RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA SOLENNITA’ DELL’EPIFANIA (Mt 2,1-12) Cari Fratelli e sorelle, nel nostro mondo, sulle tristezze del mondo, sui fatti quotidiani esiste la luce; il bambino Gesù e l’entusiasmo dei Magi ci indicano la strada illuminata dalla bellezza e dalla bontà. Se ascoltiamo le nostre coscienze il bene ci attrae, non è una cosa vecchia ma con coraggio è da far prevalere, trovando sostegno nella luce che ci dona il Signore. Oggi è la festa dell’Epifania, la manifestazione del Bambino a tutti i popoli. Prima i pastori, bell’immagine sulla quale ci siamo soffermati a lungo nel Natale; “andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.” Il cuore dei pastori percepisce qualcosa di grande, una verità da sempre cercata e ora venuta alla luce. Adesso invece tocca ai Magi. Vengono da lontano e sono in qualche modo sedotti in quanto “In Cristo Verbo Incarnato la vita si è resa visibile” (1Gv 3, 8). I Magi rappresentano i popoli in cammino verso Dio, che abbracciamo la verità trovata e la portano agli altri; da qui il valore, in questa festa, della testimonianza cristiana cioè I magi rappresentano lo slancio missionario, esito naturale, quando il Signore regna nella vita dell’uomo. San Leone Magno affermava: « una innumerevole discendenza sarebbe stata generata non secondo la carne, ma nella fecondità della fede». I popoli dunque che si abbracciamo nella scoperta di un Dio che si fa carne e credono, sono fecondi nella fede. Isaia nella prima lettura ci dona tante indicazioni utili per destarci dal sonno, per essere svegli e determinati: “Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce.. la tenebra ricopre la terra,nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore……Alza gli occhi intorno e guarda”. Saper guardare oltre, saper uscire dalle proprie convinzione, il mistero del Natale va oltre la nostra intelligenza e il nostro io e dona luce che rischiara la fitta nebbia. I Magi camminano. Per incontrare il Signore occorre viaggiare con il corpo, con la mente ma specialmente con il cuore in modo che la Sua luce, magari intravista in un momento, in una particolare esperienza di fede, umana e spirituale, rischiari veramente, profondamente e continuamente. I Magi cercano insieme. I Magi sono un piccolo gruppo che guarda nella stessa direzione attenti alle stelle e attenti l'uno all'altro. La fede unisce. I Magi sbagliano ma non si arrendono. Il cammino dei Magi è pieno di sbagli e di sorprese: arrivano nella città sbagliata; parlano del bambino con l'uccisore di bambini; perdono la stella, cercano un re e trovano un bimbo, non in trono ma fra le braccia della madre. I Magi hanno coraggio. Hanno lasciato l'ambiente più sicuro delle proprie conoscenze, della propria condizione, e si sono messi in cammino affrontando tutte le incognite del viaggio senza fare troppi calcoli. Si sono lasciati affascinare e guidare da quel segno. Si anticipa così, nei Magi, uno dei temi più ricorrenti nella vita di Gesù: i lontani sono i primi per la fede, perché tra i primi ad accoglierlo e riconoscerlo nella sua identità. I Magi non esitarono ad aprire i loro scrigni e a prostrarsi per adorare il Bambino. I Magi sono anche “simpatici” probabilmente per la loro umiltà nonostante la loro ricchezza materiale e per la loro fede. Nel racconto del Vangelo c’è anche il rovescio della medaglia: Erode che rappresenta la falsità, l’invidia e cioè il peccato. Il bene e il male; una medaglia che ben conosciamo in quanto ogni giorno vediamo la parte miglior o peggiore di noi. Solo la bellezza della verità “entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono” può far trionfare la parte migliore che c’è in noi. Buona festa dell’Epifania. DIO VI BENEDICA DON GIOVANNI