l`utilitarismo

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SEMINARIO
ETICA, META-ETICA ED ETICA APPLICATA
LE ETICHE CONSEQUENZIALISTE:
L’UTILITARISMO
Antonino Rotolo
[email protected]
13 novembre 2009
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CAPITOLO DI RIFERIMENTO
Antonino Rotolo, Naturalismo e oggettività morale nell’utilitarismo di John
Harsanyi e Richard B. Brandt
CAPITOLI CORRELATI
Antonella Corradini, Oggettività etica e naturalismo: il realismo di Cornell
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UTILITARISMO E CONSEQUENZIALISMO
• L’utilitarismo è un’etica normativa
• L’utilitarismo è una teoria etica consequenzialista (la più importante): la moralità
di un’azione dipende esclusivamente dalla valutazione delle sue conseguenze
(l’opposto di una teoria morale deontologistica come quella kantiana)
• L’utilitarismo richiede di considerare l’impatto delle conseguenze di un’azione su
tutti gli interessati (non è una forma di egoismo etico); centralità della nozione di
utilità (bene)
Un’azione è moralmente obbligatoria se
massimizza l’utilità per il maggior numero di individui
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DOMANDE FONDAMENTALI DELL’UTILITARISMO
• Cos’è l’utilità?
• Come misurare le conseguenze?
• Che tipo di cose dobbiamo considerare per valutare le conseguenze?
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DEFINIRE L’UTILITA’
Tipo di utilitarismo
Numero
di beni morali
primitivi
Standard di utilità
Filosofi
Edonistico
Piacere
Uno
J. Bentham
Eudemonistico
Felicità
Uno
J. S. Mill
Ideale
Giustizia, libertà, ecc... Molti
G. E. Moore
Della preferenza
Preferenza individuale
K. Arrow, R. M. Hare,
J. Harsanyi, R. Brandt,
P. Singer
Nessuno
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COME MISURARE LE CONSEGUENZE?
LE BASI
• L’idea è che esista un metodo oggettivo per quantificare il valore (morale)
di partenza delle conseguenze. Ad esempio: deve essere possibile stabilire
un grado di piacere e uno di dolore per ogni conseguenza
• Il grado di piacere fa riferimento al singolo individuo, ma si assume che
sia oggettivamente determinabile. In alcuni filosofi, si sostiene che piacere
e dolori siano comparabili in quanto tutti gli individui possiedono le
medesime strutture di percettive (tutti sentono nel medesimo modo;
Hume)
• Metodi per quantificare le conseguenze: (1) puramente quantitativo (2)
quantitativo-comparativo
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COME MISURARE LE CONSEGUENZE?
CALCOLARE L’UTILITA’
Massimizzare l’utilità: consideriamo l’azione X
[(bene per tutti di X) – (male per tutti di X)] > {[(bene per tutti di Y1) – (male
per tutti di Y1)]+…+ [(bene per tutti di Yn) – (male per tutti di Yn)]}
Aldo
Giovanni
Giacomo
Aiutare i poveri
Bene
Male
80
20
30
70
50
50
Accumulare denaro
Bene
Male
30
70
60
40
60
40
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L’UTILITA’ ATTESE: IL BAYESIANISMO
• Calcolo dell’utilità attesa di un’azione X
UA(X) = [prob(esito1) × utilità(esito1)] + … + [prob(esiton) × utilità(esiton)]
• Alcuni presupposti per garantire che sia possibile massimizzare l’“utilità sociale
attesa” di un gruppo di n individui
1. Ottimalità di Pareto: supponiamo che A, uno degli n individui, preferisca
personalmente la situazione s1 rispetto alla situazione s2 e che nessun altro
preferisca s2 a s1; allora, l’individuo A preferirà moralmente s1 rispetto alla
situazione s2.
2. Per ogni individuo A in n, ogni preferenza RA rispetto a un insieme di opzioni D
è tale che:
• Per tutti gli x in D, x RA x
• Per tutti gli x e y in D, x RA y or y RA x
• Per qualunque x, y e z in D, se x RA y e y RA z, allora x RA z
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COSA DOBBIAMO CONSIDERARE PER VALUTARE LE CONSEGUENZE?
Tipo di utilitarismo
Conseguenze di cosa?
Principio generale
Dell’atto
Ogni azione individuale
Fai l’azione che produce la
massima utilità
Della regola
Regole
Segui la regola che produce la
massima utilità
Della pratica
Pratiche
Supporta le pratiche che
producono la massima utilità
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UTILITARISMO DELL’ATTO
• Vantaggi dell’utilitarismo dell’atto: tenere conto delle specificità di ogni
singola azione (esempio: mentire alla Gestapo)
• Svantaggi dell’utilitarismo dell’atto:
1. Tempo per calcolare l’utilità
2. Limiti di predizione
3. Limiti imposti dalla giustizia di senso comune (esempio: giovane
violento nel villaggio)
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UTILITARISMO DELLA REGOLA
• Vantaggi e svantaggi dell’utilitarismo della regola:
1. Meno abusi rispetto ai limiti imposti dalla giustizia di senso comune
(contro-esempio: norma che prescrive una società di schiavi felici)
2. Le intenzioni diventano irrilevanti; ciò che conta nelle regole è
quello che producono, non le intenzioni del legislatore (controesempio: società retta da norma che rendono il 10% della
popolazione degli schiavi felici)
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META-ETICA E UTILITARISMO
Moore: utilitarismo (etica normativa) e intuizionismo (meta-etica):
• Moore critica l’utilitarismo classico in quanto riduce il bene morale a desideri o
piaceri. Il bene morale non è riducibile a proprietà naturali: la bontà è infatti una
proprietà intrinseca delle cose e può essere colta solo attraverso l’intuizione morale.
• L’utilitarismo deve valutare come obbligatorie le azioni che realizzano gli stati di cose
che possiedono il più alto grado di bontà morale
Tuttavia, gran parte degli utilitaristi sono naturalisti:
• Il naturalismo offre una base ai giudizi morali descrivendoli e spiegandoli per mezzo
di metodi, concetti e risultati delle scienze naturali e sociali.
• Il bene individuale (valore morale) da massimizzare viene riformulato, ad esempio, in
termini di desideri, preferenze o disposizioni che una persona ha o avrebbe se posta in
una situazione ipotetica (avalutatività del bene da massimizzare).
• L’universalizzazione del bene di ogni agente è un processo altrettanto avalutativo se si
ricorre a strumenti razionali non-valutativi come la teoria bayesiana della scelta o la
psicologia empirica.
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L’UTILITARISMO IN RICHARD B. BRANDT: IL BENE INDIVIDUALE
Teoria del valore: il bene individuale
X è moralmente buono per un agente se è razionale volerlo
• Volere X richiede un esame di due componenti: credenze e desideri (e avversioni)
• Un’azione X è razionale se e solo se
1. X verrebbe fatta se le credenze che determinano X fossero confrontate con
tutte le informazioni rilevanti (scienza; pubblicamente accessibili) rispetto a X;
2. i desideri (o avversioni) che determinano X permangono dopo un processo
denominato “psicoterapia cognitiva”.
• La psicoterapia cognitiva richiede che un desiderio (o avversione) sia confrontato con
tutte le informazioni rilevanti (a) più volte, (b) in maniera vivida, (c) al momento
opportuno
• Se un desiderio (o avversione) permane a seguito di questo processo, allora è
razionale
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L’UTILITARISMO IN RICHARD B. BRANDT: CODICI SOCIALI
UTILITARISTI (1)
Giustificazione di un codice morale utilitarista
Un codice sociale utilitarista contiene un insieme di regole socialmente accettate che
promuovono la massima soddisfazione dei desideri razionali degli individui
Come giustificare un codice del genere?
Un agente A può essere
Egoista
Benevolo
Imparziale e disinteressato
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L’UTILITARISMO IN RICHARD B. BRANDT: CODICI SOCIALI
UTILITARISTI (2)
Brandt esclude il case dell’agente disinteressato, perché non vi è alcuna garanzia empirica
che ciò si dia nella società
1. L’agente A è benevolo: in questo caso, poiché il codice utilitarista promuove il massimo
benessere per il maggior numero di persone (A è razionale e ha accesso a tutte le
informazioni rilevanti per conoscere ciò), A sceglierà tale codice
2. L’agente A è egoista: in questo caso abbiamo due possibilità
2.1 Gli altri agenti sono egoisti: le leggi della psicologia suggeriscono che le regole
morali più convenienti sono quelle che “suscitano il minor risentimento globale, sia
per intensità che per numero di persone”
2.2 Gli altri agenti sono benevoli: in questo caso, A potrebbe approfittare della
benevolenza degli altri per ottenere il solo suo interesse. Tuttavia,
A è razionale e ha accesso alle stesse informazioni rilevanti cui hanno
accesso gli altri;
Dunque A tenderà a scegliere lo stesso codice degli altri, anche perché
tale scelta susciterà anche in questo caso “il minor risentimento globale,
sia per intensità che per numero di persone”
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LA TEORIA MORALE DI BRANDT: RILIEVI META-ETICI
1. La teoria morale di Brandt è avalutativa e non richiede l’esistenza di fatti morali primitivi
(è dunque naturalista in un senso forte) in quanto
I fatti non sono dotati di un valore morale intrinseco, ma tale valore viene attribuito
rispetto alla soddisfazione dei desideri
Il processo che seleziona i desideri razionali porta causalmente alla loro permanenza o
estinzione nella mente degli agenti
Il processo che supporta un codice morale utilitarista è altrettanto causalmente
determinato
2. La psicoterapia cognitiva rende l’insieme dei desideri tra loro coerenti
3. La ricerca della coerenza dei desideri
non è un requisito concettuale (a priori, analitico),
ma è spiegato sulla base delle leggi empiriche (a posteriori, sintetiche) della psicologia,
le quali, in base alla cosiddetta “cognitive dissonance theory”, indicano che gli agenti di
fatto tendono a rimuovere le incoerenze tra desideri e credenze, perché tali incoerenze
“causano sconforto”
4. Il processo di giustificazione di un codice utilitarista segue allo stesso modo leggi
empiriche fondamentali della psicologia morale
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