Test di provocazione bronchiale con metacolina Definizione Il test alla metacolina è il test usato per studiare la iperreattività bronchiale, una risposta esagerata, per cui le vie aeree tendono a chiudersi con eccessiva facilità in risposta a vari stimoli sia interni all’organismo (emozioni), che provenienti dall’esterno (allergeni, aria fredda e umida, infezioni virali). È caratteristica dell’asma bronchiale non adeguatamente trattata, ma si può trovare anche in altre patologie, come la broncopneumopatia cronica, le bronchiettasie, in corso di infezioni virali delle vie aeree superiori, nella rinite e nella insufficienza cardiaca. Nella pratica corrente è un test largamente usato per confermare il sospetto clinico di asma bronchiale e stabilirne la gravità. Nel caso specifico, lo stimolo utilizzato per eseguire il test è la metacolina, una sostanza capace di indurre broncostruzione nei soggetti con alterato controllo del tono muscolare delle vie aeree. Metodica Per effettuare il test, i pazienti devono sospendere il trattamento con i seguenti farmaci ad azione broncodilatatrice: • Broncodilatatori a breve durata d'azione (es. Ventolin, Broncovaleas): da almeno 8‐12 ore • Broncodilatatori a lunga durata d'azione: da almeno 24 ore • Antileucotrienici (Montegen, Singulair, Lukasm, Zafirst ecc) da almeno 24 ore • Ipratropio bromuro (Atem) ‐ oxitropio da almeno 24‐ 48h Prima di iniziare il test, viene effettuata una valutazione “di base” della funzionalità respiratoria mediante spirometria con curva flusso‐volume. Se da questo esame non risulta ostruzione bronchiale, si procede a far inalare concentrazioni crescenti di metacolina mediante un nebulizzatore. Dopo ciascuna inalazione di metacolina, si procede a una nuova registrazione della spirometria al fine di verificare l’eventuale riduzione dei parametri funzionali, in particolare del volume espiratorio massimo al secondo (VEMS o FEV1). L’esame viene interrotto quando viene registrata una riduzione del FEV1 superiore al 20%, rispetto al valore registrato all’inizio del test. Viceversa, se non viene registrata una variazione del FEV1, si procede all’inalazione di dosi di metacolina progressivamente crescenti, fino al raggiungimento della dose considerata massimale. Il test viene considerato positivo quando si ottiene una riduzione >20% del FEV1, rispetto ai valori di base. Il livello di reattività bronchiale è valutato in funzione della dose di metacolina che provoca la caduta del FEV1 e quindi considerata tanto più elevata quanto più bassa sarà la concentrazione di metacolina che ha determinato la riduzione del FEV1. Il test è considerato negativo e la reattività bronchiale normale quando non viene registrata una significativa riduzione dei valori spirometrici anche alle dosi più elevate di metacolina impiegate. La metacolina viene metabolizzata dal nostro organismo e quindi inattivata in circa 20 minuti. U.O. Pneumologia
A cura di: Dr.Giovanni A. Rossi
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Gaslini
Dopo il test il Medico valuterà il ritorno della spirometria a valori normali e, in caso di necessità, potrà somministrare un broncodilatatore. Controindicazioni •
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Controindicazioni all'esecuzione del test sono: Soggetti con asma clinicamente manifesto e/o dispnea Valori di FEV1<80% del predetto Epilessia in trattamento farmacologico Stato di gravidanza o allattamento (il test può essere effettuato entro dieci giorni dall'inizio dell'ultima mestruazione o non oltre due settimane successive ad un test di gravidanza negativo). Incapacità ad eseguire correttamente le spirometrie Uso corrente di beta‐bloccanti Precedenti manifestazioni di anafilassi Uso corrente di inibitori della colinesterasi (utilizzati nel trattamento della miastenia grave) Grave ipertensione arteriosa non controllata: sistolica > 200mmHg, diastolica > 100mmHg Età anagrafica < 5 anni.
Interazioni • L'uso associato di beta‐bloccanti può aumentare e prolungare la risposta alla metacolina • L'acido ascorbico può ridurre significativamente la reattività alla metacolina mediante l'interferenza con il metabolismo delle prostaglandine • L'atropina inibisce la risposta al test di provocazione con metacolina • Tutte le terapie utilizzate nel trattamento di malattie respiratorie croniche o di disturbi respiratori in genere (fenoterolo, ipratropio bromuro, prednisone, terfenadina, teofillina, cromoglicato di sodio, ecc.) possono potenzialmente interferire con l'interpretazione del test. Effetti indesiderati . È un test sicuro, non essendo mai stati riportati eventi mortali o seri effetti collaterali. Gli effetti indesiderati che si possono osservare sono: ‐ Eventi indesiderati frequenti e di breve durata: tosse, dispnea (mancanza di fiato), sensazione di costrizione toracica, sudorazione, tachicardia, cefalea, senso di irritazione faringea, prurito. ‐ Eventi indesiderati rari: broncospasmo severo, solitamente reversibile in tempi brevi con l’inalazione di β2‐adrenergici (salbutamolo)