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Epifania 2016
I sapienti Magi, che dalle regioni
dell’Oriente si lasciano guidare da una stella
per cercare Colui che è nato, il re dei
Giudei, sono il simbolo dell’umanità, che
dalle tenebre del cuore anela alla ricerca
della verità e dell’amore.
L’uomo di ogni tempo non può vagare a
lungo nel buio, è attratto irresistibilmente
dalla luce del bene, mosso dallo Spirito
Santo, che mette nel cuore di ciascuno il
gusto di scoprire il senso della propria vita.
Vogliamo credere che anche oggi le
persone di qualunque età e di qualunque
condizione continuano a percepire la stessa
inquietudine, che li rimette continuamente in
cammino, per scoprire ciò che rende l’uomo
pienamente uomo e lo distingue dagli altri
esseri viventi.
Spesso l’esito, in tanti uomini e donne, è assai
deludente, perchè approda ad esperienze
evanescenti, che prima illudono e poi
deludono amaramente. Proprio come l’
affannoso e vano cammmino dei Magi
presso il palazzo di Erode a Gerusalemme.
1
Si immaginavano, nella loro logica umana,
che “colui che è nato, il re dei Giudei”,
risiedesse a corte, nella dimora dei potenti di
quel tempo. Quanti si illudono, ancora oggi,
che la felicità sia fondata sulle opere di
potenza, sulle manifestazioni di grandezza!
Quanti si aggrappano ai beni credendo di
trovare in essi la pienezza della loro felicità!
Ed è sempre lo Spirito Santo che orienta
decisamente i Magi, attraverso la stella,
verso Betlemme.
E’ lo Spirito Santo che orienta l’uomo se
questi accetta di lasciarsi docilmente
condurre alle sorgenti della vita, della verità
e dell’amore anche attraverso vie inattese.
Non è un re potente quello che i Magi
scoprono a Betlemme: illuminati dalla grazia,
essi incontrano un Bambino, che adorano,
offrendo i loro doni.
Dio non ha bisogno di mostrare la sua gloria
attraverso manifestazioni di grandezza, egli si
rivela mediante l’apparente impotenza
dell’amore, attraverso la debolezza di un
bambino.
2
I Magi hanno dato ascolto alla predizione
del profeta Michea, riferita dai sapienti di
Gerusalemme, che annunciava la nascita a
Betlemme del futuro pastore del popolo di
Dio. Per incontrare il Signore anche oggi ci
viene sempre in aiuto la sua Parola. Non c’è
guida più sicura della parola di Dio perché
l’uomo possa conoscere il suo grande
progetto, oggi manifestato: che “le genti,
come abbiamo ascoltato nella seconda
lettura, sono chiamate, in Gesù Cristo, a
condividere la stessa eredità, a formare lo
stesso corpo e ad essere partecipi della
stessa promessa per mezzo del Vangelo” (cfr
Ef 3,6). Tra le genti, chiamate a far parte del
popolo di Dio e a condividere la ricchezza
della vita divina, per costruire un mondo
fraterno, ci siamo anche noi.
Camminiamo,quindi, nella luce del Signore
e attingiamo da Lui la pace e la gioia,
indispensabili per vivere come figli di Dio,
amando e servendo i fratelli, e per
testimoniare la misericordia divina, che ci ha
raggiunti attraverso il Figlio, luce delle genti.
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