Scaricato da TENDENZE E SCENARI www.largoconsumo.info IMPRESE E CONSUMATORI Il business della responsabilità Percorsi di lettura: www.largoconsumo.info/102009 /PL-1009-009.pdf (Etica e imprese nel largo consumo) di Giulia Cassone (Istud) la sua sensibilità per creare prodotti e messaggi appetibili con i quali potersi identificare e che possa poi supportare con fiducia ed entusiasmo. Tra i compiti delle aziende nei prossimi anni dovrà essere sicuramente contemplato l’impegno a fare la differenza, a mettersi in gioco e monitorare quello che si aspettano le persone, sia come acquirenti sia, soprattutto, come esseri umani. Stiamo parlando di portare in primo piano l’attenzione verso una sensibilità declinata su due tipologie di valori: la prima fa riferimento ai valori individuali che afferiscono alla famiglia, alla tutela della salute personale e dei figli, come l’investimento sulla formazione e su altri ambiti della vita personale di tipo fisico (con prodotti più salutari), emotivo (beni che ci rendo- no più felici), economico, intellettuale, organizzativo, sociale e naturale; la seconda tipologia invece si richiama a valori collettivi come la sostenibilità ambientale, lo sradicamento della povertà e della fame, l’aiuto alle popolazioni colpite da disastri naturali. i sono brand buoni e brand cattivi? Sicuramente ci sono consumatori attenti, sempre più consapevoli e abili nel cogliere i messaggi insidiosi e fuorvianti nelle etiUna questione chette dei prodotti che si di valori vendono come socialmente responsabili. Una curiosità, Nielsen ha stilato un forse inaspettata, emerge elenco di questi valori con dall’ultimo sondaggio Haun’indagine a livello globavas Media - Meaningful le (Nielsen Global Survey Brands (coinvolti 14 Paesi of Citizenship 2011, 28.000 quali Usa, Regno Unito, interviste in 56 Paesi). Tra Spagna, Germania, Italia, le priorità risultano: assicuIndia, Brasile, Argentina, rare la sostenibilità ambienCile, Colombia, Messico, tale (66%), la parità tra i Cina e Giappone), dove la sessi (45%), sradicare la sensibilità sociale maggiore povertà e la fame (53%), si ritrova tra gli under 40. supporto alle persone e ai Sono i più giovani a prestaterritori che sono state vittire maggiore attenzione alle me di disastri ambientali, etichette dei prodotti, alle supporto alla ricerca e allo campagne pubblicitasviluppo di nuove tecrie e al comportamennologie (56%). IL GRADO DI APPEAL PER I CONSUMATORI to generale dell’aUna percentuale SOCIALMENTE RESPONSABILI PER TIPOLOGIA DI IMPEGNO ETICO AZIENDALE: 2011 (in %) zienda prima di accompare un po’ a sorquistare un qualsiasi presa tra valori indiviQuali di queste cause pensi che prodotto. duali e sociali ed è il le aziende dovrebbero supportare? % L’indagine di Mea50% degli intervistati Garantire la sostenibilità ambientale 66 ningful Brands dimoche vede una priorità Incrementare il progresso scientifico e tecnologico 56 stra come in molti canel supportare nuovi Combattere povertà e malnutrizione 53 si la connessione tra progetti imprenditoFornire aiuti post disastri naturali 52 brand e consumatori riali e piccole impreSupportare le piccole imprese e l’imprenditorialità 50 sia però debole o adse. Quest’ultimo è un Incrementare l’accesso alla tecnologia 50 dirittura spezzata, e parametro su cui poIncrementare l’accesso a fonti di acqua potabile 48 tale evidenza è un’ulche aziende hanno in Raggiungere una globale educazione elementare 46 teriore prova dell’obeffetti concentrato i Promuovere l’ugualianza di genere 45 solescenza degli atpropri sforzi. GuarProteggere gli animali 45 tuali approcci alla midando all’Italia, viene Intraprendere lo sviluppo di progetti che surazione e costruzioin mente l’esempio di beneficino le attività manufatturiere locali 44 ne del valore dei Benetton con l’iniziaCombattere malattie virali 44 brand. Esiste un gap tiva Unemployee of Promuovere l'inclusione raziale, etnica e culturale 43 ancora difficile da the Year, nata nell’alIncrementare la salute materna 39 colmare tra aspettativeo delle attività della Combattere le malattie cardiovascolari, il cancro ve del cliente e offerfondazione Unhate, e il diabete 39 ta, si potrebbe arrivanella quale i giovani Ridurre la mortalità infantile 38 re a un punto di svolnon occupati dai 18 ai Incrementare l'accesso all'istruzione 38 ta tramite l’ascolto 30 anni sono invitati a Largo Fonte: Nielsen Global Survey del consumatore, enpresentare proposte di of Corporate Citizenship Consumo trando in contatto con progetti da sostenere C 14 LARGO CONSUMO n. 1/2013 con una ricaduta sociale concreta sulla loro comunità; un posizionamento coerente per un’azienda che si è sempre dimostrata attenta ad avere un forte impegno sociale. Gli italiani sono tra i più scettici d’Europa nel ritenere che le grandi imprese si stiano dimostrando responsabili: il 64% è convinto che l’atteggiamento responsabile dei brand sia solo un’operazione di immagine. Non a caso solo il 13% dei brand è percepito come realmente significativo nella propria vita da parte dei consumatori italiani. Superata la diffidenza, i brand conquistano fiducia: in Italia il 91% del panel di intervistati fra prodotti simili è pronto a scegliere quello realizzato in una logica di sostenibilità e il 61% è disponibile a riconoscere e pagare un prezzo premium per l’attenzione dimostrata dal brand verso l’ambiente, la società e le aspettative dei clienti. Coop guida in Italia la classifica dei marchi a cui si giustificherebbe un premium price, seguono Ikea, Henkel, Beiersdorf e Leroy Merlin. Solo al 20% dei brand viene riconosciuto un impatto positivo nella percezione di benessere personale e qualità della vita. La maggior parte della popolazione non risentirebbe della scomparsa del 70% dei brand che attualmente sono tra i più conosciuti a livello globale. Ciò che occorre è un nuovo processo di lavoro e un nuovo punto di vista. Una nuova visione di ciò che significa oggi essere un brand forte e significativo. Non si tratta di uno sforzo da vituperata “operazione Scaricato da TENDENZE E SCENARI www.largoconsumo.info IMPRESE E CONSUMATORI di marketing”, intesa come abilità a indossare la copertura superficiale di azienda responsabile per dismetterla poi nelle attività produttive quotidiane. L’investitura di azienda responsabile, infatti, deve coinvolgere ogni attività a 360°. cazione gioca con le regole del greenwashing, utilizzando claim non supportati da prove documentali. Quali strumenti può utilizzare il consumatore per difendersi da queste comunicazioni ingannevoli? Una possibilità è rappresentata da www.greenwashingindex.co , un sito molto interessante che certifica, attraverso una serie di parametri, la veridicità di una campagna pubblicitaria e permette al consumatore di acquisire consapevolezza sull’identità reale del prodotto. Basta inserire la campagna pubblicitaria nel sito e vengono attribuiti dei punteggi in base alla veridicità del messaggio e dei contenuti trasmessi. Tra il 2008 e il 2010, 53 aziende italiane su 83 hanno messo in atto strategie di greenwashing. Per contrastare il fenomeno, in molti Paesi sono state adottate norme e prassi ad hoc. Molte associazioni di categoria e gruppi di industrie, soprattutto in Europa, stanno prendendo seri provvedimenti contro false dichiarazioni ambientaliste. Negli Stati Uniti la Commissione federale del commercio (Ftc) ha fornito severe linee guida contro i posizionamenti ambientali falsi e ingannevoli in pubblicità. In Australia sono state varate sanzioni fino a Impegno 1,1 milioni di dollari per reale punire le aziende che coL’impegno deve essere municano comportamenti reale. Il dato sull’attenzione ambientali che non corrisempre più vigile dei conspondono al vero. Il goversumatori e l’abbassamento no norvegese ha vietato aldell’età di chi è interessato l’industria automobilistica e attento ai comportamenti forme di pubblicità compadei brand viene rafforzato rativa sui temi ambientali. dall’attitudine a utilizzare In Francia l’agenzia di prostrumenti di controllo e vetezione dei consumatori ha rifica delle informazioni stabilito che le automobili veicolate dalle aziende. nelle pubblicità debbano Pensiamo all’impatto dei apparire in normali strade forum di discussione, della aperte al traffico, dove sono condivisione di informaziousate abitualmente, e non in ni sui social network, e delluoghi “green”. la velocità con cui è facile Nel nostro Paese il greenaccedere alle informazioni washing va a gonfie vele relative al comportamento e anche perché sul fronte lealle attività esterne delle gislativo non c’è ancora una aziende attraverso Internet, posizione chiara, a parte i per effettuare concasi talmente gravi LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI SOCIALMENTE trolli sulla veridicità da sconfinare nella CONSAPEVOLI (CSC) NELLE DIFFERENTI dell’impegno su tetruffa vera e propria. TIPOLOGIE COMUNICATIVE: 2011 mi di interesse soTuttavia qualcosa si (in % assoluta e rispetto alla % media) ciale. sta muovendo nella CSC media differenza In particolare, vale direzione giusta, per Raccomandazioni delle la pena portare un merito dei molti siti persone che conosco 95 92 3 esempio sul tema ambientalisti. InterPost dei consumatori 76 70 9 della sostenibilità brand ha stilato il Siti Web aziendali 65 58 12 ambientale, alla quarapporto “Best global Contenuti editoriali 65 58 12 le si appellano molte green brands”, con Newsletter 57 47 21 aziende, spesso purrelativa classifica dei Sponsorizzazioni 56 47 19 troppo solo per attibrand internazionali Affissioni e outdoor advertising 56 50 12 rare i consumatori più sostenibili del Pubblicità televisiva 55 47 17 più sensibili a certe mercato globale. Pubblicità su riviste 55 47 17 tematiche. La pratica Toyota, Johnson & Pubblicità su quotidiani 54 46 17 del green washing, Johnson e Honda Pubblicità radiofonica 50 43 16 per esempio, termine sono nelle prime tre Pubblicità cinematografica 48 41 17 coniato da Greenposizioni. Pubblicità sui Motori di ricerca 48 40 20 peace negli anni NoIl marchio giappoProdotti posizionati in programmi Tv 47 40 18 vanta, è molto dif nese conferma il pri28 fusa e consiste nel - Pubblicità sui Social network 46 36 mato rispetto allo 45 36 25 l’inserire una sem - Pubblicità nei video online scorso anno; nella Pubblicità sui mobile devices plice menzione sulpassata edizione il (video o banner) 43 33 30 l’attenzione alle tesecondo e il terzo poBanner on line 41 33 24 matiche green o con sto erano, rispettivaSMS 37 29 28 una semplice automente, di 3M (ora al Largo Fonte: Nielsen Global Survey certificazione. Spesdodicesimo posto), e of Corporate Citizenship Consumo so anche la comuniSiemens (all’ottavo). LARGO CONSUMO n. 1/2013 Nella classifica ha una forte presenza il settore automotive, con otto aziende entro le prime 21 posizioni (Toyota, Honda, Volkswagen, Bmw, Ford, Mercedes-Benz, Hyundai, Nissan), un settore che forse più di altri sente la necessità e il dovere sociale di trasmettere un messaggio forte. Un aspetto strategico La responsabilità sociale è dunque un aspetto strategico per il business che al contempo rafforza il valore del brand, ed è fondamentale che la percezione dei consumatori sia allineata con la reale performance ambientale del marchio. Diversamente gli sforzi fatti su questo fronte finiscono per concretizzarsi in un valore sottoutilizzato o, al contrario, possono dare l’idea di una semplice operazione di marketing. L’importanza attribuita a quella che possiamo definire la missione di un brand porta con sé un’altra responsabilità. Dal sondaggio Havas Media il 46% degli intervistati dichiara essere disposto a spendere di più per i brand delle aziende che hanno sviluppato programmi di responsabilità sociale (e anche di preferire di lavorare per queste a ziende e di essere maggiormente disposti a investire nelle loro azioni). Questo dato investe le aziende di una sempre maggiore responsabilità nei confronti dei consumatori, ma non solo; al contempo offre infatti al marketing tanti nuovi spunti per considerare le richieste e le sensibilità dei clienti il focus sul quale concentrare la propria proposta, realizzando prodotti “buoni” che le persone siano felici di supportare e acquistare. 15