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Serbia
I serbi, provenienti dal Caucaso, arrivarono nel VII secolo nei Balcani, dove distrussero alcune città dell’Illiria già romana. Nel IX secolo si convertirono al cristianesimo, entrando nell’orbita dell’impero bizantino, e il
loro regno si estese. Nel XVI secolo furono sottomessi dai turchi, restando per quattro secoli in tale condizione. Solo nel 1878 il regno
serbo riacquistò l’indipendenza.
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POSIZIONE
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La Serbia, in passato una
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delle repubbliche federaForma di governo
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CARATTERISTICHE
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no numerosi laghi naturali e artificiali.
Reddito nazionale lordo
pro capite 3910 $
CLIMA E VEGETAZIONE
Moneta Dinaro serbo,
Il clima è continentale, con estati calde e inverni rigidi con
euro in Kosovo
abbondanti nevicate.
Il 27% del territorio è coperto di foreste. La vegetazione
è costituita da tigli, aceri, querce, noci. Ampi spazi sono
occupati da terreni agricoli. Importanti sono le aree protette e i parchi nazionali [ 1 ].
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Copyright © 2008 Zanichelli Editore SpA, Bologna [7047]
Questo file è una estensione online del corso Dinucci, Dinucci GEOGRAFICAMENTE essenziale © Zanichelli 2010
Europa meridionale • Serbia
1
Il parco nazionale di
Djerdap, nel nord-est della
Serbia. L’attrattiva principale è la gola dove passa il fiume Dunav, al cui ingresso
sorge la fortezza medioevale
di Golubac.
1
ATTIVITÀ ECONOMICHE
La maggiore città è Belgrado [ 2 ], la capitale, con un milione e mezzo di abitanti. Sorge in posizione favorevole alla
confluenza dei fiumi Danubio e Sava, entrambi navigabili. È
una metropoli moderna dotata di ampi viali e giardini e un
attivo porto fluviale.
Altra città importante è Novi Sad (300 000 ab.) [ 3 ] nel
nord , capoluogo della Vojvodina e centro industriale. A sud
si trova la città di Nis (250 000 ab.), centro commerciale sul
fiume Morava.
La guerra del 1999 ha lasciato profonde ferite materiali e
sociali nelle città serbe. Per oltre due mesi e mezzo l’aviazione statunitense e della NATO bombardò ininterrottamente la Serbia, distruggendo decine di ponti, centrali elettriche, raffinerie, fabbriche, stazioni ferroviarie ed edifici di
vario tipo.
I lavoratori occupati sono così distribuiti: 24% nei servizi,
46% nell’industria, 30% nell’agricoltura.
L’agricoltura fornisce mais, frumento, barbabietole da
zucchero, uva. È ingente la produzione di legname. Vengono
allevati suini, bovini, ovini e pollame.
L’industria, un tempo sviluppata, ha subìto gravi danni
per i bombardamenti NATO del 1999. Permangono industrie
meccaniche, tessili, farmaceutiche, di trasformazione dei
prodotti agricoli, ma la loro produttività è piuttosto bassa.
Il tasso ufficiale di disoccupazione è al 15%.
Le infrastrutture stradali e ferroviarie distrutte dalla
guerra non sono state del tutto ricostruite, e questo frena la
ripresa economica.
Circa 1500 km di vie d’acqua interne vengono utilizzate
per il trasporto commerciale.
I principali aeroporti internazionali si trovano a Belgrado e Nis.
2
Belgrado vista dalla Sava. Il nome, che significa «città
bianca», le fu dato dai bizantini nel XI secolo.
S. Djajic/Shutterstock
POPOLAZIONE
3
Il Teatro nazionale serbo di Novi Sad, città sul Danubio,
svolge una notevole attività in collaborazione con altre
istituzioni culturali europee.
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