STRUTTURA MICROSCOPICA DELLA FOGLIA SEZIONANDO UNA FOGLIA E OSSERVANDONE UNA FETTINA SOTTILISSIMA AL MICROSCOPIO, ANDANDO DALL’ALTO VERSO IL BASSO SI OSSERVA: -L’EPIDERMIDE SUPERIORE RIVESTITA DA UNA CUTICOLA CEROSA IMPERMEABILE -IL TESSUTO A PALIZZATA FORMATO DA CELLULE ALLUNGATE, RICCHE DI CLOROPLASTI -IL TESSUTO LACUNOSO CONTENENTE SPAZI DOVE CIRCOLA L’ARIA -L’EPIDERMIDE INFERIORE IN CUI SI TROVANO DELLE PICCOLE APERTURE DETTE STOMI ATTRAVERSO I QUALI AVVENGONO GLI SCAMBI TRA LA FOGLIA E L’ARIA STOMA - LE NERVATURE CHE SONO VASI LEGNOSI E CRIBROSI STOMA AL MICROSCOPIO: L’APERTURA E’ DELIMITATA DA DUE CELLULE DETTE DI GUARDIA CHE “GONFIANDOSI” DI ACQUA O “SGONFIANDOSI” APRONO E CHIUDONO IL FORELLINO A SECONDA DELLE NECESSITA’ DELLA PIANTA. SE LA PIANTA HA TANTA ACQUA A DISPOSIZIONE LE CELLULE DI GUARDIA SONO GONFIE E IL FORO E’ BEN APERTO. SE INVECE LA PIANTA HA POCA ACQUA A DISPOSIZIONE LE CELLULE DI GUARDIA SI AFFLOSCIANO E CHIUDONO IL FORO FACENDO IN MODO CHE L’ACQUA NON ESCA DALLA FOGLIA. LA RESPIRAZIONE OLTRE ALLA FOTOSINTESI LE PIANTE EFFETTUANO UN ALTRO PROCESSO CHE E’ LA RESPIRAZIONE (le piante respirano come gli animali) CHE AVVIENE SEMPRE, SIA DI GIORNO CHE DI NOTTE. PER RESPIRARE (COME NOI) LE PIANTE ASSORBONO (ATTRAVERSO GLI STOMI DELLE FOGLIE) L’OSSIGENO CHE PERMETTE DI “BRUCIARE” GLI GLI ZUCCHERI (IL GLUCOSIO). I PRODOTTI DI QUESTA “COMBUSTIONE “ LENTA DETTA OSSIDAZIONE, SONO L’ANIDRIDE CARBONICA E L’ACQUA (SOTTO FORMA DI VAPORE). SI LIBERA ENERGIA CHE SERVE PER LE VARIE FUNZIONI. LIBERATA ASSORBITA LA RESPIRAZIONE E’ LA REAZIONE INVERSA DELLA FOTOSINTESI LA RESPIRAZIONE E’ PIU’ EVIDENTE DI NOTTE PERCHE’ DI GIORNO E’ “NASCOSTA” DALLA FOTOSINTESI: INFATTI E’ MAGGIORE L’ANIDRIDE CARBONICA ASSORBITA PER LA FOTOSINTESI CHE QUELLA LIBERATA DALLA RESPIRAZIONE. ESPERIMENTO: ESTRAZIONE DELLA CLOROFILLA DA FOGLIE DI ORTICA (O SPINACI) PRENDIAMO DELLE FOGLIE DI ORTICA APPASSITE DA DUE GIORNI E LE PESTIAMO IN UN MORTAIO CON UN PO’ DI ACETONE. QUESTO SERVE A ROMPERE LE CELLULE E A FAR USCIRE LA CLOROFILLA CONTENUTA NEI CLOROPLASTI. FILTRIAMO L’IMPASTO CON UN IMBUTO DI CARTA E RACCOGLIAMO IL LIQUIDO VERDE IN UNA PROVETTA. AGGIUNGIAMO UN PO’ DI BENZINA E AGITIAMO. DOPO CIRCA UN’ORA VEDIAMO DUE STRATI, UNO SUPERIORE DI COLORE VERDE BRILLANTE E UNO INFERIORE DI COLORE GIALLO-ARANCIO. POICHE’ BENZINA E ACETONE SONO INSOLUBILI, SI SEPARANO. LA BENZINA PIU’ LEGGERA SI DEPOSITA IN ALTO E L’ACETONE PIU’ PESANTE SI DEPOSITA IN BASSO. LA FOGLIA NON CONTIENE SOLO LA CLOROFILLA MA ANCHE ALTRI PIGMENTI DI COLORE GIALLO (XANTOFILLE) E ALTRI DI COLORE ARANCIO (CAROTENI) CHE PERO’ SONO “MASCHERATI” DAL COLORE INTENSO DELLA CLOROFILLA. NELL’ESPERIMENTO POICHE’ LA CLOROFILLA E’ PIU’ SOLUBILE NELLA BENZINA SI SPOSTA IN ESSA MENTRE GLI ALTRI PIGMENTI CHE SONO PIU’ SOLUBILI NELL’ACETONE SI SPOSTANO IN ESSO. NE RISULTANO QUINDI DUE STRATI SEPARATI UNO VERDE IN ALTO E UNO GIALLO-ARANCIO IN BASSO. SI NOTA CHE ANCHE SULLA CARTA CHE ABBIAMO USATO PER FILTRARE L’IMPASTO CI SONO DUE COLORI: IN BASSO IL VERDE E IN ALTO IL GIALLO. ANCHE IN QUESTO CASO I DUE PIGMENTI SI SEPARANO SFRUTTANDO IL FENOMENO DELLA CAPILLARITA’ DELLA CARTA. POICHE’ I PIGMENTI GIALLI E ARANCIO SONO PIU’ LEGGERI “CAMMINANO” DI PIU’ E SI SPOSTANO PIU’ IN ALTO RISPETTO ALLA CLOROFILLA. Caroteni e xantofille “collaborano” con la clorofilla ad effettuare la fotosintesi.