La foglia-1 - Istituto Comprensivo Lari

STRUTTURA MICROSCOPICA DELLA FOGLIA
SEZIONANDO UNA FOGLIA E OSSERVANDONE UNA FETTINA
SOTTILISSIMA AL MICROSCOPIO, ANDANDO DALL’ALTO VERSO IL
BASSO SI OSSERVA:
-L’EPIDERMIDE SUPERIORE RIVESTITA DA UNA CUTICOLA CEROSA
IMPERMEABILE
-IL TESSUTO A PALIZZATA FORMATO DA CELLULE ALLUNGATE,
RICCHE DI CLOROPLASTI
-IL TESSUTO LACUNOSO CONTENENTE SPAZI DOVE CIRCOLA L’ARIA
-L’EPIDERMIDE INFERIORE IN CUI SI TROVANO DELLE PICCOLE
APERTURE DETTE STOMI ATTRAVERSO I QUALI AVVENGONO GLI
SCAMBI TRA LA FOGLIA E L’ARIA
STOMA
- LE NERVATURE CHE SONO VASI LEGNOSI E CRIBROSI
STOMA AL MICROSCOPIO: L’APERTURA E’
DELIMITATA DA DUE CELLULE DETTE DI GUARDIA
CHE “GONFIANDOSI” DI ACQUA O “SGONFIANDOSI”
APRONO E CHIUDONO IL FORELLINO A SECONDA
DELLE NECESSITA’ DELLA PIANTA.
SE LA PIANTA HA TANTA ACQUA A DISPOSIZIONE
LE CELLULE DI GUARDIA SONO GONFIE E IL FORO E’ BEN APERTO. SE
INVECE LA PIANTA HA POCA ACQUA A DISPOSIZIONE LE CELLULE DI
GUARDIA SI AFFLOSCIANO E CHIUDONO IL FORO FACENDO IN MODO
CHE L’ACQUA NON ESCA DALLA FOGLIA.
LA RESPIRAZIONE
OLTRE ALLA FOTOSINTESI LE PIANTE EFFETTUANO UN ALTRO
PROCESSO CHE E’ LA RESPIRAZIONE (le piante respirano come gli animali)
CHE AVVIENE SEMPRE, SIA DI GIORNO CHE DI NOTTE.
PER RESPIRARE (COME NOI) LE PIANTE ASSORBONO (ATTRAVERSO GLI
STOMI DELLE FOGLIE) L’OSSIGENO CHE PERMETTE DI “BRUCIARE” GLI
GLI ZUCCHERI (IL GLUCOSIO). I PRODOTTI DI QUESTA “COMBUSTIONE “
LENTA DETTA OSSIDAZIONE, SONO L’ANIDRIDE CARBONICA E
L’ACQUA (SOTTO FORMA DI VAPORE).
SI LIBERA ENERGIA CHE SERVE PER LE VARIE FUNZIONI.
LIBERATA
ASSORBITA
LA RESPIRAZIONE E’ LA REAZIONE INVERSA DELLA FOTOSINTESI
LA RESPIRAZIONE E’ PIU’ EVIDENTE DI NOTTE PERCHE’ DI GIORNO E’
“NASCOSTA” DALLA FOTOSINTESI: INFATTI E’ MAGGIORE L’ANIDRIDE
CARBONICA ASSORBITA PER LA FOTOSINTESI CHE QUELLA LIBERATA
DALLA RESPIRAZIONE.
ESPERIMENTO: ESTRAZIONE DELLA CLOROFILLA DA FOGLIE DI
ORTICA (O SPINACI)
PRENDIAMO DELLE FOGLIE DI ORTICA APPASSITE DA DUE GIORNI E LE
PESTIAMO IN UN MORTAIO CON UN PO’ DI ACETONE. QUESTO SERVE A
ROMPERE LE CELLULE E A FAR USCIRE LA CLOROFILLA CONTENUTA
NEI CLOROPLASTI.
FILTRIAMO L’IMPASTO CON UN IMBUTO DI CARTA E RACCOGLIAMO IL
LIQUIDO VERDE IN UNA PROVETTA. AGGIUNGIAMO UN PO’ DI BENZINA
E AGITIAMO.
DOPO CIRCA UN’ORA VEDIAMO DUE STRATI,
UNO SUPERIORE DI COLORE VERDE
BRILLANTE E UNO INFERIORE DI COLORE
GIALLO-ARANCIO.
POICHE’ BENZINA E ACETONE SONO
INSOLUBILI, SI SEPARANO. LA BENZINA PIU’
LEGGERA SI DEPOSITA IN ALTO E
L’ACETONE PIU’ PESANTE SI DEPOSITA IN
BASSO.
LA FOGLIA NON CONTIENE SOLO LA CLOROFILLA MA ANCHE ALTRI
PIGMENTI DI COLORE GIALLO (XANTOFILLE) E ALTRI DI COLORE ARANCIO
(CAROTENI) CHE PERO’ SONO “MASCHERATI” DAL COLORE INTENSO
DELLA CLOROFILLA.
NELL’ESPERIMENTO POICHE’ LA CLOROFILLA E’ PIU’ SOLUBILE NELLA
BENZINA SI SPOSTA IN ESSA MENTRE GLI ALTRI PIGMENTI CHE SONO
PIU’ SOLUBILI NELL’ACETONE SI SPOSTANO IN ESSO.
NE RISULTANO QUINDI DUE STRATI SEPARATI UNO VERDE IN ALTO E
UNO GIALLO-ARANCIO IN BASSO.
SI NOTA CHE ANCHE SULLA CARTA CHE ABBIAMO USATO PER
FILTRARE L’IMPASTO CI SONO DUE COLORI: IN BASSO IL VERDE E IN
ALTO IL GIALLO.
ANCHE IN QUESTO CASO I DUE PIGMENTI SI SEPARANO SFRUTTANDO
IL FENOMENO DELLA CAPILLARITA’ DELLA CARTA. POICHE’ I
PIGMENTI GIALLI E ARANCIO SONO PIU’ LEGGERI “CAMMINANO” DI
PIU’ E SI SPOSTANO PIU’ IN ALTO RISPETTO ALLA CLOROFILLA.
Caroteni e xantofille “collaborano” con la clorofilla ad effettuare la fotosintesi.