Per saperne di più Gli annessi embrionali L’embrione in via di sviluppo all’interno dell’utero è dotato di alcune strutture, gli annessi embrionali, che lo proteggono e lo nutrono, gli consentono di respirare e di eliminare le sostanze di rifiuto. Il corion è la membrana più esterna ed è costituita da pieghe, dette villi coriali, mediante i quali l’embrione si fissa alla mucosa dell’utero; il corion perciò si forma precocemente e produce un ormone, la gonadotropina corionica (HCG), che stimola il corpo luteo a produrre progesterone (il quale, a sua volta, favorisce l’impianto dell’embrione e il procedere della gravidanza). La presenza dell’HCG nelle urine della madre indica perciò che è in corso una gravidanza, infatti, i comuni test di gravidanza rilevano proprio la presenza di questo ormone già alla terza settimana dopo il concepimento. L’amnios è una membrana che delimita lo spazio in cui si muove il feto; si tratta di un sacco che contiene più di un litro di liquido amniotico, la cui funzione è attutire gli urti e impedire la disidratazione dell’embrione. Si rompe spontaneamente al momento del parto: la rottura dell’amnios e la fuoriuscita del liquido, le cosiddette “acque”, indicano che il parto è imminente. Circa tre settimane dopo la fecondazione, si forma infine la placenta, un organo composto in parte dall’endometrio (materno) e in parte dai villi coriali (fetali) che garantisce gli scambi necessari alla vita del feto per il resto della gravidanza. Il sangue della madre e quello del feto non si mescolano fra loro perché il sangue materno circola nello spazio della placenta compreso tra la parete dell’utero e la cavità amniotica; è qui che avvengono gli scambi con il sangue fetale di sostanze nutritive e di ossigeno e nel quale vengono scaricate le scorie. La placenta è collegata al feto dal cordone ombelicale nel quale ci sono i vasi sanguigni che trasportano il sangue dal feto verso la placenta e viceversa. Unità 11 ❚ NAUTILUS ❚ Corsi-Costagli, © SEI 2011