesimo venivano ufficialmente banditi dal
Regno di Francia ed i bambini nati da famiglie protestanti vennero obbligati a convertirsi al
cattolicesimo. Molte chiese protestanti vennero distrutte.
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La politica Economica di Luigi XIV fu di accrescere la ricchezza dello Stato secondo la teoria
del ministro Colbert sul mercantilismo (quantità di oro e argento che uno Stato possedeva)
questo fece affluire alle casse dello Stato una maggior quantità di oro e argento. Il
mercantilismo ridurre le importazioni, favorì la produzione interna e la circolazione delle
merci attraverso l’abolizione dei dazi doganali tra le varie regioni. Impose invece nuove tasse
sui prodotti provenienti dagli altri Paesi europei scoraggiando l’acquisto. Finanziò la
costruzione di manifatture statali che operavano in regime di monopolio per scoraggiare
l’importazione di beni di lusso. Fu dato impulso alla marina mercantile e alla politica
coloniale. In pochi anni la politica economica di Colbert assicurò al Paese grandi ricchezze
che però furono subito dilapidate da Luigi XIV non solo per far fronte alle spese di guerra ma
anche per mantenere gli sfarzi sfrenati di corte.
La politica estera Luigi XIV fu dominata da un atteggiamento aggressivo volto ad affermare
il prestigio internazionale della corona. I teatri privilegiati dell’intervento bellico furono
l’area tedesca e quella italiana.
Nel 1715 Luigi XIV morì di cangrena ad una gamba, derivante dalla gotta contratta
nell'ultimo periodo della sua vita, pochi giorni prima del suo 77 compleanno e dopo 72 anni
3 mesi e 18 giorni di regno. Pare che, alla notizia della sua morte, la Francia intera esultò e
festeggiò, accendendo dei fuochi di gioia; il suo feretro, trasportato a Saint Denis, fu
oltraggiato da sputi e fango che lanciava la folla: il suo regno era stato troppo lungo per
poterlo rimpiangere. Il suo corpo fu sepolto nella basilica di Saint Denis, dove, durante la
Rivoluzione i resti vennero dispersi dai rivoluzionari.
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