Gli elementi nutritivi essenziali macronutrienti micronutrienti Idrogeno, H Carbonio, C Ossigeno, O Azoto, N Potassio, K Calcio, Ca Magnesio, Mg Fosforo, P Zolfo, S presenti a concentrazioni maggiori di 1000 ppm Cloro, Cl Boro, B Ferro, Fe Manganese, Mn Zinco, Zn Rame, Cu Molibdeno, Mo presenti a concentrazioni inferiori a 100 ppm Un elemento è essenziale quando: • La sua carenza rende difficile, o impossibile, il completamento del ciclo vegetativo o riproduttivo della pianta • La sua carenza può essere prevenuta somministrando l’elemento alla pianta o corretta 1 Fonti di nutrienti Gli elementi minerali sono presenti nella massa del suolo in cinque forme particolari: a) elementi in soluzione b) elementi adsorbiti in forma scambiabile c) elementi adsorbiti in forma non scambiabile d) elementi in forma inattiva e) elementi in forma cristallina 2 Il ciclo dell’azoto Apporti Perdite • Precipitazioni • Rimozione (piante) • Fertilizzazioni e letamazioni • Lisciviazione • Denitrificazione • Fissazione biologica 3 Fissazione dell’azoto Pre-invasione: I Rhizobium di solito si trovano liberi nel terreno. Il primo passo nella formazione della relazione simbiotica è la migrazione dei batteri verso la rizosfera. Questa è una risposta chemiotattica, probabilmente mediata da composti chimici con funzione attraente (flavonoidi) prodotti dalle radici. Una volta arrivati nella rizosfera, i batteri aderiscono alla superficie radicale e in particolare ai peli radicali. Sviluppo e crescita dei fili di infezione 4 Invasione cellulare e formazione dei simbiosomi I tessuti del nodulo maturo 5 Tubercoli radicali un gruppo di radici di leguminose l'ingrandimento di un radice che evidenzia i tubercoli Complesso enzimatico nitrogenasi La nitrogenasi è formata da due componenti proteiche (componente I e componente II). La componente I, chiamata Fe-Mo-proteina, contiene in totale 24 atomi di ferro, di cui alcuni sono condivisi con il cofattore contenente due atomi di molibdeno; è formata da due tipi di subunità ed ha un peso molecolare di circa 220000 u.m.a. La componente II, chiamata Fe-proteina è formata da due subunità identiche; contiene 4 atomi di ferro e 4 atomi di zolfo ed ha un peso molecolare di 65000 u.m.a. Condizioni per il funzionamento della nitrogenasi presenza di di Fe e Mo per la sintesi dell'enzima; presenza di processi metabolici che liberano elettroni per la riduzione dell'azoto, e di ATP per il fabbisogno energetico; temperature compatibili con la crescita dei batteri; assenza di ossigeno, che inattiva irreversibilmente l'enzima. nei tubercoli_radicali la concentrazione di ossigeno viene mantenuta bassa e controllata da una proteina che lega l'ossigeno, la legemoglobina 6 Fissazione biologica N2 + 8e- + 8H+ + 16ATP → 2NH3 + H2 + 16ADP + 16Pi La ferridossina ridotta (che funge da trasportatore di elettroni) cede elettroni alla Fe-proteina (II) e la riduce. Questa lega Mg ad ATP e può così cedere a sua volta elettroni alla Fe-Mo-proteina (I). Fe-Mo-proteina (I) infine cede elettroni all'azoto molecolare N2 e lo riduce ad ammoniaca NH3. Carboidrato e NH3 formano poi gli amminoacidi 7 Mineralizzazione dell’azoto organico: 1. 2. proteolisi ammonificazione Deaminazione ossidativa: (+O) R | HC – NH2 | COOH R | C = O + NH3 | COOH Deaminazione riduttiva: (+ H) R | HC – NH2 | COOH R | CH2 + NH3 | COOH Deaminazione idrolitica: (+ H2O) R | HC – NH2 | COOH R | CHOH + NH3 | COOH 8 Nitrificazione 2 NH4+ + 3 O2 → 2 HNO2 + 2 H2O + 2 H+ Nitrosomonas 2 HNO2 + O2 → 2 H+ + 2 NO3----------------------------------------------2 NH4+ + 4 O2 → 2 NO3- + 4 H+ + 2 H2O Nitrobacter Le condizioni generali che favoriscono le reazioni descritte sono: disponibilità di ossigeno temperature moderate (optimum a 25-30 °C, con il minimo a 4-5 °C) struttura del terreno medio-fine pH neutro 9 Denitrificazione NO3N2 N2O riduttasi Nitrato riduttasi anaerobi facoltativi N2O NO NO riduttasi NO2- Nitrito riduttasi Enzima diverso da quello coinvolto nell’assimilazione Questi quattro enzimi contengono: Mo, Cu and Fe. Batteri denitrificanti, in assenza di ossigeno come accettore di elettroni, riducono ossidi di azoto. Utilizzano l’energia ottenuta dalla riduzione per trasferire elettroni (fosforillazione) e immagazzinare energia nella forma di ATP. più dispendioso meno dispendioso Perché allora NO3- è la forma più assorbita? 1. NO3- è più mobile 2. per raggiungere NH4+ ci vorrebbe un maggior sviluppo radicale 3. NH4+ è tossico anche a basse concentrazioni 10 Organicazione dell'azoto Il processo consiste nell'utilizzo di azoto inorganico per la sintesi degli amminoacidi e di altre molecole organiche Il nitrato penetrato nelle cellule subisce una riduzione ad ammoniaca Questo processo viene chiamato riduzione assimilativa del nitrato Successivamente avviene l'incorporazione dell'ammoniaca nei gruppi amminico ed ammidico del glutammato e della glutammina A partire da questi due amminoacidi si possono formare tutti i composti azotati cellulari Riduzione assimilativa del nitrato La riduzione assimilativa del nitrato avviene in due stadi distinti: nel primo il nitrato è ridotto a nitrito, nel secondo il nitrito ad ammoniaca La riduzione del nitrato a nitrito avviene con il trasferimento di due elettroni: HNO3 + 2e + 2H+ → HNO2 + H2O Tale reazione è catalizzata dall'enzima nitrato reduttasi assimilativa La riduzione del nitrito ad ammoniaca mette in gioco sei elettroni: HNO2 + 6e + H+ → NH3 + H2O Catalizzatore della reazione è l’enzima nitrito reduttasi assimilativa 11 Nitrato riduttasi assimilativa La nitrato riduttasi è una proteina che contiene FAD (flavin adenin dinucleotide) e molibdeno. Il cofattore della nitrato riduttasi, Mo, è un microelemento indispensabile: in sua carenza non è possibile utilizzare il nitrato. Donatori di elettroni per la riduzione del nitrato a nitrito sono NADH e NADPH. La nitratoriduttasi catalizza il trasferimento degli elettroni dai donatori al nitrato. Enzima nitrito riduttasi La nitritoriduttasi è una proteina che contiene Fe (siroeme) e un centro di reazione ferro-zolfo Fe-S; in tal caso, come donatore di elettroni viene utilizzata ferridossina ridotta. Mediante il centro di reazione Fe-S e il siroeme avviene il trasferimento di elettroni per la riduzione del nitrito Regolazione della riduzione assimilativa del nitrato Esiste una rigorosa regolazione della riduzione assimilativa del nitrato, attuata mediante meccanismi di repressione: la riduzione viene, in particolare, inibita dall'ammonio L'ammonio reprime la nitratoriduttasi e ne arresta la sintesi; inoltre ne inibisce anche l'attività. I due meccanismi di regolazione, la repressione e l'inibizione, controllano la riduzione del nitrato in funzione delle esigenze della cellula A cosa serve? La regolazione dosa la velocità di riduzione sulla base di esigenze metaboliche; inoltre impedisce l'accumulo eccessivo di ioni ammonio che risulterebbero tossici ed evita il processo di riduzione dei nitrati che è assai dispendioso da un punto di vista energetico. 12 Sintesi degli amminoacidi Lo ione NH3+ entra nel metabolismo attraverso composti quali glutammina, acido glutammico e carbamil fosfato. Una reazione molto importante di assimilazione dell'azoto è catalizzata dalla glutammina sintetasi, che si trova in tutte le cellule animali, vegetali o batteriche, e consiste nella formazione della glutammina, che segue la formazione dell’acido glutammico Formazione dell'acido glutammico Formazione della glutammina Il ciclo del fosforo Principali differenze con il ciclo del’azoto: • Il ciclo del fosforo è schematicamente più semplice , in quanto alcune tappe non sono limitate a definiti gruppi di microorganismi • La riserva del fosforo la si trova nella crosta terrestre • Il fosforo richiesto in quantità relativamente piccola 13 Il fosforo è un componente integrale di un importante numero di composti presenti nelle cellule vegetali, tra i quali gli zuccheri fosfati utilizzati nella respirazione e nella fotosintesi, i fosfolipidi che costituiscono le membrane vegetali e gli acidi nucleici (DNA e RNA). Composti fosforilati ad alto livello energetico sono l’adenosina trifosfato (ATP) e l’adenosina difosfato (ADP). Una nutrizione fosfatica inadeguata limita la sintesi di RNA e riduce la sintesi proteica. In conseguenza, nei tessuti vegetali si verifica l’accumulo di composti azotati. Le piante mostrano una crescita stentata, aumento dello sviluppo dell’apparato radicale, steli sottili e foglie verde intenso con talvolta accumulo di pigmenti rossastri. La produzione è qualitativamente e quantitativamente compromessa. Fosforo legato alla sostanza organica Mineralizzazione Fosforo adsorbito Organicazione Piante Adsorbimento Desorbimento Ioni fosfato in soluzione Concimi Precipitazione Solubilizzazione Fosfati poco solubili Fosfati molto poco solubili Fosfati insolubili 14 Fonti del P nel suolo: origine organica origine inorganica composti solubili in acqua composti insolubili in acqua Trasformazioni del fosfato nel suolo lento P occluso nella superficie degli ossidi e composti insolubili di P veloce P adsorbito P in soluzione P organico Mineralizzazione, mobilizzazione 15 16 Mycorrhizae -P +Myc Lambers et al. 2008 -P -Myc Perez-Moreno and Read, 2000 17 P-deficiency increases root:shoot ratios http://www.ipni.net/ipniweb/portal. nsf/0/9ad9bd18794e8480852573ec00 0ec596/$FILE/P%20deficiency%20on %20maize%20Balitsereal.JPG +P -P Lambers , 2002 Lo zolfo Tra tutti i macroelementi lo zolfo è quello meno abbondante: esso infatti rappresenta solo lo 0.1% del loro peso secco contro l’1.5% dell’azoto e il 45% del carbonio. Nonostante ciò, lo zolfo riveste un ruolo importante nella crescita e nella regolazione dello sviluppo della pianta in quanto costituente integrale di molte biomolecole quali lipidi, vitamine, e proteine. Aminoacidi contenenti zolfo: Cisteina metionina Metabolismo dell’azoto Fotosintesi C1 – metabolismo SAM / SMM metilazioni Gruppi prostetici Cluster ferro-zolfo Metabolismo dello zolfo Ormoni: Etilene Poliammine Vitamine: Biotina Tiamina Risposte a stress: GSH - ROS PCs - metalli Tionine -metalli Solfolipidi Metaboliti secondari Glucosinolati Composti solfati e sulfonati Proteine: caratteristiche strutturali attività 18 In condizioni di S-carenza la pianta presenta una velocità di crescita ridotta determinata da una serie di problemi associati alla diminuzione della sintesi proteica, con conseguente accumulo di composti azotati nelle cellule. Inoltre, evento tipicamente correlato a queste variazioni è la comparsa di clorosi fogliare dovuta alla diminuzione della produzione di clorofilla. Lo zolfo, analogamente all’azoto, è caratterizzato da un ciclo molto complesso, potendo assumere stati di ossidazione molto diversi (da –2 a +6). A differenza dell’azoto, però, le riserve maggiori di zolfo si trovano nella litosfera, in particolare nelle rocce ignee. S Il solfato presente nel terreno è il risultato della mineralizzazione delle rocce, anche se in parte può avere origine atmosferica (anidride solforosa e solforica). Le piante sono capaci di assorbire S dall’atmosfera sotto forma di anidride solforosa (SO2), ma è stato accertato che una elevata concentrazione di SO2 nell’atmosfera (>1.5 mg/m3) riesce a deprimere lo sviluppo di alcune piante e a provocare la comparsa di necrosi fogliare. ossidazione SOLFURI (S2-) riduzione SOLFATI (SO42-) COMPOSTI ORGANICI Lo zolfo presente nelle piante deriva principalmente dal solfato assorbito dal suolo per mezzo delle radici. L’ossidazione dei composti organici dello zolfo (tiosolfati, solfuri, zolfo elementare) a solfati è condotta da batteri del genere Thiobacillus e da altri microrganismi eterotrofi (processo analogo alla nitrificazione). In ambiente anaerobico i solfati sono ridotti direttamente a solfuri che possono passare nell’atmosfera (processo analogo alla denitrificazione). Tale riduzione viene effettuata nel terreno da batteri anaerobi del genere Desulfovibrio che utilizzano il solfato come accettore finale di elettroni in condizioni anaerobiche. 19 Riduzione assimilativa del solfato Il trasporto del solfato dall’apoplasto attraverso la membrana plasmatica fino all’interno della cellula radicale è un processo attivo che avviene sia contro gradiente chimico, visto che la concentrazione del solfato all’interno delle cellule è da 100 a 1000 volte più alta rispetto a quella della soluzione del terreno, sia contro gradiente elettrico. Una volta nella cellula, il solfato viene convertito in composti organici attraverso un processo di riduzione assimilativa, oppure, se in eccesso, viene rapidamente traslocato nel vacuolo. Il solfato per poter essere organicato deve prima essere ridotto, e il processo di riduzione del solfato richiede a sua volta l’attivazione di questo ione tramite l’intervento di enzimi specifici che catalizzano la formazione di composti solforati intermedi. Nelle piante superiori, gli enzimi responsabili dell’assimilazione riduttiva del solfato sono localizzati nei cloroplasti delle cellule delle foglie. La via di riduzione del solfato consiste di 4 fasi: (1) attivazione del solfato (2) trasferimento del gruppo solforilico (3) e (4) riduzione e incorporazione di –SH con formazione di cisteina. Meccanismo di assimilazione assorbimento solfato out riduzione attivazione solfato in APS ATP sulfurilasi assimilazione Solfuro (SH) OAS sulfidrilasi Cisteina Metionina Glutatione Proteine L’APS (adenosina 5’- fosfosolfata) e il PAPS (3’- fosfoadenosina 5’ fosfosolfata) rappresentano le forme attivate del solfato. A partire dal PAPS, il solfato può essere direttamente incorporato in esteri, quali i solfolipidi. A partire dall’APS formatosi nella prima reazione si può invece arrivare alla sintesi di cisteina: in questo caso il solfato deve essere ridotto a solfuro acquistando 8 elettroni e passando dallo stato di ossidazione +6 a quello –2. La cisteina è il primo prodotto stabile del processo di riduzione del solfato e rappresenta il precursore per la sintesi di tutti gli altri composti organici contenenti zolfo ridotto. 20 Lewandowska and Sirko, 2008 Micronutrienti Elemento Simbolo chimico Peso Atomico Boro B 10.82 Cloro Cl 35.46 Ferro Fe 55.85 Manganese Mn 54.94 Molibdeno Mo 95.95 Rame Cu 63.54 Zinco Zn 65.38 21 Ruolo dei micronutrienti essenziali Functions of Iron Iron is a structural component of cytochromes, hemes and other substances involved in oxidation-reduction reactions in photosynthesis and respiration e- donor and acceptor Enzyme-Fe2+ + substrate Enz-Fe3+ + product ( plus 1 e-) Enzyme- Fe3+ + substrate Enz-Fe2+ + product (minus 1 e-) Heme Proteins Iron-Sulfur Cluster Proteins 22 Iron chlorosis one of the major limiting factors affecting crop yields, food quality and human nutrition Fe deficiency Fe is normally found in most soils being the fourth most abundant element in the lithosphere Most often the causes of Fe deficiency problems in plants are due to low Fe availability Solubility of inorganic Fe in equilibrium with Fe oxides in well-aerated soils in comparison to the requirement of soluble Fe at the root surface of various plant species 23 • Riduzione della crescita Fe-carenza • Clorosi fogliare • Alterazioni metaboliche Le piante hanno sviluppato due diverse strategie per assorbire ferro dal suolo La Strategia I è comune a tutte le piante, eccetto le Graminacee, e consiste nella mobilizzazione degli ioni Fe3+ dalle particelle del suolo indotta dall’acidificazione operata dalle radici. La Strategia II è tipica delle Graminacee e consiste nel rilascio da parte delle radici di composti chelanti, i fitosiderofori, caratterizzati dalla capacità di produrre complessi stabili con micronutrienti cationici che, nel caso del Fe, vengono direttamente riassorbiti dalla radice 24 Rappresentazione schematica del meccanismo di risposta alla Fe-carenza delle piante a Strategia I. Le piante a Strategia I rispondono alla Fe-carenza con una serie di meccanismi che facilitano la mobilizzazione e l’acquisizione degli ioni Fe3+. Tali adattamenti sono essenzialmente localizzati a livello della membrana plasmatica delle cellule radicali e consistono nell’induzione dell’attività dell’H+ATPasi, con conseguente acidificazione della rizosfera, e dell’attività di una FeIII-chelato reduttasi, che ha come effetto una maggiore capacità di ridurre il FeIII a FeII. Rappresentazione schematica del meccanismo di risposta alla Fe-carenza delle piante a Strategia II. Nelle piante a Strategia II la carenza di Fe è invece associata a livello radicale alla produzione di fitosiderofori (PS), composti caratterizzati dalla capacità di produrre complessi stabili con micronutrienti cationici che, nel caso del Fe, vengono direttamente riassorbiti dalla radice. 25 Meccanismi di acquisizione del Fe Nutrizione minerale delle piante 50 45 40 45 40 Pianta % peso secco % peso secco 35 30 25 20 15 35 30 25 20 15 10 10 5 5 0 0 O C H N Si K S P Ca Mg Fe Mn Al Cl litosfera O Si Al Fe Ca Na K Mg P S La composizione chimica della cellula vegetale è molto diversa sia qualitativamente che quantitativamente da quella del suolo Le piante ricavano il loro nutrimento da semplici fonti inorganiche: C, H e O dall’aria e dall’acqua; gli altri elementi sottoforma di cationi inorganici (es. K+) o ossidi ( NO3-) dalla soluzione del terreno. 26 Nutrizione minerale delle piante Tutte le piante necessitano di almeno 17 elementi chimici; ciascuno di essi svolge una funzione specifica nella cellula vegetale (cioè è essenziale). In funzione delle quantità utilizzate dalle piante e in esse presenti si distinguono: • Macroelementi (C, H, O, N, P, K, S, Ca, Mg) (%) • Microelementi (Fe, Mn, Zn, Cu, B, Mo, Cl, Ni) (ppm) • Altri elementi presenti in quantità variabile in specie e ambienti particolari (Na, Si, Se, Co) Nutrizione minerale delle piante Le piante hanno sviluppato meccanismi morfologici e fisiologici per garantirsi l’ottenimento di quantità sufficienti degli elementi essenziali. Molte variabili possono influenzare le velocità di assorbimento e di accumulo dei nutrienti, tuttavia le concentrazioni degli elementi essenziali nelle cellule vegetali vengono mantenute entro limiti piuttosto ristretti (omeostasi). Quando le condizioni esterne limitano l’acquisizione dei nutrienti possono comparire sintomi di carenza. Guide to nutrient deficiency symptoms -H2O -Mg -N -K -P -Fe Quando la disponibilità dei nutrienti incrementa, le concentrazioni nei tessuti dapprima aumentano per poi tendere a saturazione. Ulteriori incrementi nella crescita richiedono input estremamente elevati 27 http://www.extension.umn.edu/distribution/horticulture/components/M1190fig1.htm Nutrizione minerale delle piante Crop yield Quando la disponibilità dei nutrienti incrementa, le concentrazioni nei tessuti dapprima aumentano per poi tendere a saturazione. Ulteriori incrementi nella crescita richiedono input estremamente elevati Deficiency Symptoms Toxicity Symptoms Nutrient availability 28 Importanti caratteristiche del terreno che possono influenzare la disponibilità di nutrienti • Composizione mineralogica • Tessitura e presenza di argille • Presenza di colloidi organici • Struttura • Stato idrico • Atmosfera e aereazione (Potenziale redox) • Reazione (pH) MOBILIZZAZIONE DEI NUTRITIVI Complesso di scambio Soluzione Diffusione e Flusso di massa Intercettazione radicale Radici del vegetale 29 Il movimento dei nutrienti nel suolo INTERCETTAZIONE RADICALE: scambio diretto tra superfici del suolo e superficie delle radici (per contatto diretto delle radici con i nutrienti adsorbiti sugli scambiatori) La selettività del processo aumenta la concentrazione di cationi in prossimità del plasmalemma Il contributo dell’intercettazione al soddisfacimento delle esigenze nutrizionali viene valutato considerando: 1. La q.tà di nutrienti disponibili nel volume di suolo occupato dalle radici; 2. % del volume delle radici rispetto a quello totale del suolo (mediamente 1% degli strati superficiali del suolo); 3. Il valore % della porosità (mediamente 50%) 30 INTERCETTAZIONE RADICALE Per la particolare organizzazione strutturale che caratterizza la parete cellulare, le radici hanno la capacità di fissare e scambiare cationi Acido poligalatturonico Le pectine sono soggette a modificazioni: Durante la sintesi nell’apparato di Golgi molti residui acidi sono esterificati con metili, acetili etc. (tale esterificazione previene il legame del Ca fra pectine riducendo il carattere di gel) Quando secrete, i gruppi estere possono essere rimossi (pectina esterasi) aumentando la possibilità di formare un gel rigido (aumento della densità di cariche elettriche della parete) FLUSSO DI MASSA - la fase liquida del suolo, durante il suo movimento per flusso di massa, porta i nutrienti a contatto con le radici La q.tà di nutrienti che raggiunge le superfici delle radici risulta funzione: 1. Della concentrazione di ciascuna specie ionica presente in soluzione; 2. Dell’acqua utilizzata dalle piante (litri) per la produzione di 1 Kg di sostanza secca (coefficiente di traspirazione) Condizione di Capacità di Campo: il flusso della fase liquida non viene impedito e assicura uniforme approvvigionamento idrico alle radici Per disponibilità idriche inferiori: la q.tà di acqua assorbita è superiore di quella apportata con flusso di massa con conseguente essicamento del terreno (in particolare alla rizosfera quando la velocità di traspirazione è elevata) 31 FLUSSO DI MASSA La quantità di nutritivi (J) che viene trasportata alle radici per flusso di massa è: J = V*C V= velocità di flusso dell'acqua C= concentrazione della soluzione del suolo Esempio di calcolo •Acqua traspirata dal vegetale: 2-4 106 L/ha •Concentrazione della soluzione = 0,15 mg P/L J= 0,15 mg/L * 3 106 L/ha = 0,45 kg P/ha Fabbisogno ≈ 30 kg P/ha Composizione Mais Conc. Sol. suolo necessaria * Conc. Sol. suolo media ppm ppm ppm Ca 2200 4,4 33 Mg 1800 3,6 28 K 20000 40 4 P 2000 4 0,05 *Rapporto di traspirazione= 500 (quantità di acqua traspirata per produrre 1 kg di sostanza secca) DIFFUSIONE : le specie ioniche nella soluzione del suolo si spostano per diffusione verso le radici sotto l’azione di gradiente di concentrazione Esercitano influenze le caratteristiche del suolo Di regola, la concentrazion e di nutrienti quali K+ e P è molto più bassa in prossimità delle radici che nel volume di suolo che lo circonda K disponibile (µmoli / cm di radice) Suolo concimato De = 27 cm2 s-1 10-7 9.1 Suolo non concimato De = 5.3 cm2 s-1 10-7 1.3 Suolo utilizzato per coltura intensiva De = 1.2 cm2 s-1 10-7 0.4 zona d’impoverimento Distanza dalla superficie radicale (mm) Gradienti di concentrazione nell’intorno di radici di rapa coltivata in suolo franco-limoso a differenti livelli di K scambiabile. De: coefficiente di diffusione del K nel suolo. 32 DIFFUSIONE DIFFUSIONE Profilo della concentrazione di K+ nella soluzione del suolo intorno alle radici di mais coltivato in suoli con diverso contenuto di argilla In entrambi i suoli, in prossimità delle radici, la concentrazione di K+ è ridotta a circa 2-3µM. La zona di impoverimento è più ampia nel suolo b per la minor capacità di reintegrazione del nutriente nella soluzione 33 DIFFUSIONE Influenze della pianta L’estensione dell’area a più basso contenuto di nutriente risulta definita dallo sviluppo dell’apparato radicale, funzione a sua volta dei fattori ambientali, delle caratteristiche genetiche e, più in generale, dallo stato nutrizionale L’estensione della zona di impoverimento corrisponde al massimo sviluppo del sistema radicale Punti a più basso contenuto di P coincidano con quelli mediamente raggiunti dalle radici (la lunghezza media dei peli radicali di mais e rapa è, rispettivamente, di 0.7 e 1.3mm) Profilo della concentrazione di P nell’intorno di radici di rapa e mais coltivati in suolo sabbioso DIFFUSIONE Influenze della pianta Relazione tra densità delle radici e assorbimento dei nutrienti mobilizzati per diffusione Densità delle radici per unità di volume di suolo Tuttavia non si accerta una relazione lineare tra densità delle radici e assorbimento dei nutrienti (sovrapposizione di zone di impoverimento che riflette notevole competizione per le diverse specie chimiche dovuta ad elevata presenza di radici, induce diminuzione di assorbimento nutrizionale) Diffusione dei nutrienti è condizionata dalla q.tà d’acqua presente nel suolo (Al punto di appassimento il fenomeno è quasi inibito, soluzione presente solo nei micropori) 34 DIFFUSIONE Legge di Fick F= quantità di ione diffusa per unità di sezione g cm-2 sec-1 F = -D dc/dx D= coefficiente di diffusione nel suolo cm2 sec-1 dc/dx= gradiente di concentrazione nella direzione x D = Dw θ f (1/BC) T2 Dw = coefficiente di diffusione nell'acqua θ = frazione d'acqua presente nel suolo f = fattore di impedenza BC = capacità tampone d = √2Dt d = distanza (cm) che lo ione può percorrere nel tempo t (sec) d = (cm2/sec *sec)1/2 = cm Dw dw D d cm2/sec cm cm2/sec cm N 0,87 10-5 1,14 5 10 –7 0,03 P 1,92 10-5 1,82 1 10-9 0,0013 1 giorno = 86400 sec DIFFUSIONE La partecipazione della diffusione alla mobilizzazione dei nutrienti verso le superfici radicali calcolata per differenza tra q.tà totale di ciascun nutriente asportata dalle piante e la somma degli apporti per intercettazione e per flusso di massa 35 DIFFUSIONE Quando le concentrazioni di alcuni elementi, quali ad es. Ca2+, risultano più elevate delle necessità delle piante si può verificare una loro concentrazione alla superficie della radice Root-induced accumulation of CaCO3 around a root chanel (R) of a peach tree in a calcareous soil prone to lime-induced chlorosis (Callot et al., 1982; Jaillard, 1980; Callot, 1999) 36