Capitale: Belgrado Forma di governo: Repubblica semipresidenziale : Dinaro serbo (euro in Kosovo) Lingua: Serbo Religione: Ortodossa La superficie del territorio della Serbia è inferiore a un terzo di quella dell’Italia; il Nord è occupato da una vasta area pianeggiante, che costituisce la prosecuzione della Pianura Ungherese. Questa pianura è solcata da numerosi fiumi tra cui il Danubio, che segna in parte il confine con la Croazia e con la Romania. Altri fiumi importanti sono la Sava il Tibisco. La regione centro-meridionale è montuosa. Tra i rilievi orientali e occidentali corre la valle della Morava, un altro affluente del Danubio. Da quando il Montenegro ha ottenuto l’indipendenza la Serbia non ha più sbocchi al mare. Il clima è di tipo continentale, con estati calde e inverni rigidi. Lo Stato comprende, oltre alla Serbia centrale, anche due provincie autonome: la Vojvodina a nord e il Kosovo a sud. Le due provincie sono molto diverse dal punto di vista etnico-religioso, in quanto il Paese è stato storicamente diviso tra il cattolico Impero AustroUngarico (che comprendeva la Serbia settentrionale) e l’Impero Ottomano (di cui faceva parte la Serbia meridionale). Le due provincie si differenziano anche per il livello di sviluppo economico: il Nord è la regione più sviluppata mentre il Sud ha un economia più arretrata. La presenza di molti gruppi etnici rivali ha causato conflitti che hanno portato miseria e distruzione, ritardandone anche lo sviluppo economico. La Serbia infatti è un vero e proprio mosaico di etnie. Il gruppo principale è quello serbo, ma accanto ad esso convivono più di 25 differenti comunità nazionali. La valuta della Serbia è il dinaro serbo, mentre il Kosovo ha adottato l’euro unilateralmente. Le città più importanti sono: Belgrado: è la capitale ed è anche il principale polo industriale e commerciale del Paese; Novi Sad: è il capoluogo della provincia autonoma della Vojvodina; Priština: è la capitale del Kosovo. La Serbia è dotata di abbondanti risorse del sottosuolo e di ampi terreni coltivabili. Nonostante ciò, l’economia serba è molto arretrata e la disoccupazione è elevatissima. Pesano molto le conseguenze delle guerre che hanno sconvolto il Paese negli ultimi decenni. Il settore primario è fondamentale; nel Nord l’agricoltura utilizza tecniche moderne ed è basata sulle coltivazioni intensive. È molto florida la coltura degli alberi da frutto. L’allevamento riguarda soprattutto i suini. Tra le industrie quella alimentare e quella metallurgica sono le più produttive. Ultimamente anche l’industria meccanica e le raffinerie di petrolio, semidistrutte durante le guerre, hanno ripreso a funzionare. Il settore terziario non ha invece potuto crescere, perché l’isolamento della Serbia durante le continue guerre e il clima politico incerto hanno fatto venire meno le condizioni per lo sviluppo del commercio con l’estero e del turismo.