EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3) La mirror therapy nel recupero funzionale dell’arto superiore del paziente con stroke R. LARDANI1, F. ZULLI1, E. PENNESE1, I. PESARE1, G. DI GIACINTO1, V. AGLIARO1, A. DI IORIO2, P. RIPARI3 Nell’ottica di una riabilitazione sempre più orientata al recupero delle disabilità gravi e delle limitazioni dell’attività e della partecipazione sociale ad esse correlate, la motilità dell’arto superiore nel postictus rappresenta un target di fondamentale importanza. Infatti uno dei principali fattori di disabilità del paziente con stroke è rappresentato dalla perdita dell’abilità dell’arto superiore il 20% dei pazienti non recupera, l’85% ha un recupero parziale e comunque nel 40% dei sopravvissuti persiste una grave disabilità. Lo studio effettuato presso il nostro Centro di Riabilitazione si ispira al nuovo approccio riabilitativo per il recupero della motilità dell’arto superiore paretico, che nasce dalla scoperta dei “neuroni mirror” (Rizzolatti) nell’area F5 della scimmia, che vengono attivati sia nell’osservare che nell’eseguire un movimento , ma talora anche nell’ascoltare il rumore prodotto da una specifica azione .Esperimenti di brain imaging spingono ad una omologia funzionale nell’uomo rispetto all’animale suddetto , con i neuroni del settore posteriore del giro frontale inferiore che avrebbero proprietà specchio. Inoltre durante l’osservazione di movimenti compiuti con la bocca e con la mano , si evidenzierebbe l’attivazione di altre aree cerebrali , il che dimostrerebbe la presenza dei neuroni specchio oltre che nell’area di Broca anche nella corteccia premotoria e nel lobo parietale inferiore. Tale scoperta suggerirebbe un ruolo importante, svolto dalle aree motorie, di tipo cognitivo: quello della rappresentazione interna del movimento. Il trattamento riabilitativo con la mirror therapy”, basato su questi studi di neurofisiologia, consiste nel far muovere simmetricamente e in maniera ripetitiva al pz. emiparetico, entrambi gli arti superiori , osservando l’arto sano ad uno specchio posizionato lungo l’asse sagittale del corpo. Il paziente avrebbe la sensazione di vedere una motilità normale dell’arto paretico. Materiali e metodi Sono stati reclutati 19 pazienti con emiplegia post-ictus (7 maschi e 12 femmine) con età media di 62,5 (range 45-80) ad una distanza media di 40 giorni dall’ictus che oltre alle tecniche riabilitative tradizionali sono stati sottoposti a Mirror Therapy e un gruppo di controllo, omogeneo col primo, sottoposto esclusivamente alle tecniche tradizionali analoghe, in termini di qualità e quantità, al primo gruppo. Il protocollo applicato consisteva in 15 min. di esercizi tutti i giorni per due settimane (tranne la domenica). All’inizio e alla fine del ciclo sono state somministrate le seguenti scale di valutazione : FIM, Barthel, Motricity Index, Frenchay Arm Test Ai fini dell’arruolamento sono stati considerati criteri di inclusione : · ictus recente con emiparesi di arto superiore Costituivano criteri Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 1Centro di Riabilitazione ad Alta Intensità Villa Pini , Chieti; 2Cattedra di Geriatria e Gerontologia, Università degli Studi “G. D’Annunzio”, Chieti; 3Cattedra di Medicina dello Sport, Università degli Studi “G. D’Annunzio”,Chieti di esclusione : – neglet marcato valutato col test del Barrage; – deficit cognitivi valutati con MMSE <24; – afasia di comprensione; – deficit di sensibilità completo; – depressione grave valutata con Hamilton scale; – dolore alla spalla omolaterale da precludere la mobilizzazione; – spasticità alla Ashworth scale >2. Follow-up – Tempo 0: valutazione clinica e funzionale all’inizio del protocollo e somministrazione di scale – Tempo 1: valutazione clinico funzionale dopo 15 giorni di trattamento con relativa somministrazione di scale analoghe alle precedenti. E in programma una raccolta dati a distanza di 30 gg per una valutazione della metodica per un tempo più adeguato. Analisi statistica L’analisi statistica per la significatività del confronto tra i dati raccolti all’inizio e alla fine del protocollo è stata effettuata applicando il test di Wilcoxon, assumendo come significativa una p<0,05. FIM (Functional Indipendence Measure) time <0,001(variazione del punteggio alla scala nel corso del tempo) Caco <0,001 (differenze mediamente tra casi e controlli) Time-caco 0,0028 (interazione tra casi e controlli e tempo nella scala, ovvero se i tuoi casi migliorano rispetto ai controlli) in sintesi i casi migliorano di più di quanto non lo facciano i controlli Modified Barthel Index time <0,001 (variazione del punteggio alla scala nel corso del tempo) Caco <0,002 (differenze mediamente tra casi e controlli) Time-caco 0,0026 (interazione tra casi e controlli e tempo nella scala, ovvero se i tuoi casi migliorano rispetto ai controlli) in sintesi i casi migliorano di più di quanto non lo facciano i controlli Motricity Index e Frenchay Arm Test time <0,001 (variazione del punteggio alla scala nel corso del tempo) EUROPA MEDICOPHYSICA 1 LARDANI LA MIRROR THERAPY NEL RECUPERO FUNZIONALE DELL’ARTO SUPERIORE DEL PAZIENTE CON STROKE Caco <0,0054 (differenze mediamente tra casi e controlli) Time-caco 0,3157 (interazione tra casi e controlli e tempo nella scala, ovvero se i tuoi casi migliorano rispetto ai controlli) in sintesi i casi non migliorano rispetto ai controlli Risultati L’applicazione delle scale di valutazione in condizioni basali ed al termine del protocollo ha evidenziato un miglioramento significativo nei due gruppi riguardo agli indici di disabilità globale , quali la FIM e la Barthel, ma appare evidente che i casi sottoposti a tecnica mirror migliorano di più di quanto non facciano i casi-controllo (p=0,003). Questo dimostrerebbe l’efficacia della metodica nel recupero delle autonomie, associandola alle tecniche tradizionali , Riguardo invece al motricity index, non si evidenzia una significatività tra i due gruppi, il che dimostrerebbe nessuna apparente modifica degli aspetti di menomazione focale. Conclusioni I risultati ottenuti sia pur preliminari ci inducono a ritenere che la “Mirror Therapy” possa rappresentare una risorsa in più a disposizio- 2 ne del team riabilitativo, che può consentire un più rapido ed omogeneo recupero delle abilità residue nel paziente colpito da ictus. Studi più a lungo termine potranno meglio chiarire se, oltre al recupero delle ADL, la tecnica in oggetto possa consentire un recupero più completo della motricità dell’arto superiore . Bibliografia 1. Altschuler El, Wisdom SB, Stone L,Foster C, galasko D, Llewellyn DM, Ramashandran. 2. VS, Rheabilitation of hemiparesis after stroke in a mirror Lancet 1999; 353:2035-6. 3. Gimigliano F, Di Domenico F.P. Di Blasio R, De Sena P, Brancaccio S.R. Ialascon G. Il recupero dell’arto superiore paretico nei pazienti citati: stato dell’arte ed esperienza riabilitativa. Eur. Med. Phys. 2005;41(suppl.n° 4):57-62. 4. Gallese V, Goldman A. A Mirror neurons and the stimulation theory of mind-heading. Trends Cognit Sci 1998;2:493-500. 5. Rizzolatti G, Sinigaglia C, So quel che fai il cervello che agisce e i neuroni a specchio. Cortina editore 2006. 6. Spread 2005. Ictus cerebrale: linee guida italiane di prevenzione e trattamento. EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008