tensione possiamo

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Shinjitzu
Ki (I)
Allora il Signore Dio plasmò l'uomo
con polvere del suolo e soffiò nelle narici un alito di
vita e l'uomo divenne un essere vivente.
GENESI 2
Secondo il manuale Reading and Writing Japanese, Ki ( Qi o Chi in Cinese, Prana in
Indi, Pneuma in Greco) significa:
spirito, energia, mente, vapore, ...
L'ideogramma riportato in figura è formato da vapori che salgono a spirale dalla terra
e formano
in alto banchi di nuvole (fig. 1) e da un fascio di riso (fig. 2).
In sintesi possiamo pensare al vapore che sale
dal riso che bolle in un calderone. Il vapore
rappresenta l’elemento aria, il riso invece ha il
significato di nutrimento e sangue (fig. 3).
Se estendiamo tali immagini al corpo umano ci troviamo di fronte alla
rappresentazione di un processo di trasformazione, una sorta di alchimia
interna che produce calore e crea una energia ascendente. Il luogo dove tale
fenomeno di concentrazione e trasformazione avviene è per gli orientali,
fig. 3 ki
l’Hara 腹 (in termini riduttivi ventre): una regione che si situa all'interno del
corpo un po’ al di sotto dell'ombelico. Gli antichi, in effetti, avevano scelto per
indicare il KI un simbolo che rappresentasse l’idea dell'energia e quindi lo vollero
formato dai due elementi universali: il caldo e il freddo, uno In (yin, 陰) concreto,
terrestre, manifesto: il riso; l’altro etereo, Yo (yang, 陽), il vapore, l'aria, l'essenza.
Ma cos'è il Ki?
Generalmente Ki viene associato all' aria, al respiro, però i test condotti da alcuni
scienziati su praticanti di Qigong 氣功, ad esempio hanno misurato che: essi
emettevano radiazioni infrarosse, producevano elettricità statica, flusso di particelle
ed altro.
Questa forma di energia umana che possiamo anche chiamare potenza attiva
dell’organismo presuppone una componente fisica ed una psichica strettamente
legati. Ma come possiamo misurarla? In sé non è misurabile, però possiamo
misurarne gli effetti prodotti. Ad esempio sappiamo per certo che un cuore arrivato
all'età più o meno di 100 anni smetterà di battere perché si sono esaurite le sue risorse
energetiche. E' precisamente questo tempo di vita, fissato per ogni specie, questa
energia vitale concessa e/o ricevuta alla nascita dai genitori che non siamo in grado di
misurare scientificamente.
Visto che il problema era di ordine immateriale e quindi non misurabile, i nostri
antenati hanno osservato il cosmo, studiato e rapportato le manifestazioni
dell’energia all’uomo, hanno osservato come l'energia circolava e si manifestava al
suo interno, ed hanno messo a punto una tecnica per armonizzare gli squilibri e i mal
funzionamenti per vivere meglio e più a lungo.
L'agopuntura è un esempio forse fra i più noti dell’applicazione di questi principi.
Il KI in rapporto alle sue funzioni all’interno del corpo umano può essere paragonato
ad una specie di informazione, messaggio, provvisto di vettore che lo trasporta.
Questo vettore a sua volta deve essere considerato come avente una sua consistenza.
Per cui il Ki non significa e solamente inalare ossigeno ed espellere anidride
carbonica, ma significa anche una entità che possiede un ricco e completo messaggio
ed una propria energia. Questa energia vitale, questo Ki è qualcosa di impalpabile, e
di terribilmente potente nei suoi effetti. Per esempio nel kimè1 si presume che la
totalità dell'energia mentale e fisica vengano concentrate con tutta l’attenzione di cui
uno è capace. Per intenderci il Ki è per il praticante di karate quello che è la polvere
da sparo per il proiettile.
Luciano Puricelli
Pubblicato su Karate Oggi, n° 8, 1989. Aggiornato Marzo 2014.
1
Kime (決め) dal verbo kimeru, decidere. Nel Karate significa energia e focalizzazione, l’esatta tensione e intensità nel
giusto momento durante la tecnica. Normalmente questa contrazione o tensione del corpo è principalmente focalizzata
nell’Hara, nel tanden, nell’addome – ventre.
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