TEMPO DI NATALE – EPIFANIA DEL SIGNORE

“Degnati di trasformare i nostri cuori come trasformasti quelli dei santi magi e fa’ ancora
che i nostri cuori, non potendo contenere gli ardori della tua carità ti manifestino alle
anime dei nostri fratelli per conquistartele.”
(San Pio da Pietralcina)
Epifania: è la manifestazione di Gesù Cristo, luce del mondo che viene ad illuminare le
nostre tenebre. Gesù appare nella fragilità e nell’impotenza di un bambino. Dio,
innamorato dell’uomo, che si incarna nella sua creatura, chiedendone la collaborazione.
E’ qui che risiede la rivelazione definitiva del Padre, l’annuncio della fede che ci salva. E’ il
preludio della Pasqua quando il velo sarà squarciato definitivamente e la luce del Risorto
dissolverà tutte le barriere tra cielo e terra, tra vita e morte, tra uomo e uomo.
Co-protagonisti noi oggi, come in un tempo lontano, lo furono tre infaticabili ricercatori,
tre “folli” che si lasciarono guidare da un’intuizione.
Ma come in ogni indagine anche in questa nasce l’esigenza del riconoscere. Non come
semplice atto intellettuale. Si tratta di un nuovo inizio, una nuova nascita condivisa. Non
siamo però lasciati soli, come non lo furono I magi: “la stella li precedeva finché giunse e
si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”. Dio manifesta nel modo più alto il suo
amore per la nostra umanità e la arricchisce con la sua divinità. I magi lo riconobbero, si
prostrarono e adorarono il bambino. Il loro cuore era pronto, aperto alla luce, alla “buona
novella”. In un ‘piccolo inerme’, nel freddo e nella durezza della roccia, nel legno di una
mangiatoia, preludio del legno della croce, essi rintracciarono i segni della la regalità
autentica.
Vengono alla mente le parole del Vangelo di Matteo, quelle che suggellano lo stupore di
chi apprende che il giudizio divino si intreccia con le elementari richieste umane: “Signore
quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare?”
Ogni luogo è Betlemme, ogni luogo in cui il Vangelo è accolto con gioia, in cui si cerchi
un pane che sazi le attese più profonde.
il bello di Dio è …che si fa trovare!