RISO RISO Importanza economica e diffusione Il riso è una delle principali piante coltivate nel mondo e costituisce la risorsa alimentare essenziale per la metà della popolazione umana. Il riso è uno dei più antichi cereali coltivati. Nella «Spirit Cave», nelle montagne della Thailandia settentrionale, furono rinvenuti dei resti di riso raccolto circa 10.000 anni a.C. In Giappone si iniziò a coltivare il riso nel III secolo a.C. Dall’Asia sud-orientale, il riso si diffuse, passando per l’India, la Persia, e attraverso i fertili bassopiani dell’Eufrate, fino all’Egitto. Con Alessandro Magno (~300 a.C.), questa pianta raggiunse anche il bacino del Mediterraneo. Nel IX secolo gli Arabi introdussero il riso in Spagna. In Italia si diffuse come importante coltura agraria nel XVI secolo. Alla fine del XVII secolo, infine, il riso oltrepassò l’Atlantico e raggiunse il nuovo mondo. differenziarono le RISO NEL MONDO • Per il numero di persone coinvolte la risicoltura rappresenta in assoluto la più importante attività agricola del mondo. • L’area coltivata a riso interessa l’11% dell’intera superficie arabile mondiale ed è distribuita in 122 Paesi di tutti i continenti. • In Asia la coltivazione interessa oltre 250 milioni di aziende, la maggior parte con meno di 1 ha di superficie. • L’ampia diffusione è da attribuire alla grande variabilità delle varietà coltivate, evolute in funzione dell’adattabilità delle piante ai diversi ambienti agroecologici e alle preferenze dei consumatori. • Oggi sono disponibili almeno 140.000 varietà, diversificate per adattabilità agroecologica, forma e dimensione delle cariossidi, caratteristiche qualitative e organolettiche. Il riso è in assoluto il cereale Nel mondo si producono maggiormente impiegato per 550 milioni di t, su una l’alimentazione umana superficie di 150 milioni Solo il 4,5 %, ovvero 27 milioni di tonnellate della produzione mondiale sono destinate di ha all’esportazione. Ciò significa che quasi l’intera produzione mondiale viene impiegata per il fabbisogno locale. Regioni climatiche di coltivazione del riso • Per la coltivazione del riso il clima varia dal tropicale, dominante nella regione compresa tra il Tropico del Cancro (23° 27’ N) e il Tropico del Capricorno (23° 27’ S), al sub-tropicale e temperato. Il riso è oggi coltivato nell’emisfero boreale in regioni fino a 50° N (Aihwei, Cina) e in quello australe fino a 35° S del New South Wales (Australia) e dell’Uruguay. • Negli ambienti tropicali, la coltivazione viene effettuata ad altitudini comprese tra il livello del mare (foce dei fiumi) e circa 2600 m di altezza (rilievi Himalayani del Nepal) PRINCIPALI AREE DI COLTIVAZIONE Metodi di coltivazione: pluviale, inondato, in acqua profonda e irrigato Riso pluviale (upland rice) 10% dell’area coltivata mondiale (India e Bangladesh, aree collinari e umide dell’Africa Occidentale, regioni ondulate del Brasile) 3% della produzione totale Terreni da pianeggianti a declivi (fino al 40%), poco fertili, forte presenza di malattie e infestanti Nessuna regimazione delle acque. Acqua apportata dalle piogge Resa media 1-4 t/ha Limitato apporto di mezzi di produzione Riso inondato (rainfed lowland rice) 32% dell’area coltivata mondiale (delta dei fiumi, paludi, zone soggette a sommersione in Asia e Africa sub-sahariana) 19% della produzione totale Terreni pianeggianti e in leggera pendenza, con modeste arginellature Nessuna regimazione delle acque (da 0 a 50 cm di profondità). Acqua apportata dalle piogge Resa media 1-3 t/ha (danni da carenze idriche) Apporto di mezzi di produzione medio-basso Riso in acqua profonda (deep water rice) 4% dell’area coltivata mondiale (delta dei fiumi in India, Bangladesh, Vietnam, Cambogia, Thailandia, Africa occidentale; zone costiere dell’India, Blangladesh, Vietnam, Indonesia) 2% della produzione totale Terreni pianeggianti e in leggera pendenza, senza arginellature Nessuna regimazione delle acque (da 0,5 a 1-5 m di profondità – floating rice) Acqua apportata dalle piogge (monsoni) o per talls innalzamento delle falde Resa media 1-1,5 t/ha (forti stress ambientali) Apporto di mezzi di produzione ridotto Riso irrigato (irrigated rice) 48% dell’area coltivata mondiale (Nord Africa, Nord America, Australia, Europa) (Asia e Sud America con 2-3 raccolti/anno) 75% della produzione totale Terreni pianeggianti, risaie con arginellature Regimazione delle acque (da 5 a 15 cm e più di profondità) Acqua apportata con irrigazione e da piogge Resa media 4-10 t/ha Apporto di mezzi di produzione elevato Superfici e produzioni a riso nella UE (2008) Rese del riso nei Paesi dell’UE (t/ha) Il Riso in Italia La storia della risicoltura italiana, dal punto di vista produttivo ed economico, si costruisce attorno a due elementi: - La presenza di uno specifico organismo di tutela e promozione della produzione istituito attorno al 1930 e caratterizzato dall’interprofessionalità, l’Ente Nazionale Risi - Una specifica organizzazione comune di mercato (OCM), all’interno della PAC che, pur strettamente derivata da quella degli altri cereali, ne ha preservato la peculiarità anche sul piano della politica agraria (anche nella nuova PAC). In questo contesto, anche se non sono mancate le difficoltà, la risicoltura ha potuto gradualmente crescere e rafforzarsi sino a divenire uno dei settori più efficienti dell’agricoltura italiana e ad alimentare uno dei pochi consistenti flussi di esportazione di prodotti agricoli di base DESTINAZIONE DELLA PRODUZIONE ITALIANA PRINCIPALI AREE A RISO IN ITALIA Ripartizione della superficie coltivata a riso in italia nel 2007 ettari totali 232.549 incremento di superfice rispetto al 2006 del 1.77% Resto d'Italia 6% ha 14269 Piemonte 51% 119341 ha Lombardia 42.5% 98941 ha Fonte Ente Nazionale Risi Le 10 più importanti province risicole italiane ( (superficie superfice totale totale 2007 2010 ha ha 232.549) 224.196) ha 90 000 Fonte Ente Nazionale Risi 82 496 80 000 72 731 70 000 60 000 50 000 40 000 33 746 30 000 20 000 13 104 8 148 10 000 6 840 3 878 2 241 1927 1906 BI OR LO VR 0 PV VC NO MI AL FE RISO Sistematica e caratteri botanici FAMIGLIA SOTTOFAMIGLIA TRIBU TRIBÙ GENERE AUNDINOIDEAE BAMBUSOIDEAE CHLORIDOIDEAE ORYZOIDEAE (C3) GRAMINACEE (C4) CHLORIDEAE ELEUSINE (C4) ERAGROSTEAE ORYZEAE PANICEAE (C3 E C4) PANICOIDEAE ANDROPOGONEAE (C4) AVENEAE POIDEAE ( C3 ) TRITICEAE ORYZA BRACHICARIA DIGITARIA ECHINOCHLOA PANICUM PASPALUM PENNISETUM SETARIA COIX SORGUM ZEA AVENA HORDEUM SECALE TRITICUM Triticosecale Genere Oryza Origine ed evoluzione Oryza glaberrima. Granella rossastra, diffusa e coltivata in Nigeria, Niger, Camerun, Senegal. • Japonica. Buona adattabilità alle basse temperature; varietà coltivate nelle regioni a clima sub-tropicale e temperato (Cina settentrionale, Giappone Corea, Asia centrale, Europa, USA, Australia) • Indica. Varietà poco adattabili alle basse temperature; prevalentemente coltivate negli ambienti soggetti a sommersione naturale a clima tropicale (Cina meridionale, Sud-Est asiatico, Africa subsahariana, Centro e Sud America) • Javanica. Coltivazioni in ambienti ad elevata altitudine (Indonesia, Filippine, Madagascar) con temperature basse durante la coltivazione Le varietà japonica Diffuse nelle zone temperate, dell’Asia orientale, degli stati arabi, della zona mediterranea, in sud America, in California e in Australia; poco sensibili al fotoperiodo. Esigenze termiche minori rispetto ai risi indica, ma maggiori esigenze nutrizionali. La paglia è piuttosto corta e robusta, la produttività elevata. I gruppi varietali japonica presentano chicchi corti, da ovali a tondeggianti, con rapporto lunghezza/larghezza minore di 2,5. Durante la cottura assorbono molto liquido e si rigonfiano, diventando leggermente appiccicosi, per cui sono particolarmente adatti per pietanze a base di riso quali minestre, sformati, riso al latte, risotto, dessert, etc. Le varietà indica Coltivate prevalentemente nelle zone tropicali (Asia meridionale e sud-orientale, stati meridionali degli USA, Madagascar, Caraibi), ciclo lungo e il vantaggio di riuscire a superare facilmente, senza subire grandi danni, la siccità e le malattie, sono molto sensibili al fotoperiodo (brevidiurne). I chicchi di questa varietà hanno una forma snella e allungata (lunghezza/larghezza superiore a 2,5), motivo per il quale sono noti anche come riso a chicco lungo. Durante la cottura assorbono poca acqua, per cui preservano la propria consistenza, non appiccicano e sono quindi ideali per le preparazioni a base di riso asciutto, per insalate, ripieni, specialità orientali, etc. DESCRIZIONE BOTANICA • radici: sistema radicale fascicolato, costituito da radici seminali e da radici avventizie ramificate, analogamente a quanto visto per i cereali microtermi. Le radici seminali rimangono attive per l’intero ciclo. Alla germinazione compare una radichetta embrionale di maggiore dimensioni, rispetto a quelle secondarie. Nelle radici avventizie, o della corona, non più giovani, compaiono dei «vasi aeriferi», che assicurano l’aerazione delle radici anche nell’ambiente sommerso in cui il riso vive. Apparato radicale poco sviluppato in profondità. • culmo: ha internodi cavi (10-20) e nodi pieni e si sviluppa in modo analogo al frumento, altezza 80-120 cm. Nella sezione trasversale di un internodo si distinguono: - Epidermide, con gli stomi - Corteccia, che lignifica a maturazione - Parenchima midollare, con l’avanzamento del ciclo alcune cellule parenchimatiche degenerano dando luogo alla formazione di cavità (lacune aerifere). In questo tessuto si accumula amido che permette al culmo di ritardare la senescenza, rispetto alle foglie - Lume, parte cava • foglie: in numero diverso secondo la varietà, ma di solito 5-7 per culmo, sono costituite di una guaina e di una lamina (lunga 30-50 cm, larga 1,5 cm circa), ruvida per la presenza di peli corti e duri. Come il culmo, presenta cavità aerifere. La ligula è lunga e bifida (lunga 5-15 mm) e le auricole pelose, ialine o pigmentate. caratteri: allo stadio di plantula si distingue dal giavone perché questo non presenta ligula e auricole e le foglie sono più trasparenti in controluce. INFIORESCENZA L'infiorescenza è un panicolo (eretto o pendulo), terminale, ramificato che porta spighette uniflore • spighette: uniflore, formate di glume molto più piccole delle glumette, le quali sono molto sviluppate, sovrapposte ai margini, appiattite e racchiudenti la cariosside come un astuccio. La glumetta inferiore (lemma) può essere mutica o brevemente aristata. Le glumette possono anche presentare alla maturazione delle pigmentazioni tipiche in molte varietà. fiore: ermafrodito e comprende un gineceo uniovulare, con stilo bifido e stigma piumoso e un androceo di sei stami. La fecondazione è strettamente autogama. Cariosside • granello: cariosside vestita dalle glumette (risone); endosperma con frattura vitrea ma può presentare una zona centrale, più o meno ampia, a frattura farinosa (perla); in Asia è anche coltivato il riso glutinoso, a frattura farinosa. Il colore è generalmente bianco o bianco-paglierino, tuttavia sono note varietà con pericarpo giallo, rosso,viola e nero • peso 1000 semi: 25-45 g • peso ettolitrico: 60-65 kg Estratt. Inaz. 84-87% Proteine 6-11% Lipidi 2-3% Ceneri 2% Fibra grezza 1% Vit. gruppo B in aleurone e germe Cariosside La forma e la dimensione varia a secondo del genotipo (japonica e indica). Nell’aleurone sono depositate sostanze di riserva, soprattutto proteine e nelle varietà indica anche lipidi. L’endosperma è costituito da amido. Il rapporto amilosio/amilopectina conferisce particolari e differenti caratteristiche di tenuta alla cottura del riso. L’elevata presenza di amilopectina rende il riso più colloso. La presenza ridotta o nulla di amilosio è tipica delle varietà waxy (o glutinose) impiegate in pasticceria o come leganti alimentari. lemma palea RISO Sviluppo, crescita e fisiologia dello sviluppo FASI FENOLOGICHE Stadi 0 GERMINAZIONE 1 SVILUPPO FOGLIE 2 ACCESTIMENTO 3 LEVATA 4 BOTTICELLA 5 SPIGATURA 6 FIORITURA 7 SVILUPPO SEMI 8 MATURAZIONE 9 SENESCENZA Germinazione stadio 0 • 00 Seme secco (cariosside) • 01 Inizio dell’imbibizione del seme • 03 Imbibizione completata • 05 Fuoriuscita della radice dalla cariosside • 06 Radice principale allungata, peli radicali e/o radici secondarie visibili • 07 Fuoriuscita del coleoptile dalla cariosside (con semina in risaia allagata questa fase avviene prima dello stadio 05) • 09 Emergenza della foglia imperfetta (epicotile) all'apice del coleoptile Germinazione Temperatura: ottima 28-30 °C, min. 10-12°C per japonica min. 14-15°C per indica. Umidità: ambiente abbastanza umido, purché ricco di O2 Semina in asciutto radichetta poi piumetta Semina in sommerso piumetta poi radichetta La germinazione termina con la formazione della 2a-3a foglia ed esaurimento delle riserve del seme. Sviluppo delle foglie stadio 1 (1) (2) • 10 Foglia imperfetta (epicotile) distesa, punta della 1a foglia vera visibile • 11 Prima foglia distesa • 12 2 foglie distese e inizio dello sviluppo radici avventizie • 13 3 foglie distese • 1. Formazione delle foglie successive fino a 9 • 19 9 o più foglie distese (1) Una foglia è distesa quando è visibile la sua ligula o l'apice della foglia successiva (2) L'accestimento e/o l'accrescimento dello stelo può verificarsi prima dello stadio 13; in questo caso il ciclo prosegue dallo stadio 21 o 30 Accestimento stadio 2 (3) • 21 Inizio accestimento:1 culmo di accestimento visibile • 22 2 culmi di accestimento visibili • 23 3 culmi di accestimento visibili • 2. Formazione di culmi di accestimento successivi fino al n° massimo rilevabile • 29 Fine accestimento: numero massimo rilevabile di culmi di accestimento (3) Se l'allungamento degli steli comincia prima della fine accestimento il ciclo prosegue dallo stadio 30 Accestimento • Dura 40-70 gg dopo la germinazione. • Inizia con lo sviluppo di un germoglio all’ascella della foglia più bassa. • Lo sviluppo dei germogli si accompagna a quello delle radici avventizie. • Culmi fertili/pianta normalmente 5 (varietà – tecnica colturale) • Termina con la differenziazione dell’apice fiorale. Con l’accestimento termina la fase vegetativa ed inizia quella riproduttiva. Levata stadio 3 • 30 Differenziazione dell'apice fiorale (pannocchia) • 32 Formazione dell'abbozzo fiorale (pannocchia): lunghezza 1-2 mm • 34 Inizio allungamento degli internodi: lunghezza dell'abbozzo fiorale > 2 mm (a seconda delle varietà) • 37 Foglia bandiera visibile, ancora arrotolata, innalzamento della pannocchia • 39 Foglia bandiera completamente srotolata, collare della foglia bandiera e della penultima foglia allineati (stadio di pre-botticella) Levata A volte inizia quando la pianta è ancora in accestimento, specialmente nelle varietà tardive. Dura circa 30 gg. • Allungamento degli internodi • Accrescimento delle foglie • Progressivo sviluppo dell’infiorescenza Si conclude con il raggiungimento della massima altezza, la botticella e l’emissione della pannocchia. Botticella stadio 4 • 41 Inizio botticella: parte superiore dello stelo leggermente ingrossata, guaina della foglia bandiera fuoriuscita di circa 5 cm dalla guaina della penultima foglia • 43 Media botticella: guaina della foglia bandiera fuoriuscita di circa 5-10 cm dalla guaina della penultima foglia • 45 Fine botticella: guaina della foglia bandiera rigonfia, guaina della foglia bandiera fuoriuscita più di 10 cm dalla guaina della penultima foglia • 47 Rottura della guaina della foglia bandiera • 49 Guaina della foglia bandiera aperta Spigatura stadio 5 (4) • 51 Inizio emissione pannocchia: apice dell'infiorescenza fuoriuscito dalla guaina • 52 20% della pannocchia completamente fuoriuscita • 53 30% della pannocchia completamente fuoriuscita • 54 40% della pannocchia completamente fuoriuscita • 55 Metà spigatura: 50% della pannocchia completamente fuoriuscita, nodo della pannocchia ancora nella guaina • 56 60% della pannocchia completamente fuoriuscita • 57 70% della pannocchia completamente fuoriuscita • 58 80% della pannocchia completamente fuoriuscita • 59 Fine spigatura: tutta la pannocchia completamente fuoriuscita; fuoriuscita nodo infiorescenza dalle auricole della foglia bandiera, antere non ancora visibili (4) Normalmente la fioritura inizia prima dello stadio 55: in questo caso si prosegue dallo stadio 6 Fioritura stadio 6 • 61 Inizio fioritura: antere visibili all'apice della pannocchia • 65 Piena fioritura: antere visibili nella maggioranza delle spighette • 69 Fine fioritura: tutte le spighette hanno completato la fioritura, possibile presenza di antere disseccate Fioritura: scalare, parte dalla parte apicale della pannocchia Antesi: temperatura ottimale 30°C umidità relativa aria 70-80% Fecondazione: di norma autofecondazione, possibile fecondazione incrociata. Maturazione lattea - cerosa - vitrea Temperatura ideale: 20°C L’abbassamento termico notturno favorisce il processo Maturazione scalare come la fioritura Sviluppo dei frutti stadio 7 • 71 Maturazione acquosa: i primi granelli hanno raggiunto metà della loro dimensione finale • 73 Maturazione lattea precoce • 75 Maturazione lattea media: il succo contenuto nella granella è latteo • 77 Maturazione lattea piena Maturazione dei semi stadio 8 • 83 Maturazione cerosa precoce • 85 Maturazione cerosa piena: contenuto della granella soffice ma secco, l'incisione dell'unghia non rimane evidente, granella e glume ancora verdi • 87 Maturazione cerosa avanzata: contenuto della granella solido, l'incisione dell'unghia rimane evidente • 89 Maturazione piena o fisiologica: granella dura, difficile da rompere con l'unghia Senescenza stadio 9 • 92 Sovramaturazione: granella molto dura, non si incide con l'unghia • 97 Piante morte e secche • 99 Prodotto raccolto Il ciclo dalla semina alla maturazione è di 150-180 giorni. Sviluppo • Le prime foglie hanno vita breve (8-12 gg) • Il n° di foglie è caratteristica varietale (12-23 per pianta), il ritmo di emissione varia tra 7-10 gg • Al momento della fioritura sono attive solo 5-7 foglie, che si riducono a 2-3 in maturazione • Capacità di accestimento elevata (sfruttata con la tecnica del trapianto) • N° pannocchie in funzione della densità di semina, dell’accestimento, della varietà, della tecnica colturale (300450/m2, spighette 70-130/pannocchia) Fattori produttivi • • • • • • • LAI (valori ideali 4-7, valori più elevati effetti negativi) Fase di produzione Taglia bassa source fotosintetati Culmi rigidi Foglie erette Pannocchie/m2 Fertilità spighetta* Fase di accumulo sink Peso cariossidi* * Fattori molto importanti nel nostro ambiente Il ritmo di accumulo della s.s., espresso come Crop Growth Rate può raggiunge valori di 40-50 g/m2 d (valori più elevati nelle var. indica) L’H.I. è vicino a 0,5 nelle varietà di buona produzione (7-8 t/ha), scende a 0,4-0,3 nelle vecchie varietà a taglia alta, ma può salire 0,7 nelle nuove costituzioni RISO Esigenze ambientali ESIGENZE AMBIENTALI Il processo evolutivo, realizzatosi nel corso di millenni, ha consentito al riso di adattarsi a condizioni ambientali molto diversificate. È coltivato in aree dove la media termica durante la stagione di coltivazione è di 33°C e in regioni temperate con medie stagionali tra 17 e 19°C. Si adatta ad ambienti dove le precipitazioni si limitano ad un centinaio di mm/anno, o dove queste superano i 5000 mm. È coltivato al livello del mare, ma anche ad altezze di circa 2500-3000 m. Dal punto di vista fotoperiodico il riso originariamente è brevidiurno, ma le varietà che si coltivano in Italia hanno una sensibilità al fotoperiodo molto attenuata, tanto da fiorire anche in regime di 15 ore giornaliere di luce (piena estate). Si avvantaggia di forti livelli di radiazione in levata, > n° spighette in maturazione, > peso cariosside Il riso è esigentissimo in fatto di calore e di acqua, ma la sua più peculiare caratteristica ecologica è di tollerare la saturazione idrica del terreno per cui, pur non essendo una pianta acquatica, è adattato alle zone umide dei tropici e dei subtropici soggette anche a sommersione. ACQUA Il riso si adatta ad essere coltivato in molte situazioni idriche, tuttavia i migliori risultati si ottengono dove si attua la sommersione continua. Può essere coltivato senza irrigazione (upland rice) solo dove cadono regolarmente più di 200 mm di pioggia al mese per almeno 3-4 mesi. L’acqua, oltre a sopperire a esigenze fisiologiche, funge da volano termico, proteggendo la pianta dagli sbalzi di temperatura, particolarmente dannosi nelle fasi critiche della germinazione e della formazione delle cellule madri del polline. Il riso è molto sensibile alle escursioni termiche giornaliere. L'acqua, pertanto, costituisce un insostituibile soccorso termico per l'apporto diretto di calore (quando l'acqua abbia temperatura superiore a quella dell'aria) e per l'azione termoregolatrice, cedendo di notte e nei giorni freddi il calore accumulato nei periodi di insolazione intensa. Con la sommersione un'escursione termica giornaliera di 10-15 °C viene ridotta a 3-4 °C. L’acqua mantiene il suolo in stato ridotto, dove l’N si conserva allo stato ammoniacale. Sotto tale forma è disponibile per il riso e si sottrae al dilavamento legandosi al terreno. L’acqua di sommersione ha anche effetti favorevoli sulla assimibilità del P e del K. Sono maggiormente disponibili Si, Fe e Mn. L’acqua consente anche di controllare tutte le piante infestanti non acquatiche e rallenta lo sviluppo delle graminacee riproducibili mediante seme (ad eccezione di alcuni tipi di giavone). Per contro, favorisce lo sviluppo di infestanti acquatiche. La sommersione svolge anche un’azione di contenimento della germinazione dei semi di riso crodo interrati in profondità. L’acqua di sommersione ha però effetti negativi sull’ambiente a seguito di processi fermentativi che possono produrre gas (metano in particolare) a “effetto serra”. Maggiori rischi anche di contaminazione delle acque di falda da erbicidi. Esigenze idriche: 500-800 l/kg s.s. Consumo idrico. -13.000 m3/ha nei terreni meno permeabili (baragge del vercellese e alto novarese) - 65.000 m3/ha nei terreni sciolti e permeabili dell’alto novarese e pavese - 35.000 m3/ha nei terreni di medio impasto (milanese, lodigiano) Esigenze termiche Nei climi temperati l'unica stagione di coltura possibile è quella primaverile-estiva e con l'ausilio di irrigazione fatta con sistemi tali da svolgere anche importanti funzioni termoregolatrici. Nelle regioni equatoriali, dove la temperatura è costantemente alta, si fanno anche 2-3 raccolti all'anno. TERRENO Per quanto riguarda il terreno, il riso si adatta ad ogni tipo e costituzione: sabbioso, argilloso, basico o acido, etc. purché umido. Nella risicoltura sommersa la limitazione principale in fatto di terreno sta nelle caratteristiche idrologiche del suolo stesso, che deve essere abbastanza impermeabile da potervi mantenere la lama d'acqua necessaria: circa 15 cm di spessore. Il terreno deve essere sistemato in modo da rendere possibile l'uniforme distribuzione dell'acqua e un rapido prosciugamento per poter compiere le asciutte necessarie per certe operazioni colturali. Nella risaia sommersa il profilo del terreno è caratterizzato da un sottile strato ossidato in corrispondenza dell'interfaccia suolo-acqua, al di sotto del quale il terreno si trova in condizioni fortemente riducenti. Effetti della sommersione • Modificazioni della caratteristiche fisiche del suolo (struttura) • Riduzione della percolazione • Modificazione della natura chimica: da N nitrico a N ammoniacale, Mn e Fe da elevato stato di ossidazione a forme ridotte, da solfati a solfiti, da CO2 a CH4 • pH 6,5-7 • Queste condizioni di ossidoriduzione sono però dinamiche perché con le asciutte si viene a ripristinare l’ossigenazione. RISO Tecnica colturale RISO Avvicendamento AVVICENDAMENTO Avvicendamento • Normalmente monosuccessione (specifica sistemazione del terreno) • Tra un riso e l’altro, coltura intercalare da sovescio (trifoglio incarnato, colza). RISO Sistemazione del terreno SISTEMAZIONE DELLA RISAIA Sistemazione della risaia • La coltura richiede superfici molto livellate, delimitate da arginature • Gli appezzamenti sono delimitati da ripe e suddivisi in camere, delimitate da arginelli e sistemate a prose (10-12 m) separate da solchi acquai (20 cm profondità). • La meccanizzazione e l’aumento delle dimensioni aziendali hanno determinato un aumento dell’estensione delle camere (3-4 ha, fino anche a 8-10 ha). • Questo aumento è stato favorito anche dal miglior livellamento dei terreni, effettuato con lame a controllo laser. • Il buon livellamento ha altresì permesso la riduzione del numero dei solchi acquai. • Riduzione delle arginature e conseguentemente di fonti di diffusione delle infestanti e dei costi di mantenimento della risaia. Preparazione terreno La preparazione del terreno per il riso consiste in un complesso di lavori che, per lo più, vengono eseguiti nel periodo autunnoprimaverile. Questi lavori comprendono: aratura, livellamento, affinamento, (arginellatura), intasamento, tutti volti ad una adeguata gestione delle acque. L'aratura con rovesciamento completo della fetta è utile per ripristinare la struttura e, nel caso della risaia stabile o di riso dopo riso, per assicurare l'ossigenazione degli strati di suolo che la prolungata sommersione fa passare allo stato ridotto. Per stabilire la profondità di aratura va esaminata la permeabilità del sottosuolo: se questa è elevata, l'aratura dovrà essere superficiale (18-20 cm) per evitare eccessivi disperdimenti d'acqua per percolazione; se il sottosuolo è tenace e poco permeabile si potrà approfondire il solco ma sempre tenendosi a profondità modesta, non superando mai 30-35 cm. Di norma si fa un’aratura, in autunno nei terreni argillosi, a fine inverno in quelli torbosi o sciolti. L’aratura profonda è imputata di conservare la banca semi delle principali infestanti della coltura e in particolare del riso crodo. Il posizionamento dei semi a profondità variabile determina un’emergenza scalare e il mantenimento del potenziale infestante per diversi anni. Le arature leggere stimolano la germinazione precoce delle infestanti, favorendo la loro distruzione successiva. Il pareggiamento (solo per semine sommerse), ha lo scopo di assicurare il livellamento perfetto della camera. Si fa immettendo nella risaia acqua che, fungendo da livella, consente di individuare colmi e bassure, e intervenendo con passaggi di spianone, a superficie liscia o munita di denti o zappette. L’utilizzo della lama a controllo laser ha rivoluzionato la tecnica di preparazione della risaia. Con il livellamento si ha: uniformità dei livelli di sommersione, maggiore velocità nello scarico e carico dell’acqua nelle camere, risparmio dei consumi irrigui, affrancamento uniforme delle plantule e quindi miglior investimento, maggiore efficacia degli erbicidi. Attenzione a non compattare troppo il terreno. Il costipamento crea problemi di sviluppo e declino autunnale precoce. La disponibilità di terreni ben livellati ha pure permesso l’attuazione della coltivazione con semina in asciutta e sommersione a 3-4 foglie. L'affinamento si fa con erpici di vario tipo (3-5 cm). Una volta serviva per frantumare le zolle dopo l’aratura ed il pareggiamento della superficie, ora per ripristinare la sofficità dello strato superficiale. In entrambi i casi il suo ruolo è quello di permettere un buono sviluppo dell’apparato radicale seminale. La frantumazione non va troppo spinta per non favorire un elevato grado di intorbidimento dell’acqua, con conseguente forte ricoprimento del seme della terra in sospensione e riduzione della germinabilità (con semina in sommersione) L’erpicatura serve anche per interrare i fertilizzanti e distruggere alcune infestanti L'intasamento dello strato attivo è un'operazione necessaria solo nei terreni eccessivamente permeabili, per ridurre le perdite per percolazione. Si tratta di provocare nella risaia allagata la formazione di torbida che sedimentandosi riduce la bibicità del terreno. Servono allo scopo appositi strumenti intasatori o anche, ottimamente, ripetuti passaggi veloci di trattrici munite di ruote a gabbia. Preparazione terreno / varianti • Minima lavorazione (erpicatura) • Semina su sodo (bruciatura paglia e poi semina con apposita seminatrice) Condizioni terreno, efficienza fertilizzanti, diffusione infestanti (effetto benefico su riso crodo). Non applicabili con continuità. È stata osservata una maggiore difficoltà di radicamento e di penetrazione delle radici nel terreno, con riduzione dello sviluppo vegetativo. È consigliato l’aumento della quantità di seme.